Umberto Croppi, l’ultimo dei sovrani illuminati

di Redazione Commenta

La politica è noiosa. La politica è dentro ogni cosa. Impossibile quindi scindere la politica dall’arte e per quanto le tribune elettorali, i decreti legge, i discorsi, le accuse reciproche e via dicendo possono sembrare anni luce lontano dal nostro caro ed amato mondo della creatività, innegabilmente questi meccanismi fagocitano tutto.

La politica decide sui musei, sulle manifestazioni, sul mercato ed a volte sulla produzione per questo non possiamo evitarla. In questi giorni di serio marasma sociale e di grave calo di valori, la politica ha prodotto uno dei più strampalati equivoci di sempre, vale a dire il “sacrificio” dell’assessore capitolino alla cultura Umberto Croppi. Il giovane “Patriot” Franco Battiato cantava “mandiamoli in pensione i direttori artistici, gli addetti alla cultura” ma anche se queste infrastrutture ci sembrano obsolete ed inutili, esse esistono e se alla loro guida viene posto qualcuno che si “interessa” allora ecco che le stesse divengono un vero aiuto alla cultura tutta. Umberto Croppi durante il suo mandato si è “interessato” a Roma, sovente si è fatto vedere a manifestazioni artistiche, anche a quelle indipendenti (come all’opening di Reload alle Officine di Via Ghisleri). Ciò rappresenta un fatto importante rispetto a tante altre precedenti gestioni che hanno disertato o ignorato le libere espressioni del territorio. Importante anche il lavoro di Croppi all’interno della pratiche MAXXI, MACRO e la fiera Roma – The Road to Contemporary Art.

Ovviamente nessuno è perfetto ed inoltre non voglio parlare di fazioni politiche, vorrei solamente precisare che la rentrée di Roma sulla scena del contemporaneo è sicuramente stata  orchestrata anche da Croppi oltre che dagli addetti al settore. Questo dobbiamo tenerlo bene a mente, ora che i pochissimi fondi a disposizione potrebbero minacciare le programmazioni dei nostri gioielli MAXXI e MACRO. Nel futuro del MACRO c’è sicuramente il privato, una fondazione con il contributo decisivo dei privati. Dagli 8 milioni stanziati dalla capitale per il sostegno dell’istituzione, una fondazione potrebbe far scendere il contributo a 2 milioni. La questione della fondazione è stata affrontata con professionalità da Umberto Croppi che l’ha traghettata, fino a pochi giorni fa, ad un vicinissimo traguardo. Ora cosa sarà di tutto questo?

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