L’ironico Urs Fischer un artista tutto da scoprire

di Redazione 1

 In questi giorni e fino al 7 febbraio 2010 il New Museum di New York ospita la mostra Marguerite de Ponty dell’acclamato artista Urs Fischer, la mostra è decisamente spiazzante a tal punto che alcuni visitatori hanno mosso alcune accuse contro l’artista, accusando le sue opere di superficialità, alcuni hanno affermato che Fischer in questa mostra non indaga a fondo nell’animo umano e non si è scervellato più di tanto a cercare un’idea pregna di contenuti ed emozioni. Eppure l’arte non è solamente fatta di indagini rigide e composte pervase dalla serietà assoluta, c’è molto nonsense ed ironia nell’arte anche perchè esse sono caratteristiche fondamentali dell’animo umano. Per chi ama un poco di sana ironia la mostra al di Fischer ha decisamente qualcosa da offrire.

Le sue scatole specchio dal titolo Service à la française (2009) sono sparse per tutto il secondo piano, ogni opera è formata da un cubo rettangolare coperto da una superficie specchiante. Su ogni faccia del cubo è riprodotta l’immagine realistica di un oggetto. In questo modo è possibile osservare la ripoduzione di un oggetto mentre la superficie specchiante trasmette brandelli di immagine di altre scatole circostanti, in un orgia visiva del tutto spaesante e divertente.  Al terzo piano è invece possibile ammirare la celebre lingua nel muro di Fischer (opera dal titolo Noisette, 2009) che sbuca fuori dal muro non appena il visitatore si avvicina. L’opera sembra coglierti sempre di sorpresa e muove ironicamente memorie legate all’infanzia riguardo il gioco del nascondino ed alla persistenza degli oggetti. Sullo stesso piano è possibile ammirare un pianoforte viola distorto e mutilato che rappresenta un ammirevole e buffo esempio di come è possibile giocare con le forme. Il quarto piano del New Museum è invece pieno di sculture che sembrano giganti formazioni rocciose affiancate da un lampione che emana luce fluorescente, uno scenario da grotta magica che non manca di affascinare i visitatori lasciandoli stupiti ed incuriositi.

Per concludere vorremmo  quindi aggiungere che il pensiero creativo non scorre unicamente in un senso, alle volte è ricco e profondo come il cioccolato altre è strano ed incredibile  come un gelato ai funghi porcini, altre ancora è come la vaniglia che lascia in bocca un dolce e semplice piacere. Sarebbe stupido  mangiare del cioccolato e pretendere di sentire in bocca il gusto della vaniglia. Allo stesso modo può essere intesa l’arte di Urs Fischer da non disprezzare perchè non abbastanza profonda ma da gustare perchè pervasa divertente e giocosa energia.

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