Monica Alonso – Angustia Blanca

La Galleria Tiziana Di Caro di Salerno inaugura il 17 dicembre Angustia Blanca, seconda mostra personale nei suoi spazi di Monica Alonso (A Fonsagrada, Lugo, 1970). La mostra prevede opere realizzate nel periodo tra il 2009 ed il 2011, attraverso cui Monica Alonso intende presentare la sua nuova linea di lavoro fortemente connessa alla terapia “psico – spaziale”, che consiste nel localizzare reazioni di carattere psicologico ed emotivo, spingendosi oltre il discorso artistico o estetico, e trasformando gli spazi espositivi in luoghi di percezione e analisi, che stimolano lo spettatore a costruire una personale dimensione terapeutica.

Da qualche anno Monica Alonso ha concentrato il proprio campo d’indagine sull’angoscia, che ha già trattato in una grande installazione intitolata Angustia Fria – Angustia Caliente (Angoscia Fredda – Angoscia Calda), realizzata durante la residenza – premio CAM di Arte Plastica, che l’ha vista viaggiare dalla Norvegia al Brasile, passando per differenti luoghi, al fine di sperimentare le variazioni emozionali derivanti dai cambiamenti di temperatura, che erano state oggetto di Calor, la sua prima mostra personale a Salerno nel 2008.

Noncorpi, a Siena una mostra multimediale racconta l’immaginario del corpo del nostro tempo

Ogni epoca produce delle immagini dei corpi come metafore delle condizioni sociali, culturali e politiche che la caratterizzano. Noncorpi è una mostra multimediale sull’immaginario del corpo del nostro tempo che, da sabato 10 dicembre a martedì 20 dicembre, proporrà negli spazi del Siena Art Institute e della Galleria FuoriCampo di Siena video e audio installazioni, fotografie, oggetti luminosi, interventi performativi con strumenti acustici ed elettronici che indagano il rapporto fra il corpo e le società nell’epoca del capitalismo globale.

Dieci gli artisti in mostra: Robert Gligorov, Andrea Marini, Ongakuaw & see|zee_vizual, Elisa Biagini, Mauro Magrini e Dejan Atanackovic, curatore dell’evento, in collaborazione con il duo Di Volo & Tancredi e Mauro De Lillo. A partire dal concetto di nonluogo come spazio concepito per il veloce attraversamento di masse, informazioni, servizi, in cui il segno prevale sul contenuto fino quasi a sostituirlo, i noncorpi sono l’esito di una società sempre più consumistica, in cui anche il corpo viene ridotto a puro segno, sezionato, frammentato, frugato fin nelle cavità, attraversato esattamente come un nonluogo: dall’interno, ad opera di industrie farmaceutiche, produttori di fast food, promotori di prodotti per la salute; dall’esterno, dalle industrie della moda, della chirurgia estetica e dello spettacolo.

Cinque mostre al CIAC

Il CIAC – Centro Internazionale per l’Arte Contemporanea di Genazzano apre la stagione invernale con un ciclo di 5 mostre che inaugurerà sabato 17 dicembre dalle ore 18 in poi. La prima, OltreRoma. Viaggi e viaggiatori nei Colli albani e prenestini nel segno del Grand Tour, vede il CIAC inaugurare un progetto che coinvolgerà, a partire da gennaio 2012, tutti i musei del sistema Museumgrandtour, ognuno coinvolto con la propria specificità. Scopo di questo progetto collettivo è ripercorre quel fenomeno che, tra il ‘600 e l’800, fece del territorio dei Castelli Romani e Prenestini una meta certamente non secondaria rispetto agli interessi che muovevano artisti, intellettuali e nobili d’Oltralpe ad intraprendere il loro “Viaggio In Italia”, titolo omonimo del diario del più famoso fra tutti: Johann Wolfgang Goethe. Gli artisti selezionati rivivono idealmente questo viaggio attraverso tre lavori che, declinandosi dall’installazione, al video, alla pittura, si offrono come una riflessione sull’ esperienza del Grand Tour.

Il secondo progetto è promosso in collaborazione con Incontri Internazionali d’Arte: trattasi della collettiva itinerante 5C5C – Five Cities Five Curatorial Concepts, giàospitata presso la Sangsangmadong Galery di Seoul a luglio scorso e che, dopo la tappa di Genazzano, proseguirà per Berlino, New York e Parigi. La mostra presenta le opere di 14 artisti selezionati da sei curatori che lavorano in ognuna di queste città. Unendo cinque concetti curatoriali diversi essa indaga la pratica artistica nella convinzione che la prevalente scena contemporanea sia determinata proprio dal rapporto tra un globale sempre più preponderante e gli innesti locali e individuali che non possono restar taciuti.

Opera Civica (TN), progetto dedicato alla scena artistica emergente trentina

Opera Civica (TN), progetto dedicato alla scena artistica emergente trentina promosso dalla Fondazione Galleria Civica di Trento e supportato dalla Provincia Autonoma di Trento – Politiche Giovanili e dal Ministero della Gioventù presenta quattro nuovi appuntamenti congiuntamente a quattro nuove monografie venerdì, 9 dicembre 2011 alle ore 18.00 presso lo Spazio foyer del Centro Servizi Culturali Santa Chiara. Le mostre rimarranno aperte dal 10 al 27 dicembre 2011. Ogni volume prodotto farà parte della collana di pubblicazioni edita dalla Fondazione Galleria Civica di Trento e riservata, nell’ambito del progetto Opera Civica (TN), ad artisti trentini under 35 ancora privi di una prima estesa monografia istituzionale.

David Aaron Angeli. Conus Elaphus
Dopo Jacopo Mazzonelli e Valentina Miorandi, il terzo appuntamento di Opera Civica (TN) presenta la mostra personale Conus Elaphus di David Aaron Angeli (Santiago, Cile, 1982, risiede e lavora a Dimaro (TN), curata da Federico Mazzonelli (Trento, 1976), storico dell’arte e curatore indipendente trentino. David Aaron Angeli presenta un gruppo di nuove opere, tra cui due grandi sculture e delle installazioni a parete, che, sotto il titolo complessivo di Conus Elaphus agiscono tuttavia come un corpus unico: forme, figure e oggetti instaurano tra loro un dialogo visivo che ha come simboli cardine la figura del cono e quella del bastone, presenze totemiche rispetto alle quali si organizza lo spazio dell’installazione. La cera d’api, il materiale con il quale sono state realizzate le due sculture, diviene anch’essa un elemento centrale del lavoro presentato.

Robert Mapplethorpe allo Spazio Forma: ode alla perfezione, ai membri, ai fiori

Nel 1970 Robert Mapplethorp aveva 25 anni, frequentava il Pratt Institute, era bello, entusiasta e viveva con Patti Smith. Si dilettava a realizzare collage ritagliando immagini dalle riviste, ma quando gli regalarono una Polaroid capì subito che non c’è nulla di meglio che costruirsi da se le immagini di cui si ha bisogno.

Sedici anni più tardi Robert scoprì di essere malato di AIDS, lo spirito con cui affrontò gli anni di malattia si carpisce osservando due autoritratti esposti allo Spazio Forma. Le due fotografie sono vicine, in una si vede emergere dal buio il suo volto invecchiato precocemente, fissa lo spettatore e in mano stringe un bastone la cui testa è intagliata a forma di teschio. Nella secondo fotografia, subito accanto, si vede solamente il teschio intagliato del bastone.
Non credo servano tante parole su Robert Mapplethorpe, è uno dei più famosi fotografi del Novecento e la sua cifra stilistica è riconoscibile al primo sguardo,ma in qualche modo ancora oggi viene indicato come lo scandaloso fotografo gay.

This is tomorrow alla galleria annarumma

Da sempre considerata tra i più acuti osservatori dell’arte giovane inter-e-nazionale, la galleria annarumma di Napoli inaugura il 15 dicembre la collettiva THIS IS TOMORROW, consuntivo di un’attività che raggiungerà il prossimo anno, il traguardo dei dieci anni di lavoro sul campo. Sette i talenti in erba individuati per questa occasione: Aaron Angell (GB 1987), Alfredo Aceto (IT 1991), Trisha Baga (USA 1985), Jacob Kerray (GB 1988), David Ostrowsky (D 1981), Ben Schumacher (CAN 1985), Benjamin Senior (GB 1982).

Collezionista di abitudini è Alfredo Aceto, che sempre s’incammina lungo i sentieri in ombra dell’esistenza, lì dove, tra oggetti che non hanno alcun motivo per essere ricordati, risiedono le piccole meschinerie e grandi fragilità dell’individuo, per consegnare allo sguardo un’umanità più vulnerabile, ma certo più sincera. Come una profetessa dei tempi moderni, Trisha Baga ricorre a tutta la tecnologia di cui la creatività contemporanea può disporre per avvisare del divario che c’è tra lo sguardo e la vista, il conoscere e il ri-conoscere, sublimando l’oggetto comune, interlocutore preferenziale della sua e nostra quotidianità.

Siamo ancora Postmoderni? Si, lo siamo

Sono figlia di un’epoca. Classe 1984 per la precisione. Quello che sperimento e vivo tutti i giorni è sicuramente questa frenetica contemporaneità ma la mia appartenenza, le mie radici, la mia storia le ho sempre sentite lontane e cercate altrove, talvolta attraverso letture, studi critici o documentativi. Un giorno ne ho scovato l’essenza semplicemente recandomi al Victoria &Albert Museum.

POSTMODERNISM, Style and Subversion 1970 – 1990. All’ingresso della mostra un neon fluorescente ne ricorda il contenuto. E’ l’inizio di un percorso attraverso 30 anni di storia dal 1970 al 1990. Ma qual è il suo significato e da cosa esso deriva? Sicuramente è uno dei movimenti culturali più controversi. TEATRALE-TEORICO-ROVINOSO-RIDICOLO-LUSSURIOSO questi sono gli aggettivi adeguati alle percezioni visive che si accumulano durante il percorso. Il Postmodernismo si sviluppò in tutti gli ambiti culturali, dall’arte all’architettura, dal design alla moda, dalla musica alla letteratura, passando attraverso religione, psicologia e sociologia.

Il Quinto Atto alla Galleria Biagiotti è dedicato alla Sicilia


La Galleria Biagiotti di Firenze il 16 dicembre inaugura Quinto Atto un nuovo appuntamento espositivo dedicato a una specifica area geografica e al relativo contesto artistico. Dopo il viaggio nella complessa realtà urbana di Bangkok, si torna in Italia, stavolta scegliendo di confrontarsi con la condizione straordinaria e unica dell’insularità.

È la Sicilia, o meglio una piccola selezione di artisti siciliani, il fulcro di questa mostra, pensata non già come una micro-ricognizione territoriale, né come l’individuazione di un genius loci, di uno stile, di un’attitudine locale. Si tratta piuttosto di guardare al mondo, prendendo le mosse da uno “spirito del tempo” che ci connota e ci descrive. Umori ed energie sotterranee scorrono lungo le arterie della contemporaneità, mentre un singolo territorio si fa specchio del presente, suo riflesso contiguo e differente.

FUORI CAMPO – 42/24h

Venerdì 16 dicembre 2011 alle ore 19:00 inaugura presso la galleria FuoriCampo di Siena la mostra collettiva FUORI CAMPO – 42/24h a cura di 42Projekt (Micol Di  Veroli e Fabrizio Pizzuto). Un concetto spaziale di natura cinematografica che si aggancia alla spazialità fisica tridimensionale. Questo è il tema portante di Fuori dal Campo – 42/24h, che si propone l’obiettivo di indagare le modalità di immagine-movimento ed immagine-tempo in relazione alle percezioni del fruitore. Partendo da un calembour verbale che implica FuoriCampo, incipit dello spazio artistico che ospita l’evento, il fuoricampo del cinema, ossia tutto ciò che è immaginato e che accade al di là del quadro visivo ed il contesto architettonico di Piazza del Campo a Siena, la mostra proporrà l’essenza del non visto ma comunque presente.

L’evento presenterà le opere fotografiche di Nicola Brandt e Donatella Spaziani e le opere video di Yasmijn Karhof, Yousef Moscatello, Leigh Orpaz e Marina Paris & Alberto D’Amico. Le prime saranno presenti all’interno dello spazio durante le ore diurne mentre i video saranno proiettati durante le ore notturne, ambedue le manifestazioni creative pur dialogando in maniera serrata non potranno essere simultaneamente presenti nello spazio.

Monica Haller – The Veterans Book Project

The Veterans Book Project è una biblioteca di libri che Monica Haller sta costruendo insieme ai veterani delle guerre americane di questi anni. Molti libri sono di soldati, uno è di una madre, un altro del fratello di un militare morto in battaglia, un altro ancora di una donna irachena che ha perso le gambe quando un missile statunitense è atterrato sul suo letto. Sono loro gli autori, loro gli esperti. Muovendo dal dimenticato, dal banale o più esattamente da ciò che non è mai stato registrato nella memoria, Haller chiede ai veterani di superare la retorica e puntare al centro del problema. Una foto scattata con il cellulare, una mail, un’annotazione di un diario, un’amnesia: le risorse sono senza limiti. La biblioteca cresce e prende forma con l’eredità delle guerre.

Haller non è l’autrice dei libri. È colei che compone gli elementi del progetto e la griglia che gli autori possono riempire. L’artista cura lo spazio per i loro esperimenti e fornisce il software editoriale, una piattaforma stabile per questo spesso fragile materiale. L’artista è un’ascoltatrice, una redattrice, una grafica, una testimone. Usa il formato del libro per la sua materialità, per la sua qualità di veicolo di storia e di memoria, per la sua stabilità e mobilità. Otto workshop in un anno hanno prodotto trenta libri e migliaia di copie in circolazione. In un tempo di guerre “infinite”, Haller costruisce una comunità di autori e lettori per creare attraverso i libri discussioni e un continuo scambio di conoscenze sulla guerra.

Toscana x 4. Progetti d’artista: Olivo Barbieri, Rossella Biscotti, Michelangelo Consani, Fabrizio Corneli


Nell’ambito del progetto CAMBIO DI STAGIONE. PROPOSTE DALLA COLLEZIONE DEL MUSEO, inaugurata il 20 ottobre 2011 presso il Museo Pecci Milano, giovedì 15 dicembre 2011 sarà presentata l’esposizione Toscana x 4. Progetti d’artista: Olivo Barbieri, Rossella Biscotti, Michelangelo Consani, Fabrizio Corneli. I quattro progetti d’artista proposti al Museo Pecci Milano sono collegati alla Toscana, a realtà ed istituzioni come Toscana Promozione, EX3 Centro per l’arte contemporanea di Firenze, Fondazione Cassa di Risparmio di Prato e Amici del Museo Pecci che sostengono e collaborano con il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato.

Nel loro insieme le opere delineano un percorso inedito di ricerche che rimandano al tema portante dell’energia già affrontato dalla selezione di opere provenienti dalla collezione del museo, per manifestare punti di vista sull’utilizzo e consumo delle risorse, sul rapporto tra elementi naturali e artificiali, sulla convivenza tra uomo e ambiente.

It’s time to say goodbye

Sabato 3 dicembre 2011, dalle ore 16.30, presso la Mensa di Palazzo Zenobio,Venezia, la galleria CHANGING ROLE, inaugura la mostra collettiva It’s time to say goodbye, a cura di Guido Cabib. Come scriveva Peter Plagens ,qualche anno fa “la maggior parte dell’arte promulgata dalle gallerie e dai musei non ha più molto a che fare con l’estetica. L’arte contemporanea ha abbandonato la sua funzione di ala visiva della poesia per trasformarsi in una divisione debolmente “trasgressiva “ dell’industria dell’entertaiment.” La storia si complica ulteriormente negli ultimi quindici anni,quando cioè il gusto dell’innovazione sembra affievolirsi in tutti territori creativi, in parallelo con la comparsa di Internet e con l’inizio di quella che oggi possiamo riconoscere come una vera e propria rivoluzione, pari per importanza alla rivoluzione industriale. Abbiamo abbandonato tutto quello che la cultura millenaria agricola aveva donato all’essere umano, cominciando dai tempi di relazione con la vita, in cambio di una evoluzione legata alle macchine ed alla diffusione di massa, trasformando anche le espressioni artistiche in merce. L’avanguardia culturale ha ceduto il passo all’affermazione sempre più capillare e pervasiva di una cultura mainstream globale, infarcita di celebrity culture e gossip.

Takashi Murakami e Yoko d’Holbachie alla Mondo Bizzarro

Il più famoso artista giapponese contemporaneo immerso nel suo ambiente di riferimento. Definito dal «Time» come «il più influente rappresentante della cultura giapponese contemporanea», Takashi Murakami è l’artista che ha stupito il mondo esponendo, nel 2010, il suo lavoro ultrapop nella solenne cornice della Reggia di Versailles. Nato nel 1962 in un quartiere popolare di Tokio, Murakami, dopo aver studiato a fondo e assimilato l’eredità della pittura classica del suo Paese, è riuscito nell’intento di coniugare la storia dell’arte del Sol Levante con il mondo del manga e degli anime, sintetizzando questo connubio solo apparentemente incredibile in una visione organica coerente: un universo dove l’inconscio collettivo esplicita le sue contaminazioni televisive e musicali nell’ambito di una nuova estetica superflat.

Mondo Bizzarro dal 3 dicembre rende omaggio al re indiscusso dello stile otaku, all’uomo su cui è ricaduta l’eredità ideale di Andy Warhol e al creativo capace di rivificare l’immagine di Luis Vuitton e persino di Google con una mostra dove, accanto a una selezione di serigrafie firmate dal Maestro, troveranno spazio un grande numero di tavole originale firmate dai più illustri rappresentanti del cartone animato giapponese. Figure come quelle di Daytan, Gundam, Daltanious, Rocky Joe e molte altre, messe in dialogo diretto con le opere di Murakami per un allestimento che sarà una vera e propria camera delle meraviglie ultracontemporanea.