Mostre in giro per il mondo edizione giugno 2012

Charles Ray

Come di consueto eccoci al nostro rapido tour delle mostre d’arte contemporanea più interessanti in giro per il mondo. Se vi trovate in vacanza in uno di questi posti o avete intenzione di partire, non dimenticate di fare una puntatina negli spazi che vi suggeriamo. Vi assicuriamo che non ve ne pentirete. La Gran Bretagna si prepara alle Olimpiadi di Londra 2012 e di conseguenza l’offerta contemporanea è quantomai ricca e variegata. Il mitico Damien Hirst sarà in mostra alla Tate Modern fino al prossimo 9 settembre con una retrospettiva senza precedenti nella sua terra d’origine.

Sempre alla Modern c’è tempo fino al 5 giugno per godersi l’iridescente mondo a pois di Yayoi Kusama. Alla Tate St Ives c’è invece Alex Katz, in mostra fino al prossimo 23 settembre 2012 con le sue opere pittoriche più solari. Ultimi giorni per visionare il nostro Alighiero Boetti con la bellissima retrospettiva Game Plan, ospitata fino al prossimo 27 maggio dalla Modern.

Ci vieni alla mostra? C’è l’Industrialminimalism che ti piace tanto

Avete mai assistito ad una mostra di Industrialminimalism? Parliamo della nuova avanguardia artistica che va tanto di moda tra gli spazi più cool del momento. Anche nella vostra città ne stanno organizzando una proprio oggi e se uscite di casa potrete vederla, o forse non vederla. Mi riferisco ad una tendenza sconcertante che ha ormai preso alla gola l’intera scena dell’arte nazionale. Il tremendo processo irreversibile dell’Industrialminimalism comincia più o meno così:

Vi recate in una galleria che sembra in bilico tra un magazzino in disuso ed una segheria dei prestigiosi mobilifici della brianza. Il titolo della mostra in programma suona tipo Floating Structures o magari qualche altra paroletta in tedesco che fa molto figo. All’interno della galleria il pubblico, con in mano dei magazine d’arte italiani (rigorosamente scritti in inglese e con articoli sovrasensibili), pilucca ibridazioni gastronomiche in bilico tra il sushi e il caciucco mentre si aggira con aria finto-annoiata-impegnata per tutto lo spazio espositivo. 

Le realtà differenti di Bertozzi & Casoni e Bernardi Roig

Sabato 23 ottobre la Galleria Cardi di Pietrasanta inaugura la mostra Bertozzi & Casoni – Bernardi Roig dal titolo Different Realities. E’ un confronto tra due modi differenti di interpretare la rappresentazione, Bertozzi & Casoni e Bernardi Roig hanno costruito attraverso le loro opere un sistema antitetico nella riproduzione meticolosa della scena dove la ricerca della verosimiglianza diventa un mezzo per indurre uno spaesamento nell’osservatore.

Accomunati dall’estrema ricerca nella fisicizzazione del soggetto, seppure distanti per formazione e cultura, B&C e Roig costruiscono delle immagini dove l’imperfezione del corpo insieme con le implicazioni del consumo nelle forme piu’ basse (come tutto cio’ che e’ rifiuto e decomposizione) concorrono all’estetica dell’opera, in taluni casi, diventandone il simbolo di un messaggio mai interamente reso esplicito. Il soggetto viene raccontato nella sua interezza. La cura minuziosa dei particolari, anche quelli trascurabili, diventa un sistema per caricare l’immagine di informazioni in modo tale che non esista un’univocità di interpretazione veicolata dall’artista che, anzi, in questo modo, si autoesclude dal processo di interpretazione per concentrarsi solo sul realismo formale della scena. Paradossalmente, la completezza dell’immagine ne rende impossibile una decifrazione completa, lasciando aperte un’infinità di possibilità di letture differenti.

Le pagelle di Start Milano – Parte 3

Ormai dovreste sapere di cosa si tratta, ma per i ritardatari ricordiamo che quello che segue è una traccia, un esperimento. Ho deciso di visitare tutte le mostre inaugurate in occasione del weekend di Start Milano e di recensirle brevemente. Terrei a sottolineare che tutto ciò che segue è vero, ma non univoco, è un racconto di ciò che ho visto di persona. Quello che suggerisco è di andare voi a toccar con mano il più possibile perché ogni occhio vede diversamente, quello che vi anticipo è che finalmente salgono un po’ i voti, perché non sono una critica a priori, o una a cui piace stroncare per divertissement, ma se l’emozione arriva io la faccio passare fino a voi, o almeno ci provo.

Le case d’Arte – Aldo Lanzini | La goccia – VOTO 6

La goccia a cui si riferisce il titolo è un suono che accompagna la visione, un aiuto per comprendere quella sensazione di sospensione che l’artista vuole esprimere. Le opere sono molto diverse tra loro, unite dal fil rouge concettuale. Il bello è che Lanzini in qualche modo decide di fregarsene della comprensibilità e decide di lasciar spazio al suo flusso interiore e stranamente diventa più comprensibile perché semplice: rami di feltro, il tessuto senza trama ne direzione, diventano contemporaneamente abbraccio per lo spettatore e sinonimo della nostra società; mentre al centro della sala un totem di faccia senza volto si lascia interpretare irraggiungibile. Uno scorcio sulla persona-artista e il mondo in cui vive, che poi, è il nostro.

I musei americani osservano chi osserva l’arte

Il Detroit Instute of Arts ha deciso di creare una nuova figura professionale del tutto fuori dal comune. Questo nuovo ruolo di osservatore è attualmente ricoperto dal professor Matt Sikora che invece di studiare attentamente i capolavori esposti nel museo ha un compito molto speciale: osservare la persone che guardano le opere. Sikora infatti studia i comportamenti che la gente comune assume davanti alle opere d’arte. L’uomo ascolta i loro discorsi, calcola quanto tempo passano ad osservare una data opera, scruta attentamente i loro sguardi e successivamente registra le sue osservazioni su di un piccolo computer portatile.

Il lavoro di Sikora è però molto simile a quello di un detective privato, poichè per non influenzare gli osservatori, la sua figura deve rimanere sempre nell’ombra: “Aveva una figlia al seguito, una teenager. La ragazza non ha interagito con l’opera, si è seduta sulla panchina e dopo è andata via” questo è un esempio dei dati che Sikora registra ogni giorno, incessantemente. Il professore non è solo nel suo lavoro, un team di cinque persone è sempre pronto ad aiutarlo ed a fine giornata i dati raccolti vengono confrontati e discussi.

Abdi Farah, Work of Art, Il Brooklyn Museum e…Yoda

Alla fine The Work Of Art, il reality show sull’arte contemporanea in 1 puntate in onda su Bravo Television ha decretato il suo vincitore. Si Tratta di Abdi Farah, neo laureato della Pennsylvania che ama definirsi in primis come un figlio di dio e non semplicemente un artista. Noi dopo aver dato un occhiata al sito del giovane Farah, che è molto ferrato sia in pittura che in scultura, siamo rimasti un poco delusi, sia per l’estremo manierismo della tecnica sia per la banale consistenza dei soggetti.

Eppure Abdi Farah ha vinto un premio più che prestigioso, sarebbe a dire esporre al Brooklyn Museum fino al prossimo 17 ottobre. Per l’occasione l’artista ha presentato opere di pittura e scultura, intitolando l’intero corpus Luminous Bodies. L’ispirazione, sempre secondo Farah, proviene direttamente da Guerre Stellari – L’impero colpisce ancora, e più precisamente da Yoda il maestro Jedi che parlando con Luke Skywalker afferma:”Esseri luminosi noi siamo,non questa materia grezza”.

Omar Galliani da Monja Ercoli Arte Contemporanea

La Galleria Monja Ercoli Arte Contemporanea di Fermo inaugura, domenica 1 agosto alle ore 19, la mostra “Omar Galliani – opere scelte”.. Le opere in mostra ripercorrono le tematiche ed i cicli trattati tra gli anni Novanta e Duemila da “In natura” a “A nuovi fiori” da “Nuovi Santi” a “Nuovi Santi a Nuovi Fiori”, da “Oriente ed Occidente” alle opere dei primi Anni Novanta.  Flavio Arensi sottolinea:”-. La maieutica di Omar Galliani e’ in fondo l’invito intimo e personale che rivolge all’osservatore, e in primis a se stesso, di aprire gli occhi- chiudere gli occhi-..Nelle tavole l’attrito della grafite segna dinamiche o arabeschi, con linee che entrano ed escono dal disegno, tracciano percorsi nelle figure che schiudono poi serrano come un vortice di linee disperse fra la densità dei corpi e la leggerezza dell’aria circostante”.

Ed ancora: “Non ci sono de’i in questi lavori, solo i Nuovi Santi che occupano l’iconografia dolce delle promesse, la loro solitudine interiore, la bellezza estrema dei corpi che sfiorano l’aria e sentono epiteliale il fiato dei giorni-.. Galliani chiude tutte le storie fra le pieghe del volto, nelle pupille che spariscono e ritornano come annunci di una storia nel pieno della sua stagione migliore”. (da ” Suonano i luoghi di Galliani” Dep Art 2009).

Regno Unito: piccoli spazi, grandi ambizioni

 Come forse molti di voi sapranno il Regno Unito rappresenta un importante polo dell’arte contemporanea. Oltre ai tanti protagonisti dell’universo creativo come Damien Hirst, Marc Quinn e Tracey Emin (tanto per citarne alcuni), la nazione britannica offre numerosi e prestigiosi spazi espositivi come il Tate, la Serpentine Gallery, La Whitechapel Art Gallery, La Barbican e molte altre prestigiose gallerie private. Queste istituzioni organizzano periodicamente dei veri e propri blockbusters del contemporaneo, presentando mostre che attirano centinaia di migliaia di persone.

Eppure la Gran Bretagna è piena di piccoli spazi, gallerie che sono forse fuori dal grande giro dell’arte ma che propongono eventi decisamente interessanti. Vi forniamo di seguito un piccolo elenco di gallerie da tenere d’occhio se in estate vi trovate a girare per il Regno Unito.

Transmission Gallery a Glasgow
A Glasgow è facile trovare spazi gestiti dagli artisti e la Transmission è stata la prima galleria “indipendente” a mettere in mostra star del contemporaneo come Douglas Gordon.

Proteste in Polonia per una mostra gay oriented

Il Museo Nazionale di Varsavia in Polonia ha deciso di dare un calcio ai pregiudizi ed a qualunque forma di omofobia. La prestigiosa istituzione ha infatti organizzato un’interessante mostra dal titolo Ars Homo Erotica (che rimarrà in visione dall’11 giugno al 5 settembre 2010), coraggioso evento che ha già sollevato un vespaio di polemiche ed ha persino generato una serie di minacce.

Secondo il curatore Pawel Leszkowicz la situazione sociale in Polonia è peggiorata dopo l’incidente aereo di Smolensk dello scorso aprile dove ha perso la vita buona parte del governo nazionale oltre al presidente Lech Kaczynski: “Dopo l’incidente la nazione è diventata estremamente sensibile e l’atmosfera patriottica ha decisamente preso d’assalto la popolazione. Ovviamente il patriottismo ha incrementato il potere dei gruppi di estrema destra, quindi non sono certo di sapere cosa succederà al momento dell’inaugurazione della mostra”.

Al Tel Aviv Museum of art corre la BMW di Roy Lichtenstein

Il Tel Aviv Museum of Art ha deciso di presentare al pubblico una mostra decisamente fuori dal commune, si tratta infatti di un evento impreziosito dalla presenza di 16 macchine da corsa che ad oggi rappresentano il più alto grado di design automobilistico del 20esimo secolo.  C’è da dire che il design automobilistico è considerato fra i più importanti del design industriale e gli artefici delle macchine sono tra i più celebri professionisti del settore del mondo. Quindici delle macchine in esposizione provengono da collezionisti israeliani ed una macchina in particolare fa parte della collezione BMW di Berlino. Si tratta ovviamente della BMW 320i, creata dal pop artist americano Roy Lichtenstein.

Parlando del suo design per la potentissima autovettura, Lichtenstein disse: “Ho disegnato delle linee che intendono raffigurare la strada che la macchina deve percorrere, la mia creazione mostra anche la campagna che il bolide sta attraversando. Si tratta di un compendio di esperienze che si possono sperimentare viaggiando su di un’autovettura e tali esperienze sono riflesse sulla macchina ancor prima che essa viaggi su strada”.

Lo Stato delle Sirene alla Nomas Foundation di Roma

 Il 15 aprile 2010 la Nomas Foundation di Roma presenta The Siren’s Stage/Le Stade des Sirènes/ Lo Stato delle Sirene, una mostra di Etienne Chambaud all’interno di ‘Permanent Exhibition, Temporary Collections’, una cornice curatoriale ideata dal critico Vincent Normand. The Siren’s Stage/Le Stade des Sirènes/ Lo Stato delle Sirene è un progetto sviluppato da Nomas Foundation, Roma, David Roberts Art Foundation, Londra e Kadist Art Foundation, Parigi. La mostra, presentata quasi simultaneamente nei tre luoghi e in differenti variazioni linguistiche, si basa sul meccanismo di scrittura e di trascrizione.

L’elemento della traduzione diventa così sia il medium che il linguaggio comune del progetto. Riferendosi nel titolo al mitico canto delle sirene, reinterpretato nell’orecchio di chi l’ascolta, la mostra è concepita come una serie di oggetti scritti. Assenti, ma descritti, immobili ma tradotti, unici ma ripetuti, muti ma trascritti.

la mostra si compone di un’installazione di Figure, un gruppo di piedistalli vuoti a cui è dato un nome (La scogliera), e che funziona come uno spazio di emissione di voce e testo stratificati. Occasionalmente degli attori renderanno attivo lo spazio, leggendo, imparando a memoria e provando i frammenti di una sceneggiatura. Altre volte La Scogliera rimarrà in silenzio.

Russia Today, video arte russa alla Nina Lumer di Milano

Russia Today: Video arte dalla Nuova Russia, evento organizzato dalla galleria Nina Lumer di Milano (dal 16 aprile al 28 maggio 2010) presenta opere di alcuni dei più apprezzati esponenti di arte contemporanea russa a livello internazionale: Viktor Alimpiev, Sergey Bratkov, Anna Jermolaewa e Vladimir Logutov, che hanno fatto (e continuano a fare) del video uno dei loro mezzi d’espressione più efficace. Nel loro continuo oscillare tra mise-en-scène e realtà quotidiana, tra plastica e pelle, tra caos e ordine, i video in mostra ci parlano, almeno in superficie, di questa Nuova Russia, temibile ed amabile allo stesso tempo.

Sono però opere queste che si presentano come una minaccia agli stereotipi amati dagli appassionati di turismo che tendono ad identificare intere nazioni con determinate icone-souvenir – matrioske, caviale, vodka, gasdotti e barili di petrolio, nel caso della Russia. Sono opere che certamente ci parlano, apertamente o indirettamente, di Russia, ma che non si esauriscono in indicazioni topografiche. Forse l’approccio più legittimo è considerare questi video dei paesaggi psicologici, logos non topos, espressioni, in altre parole, di condizioni che non si esauriscono nel particolare, ma si ampliano nell’universale.

Tokio risponde all’occidente con una nuova ondata di gallerie d’arte

Abbiamo parlato ieri dell’interessante mostra al Mori Art Museum di Tokio che indaga sul rapporto tra arte e medicina. Ebbene questo evento è solo la punta dell’iceberg di un’effervescente stagione artistica che sta letteralmente cambiando il tessuto culturale della capitale giapponese. Esiste quindi una scena dell’arte contemporanea giapponese in piena salute ed in sostanziale crescita che oltre a presentare all’occidente un’agguerrita schiera di giovani artisti sta facendo registrare un boom di aperture di nuove gallerie e spazi.

Ad esempio nel patinato quartiere di Ginza, punto di riferimento per lo shopping, sorge l’Okuno building, un palazzo costruito nel 1932 che ospita più di 20 gallerie d’arte tra cui la Gallery Serikawa che in questi giorni ospita una mostra del celebre e storico artista Kiyoto Maruyama. Nel palazzo c’è anche una piccolissima galleria chiamata A Piece of Space che mette in mostra in questi giorni una scultura dell’artista svizzera Susanna Niederer. Ma Tokio è anche patria della celebre galleria Scai the Bathhouse, elegante spazio dai soffitti altissimi totalmente immerso nella luce naturale che proviene dalle grandi finestre. La galleria negli ultimi tempi ha esposto opere di artisti internazionali come Anish Kapoor e Louise Bourgeois.

Gennaio tempo di arte contemporanea: Mostre nel mondo

Globartmag è sempre attento a ciò che succede in giro per il mondo, oggi ad esempio abbiamo intenzione di fornirvi una piccola lista delle più interessanti mostre di gennaio, per cui se avete intenzione di andare all’estero non mancate di presenziare ad uno seguenti eventi:

La galleria Contemporary Fine Arts di Berlino propone fino al 14 gennaio una retrospettiva dedicata ai malefici fratelli dell’arte Jake & Dinos Chapman. Nel corso della mostra che prende il titolo di Shitrospective il duo artistico ricrea le più importanti sculture ed installazioni della loro carriera sotto forme di miniature fatte di cartone.

 La galleria Susan Inglett di New York presenta fino al 23 gennaio una divertente mostra del collettivo Bruce High Quality Foundation, formato da cinque artisti anonimi che rispondono tutti al nome di Bruce. Il gruppo ha deciso di lanciare una personale università (fuori legge ovviamente) ed organizzare lezioni di materie come “manipolazione della metafora”. L’evento in questione dal titolo Bruce High Quality Foundation University è in realtà la mostra di fine semestre della bizzarra università.