Video Intenti, la sperimentazione dell’arte


Con le video-installazioni di Fabio Scacchioli e Chiara Tommasi curate da Fabrizio Pizzuto, la Galleria Edieuropa ha inaugurato ieri la rassegna Video Intenti dedicata alla video arte contemporanea.

La rassegna, costituita da quattro incontri, presentano uno sguardo sulla Video arte contemporanea, ciascuno attraverso il lavoro di due artisti. Con questo ciclo di incontri la galleria prosegue la sua apertura verso le sperimentazioni e la nuova arte contemporanea, continuando cosi’ la sua tradizione che, con la nascita della rivista QUI-arte contemporanea negli anni Settanta, tenne a battesimo le avanguardie e diede impulso e accoglienza agli artisti della nuova generazione.

Mvd–Macro Video Drink

Luglio, col bene che ti voglio vedrai non finirà… cantava Riccardo del Turco nel 1968 e ora a cantare questa bella canzone saranno i romani che ancora non sono partiti per le meritate vacanze. Si, perchè tutti i martedì di luglio il Macro, Museo d’Arte Contemporanea di Roma ospiterà le serate Mvd–Macro Video Drink, video d’arte contemporanea e aperitivi fino alle 23.

Nella hall e nelle sale del museo saranno proiettati video di artisti come Nam June Paik, Bruce Nauman, Mike Kelley, Cheryl Donegan, Paolo Canevari, Elisabetta Benassi, tutti della collezione della mediateca del museo, mentre i visitatori potranno sorseggiare un aperitivo, gentilmente offerto dal Macro, in collaborazione con Campari e Mr Nut. Il programma del primo appuntamento prevede la proiezione dei video Global Groove di Nam June Paik, Burning skull di Paolo Canevari, Tiger Lives di Nam June Paik, In a station of the metro di Shaun Gladwell.

A Roma gli scatti di guerra

Si è inaugura il 3 luglio alle Scuderie del Qurinale di Roma la mostra Scatti di guerra. Dallo sbarco in Normandia a Berlino a cura di Marco Delogu e Umberto Gentiloni.

Le fasi finali della Seconda Guerra Mondiale, dallo sbarco in Normandia alla Liberazione, raccontate da due punti di vista, con due differenti approcci: da una parte Lee Miller, affermata fotografa cresciuta nella Parigi dei Surrealisti e amica dei maggiori intellettuali dell’epoca, dall’altra Tony Vaccaro, soldato dell’esercito americano e poi fotografo ufficiale del giornale della sua divisione, che in quegli anni inizia la sua carriera professionale. La mostra, di cui Miller e Vaccaro saranno i protagonisti, vedrà le loro fotografie (circa 100 immagini realizzate in un periodo che va dal 1944 al 1945) fronteggiarsi su due pareti del primo piano delle Scuderie del Quirinale.

Jimmie Durham e il suo Detour a Roma

Mercoledì 24 giugno la Fondazione Volume! di Roma in collaborazione con RAM – radio arte mobile inaugurano presso l’Acquario Romano la mostra Detour over Rome, personale di Jimmie Durham, a cura di Angelo Capasso.

Jimmie Durham (Usa, 1940) nel suo lavoro usa  modalità espressive diverse  spaziando dal disegno alla scrittura, dalla scultura all’installazione. Quest’ultima  spesso entra in un rapporto critico con l’architettura occidentale codificata.  Il riferimento contenuto nel titolo dell’installazione,  Detour over Rome,  creata per l’occasione nel giardino dell’Acquario Romano, fa riferimento all’ultima città dove Jimmie ha scelto di risiedere.

Progetto di collettiva alla galleria Maria Grazia Del Prete

 La Galleria Maria Grazia Del Prete di Roma ospiterà fino al 30 settembre la mostra Progetto di collettiva, a cura di Angelo Capasso, che si propone come una riflessione sulla prima e più seducente forma di esposizione. In mostra, quattro artisti diversi per generazione, nazionalità e percorso: Bizhan Bassiri, Jan Dibbets, Marco Fedele di Catrano e Maria Morganti.

“Progetto” – dal latino prōiectus – è l’azione di distendere. Il termine traduce anche l’anglosassone “design” (omofono e omologo di disegnare, designare, delineare).

Un progetto di mostra collettiva non è soltanto un progetto sul lavoro degli artisti, ma è sull’arte stessa. È un modo per ripensare la mostra collettiva non come ensamble che giustifica un concetto, ma in quanto group-show che propone un concetto. Non verbale, ma visivo.

Emotional Community alla galleria Monitor di Roma


Mercoledì 24 giugno la galleria Monitor di Roma inaugura la mostra Emotional Community, collettiva di Francesco Arena, Jeremy Deller, Gabriele De Santis, Gülsün Karamustafa, Mike Kelley, Garrett Phelan, Alejandro Vidal, Akram Zaatari e The Joy Division a cura di Teresa Macri‘.

La comunità emotiva e’ soprattutto un flusso empatico che si espande in un territorio mentale e fisico e che condivide impulsi e ossessioni, desideri e asfissie. E’ un luogo d’intensità. E’ una mappa di significanza. Una zona d’ombra o/e una agorà globale. E’ un feedback diagonale. E’ ideologica e edonistica, territoriale e smaterializzata, utopica e feticistica, politica e enigmatica, ludica e situazionista, trasgressiva o convenzionale. La comunità emotiva ha una logica del senso binaria: progettuale o inoperosa. Decostruisce gli stereotipi globali o si appiattisce nei trend consumistici. Agisce sottopelle infiltrandosi nelle molecole del soggetto e poi avanza come un magma.

Gioco di specchi al museo Carlo Bilotti

 Lo specchio come simbolo della bellezza femminile nella pittura del Cinquecento fino alle avanguardie del primo Novecento. Lo specchio come decorazione nei sontuosi palazzi e nelle dimore regali dove gli spazi si raddoppiano illusionisticamente. Lo specchio dunque nel duplice ruolo di rivelatore di verità e di inganno.

È questo lo spettro illimitato di interpretazioni che offrirà la mostra Speculazioni d’artista. Quattro generazioni allo specchio a cura di Augusta Monferini, Maria Grazia Tolomeo e Alberto Dambruoso ospitata al Museo Carlo Bilotti dal 26 giugno a Roma.

La mostra vuole essere un tentativo di offrire allo spettatore, attraverso una selezione di opere di artisti che hanno operato “coscientemente” con lo specchio dagli anni Sessanta ad oggi, una lettura di questo affascinante strumento in tutte le sue diverse valenze e declinazioni, siano esse di carattere simbolico, estetico, concettuale, percettivo e psicologico.

Fernanda Veron e le sale di Los

Giovedì 25 giugno 2009, dalle ore 19:00, la galleria Dora Diamanti arte contemporanea di Roma inaugura Le sale di Los, mostra personale di Fernanda Veron a cura di Micol Di Veroli.

Fernanda Veron presenta al pubblico una nuova serie di opere che allontanandosi dalle consuetudini visive della fotografia contemporanea raffigurano un universo interiore costituito da immagini della memoria. Il cervello diviene così uno sconfinato banco ottico attraverso il quale ogni percezione visiva si ricostituisce e si riassembla creando nuove formule oniriche, nuovi fotogrammi fantastici.

Fernanda Veron per comporre le sue enigmatiche immagini mnemoniche parte dai principi della scolastica secondo i quali la mente umana sarebbe regolata da tre cavità cerebrali cooperanti. Queste sono le sale di Los, ambienti infiniti in cui si trovano le luminose riproduzioni di tutte le cose passate sulla terra.

A Roma si indaga sul doppio con Risonanze

 La mostra Risonanze#3. Michelangelo Pistoletto & Giovanni Sollima che si terrò all’Auditorium Parco della Musica di Roma fino al 15 giugno, è la terza – dopo Enrico Castellani & Uto Ughi e Giulio Paolini & Fabio Vacchi – di una serie, promossa dall’Accademia di Santa Cecilia e curata da Marcello Smarrelli, sul tema dell’incontro-confronto tra arte e musica in un continuo gioco di rimandi e suggestioni.

La scelta dei due artisti nasce dalla considerazione che, oltre alla comune radice mediterranea e all’amore per le differenze, il tema del doppio emerge come elemento comune predominante che è alla base del loro lavoro. Nel caso di Michelangelo Pistoletto il doppio è il risultato del riflesso nello specchio, mentre per Giovanni Sollima, che suona lo strumento più simile alla forma e alla dimensione del corpo umano, la relazione con il proprio doppio si verifica con l’atto di abbracciare e utilizzare il violoncello in modo così fisico da diventare il suo alter ego.

Julieta Aranda, dopo New York arriva a Roma

 L’artista messicana Julieta Aranda (1975, Città del Messico) presenta oggi 28 maggio a Roma il progetto dal titolo Publick Occurrences Both Forreign and Domestick: concepito ed esposto per la prima volta a Berlino, viene riproposto in forma sviluppata e rinnovata negli spazi della galleria 1/9 unosunove.

Il titolo riprende quello del primo giornale pubblicato nelle Americhe, a Boston, il 25 settembre 1690 e che, come molte altre pubblicazioni dell’epoca, ebbe una vita molto breve, ritirato dal commercio il giorno dopo la sua pubblicazione per motivi di censura. Allo stesso modo l’artista ha compilato e stampato un giornale che non è reso pubblico, nè destinato alla lettura, ma viene presentato come oggetto fisico attraverso un suo riutilizzo per i più diversi scopi di carattere funzionale e privato: diventa una tenda, un involucro per il cibo, una spugna per asciugare scarpe bagnate, un panno per pulire, e infine cartapesta per la produzione artigianale di altra carta.

FotoGrafia, Festival Internazionale di Roma

Parte il 29 maggio fino al 2 agosto 2009 l’ottava edizione di FotoGrafia, Festival Internazionale di Roma, con una programmazione che conferma la crescita di prestigio a livello nazionale e internazionale e l’attenzione sempre più concreta alle produzioni originali e ad una forte progettualità.

Promosso dal Comune di Roma e prodotto da Zoneattive, con la direzione artistica di Marco Delogu, il Festival ha scelto come tema Declinazioni della Gioia, l’atto di fotografare, visioni e rappresentazioni per orientare lo sguardo del pubblico, ma anche quello dei fotografi e degli operatori, verso un aspetto della fotografia che tradizionalmente si perde tra dramma e glamour. A partire da questo semplice pensiero nascono tutte le “declinazioni della gioia”, il riappropriarsi della felicità della fotografia come atto e come contenuto, anche in virtù di tutte le nuove evoluzioni della tecnologia.

Pietro Ruffo al Centro Arti Visive Pescheria

Il 30 maggio presso il Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro, inaugura Un istante complesso, la mostra personale dell’artista Pietro Ruffo.
Il giovane artista romano presenta il suo lavoro per la prima volta in un museo italiano di arte contemporanea, e per l’occasione ha immaginato una mostra che riflette sui rapporti tra arte, politica, geografia e territorio.

Nel suggestivo spazio dell’ex Chiesa del Suffragio si potranno ammirare sei grandi tele che l’artista ha realizzato appositamente per la mostra, posizionate su due livelli, quasi a voler ricomporre l’idea di una quadreria barocca. Le opere raffigurano le bandiere di sei nazioni mediorientali, nelle quali si combatte sul territorio per ragioni politiche, sociali o religiose: Israele, Libano, Iran, Iraq, Siria e Hamas, che simboleggia lo stato della Palestina.

La guerra di Shadi Ghadirian

Dal 7 Maggio al 30 giugno la CO2 contemporay art di Roma ospita la mostra Ghost Gifts, prima personale in Italia della fotografa iraniana Shadi Ghadirian, a cura di Silvia Cirelli.

Shadi Ghadirian, giovane artista di Tehran, ha fin da subito richiamato l’attenzione internazionale con un percorso artistico fortemente connesso alla realtà del mondo iraniano ed alle sue continue contraddizioni fra tradizione e modernità. Da sempre ancorata alle denuncie politiche e sociali della vita contemporanea iraniana, con particolare attenzione all’attuale difficile condizione della donna e al doloroso passato di pesanti guerre, l’artista stupisce per una carica espressiva che supera la facile provocazione riallacciandosi alla freschezza di una nuova e personalissima interpretazione.

Black & Light, quando l’artista si mette a nudo

Ritratti di rabbia, muscoli e nervi tesi avvolti in zone di luce ed ombra. Si tratta di Black & Light nuovo ciclo di opere fotografiche di Claudio Martinez in mostra dal 30 maggio al 21 giugno negli sperimentali spazi del Condotto C sotto l’egida curatoriale di Giorgia Terrinoni.

Dai set cinematografici alla pubblicità, dal reportage al ritratto, dalla musica al video, il percorso di Claudio Martinez è eclettico e dinamico. Black & light è una mostra di sole fotografie in cui l’artista, per la prima volta nella sua carriera, espone sé stesso, ci parla del suo vissuto, delle emozioni che emergono nitide dalle sue rappresentazioni e permettono ad ogni osservatore di riconoscersi in esse. Una serie di autoritratti neri su fondo nero, dove l’unico elemento che compone l’immagine è il riflesso della luce sulla pelle. Una luce netta e forte, che svela profonde zone d’ombra e impara a convivere con esse, senza annullarle.