Asiatica, Incontri con il cinema asiatico alla Pelanda

Asiatica, Incontri con il cinema asiatico, il Festival diretto da Italo Spinelli, giunge alla dodicesima edizione dal 12 al 22 ottobre 2011 negli spazi de La Pelanda presso il MACRO Testaccio – la sede del Museo d’Arte Contemporanea di Roma nel quartiere di Testaccio. Come ogni anno, Asiatica rinnova l’impegno a promuovere la diffusione del cinema asiatico e a fornire spazi e momenti di scambio tra l’Asia e l’Europa.

Saranno oltre cinquanta i titoli presentati quest’anno – tutti a ingresso gratuito fino ad esaurimento posti – quasi tutti in anteprima italiana o mondiale, tra cortometraggi, lungometraggi a soggetto e documentari, provenienti da: Azerbaijan, Cambogia, Cina, Corea del Sud, Filippine, Giappone, Hong Kong, India, Indonesia, Iran, Kazakistan, Kirghizistan, Mongolia, Sri Lanka, Taiwan, Thailandia, Turchia, Vietnam. Molti i registi, scrittori e personalità del mondo cinematografico e letterario asiatico ospiti del Festival, che proporranno, attraverso il linguaggio cinematografico e non solo, uno sguardo sulla realtà e sulla complessità del rapporto tra Oriente e Occidente.

Italia Ora, il progetto finale degli studenti del LUISS Master of Art al Museo H.C. Andersen

L’8 ottobre, in occasione della VII Edizione della Giornata del Contemporaneo si inaugura al Museo H.C. Andersen Italia Ora. La mostra è il progetto finale degli studenti del LUISS Master of Art 2010/2011, un corso di formazione postlaurea organizzato all’interno del LUISS Creative Business Center diretto da Roberto Cotroneo.

Il progetto si avvale della direzione scientifica di Achille Bonito Oliva ed il coordinamento di Angelo Capasso. Il Master of Art della LUISS è il primo corso di studi avanzati che termina con il debutto dell’intero gruppo di studenti nella concreta realizzazione di una mostra e segnala l’identità di un “curatore collettivo” capace di articolarsi in tutte le funzioni progettuali, culturali, organizzative ed esecutive: dal concept alla scelta di artisti ed opere, l’allestimento, la comunicazione, sino alla preparazione del catalogo.

UniverZi DiverZi, Due giorni di performance artistiche, laboratori, esposizioni, musica, danza e cucina per Space Metropoliz

Sabato 8 e Domenica 9 Ottobre 2011 il Metropoliz, l’occupazione meticcia di via Prenestina, 913 a Roma apre ancora una volta le porte all’arte nell’ambito del “cantiere cinematografico” di Space Metropoliz. Le basi di” Big Rocket”, il Grande Razzo che traghetterà  i metropoliziani sulla Luna sono state approntate: “UniverZi DiverZi” è la risposta di visionari d’ogni sorta alla chiamata lanciata per partecipare tutti insieme alla sua festosa progettazione condivisa.

Antonello Viola, trasferirà al Metropoliz il suo studio di pittore per un giorno, chiedendo ospitalità a una delle famiglie che vivono nell’ex fabbrica. Ad ospitarlo saranno peruviani, marocchini, etiopi, rom rumeni, ucraini, italiani? Angelo Bellobono, con la sua installazione “Tutte le lune del mondo”, porterà i volti di uomini, donne e bambini del Metropoliz a librarsi leggeri nell’aria, oltre l’alto muro di cinta che li separa dalla città, a metà strada tra il cielo e la terra. In ogni angolo dell’ex-salumificio l’arte sarà di casa. Sulla torre ancora visitabile il telescopio di Gian Maria Tosatti, e negli essiccatoi l’installazione di Guendalina Salini (visitabile fino a domenica 9 e poi riproposta a partire dal 13 ottobre alla Casa dell’Architettura).

Marco Morici – Ignazio Mortellaro | OSSIDIANA

L’ossessione per la percentuale oscura, mai del tutto indagabile dalle leggi scientifiche, viene quì concentrata in un nucleo di ossidiana, vetro lavico di colore nero, polo di attrazione magnetica di masse celesti e di pellegrinaggi umani. Il progetto espositivo nasce con l’intenzione di proporre per la prima volta a Roma, due giovani artisti italiani, Marco Morici e Ignazio Mortellaro, che lavorano insieme dal 2009 e che solitamente si sono confrontati con le sperimentazioni video e la bidimensionalità delle opere su carta. L’intera mostra prenderà corpo all’interno della galleria CO2 di Roma (14 ottobre – 26 novembre) proponendo una selezione di lavori dei due artisti e un’installazione concepita e realizzata da entrambi appositamente per lo spazio.

Il progetto intende unire la materializzazione del lavoro ipsografico delle cartografie di Mortellaro all’indagine sull’uomo, sulla terra e sull’oscurità dell’universo di Morici. Un mostro metallico che fluttua nel centro della galleria attenderà l’osservatore silenziosamente e si relazionerà con un nucleo di ossidiana, minerale riconducibile alla materia appartenente alla crosta terrestre, all’organo umano ed all’oscuro territorio cosmico. Le schegge di ossidiana fin dal passato erano note per la loro estrema affilatura ed allo stesso tempo fragilità.

ADRIAN TANQUILLI – IN EXCELSIS

STUDIO STEFANIA MISCETTI di Roma inaugura il 20 ottobre la mostra personale di Adrian Tranquilli intitolata In Excelsis, un’istallazione interamente composta da opere inedite, ulteriore capitolo della specifica narrazione visiva  da sempre portata avanti dall’artista con coerenza e rigore, affrontando temi e simboli che, seppure in costante mutazione e sovrapposizione, si trovano alla radice di differenti culture.

Come nella recente personale All is violent, all is bright al MACRO – Museo d’Arte Contemporanea di Roma, visitabile fino a novembre 2011 – anche in questa occasione l’artista presenta un lavoro di forte impatto visivo, incentrato sul dialogo che la figura dell’eroe, costante di tutti i grandi miti e narrazioni epiche dall’antichità fino ad oggi, instaura con alcuni simboli fortemente radicati nel nostro immaginario collettivo, quali la croce latina, quella greca e la svastica.

Dove comincia il lontano, Guendalina Salini allo Space Metropoliz

Domenica 2 Ottobre 2011 dalle ore 11.00, il Metropoliz (via Prenestina, 913- Roma) apre le porte per inaugurare Dove comincia il lontano installazione site-specific di Guendalina Salini a cura di Silvia Litardi, inserita nel “Circuito 2011 | FotoGrafia Festival Internazionale di Roma”. L’opera è stata ideata e realizzata nell’ambito del progetto artistico e filmico “Space Metropoliz” di Fabrizio Boni e Giorgio de Finis.
Dove comincia il lontano muove dal ritratto come dato iniziale, ma apre il tempo di sedimentazione dell’immagine ad un incontro domestico tra l’artista e le donne della comunità multietnica del Metropoliz, l’ex-salumificio Fiorucci alle porte di Roma. L’invito a preparare il pane e l’attesa che lieviti scandiscono il passaggio tra lo scatto e l’oggetto finale: si dilata uno spazio/tempo capace di accogliere e dare sostanza ad un’autorappresentazione nella quale convergono, esorcizzate, le molte “distanze” con cui viene percepita la comunità stessa. I racconti e le storie snocciolate in una cucina allargata si depositano in una grande installazione, come i mille volti della luna,… per un po’.

CHARACTERS, ANGELO BELLOBONO – VALENTINA VANNICOLA

Wunderkammern dal 7 ottobre presenta nei suoi spazi la doppia personale di Angelo Bellobono e Valentina Vannicola. Attraverso la serie fotografica La principessa sul pisello di Vannicola e dipinti, video, performance di Bellobono, Characters indaga il ruolo dei personaggi di una storia o della Storia attraverso la lente dell’arte contemporanea. I “Protagonisti” sfumano trasmutando in “Caratteristi” e viceversa. La celebrità si relativizza. Attori e comparse sono tutti eroi del quotidiano, mentre il racconto assume un ruolo marginale. Gli interpreti della grande Storia o delle micro-storie quotidiane si equiparano: uguaglianza o omologazione? Dove finisce il ruolo e inizia l’identità individuale?
Fotografa eppure regista, costumista, e scenografa, Valentina Vannicola presenta il lavoro ispirato a La principessa sul pisello, favola classica reinterpretata in chiave contemporanea. Le sue fotografie, riconducibili al filone della staged photography, presentano come reali scene costruite secondo le dinamiche proprie della cinematografia; in mostra, oltre all’intero lavoro composto da 7 stampe di grandi dimensioni, sarà presente anche una delle installazioni realizzate dall’artista per uno degli scatti.

Donatella Spaziani – In me

Venerdì 7 ottobre alle 18.30, si inaugura a Roma, in via Reggio Emilia 24, presso la galleria OREDARIA, “In Me” mostra personale di Donatella Spaziani. Roma è la città che Donatella Spaziani ha scelto, è il luogo dove interrompe il suo frequente peregrinare nel mondo. Roma è la città dove l’artista ha presentato il suo lavoro in importanti contesti istituzionali (Quadriennale, Provincia di Roma – Palazzo Valentini, Incontri Internazionali d’Arte, Casa delle Letterature). Per la prima volta a Roma una sua personale, nello spazio della Galleria Oredaria.

Il percorso creativo, pensato per il contesto che lo ospita, si dipana in diverse pagine di un unico racconto; i materiali e le tecniche diversificate (ceramica, disegno, ricamo, fotografia, scultura) sono tutti capitoli di un sentiero che l’artista ci offre per comprendere il suo universo poetico.

Filippino Lippi e Sandro Botticelli nella Firenze del ’400

Le Scuderie del Quirinale proseguono nella presentazione al grande pubblico dei massimi esponenti dell’arte italiana, secondo un indirizzo prescelto dal Presidente, Prof. Emmanuele F.M Emanuele, e in co-produzione con 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE. «Sino ad oggi – dichiara il Presidente Emanuele – è mancata un’esposizione che rendesse pienamente merito a questo nobile artista e mostrasse al grande pubblico la sua indiscussa grandezza».

La vicenda artistica e umana di Filippino Lippi (Prato 1457 circa – Firenze 1504) è avvincente, si svolge tra Prato, Firenze e altre città nella seconda meta del XV secolo e si incrocia con quella di Sandro Botticelli (Firenze 1445 – 1510): figlio di fra Filippo Lippi (Firenze, 1406 -1469), celebre pittore e frate carmelitano, e della monaca Lucrezia Buti, cresce a Prato e, artisticamente, a Firenze, nella bottega di Sandro Botticelli dove è documentata la sua presenza nel 1472. Chiamato Filippino per distinguerlo dal padre, pittore tra i più famosi e apprezzati del suo tempo, diviene a sua volta un artista di primissimo livello, cui il Vasari riserva nella ‘Vita’ dedicatagli, parole di elogio per il “bellissimo ingegno” e la “vaghissima e copiosa invenzione”.

Ottavio Celestino – Nature Meccaniche

Il 27 settembre 2011 Ex Elettrofonica di Roma è lieta di presentare, nell’ambito del circuito di Fotografia, Festival Internazionale di Roma, la mostra fotografica di Ottavio Celestino dal titolo Nature Meccaniche.

Le foto sono state scattate in varie zone dell’Islanda (Reykjavik, Hverageroi, Geysir, Skogar, Ingòlfsfjall, Hafnarfjorour), della Lapponia, (Nasijarvi, Kemijarvi, Yli- Kitka, Poulanka Oulujarvi) della Finlandia (Vammla, Rauma, Pyhajarvi) e infine del Giappone (Kanaiazumi) e appartengono ad un unico progetto che si prefigge di indagare il rapporto che in questi luoghi si instaura tra l’uomo e la natura.

La new generation è U.S.A. e getta

1979, 1979, 1981. Sono gli anni di nascita dei tre giovani artisti più chiacchierati delle ultime ore, dichiarati enfants prodige della nostra Era, ormai sempre più dominata dall’appeal che gli artisti hanno nel loro paese d’origine, in questo caso gli Stati Uniti, un continente dove la storia inizia solo nel 1776. Stiamo parlando di Nate Lowman, Dan Colen e Dash Snow. Quest’ultimo scomparso nel 2009 alla splendida età di 27 anni per una dose eccessiva di droga. Una di quelle patetiche figure che andavano di moda ai tempi di Rimbaud e Verlaine. Quella tipologia di artista maledetto che negli anni ’80 rivide la luce grazie alla Factory di Warhol che ebbe la forza e la scelleratezza di creare personaggi entusiasmanti come Basquiat e Haring. Persone che nel tempo si sono conquistate la fama e il titolo di “artista”. Oggi questo insieme di lettere è sulla bocca di tutti, ma veramente pochi ne conoscono il vero significato.
In ogni caso possiamo tranquillizzarci tutti, non ci troviamo di fronte ai nuovi genii delle arti visive in grado di girare le poche carte coperte del noiosissimo tavolo dell’arte contemporanea, e questo per un solo motivo: la differenza con gli artisti veri si vede a occhio nudo. Si nota nella qualità del lavoro, nella proposta, nella ricerca infantile, datata e figlia di una generazione di graffitari post-punk che non vale più la pena neanche di testare. Di fronte alle opere di Dan Colen si può addirittura rabbrividire pensando a quello che fecero Rauschenberg e Arman negli spendidi anni ’70. E pensare che Rauschenberg è scomparso solo un anno prima di Snow a ben ottantatre anni, insomma una dignitosa carriera da artista, lunga una vita, a differenza di una vita abbandonata sul marmo di una suite d’hotel, in cambio di una dose in più.

Al via il FOTOGRAFIA – Festival Internazionale di Roma

FOTOGRAFIA – Festival Internazionale di Roma giunge quest’anno alla sua X edizione con un progetto che conferma la crescita di prestigio a livello nazionale e internazionale e l’attenzione sempre più concreta alle produzioni originali e ad una forte progettualità. Punto di partenza è l’obiettivo di promuovere la fotografia contemporanea nelle sue diverse forme e linguaggi e di valorizzarne i talenti emergenti a livello nazionale ed internazionale.

FotoGrafia Festival si svolgerà dal 23 settembre al 23 ottobre per il secondo anno consecutivo negli spazi del MACRO al Testaccio, il festival può essere da ora considerato un appuntamento fisso e un momento nevralgico del programma espositivo del MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma; una conferma della sempre più viva attenzione e sostegno del museo e della città verso la fotografia. Il 23 e il 24 settembre saranno organizzati incontri, lectures & workshop, presentazioni e proiezioni di fotografie per favorire l’incontro di appassionati e curiosi con tutta la comunità fotografica internazionale, nazionale e romana presente a Roma in quei giorni. 

Motherland, Chiara Tommasi e Nicola Brandt per il FestivalFotografia di Roma

Motherland. La madre terra è la terra sopra cui si è nati. Talvolta la terra per la quale si lavora, assieme a cui si cresce e nella quale si costruisce, o semplicemente la terra in cui si vive e si è vissuti tutta la vita. C’è un modo pioniere di appropriarsi di un territorio e uno stanziale. Così  come ci sono i segni dell’uomo negli spazi vuoti esplorati e c’è il quotidiano affollarsi (a noi ben conosciuto) e rituale della vita cittadina.

Il 28 settembre la galleria Edieuropa di Roma sotto l’egida di Fabrizio Pizzuto mette in questo caso a confronto due diverse visioni. Da un lato l’inquadratura larga, ampia, il respiro, il vuoto, l’intervento dell’uomo e i suoi segni visti dall’artista Nicola Brandt. Nel lavoro intitolato Wlotzkasbaken: A ‘Community’ in Transition infatti, i segni lavorano nella bellezza decadente di un paesaggio naturale cambiato, mutato.

Camere #16 – La Terza Tigre

L’identità, lo spazio, lo straniamento e la memoria. Si scivola e nella caduta si trova l’equilibrio nella 16a edizione di Camere. Anche questa volta gli ambienti di RAM radioartemobile di Roma si fanno testimoni  di una dimensione  del tutto speciale in cui si innestano le opere degli artisti invitati.

Mark Manders presenta Clay Figure with Iron Chair. Una scultura, solo apparentemente d’argilla, si sdraia su una sedia. Il linguaggio di Manders, volto alla creazione di elementi disturbanti e destabilizzanti, suggerisce  l’impressione di essere testimoni di un qualcosa di congelato in quel preciso momento. I giornali che coprono la finestra sono una creazione dell’artista (Window with Fake Newspapers, fogli di quotidiani composti da una combinazione non-sense di parole inglesi) non fanno altro che accentuare la volontà di non voler dare nessun riferimento temporale.