Da Bacon ai Beatles, la prima mostra con la colonna sonora

Organizzata dalla Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente di Milano, la mostra Da Bacon ai Beatles. Nuove Immagini in Europa negli anni del rock presenta oggi, per la prima volta, la storia di una ricerca figurativa che, a cavallo fra gli anni cinquanta e sessanta del Novecento, prese le mosse dalla lezione di Giacometti, di Bacon e di altri grandi maestri dell’epoca. Celebrata a suo tempo dalla grande mostra New Images of man allestita nel 1959 al MoMA di New York, tale ricerca si distinse per esiti molto diversi rispetto ai modi di un certo realismo d’ispirazione sociale, mescolando suggestioni di natura espressionista con linguaggi spesso in bilico fra informale e pop.

Riflesso di una nuova situazione esistenziale dell’uomo e insieme di un clima fervido di cambiamenti, come quello dei favolosi anni sessanta, il percorso mira a rievocare l’atmosfera di allora attraverso un nucleo di 70 opere, fra sculture e dipinti, spesso di grandi dimensioni, prestate da collezioni pubbliche e private italiane e straniere, da ammirare – per l’occasione – armati di cuffie e con un sottofondo musicale in tema con la rivoluzione sonora che si attuò contemporaneamente a quella estetica.

Short stories 6 – NY: New prospectives + Juliana Romano

CHI: Ellen Altfest, Anna Betbeze, Joe Bradley, Anne Collier, Rosson Crow, Roe Ethridge, Teresita Fernandez, Jason Gringler, Tamar Halpern, Adam Helms, Josh Kolbo, Josephine Meckseper, Sam Moyer, Angel Otero, Janaina Tschape, Sara VanDerBeek, Lisa Yuskavage + Juliana Romano.

DOVE: Brand New Gallery – Milano

QUANDO: 22 settembre – 29 ottobre 2011

COSA: Una collettiva abbastanza variegata in cui, a parte l’origine territoriale comune, manca altra coesione. Ogni artista affronta un percorso individiale e sono presenti quasi tutti i medium possibili: pittura, fotografia, video, tele elaborate, disegni, dipinti, collage. Un’opera per artista: le fotografie di Anne Collier incarnano la società dell’immagine hollywoodiana, Sam Moyer interviene sulle grandi tele con candeggina e inchiostro realizzando così opere astratte, anche Angel Otero parte da grandi tele, ma i colori sono vivaci e la stoffa, trattata con resine sintetiche diventa tridimensionale. Inquientate la figura femminile presentata dal video di Janaina Tschape.

Short stories 5 – Oro di Francesca Grilli

CHI: Francesca Grilli, classe 1978, vive tra Milano e Amsterdam. Una carriera avviata con mostre sia in istituzioni pubblice, come il MamBo di Bologna, e gallerie internazionali, per esempio alla Serpentine Gallery di Londra. Nasce come fotografa, ma presto il suo percorso devia nel magico mondo della performance, senza disdegnare il video e la scultura. Pur partendo da vissuti personali, Francesca tende a porsi come spettatrice esterna agli eventi, affrontandoli così in maniera piuttosto trascendentale.

DOVE: Galleria Riccardo Crespi – Milano

QUANDO: 15 settembre – 29 ottobre 2011

COSA: La mostra di Francesca Grilli prende spunto dalle età storiche individuate dagli alchimisti come cicliche nella storia: Età dell’Oro, dell’Argento, del Bronzo e della Lega in Ferro. L’età dell’Oro, che da il nome all’esposizione, sarebbe quella dell’abbondanza, inteso come buon auspicio. Il simbolo prescelto è quello del falco: le sue piume sono riproposte come sculture metalliche. Inoltre un falco è il protagonista del video ambientato nel monastero Benedettino di San Giovanni a Parma. Le immagini sono accompagnate dal racconto della vicenda di Re Mida nell’antica lingua fischiata Sibilo Gomero, parlata solo sull’isola La Gomera delle Canarie.

Pipilotti Rist trasforma l’ex Cinema Manzoni in un grande organismo vivente

Dal 9 novembre al 18 dicembre 2011 la Fondazione Nicola Trussardi presenta Parasimpatico, a cura di Massimiliano Gioni, la prima grande mostra personale di Pipilotti Rist in un’istituzione italiana. 

A fare da sfondo al nuovo progetto dell’artista svizzera è il Cinema Manzoni, per più di cinquant’anni una delle sale cinematografiche più importanti della città di Milano e chiusa al pubblico dal 2006. Pipilotti Rist è una delle voci più autorevoli e anticonformiste dell’arte di oggi: ha esposto con mostre personali nei più celebri musei del mondo – tra cui il MoMA di New York e il Centre Pompidou di Parigi – e ha preso parte alle maggiori kermesse internazionali, tra cui la Biennale di Venezia, quella di Berlino, Sydney e Lione. Nel 2009 ha partecipato al Festival del Cinema di Venezia con il suo primo lungometraggio Pepperminta.

Visioni fluttuanti, colori vibranti e psichedelici, colonne sonore ipnotiche, sensualità e leggerezza sono alcuni dei principali ingredienti del mondo di Pipilotti Rist, costruito sulla linea di confine tra sogno e realtà. I suoi video lussureggianti e le sue installazioni multimediali esplorano la sessualità e la cultura dei media con un mix giocoso e provocatorio di fantasia e quotidianità, in cui le immagini in movimento trasformano soggetti, temi e luoghi familiari in affascinanti caleidoscopi.

 Per Pipilotti Rist le immagini video sono la proiezione di desideri ed emozioni, una nuova forma di vita organica che lo spettatore può percepire non solo con gli occhi ma anche e soprattutto con il corpo.

Short stories 4 – I will not make any more boring art

CHI: John Baldessari (National City, California – 1931). Architetto e artista concettuale, soprattutto grande vecchio molto copiato, d’altronde il citazionismo è uno dei vizi della nostra società. Fin da giovane Baldessari mostrò passione verso le parole come portatrici di significati profondi, le sue prime tele avevano per soggetto frasi dipinte a mano, ma essendo un perfezionista decise di adoperare metodi più scientifici: meglio le lettere per insegne della mano imprecisa. Da li in avanti la sperimentazione fu continua, adoperando ogni mezzo possibile e commistionando il liguaggio visivo con quello della parola scritta.

DOVE: Galleria Le case d’arte – Milano

QUANDO: 15 settembre 2011 – 29 febbraio 2012

COSA: Un piccola stanza, un po’ nascosta nel cortile di una casa, con le pareti tappezzate dalla semplice frase “I will not make any more boring art”. Null’altro.

PERCHÈ: Non ci fosse il gallerista a fissarti sarebbe un posto perfetto per la meditazione. Fondamentalmente non è una mostra, ma un monito di quelli da scolpirsi in testa, “Non farò più opere d’arte noiose”, un principio che soprattutto oggi bisognerebbe applicare a qualsiasi ambito.

MY NAME IS… Luca Christian Mander

MY NAME IS… Luca Christian Mander è la seconda tappa di una rassegna ideata e curata da Mariacristina Ferraioli per [.BOX] Videoart Project Space, spazio espositivo a Milano dell’associazione Visualcontainer. Il progetto nasce dalla volontà di proporre un’attenta ricognizione sulla videoarte italiana degli ultimi anni e di approfondire alcune ricerche che ne hanno segnato il cammino.
La rassegna è strutturata in serate-evento a carattere monografico, nel corso delle quali sono proiettati i video realizzati dall’artista invitato. Il pubblico può così godere di un approccio visivo diverso. Se è vero infatti che quasi tutte le opere sono state concepite per essere mostrate singolarmente, è anche vero che, inserite nel contesto dell’intera produzione, esse possono assumere sfumature e significati inediti e dar vita a nuove possibilità di lettura. Inusuale è la tipologia dell’evento che di fatto non presenta nulla di nuovo ma offre l’occasione rara di una visione d’insieme che dà risalto alla necessità di una riflessione critica contro la dominante ed ossessiva bulimia del presente che contraddistingue il sistema dell’arte contemporanea.

VETTOR PISANI – Theatrum mundi


Un omaggio sentito e dovuto a un amico di sempre scomparso recentemente, Vettor Pisani. Graziano e Fabrizio Vigato aprono la nuova sede milanese dello Studio Vigato in via Santa Marta 19 (presente già in Alessandria e Bergamo) con la mostra “Theatrum mundi” (13 ottobre – 1 dicembre 2011), che propone una serie di lavori a muro, e tre sculture, riferite agli ultimi 10 anni vita dell’artista nato a Ischia nel 1934: un “Theatrum mundi” raccontato attraverso immagini simboliche – immagazzinate in un suo enorme spazio mentale – molto forti e di clima barocco, le quali hanno, quasi sempre, la donna (vergine-madre) come interprete principale, centro motore di un suo universo grottesco, sensuale, e giocoso, distante da quello precedente.

I collage, i disegni colorati, le sculture fatte di immagini e cose trovate, che magari ostendono un pupazzo (alter ego di sé stesso ) riposante nella tazza di un bidet, o magari una serie di citazioni prese dalla Storia dell’Arte, (la famosissima immagine dell’ ”Isola dei morti” di Bocklin, la Santa Teresa di Bernini posata su un frigorifero, la “Ruota di bicicletta” di Duchamp, la testa di Hermes trapassata dal suo stesso nome scritto col neon, ecc.) sono l’esempio eloquente di un mondo visionario, ma critico verso il presente. Come ha scritto tempo fa, Maurizio Calvesi, Pisani è stato il primo a contrapporre la sua “arte critica” all’arte concettuale e mentale degli artisti americani, ma anche europei; l’artista nato a Ischia ha quindi contestato giustamente l’atto mentale dell’autore che considera l’idea, come superiore e privilegiata, rispetto a una cultura che propone l’esoterismo, l’utopia, la tensione ideale, l’umorismo, il gioco, il mito, la psicanalisi.

Cambio di stagione, Proposte dalla collezione del Museo Pecci Milano

Cambio di stagione è il titolo del nuovo progetto espositivo con cui inaugurerà l’attività autunnale del Museo Pecci Milano, giovedì 20 ottobre 2011.

Il progetto, a cura di Stefano Pezzato, è concepito per presentare altre opere provenienti dalla collezione del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato, dopo quelle proposte nella serie introduttiva e progressiva di Invito al viaggio. Affronta il tema imprescindibile dell’energia e delle sue fonti (acqua, sole, nucleare) nell’intento di sollecitare riflessioni, al di là dei clamori mediatici suscitati dai referendum popolari della primavera scorsa, collegate piuttosto alle conseguenze della guerra in Libia e della crisi economica che investono direttamente l’attualità culturale e sociale del nostro paese.

La Casa di Ulisse, un percorso artistico per riflettere sul programma di autonomia abitativa per persone con disagio psichico

In occasione della Giornata Mondiale della Salute mentale e del 5° compleanno di Progetto Ulisse (programma di autonomia abitativa per persone con disagio psichico) Progetto Itaca (www.progettoitaca.org) con la collaborazione di NABA (www.naba.it) ha organizzato una settimana di eventi dedicati all’arte in tutte le sue forme. L’inaugurazione è fissara per lunedi 10 ottobre presso la Fabbrica del Vapore in via Procaccini 4, Milano.

Il tema: La Casa. Artisti, architetti, scrittori e studenti presentano la loro innovativa visione della Casa intesa come struttura fisica ma anche come significato che ciascuno dà all’abitare. Un percorso nello spazio espositivo attraverso la Casa in tutte le sue forme darà modo ai visitatori di passare dalla voce degli abitanti della Casa di Ulisse, alle multiple visioni di studenti, architetti, artisti e scrittori. Una mostra, curata da Cristina Calicelli e Figure Blu, nata dal dialogo di due artisti di diversa formazione e provenienza che indagano sul tema della “casa”e della “costruzione” in modo quasi complementare, Michele Munno e Luciano Trebini. Le loro immagini propongono un percorso di riflessione sui diversi aspetti, positivi e negativi, dell’abitare uno spazio.

Short stories 3 – Come le lucciole

CHI: Mario Airò (1961 – Pavia), Tony Brown (1970 – Louisiana), Claude Collins-Stracensky (1975 – Lakewood), Paolo Gonzato (1975 – Busto Arstizio), Franco Guerzoni (1948 – Modena), Eva Marisaldi (1966 – Bologna), Katja Mater (1975 – Olanda), Liliana Moro (1961 – Milano), Nathaniel Rackowe (1975 – Londra), Davide Tranchina (1972 – Bologna), Mark Aerial Waller (1969 – High Wycombe), Silvio Wolf (1952 – Milano).

DOVE: Galleria Nicoletta Rusconi – Milano

QUANDO: 16 settembre – 5 novembre 2011

COSA: Marco Tagliafierro ha invitato il nutrito gruppo di artisti a riflettere sul pensiero pasoliniano attraverso un’opera di Georges Didi-Huberman: Come le lucciole. Una politica delle sopravvivenze. Le lucciole diventano simbolo di eccezione, ognuno di noi può essere lucciola, emanare luce, e librarsi in azioni liberatorie, essere inafferabili per un attimo. Pasolini credeva, nella sua visione drammatica, che le lucciole fossero scomparse, inghiottite dal neo-capitalismo. In realtà esistono ancora, piccole e nascoste, ma resistenti.

Short stories 2 – FaR EasT

CHI: Tre artisti coreani: Yulim Song (1983 – Seoul), Jin Han Lee (1982 – Seoul) e Sea Huyn Lee (1967 – Geoje Island), assieme a quattro giapponesi: Kyoko Kanda (1977 – Tokyo), Shimon Minamikawa (1972 – Tokyo), Takako Kimura (1974 – Chiba) e Nobuyoshi Araki (1940 – Tokyo).

DOVE: Galleria Zonca & Zonca – Milano

QUANDO: 15 settembre – 28 ottobre 2011

COSA: La mostra collettiva si prefigge di delineare il panorama dell’arte asiatica attuale attraverso alcuni dei suoi attori. Se non consideriamo le fotografie di Araki, unico “anziano” esposto, che non sono certo nuove o innovative, anche se a mio parere le sue polaroid di fiori sono sempre apprezzabili, ci troviamo di fronte ad una mostra abbastanza fresca e piacevole. Le opere di Takako Kimura rientrano nel cliché dell’estica da manga: scatole laccate in cui vengono disposti piccoli oggetti come pupazzetti e miniature di cibo.

Short stories 1 | T-Yong Chung

CHI: T-Yong Chung, nasce a Tae-gu in Corea del Sud nel 1977. Padre scultore e madre musicista, T-Yong cresce in un ambiente stimolante che lo porta a viaggiare e a trasferirsi in Italia per studiare arte, prima a Carrara poi a Milano.

DOVE: Galleria Ottozoo – Milano

QUANDO: 15 settembre – 29 ottobre 2011

COSA: Seppur non ama definirsi tale T-Yong è principalmente uno scultore, nel senso che predilige la costruzione di oggetti tridimensionali. La sua ricerca va a incastrarsi perfettamente nel filone dei ready-made surreali: oggetti d’uso comune manomessi e reinventati a cui viene aggiunto un tocco straniante ad esempio vernice d’orata o argentata che ricoprono intere installazioni. Lui stesso dichiara che il suo intento è far emergere aspetti di culture ormai passate e di far riflettere sulla molteplicità di società che si sono alternate sulla Terra.

Mark Flores – New Arrangement

Giovedì 6 ottobre la galleria Cardi Black Box di Milano presenta la personale dell’artista Mark Flores (Ventura, CA, 1970) intitolata New Arrangement, a cura di Art At Work. Il lavoro di Mark Flores (1975) nasce dalla digitalizzazione del mondo contemporaneo. Questo talento emergente della scena californiana dipinge senza sosta frammenti di realtà quotidiana, ‘isolati’ nelle fotografie che scatta vagando a piedi per la sua città. Contrappone in questo modo dettagli della segnaletica stradale a visioni ravvicinate di fiori o frammenti di cielo, con rivisitazioni di opere classiche da lui ammirate in diversi musei. L’allestimento del suo lavoro, costituito dalla sovrapposizione di pannelli e dalla contrapposizione tra quadri dipinti con tecniche completamente differenti, offre una personale campionatura di immagini quotidiane in cui dettagli urbani e citazioni pittoriche e paesaggistiche si fondono con risultati sorprendenti e ipnotici.

La mostra New Arrangement presso Cardi Black Box, ideale continuazione del progetto site-specific See This Through presentato nel 2010 al Hammer Museum di Los Angeles, si compone di molteplici immagini che agiscono come un racconto, capace di articolarsi e amplificarsi in continuazione, dando vita a un personale universo poetico. Flores trova un nuovo punto di equilibrio tra l’idea di rappresentazione e quella di astrazione, mettendo in scena una serie di opere che si trasformano sotto lo sguardo stupito dello spettatore. Opere materiche dal tratto pittorico espressionista si alternano a immagini dipinte con una tecnica ‘puntinista’, in cui l’immagine viene costruita in maniera apparentemente meccanica, attraverso la sovrapposizione di puntini di CMYK (sigla inglese che indica la quadricromia del ciano, magenta, giallo e key black usati dai sistemi di stampa contemporanei) il cui realismo si scompone in un’immagine sfuocata quando lo spettatore si avvicina.

Roberto Ciaccio – INTER/VALLUM

L’esposizione monografica di Roberto Ciaccio Inter/vallum segue due importanti eventi espositivi e costituisce il terzo momento di un percorso che mette a confronto l’opera di Ciaccio con l’architettura (Milano 20 settembre 2011 Palazzo Reale Sala delle Cariatidi), con la filosofia (Berlino 2006 Kulturforum Kupferstichkabinett Musei Statali) e con la musica (Roma 2008 Istituto Nazionale per la Grafica – Palazzo della Fontana di Trevi).

La mostra, promossa dal Comune di Milano Assessorato alla Cultura e co-prodotta da Palazzo Reale e Skira, si costituisce come opera/installazione site specific, in stretto rapporto all’identità architettonica del luogo. Il carattere di temporalità  sospesa della Sala delle Cariatidi e il ritmato scandirsi a “intervalli” delle Cariatidi rendono il luogo quanto mai appropriato alla poetica del tempo, della traccia e della “revenance” espressa dall’opera di Roberto Ciaccio. Soglie, aperture, specchi della Sala interagiscono con le opere in un percorso architettonico illusionistico e musicale, intriso di tempo, di riflessi, di visioni e di suoni. Gli “intervalli” che spazialmente descrivono il luogo nei suoi ritmi essenziali sono riecheggiati dalle sequenze seriali delle grandi lastre metalliche che si sviluppano secondo fughe prospettiche.