Tutto il mondo è paese, polemiche sui premi anche in Russia

Sembrerebbe che premi e concorsi artistici siano fonti di accesi dibattiti e polemiche, la scorsa vicenda del Premio Cairo è solamente la punta dell’iceberg visto che anche in altre metropoli del globo gli effetti prodotti da tali manifestazioni creative sono più o meno gli stessi.

La scorsa settimana sono stati annunciati i vincitori del Kandinsky Prize, manifestazione russa che nella precedente edizione aveva scatenato le ire del pubblico, la premiazione a Mosca dell’edizione 2009 si è conclusa in modo pacifico ma non senza qualche critica. Lo scorso anno il premio è finito sotto accusa per aver ammesso alle selezioni finali l’artista Alexey Belyaev-Gintovt, fervente supporter di Putin, cosa ancor più grave è che l’artista ha vinto il premio. Un guerra al premio è stata quindi aperta dal curatore e critico Ekaterina Degot (nota per le sue simpatie di sinistra) responsabile della rubrica di arte e cultura del sito web OpenSpace.

Hugh Grant e Warhol, una sbornia da capogiro

Ebbene è risaputo che le stars del cinema sono abituate alle spese pazze ed è ancor più noto che negli ultimi anni l’arte contemporanea è divenuta un vero e proprio culto per le celebrità che non si frenano dallo spendere cifre da capogiro per accaparrarsi questa o quell’opera in grado di alimentare vanità ed esclusivismo, il tutto condito con un pizzico di ostentata cultura che non guasta mai.

Oltre al gruppetto (capitanato da Brad Pitt e Madonna) di stars che colleziona abitualmente arte, ogni tanto qualche celebre volto dello spettacolo decide di investire volontariamente nella creatività, cosa che non ha fatto Hugh Grant che ha involontariamente acquistato un’opera spendendo un patrimonio. Il famoso attore inglese ha infatti confessato di essersi ubriacato ed aver successivamente chiesto ad un suo assistente di fare un’offerta per un Andy Warhol raffigurante Liz Taylor che nel frattempo faceva parte di un lotto all’asta da Sotheby’s.  L’attore completamente sbronzo si è aggiudicato l’opera per la vertiginosa cifra di 2 milioni di euro.

Tacita Dean ed il suo albero di Natale alla Tate Gallery

 A Londra le feste natalizie sono sempre una buona occasione per rispolverare una serie di tradizioni tanto care alla Regina Madre ed al popolo britannico. Oltre ai caratteristici biglietti di auguri, rigorosamente spediti per posta, gli inglesi vanno pazzi per l’albero di Natale anche sa va detto che a noi di Globartmag questa tradizione in tempi di crisi ci sembra un poco troppo velleitaria ed irrispettosa nei confronti dell’ambiente, basti pensare a quanti poveri alberi vengono recisi in questo periodo. Comunque sia la Tate Gallery non ha nessuna voglia di rinunciare al suo albero di Natale visto che da 21 anni questa tradizione fa parte delle tante attività della celebre istituzione museale londinese.

Come ogni anno la realizzazione dell’albero è stata affidata ad un artista di nazionalità britannica, la scelta questa volta è caduta su Tacita Dean, artista originaria di Canterbury che in passato ha partecipato al Turner Prize (1998) ed attualmente vive e lavora a Berlino. L’artista ha creato un albero di quattro metri decorato unicamente con candele di cera fatte a mano in Germania. La particolare installazione natalizia rimarrà in mostra nella celebre rotunda del museo fino al prossimo 23 Dicembre.

Charles Saatchi ed i suoi allievi dalla Tv all’Hermitage di Sanpietroburgo

 Charles Saatchi ha deciso di lanciare una nuova iniziativa al giorno, il vulcanico magnate dell’arte ha infatti deciso di selezionare un artista fra sei partecipanti e farlo esporre niente meno che all’ Hermitage di Sanpietroburgo. Inoltre il fortunato giovane artista potrà usufruire gratuitamente di uno studio a Londra per tre anni. La selezione avverrà direttamente su School Of Saatchi, programma in onda sulla BBC che si concluderà il prossimo 14 Dicembre. Il vincitore di questo talent show entrerà di diritto nella mostra  Newspeak: British Art Now attualmente ospitata dall’Hermitage.

In realtà l’opera del vincitore è già presente alla mostra ma è stata presentata in forma anonima, il nome del suo creatore sarà reso noto solo nella serata finale del programma.  “Charles è stato veramente entusiasta di questo format per la Tv”, ha dichiarato Rebecca Wilson direttore dell’area sviluppo della Saatchi Gallery “C’è sempre una strana reazione quando si guarda un’opera di arte concettuale, molte persone a riguardo pensano: quest’opera poteva farla anche mio figlio di 4 anni. Questa serie televisiva ci offre quindi l’opportunità di ascoltare l’artista ed aiuta le persone a capire il processo creativo che ha portato all’esecuzione dell’opera”. 

Il pentito Spatuzza rivela l’orrenda fine della Natività del Caravaggio

 Un’opera trafugata di Caravaggio che tutti gli appassionati d’arte credevano un giorno di poter rivedere è stato bruciato dalla mafia, stando alle recenti rivelazioni di un boss pentito. Il dipinto dal titolo Natività con i Santi Lorenzo e Francesco d’Assisi era stato rubato nell’ottobre del 1969 dall’Oratorio di San Lorenzo a Palermo per volere di un capomafia. La tela fu tagliata con una lametta da barba e successivamente arrotolata per trasportarla.  A rendere nota la notizia è stato Gaspare Spatuzza, noto mafioso arrestato nel 1997. Rapinatore e sicario, Spatuzza è stato stretto collaboratore di Filippo e Giuseppe Graviano e anche uomo di fiducia del capomafia corleonese Leoluca Bagarella.

Spatuzza si è inoltre autoaccusato di aver rubato la Fiat 126 che il 19 luglio 1992 venne impiegata come autobomba nella strage di via d’Amelio in cui fu ucciso il giudice Paolo Borsellino.  Proprio da Filippo Graviano, Spatuzza apprese nel 1999 che il dipinto di Caravaggio era stato distrutto negli anni ’80.  Secondo Graviano il celebre dipinto del valore di oltre 30 milioni di euro era stato affidato alla Famiglia Pullarà, del clan di Santa Maria di Gesù di Palermo che lo nascose in un casolare di campagna. “Il dipinto era letteralmente bruciato e divorato da ratti e maiali” ha dichiarato Spatuzza.  Francesco Marino Mannoia prese parte al furto del 1969 e dichiarò di aver danneggiato il dipinto strappandolo dalla tela ma successivamente non rivelò alla polizia il luogo del nascondiglio.

Brian Eno diventa curatore e…mentore

 Brian Eno non ha certo bisogno di presentazioni, nel corso della sua lunga carriera l’autore del libro/manifesto music for non musicians è riuscito a toccare i molteplici aspetti dell’arte con il talento e la creatività che da sempre lo accompagnano. Eno ha suonato con la leggendaria pop band Roxy Music, ha collaborato con il grande Robert Fripp dei King Crimson e con David Byrne (ex leader dei Talking Heads ed oggi anche noto artista visivo), ha creato opere d’arte contemporanea ed ha composto il famoso jingle d’apertura di Windows 95, ben tre secondi di sigla che gli hanno fruttato ben 35.000 dollari.

Ultimamente Brian Eno ha anche trovato il tempo di produrre Viva la Vida or Death and All His Friends, l’ultimo acclamato album dei Coldplay. Insomma il vecchio Brian ne ha fatte di cose ma da oggi può aggiungere una nuova esperienza lavorativa al suo nutrito curriculum. Eno sarà infatti il nuovo curatore della 44esima edizione del Brighton Festival che includerà ovviamente anche la sua famosa installazione video 77 Million Paintings.

Anche Gavin Turk subisce il vecchio trucco del mattone

 Pochi giorni fa la scultura Revolting Brick di Gavin Turk costituita da un semplice mattone firmato dall’artista era esposta su di un bel piedistallo in occasione della mostra Bricks (mattoni appunto) all’Area 10 Project Space di Londra. All’interessante manifestazione erano stati invitati anche altri artisti come Jess Blackstone, Joe Crowdy, Richard Elliott, Jessica Harris, Paul O’Kane e Georgina Starr. Il giorno prima del finissage della mostra i direttori della galleria si sono però accorti di un particolare agghiacciante, il mattone di Gavin Turk era stato rubato.

Al posto dell’opera di Turk che è quotata attorno alle 3.000 sterline, un furbo ladruncolo aveva installato una sua opera e cioè un altro mattone del valore di 40 pence con su scritto “Grazie tante e buona giornata”. Il mattone di rimpiazzo è stato preso da una pila di altri 500 che era presente in un’altra sala della galleria, ovviamente i visitatori erano stati incoraggiati a portarsi via un mattone dalla pila, tale malaugurata idea ha sicuramente facilitato non poco il lavoro del ladro di turno il quale non ha dovuto far altro che prendere un mattone e metterlo al posto di un altro.

Art Basel Miami Beach un successo di pubblico, critica e vendite

Qualcosa è successo ad Art Basel Miami Beach quest’anno. Una strana atmosfera pervasa dal cambiamento e trainata dalla sostanza più che dalla superficialità si è fatta largo imponendosi agli occhi di tutti. La cosa ha giovato a galleristi e collezionisti che si sono detti soddisfatti dell’edizione 2009, abbandonando le polemiche sull’allargamento della fiera e sulla disposizione delle gallerie new entries.

Anche numerose celebrità hanno apprezzato la fiera tanto che la regina del rock alternativo Patti Smith ha lungamente tessuto le lodi della manifestazioni dichiarando che i suoi pezzi preferiti esposti in fiera erano due piccole fotografie di Man Ray e due grandi dipinti di Yves Klein. Insomma in molti hanno gioito di questa rigorosa trasformazione: “Quest’anno Art Basel Miami Beach appartiene alle persone seriamente interessate all’arte e non al superfluo. Ho visto in giro meno sfarzo e più sostanza” ha dichiarato Micky Wolfson Jr., fondatore del Wolfsonian Museum.

Antony Gormley nudo sui tetti di New York

I cittadini di New York che nei prossimi mesi avvisteranno degli uomini nudi sui tetti dei palazzi della città non dovranno allarmarsi e chiamare la polizia e non dovranno nemmeno pensare di essere stati colti da un’allucinazione collettiva perché in realtà le loro visioni saranno frutto di un’opera d’arte contemporanea.

L’artista inglese Antony Gormley, reduce dal chiacchieratissimo successo londinese della sua installazione One And Other al quarto plinto di Trafalgar Square (dove fra l’altro abbiamo avuto modo di vedere alcune scenette con nudità sia maschili che femminili), ha infatti deciso di installare 31 sculture raffiguranti se stesso privo di abiti nei dintorni del Madison Square Park. La manifestazione partirà il prossimo 26 marzo 2010 e si concluderà il 15 agosto 2010.

Una falsa Tracey Emin manda gli auguri di Natale al vicinato

Alcuni abitanti di un quartiere nell’est di Londra hanno ricevuto i consueti auguri di Natale, usanza che nel regno britannico è talmente antica e salda da resistere persino agli attacchi della posta elettronica e degli sms. Ora voi vi chiederete cosa ci sia di strano in tutto ciò ma la cosa assai stupefacente è che gli inviti recavano il seguente augurio: “Buon Natale da Tracey Emin“.

Nella lettera allegata ai Seasonal Good Wishes la celebre e chiacchierata artista avrebbe persino elencato alcuni piani che prevedono la demolizione di tre grandi magazzini nel quartiere di Spitalfields e la successiva costruzione di un grande studio con annessa Art Facility. Nella lettera Tracey Emin assicura che la costruzione sarà effettuata secondo metodi tradizionali, senza sconvolgere l’ambiente circostante ed implementando anche una grande piscina.

Power List, la lista dei potenti del mondo dell’arte contemporanea

 Mentre il mondo dell’arte contemporanea è a Miami in occasione di Art Basel Miami Beach, il celebre magazine d’arte Art+Auction ha pubblicato la 2009 Power List, una lista di tutti gli attori dell’arte contemporanea che si sono rivelati nell’anno passato figure dominanti nei loro campi d’appartenenza. Come cita il magazine, il potere ha molte forme e si allarga su molte attività legate all’arte come le gallerie ed il collezionismo. Nella lista di quest’anno c’è anche posto per il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama. La lista non elenca solo i successi ma anche le tremende e rovinose cadute di stile successe quest’anno come la decisione di mettere in vendita la propria collezione di opere presa dalla Brandeis University ed il disastro della mostra Chanel Mobile Art che è stata largamente derisa da pubblico e critica.

Abbiamo scandagliato la lista alla ricerca di qualche nome italiano ed ecco cosa abbiamo trovato: Alla categoria Power Dealers c’è anche Massimo De Carlo che rappresenta nomi del calibro di Chris Burden e Carsten Holler, il prossimo mese De Carlo aprirà un nuovo spazio a Londra. Alla voce Power Of Tradition abbiamo trovato Giuseppe Eskenazi nato a Milano e celebre dealer di arte orientale. Nella categoria Power Patrons ci sono anche gli acclamati Miuccia Prada & Patrizio Bertelli che con la loro fondazione ed il Prada Transformer disegnato da Rem Koolhaas hanno compiuto grandi opere a sostegno dell’arte. Alla voce Power Curators troviamo il nostro Francesco Bonami che con la sua mostra Italics: Italian Art Between Tradition and Revolution, 1968-2008, ha girato il mondo portando la nostra arte in campo internazionale.

Festini ad Art Basel Miami Beach 2009 ma qualcuno rimane scontento

 Il bello di Art Basel Miami Beach non è solamente rappresentato dal momento della fiera. Sembrerebbe infatti che la miriade di eventi e festini (che hanno poco a che fare con l’arte) che si svolgono durante la manifestazione siano decisamente elettrizzanti ed affascinanti almeno quanto l’evento fieristico. Ancor prima dell’ inaugurazione il gallerista Paul Kasmin stava festeggiando allo Standard Hotel con Christian Louboutin, il gallerista berlinese Max Hetlzer ed i designer Genevieve Jones e Mattia Bonetti. Ma solamente dopo la Vip preview che è durata fino alle nove di sera dono iniziati i veri bagordi. I galleristi Rachel Lehmann e David Maupin hanno organizzato un cocktail per la loro artista Teresita Fernandez al Setai Resort, tra gli ospiti c’erano Calvin Klein, Stefano Tronchi ed il direttore della PS1, Agnes Gund.

La Galerie Gmurzynska di Zurigo aveva anch’essa un party al Setai. L’evento era in onore del celebre attore Sylvester Stallone che pensate un poco ha deciso di tramutarsi in pittore ed è presente in fiera con alcune delle sue opere. All’evento, dove c’erano anche delle bellissime ragazze-sirena immerse in un piscina, hanno partecipato alcuni collezionisti, uomini d’affari e celebrità varie tra cui il capo della Warner Bros. Lyor Cohen, Jennifer Flavin e la principessa Michael di Kent, tutti sembravano molto divertiti mentre sorseggiavano Champagne. Le bollicine sono state protagoniste anche alla festa del Bruce High Quality Foundation, sponsorizzata da Dom Perignon.

Preview di Art Basel Miami Beach: vendono i giovani e capolavori d’arte confiscati

 Art Basel Miami Beach ha già fatto registrare importanti movimenti nel giorno della tanto attesa Vip Preview. Secondo quanto dichiarato dall’organizzazione quest’anno sono stati effettuati numerosi cambi per dare alle giovani gallerie ed agli artisti emergenti una piattaforma adatta a mettere in mostra le loro offerte creative. Questi cambiamenti hanno dato luogo ad alcune strambe giustapposizioni come quella tra il magnate Larry Gagosian, affiancato da James Fuentes una galleria dalle modeste dimensioni di New York. Fuentes ha però portato alla fiera alcune interessanti sculture, una di queste ( raffigurante la testa di Homer Simpson) creata da Agathe Snow è stata subito acquistata dal collezionista e dealer Asher Edelman per 16.000 dollari.

Anche allo spazio di Miguel Abreu è andata piuttosto bene visto che la galleria ha venduto tutti i dipinti di Pieter Schoolwerth che aveva portato in fiera (ed anche alcuni che non erano stati portati) con cifre che si aggirano tra i 14.000 ed i 30.000 dollari. La galleria Wallspace di Chelsea ha invece venduto tre opere di Walead Beshty dichiarando che altri 10 collezionisti erano interessate a comprarne una. La galleria di Los Angeles Cherry and Martin ha invece venduto una grande tela di Amanda Ross-Ho per 12.000 dollari. Insomma sembrerebbe che per gli artisti emergenti sia andata piuttosto bene. Intanto ad Art Basel Miami Beach c’è stato anche tempo per un giallo inaspettato.

Anche il Louvre entra in sciopero

Alcuni giorni fa vi avevamo dato notizia dello sciopero dei dipendenti del Centre Pompidou di Parigi. Ieri la vicenda si è infittita poiché altre due importanti istituzioni museali francesi si sono unite alla protesta. Si tratta del celebre museo del Louvre ed il Palazzo di Versailles che hanno chiuso i loro cancelli in barba a centinaia di turisti che si apprestavano a visitare le sale espositive dei musei. I poli culturali parigini sono insorti dopo l’assurda decisione del governo di perpetrare numerosi tagli tra le forze lavoro.

In settimana i sindacati si sono incontrati con le istituzioni ma secondo quanto dichiarato da Kamal Hesni, delegato dell’unione dei musei il meeting non avrebbe portato alcun risultato: “Il nostro incontro con il ministero della cultura della scorsa notte non è arrivato a nulla, quindi mi pare logico che lo sciopero andrà avanti ad oltranza“. Secondo l’unione CFDT il governo rimpiazzerà un lavoratore ogni due che andranno in pensione, ciò manderebbe in tilt la macchina culturale dell’intero paese.