La forza dell’arte, La mistificazione della realtà

Attingere a piene mani immagini realizzate da altri, ricavate per lo più dal web, è una prassi diffusa e fatta propria da numerosi artisti che, intervenendo su di esse con modalità diverse, conferiscono a tali immagini significati e concetti nuovi per allinearle alla personale ricerca artistica. Guardando solamente alla tecnica, a mero titolo di esempio si possono menzionare i lavori di Thomas Ruff1, come quelli di Abigail Reynolds2 o di Nico Vascellari3.

Varie sono le riflessioni e le letture critiche che si possono compiere circa il senso delle opere degli artisti citati, ma si vuole soffermare l’attenzione a una differente considerazione, finanche una digressione, esplosa con quella forza che è la peculiarità dell’arte, davanti alle tre fotografie di grande formato, di Zbiniew Libera (Pabianice, Polonia, 1959) attualmente esposte nella corposa mostra internazionale History in Art (La storia in Arte).

Zaelia Bishop – Alla Gloria del Nulla

Un cerchio magico, un omaggio alla dissoluzione del tempo, una concrezione di ossessioni: nell’ambito della seconda edizione del progetto “PERFECT NUMBER – 9 artisti, 9 curatori, 9 stanze, 9 project room, 9 personali”, ospitato dal 29 luglio al 4 settembre 2011 negli spazi di Sponge Living Space a Pergola (PU), Zaelia Bishop propone l’installazione intitolata“Alla Gloria del Nulla”, a cura di Francesco Paolo Del Re.

“Immaginiamo un giardino – scrive il curatore Francesco Paolo Del Re -, il recinto di un gioco di bambini. Lasciati liberi di muoversi, i bambini giocano al centro dello spazio e non si spingono mai fino ai bordi del giardino. La Gloria del Nulla che Zaelia Bishop vagheggia è misurata nel flusso di energia mentale e simbolica che si mette in movimento nel momento in cui si visualizza il differenziale tra lo spazio del gioco e lo spazio del giardino in cui non si osa giocare. Ha a che fare con il Tempo Perduto: è scrigno di sangue, lacrime, sudore, sospiri, urla, biglie colorate, lettere strappate… Comporta lo sperpero di un vasto apparato di parafernalia al fine di raggiungere un traguardo agognato (un luogo o una persona), ma impone sin dall’inizio al protagonista del gioco (come una Sposa che si impegna a portare con sé nell’impresa tutto, anche i beni che non fanno parte della sua dote) la precisa consapevolezza che ogni sforzo compiuto sarà insufficiente per arrivare alla fine del viaggio intrapreso”.

Nathalie Djurberg fra sacro e profano

Fede, spiritualità e superstizione. Tutto questo fa parte del dirompente universo della giovane artista svedese Nathalie Djurberg. L’artista è stata fra i protagonisti assoluti della Biennale di Venezia del 2009 dove non ha mancato di stupire il pubblico con il suo mondo pieno di strani personaggi che di fatto superano le canoniche definizioni ed i tranquilli meccanismi dell’arte contemporanea. Il leone d’argento come giovane promessa è stato dunque più che meritato.

Tra video ed installazioni, le figure create da Nathalie Djurberg sembrano buffe e naif ma nascondono una potente carica erotica ed una valenza estetica decisamente violenta. I suoi personaggi preferiti sono infatti donne o giovani ragazze, impegnate in varie pratiche assai fuori dalle righe. Anche la natura è spesso uno dei soggetti ricorrenti nelle sue installazioni, come le gigantesche e variopinte formazioni floreali presentate a Venezia.

LUIGI ONTANI – RossinAria

Il Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro è lieto di ospitare la mostra personale di Luigi Ontani, che si configura come un doppio omaggio alla città, sia come luogo di nascita di Gioachino Rossini che come centro di produzione dell’arte della ceramica, che ha espresso maestri del calibro di Ferruccio Mengaroni e Nanni Valentini.

Il percorso espositivo, concepito dall’artista appositamente per il Centro Arti Visive Pescheria, si sviluppa tra l’ex Chiesa del Suffragio ed il Loggiato dove sono posizionate otto ErmEstEtiche, sculture in ceramica di grandi dimensioni ispirate a personalità significative della storia, che riprendono lo stile dell’arte classica romana. Tra le erme spicca RossinAria, dedicata da Ontani a Gioachino Rossini e realizzata appositamente per Pesaro, città natale del compositore, che organizza ogni anno il Rossini Opera Festival, uno degli appuntamenti internazionali di maggior prestigio per l’opera italiana.

COSA SI PROVA AD AVERE UN SUONO IN TESTA? – 1’ traccia Spostamenti e ridefinizioni

C’era uno spazio in disuso e c’era l’interesse per il suono, i segni e l’impero del linguaggio. Li abbiamo messi insieme pensando alla transitorietà di questo luogo, ex sede della Galleria Romberg ora in destinazione d’uso, e alla sua attuale natura di passaggio. Abbiamo riflettuto sui diversi tipi di linguaggi e sulla possibilità, non solo di contaminarsi a vicenda, ma di cedersi il passo. Accade così che da vibrazioni sonore si generino incisioni (Alessandro Fornaci), che un corpo di donna sia elevato a strumento musicale (Silvia Giambrone), che la parola ridefinisca il reale (Alessandro De Francesco), che flussi esterni, anche suoni piccoli ed insignificanti, de- soggettivati e rielaborati ci calino in nuove prospettive sensoriali dell’esistente (Roberto Pugliese).

Ci introducono nel percorso le tavole incisorie di Alessandro Fornaci (Roma, 1974; dove vive e lavora), dense di simboli e di segni ancestrali, più o meno ri-visitati, ri-considerati, ri- significati nella concezione universalistica di un presente infinito, dove passato remoto e futuro si muovono lungo la linea ciclica di un’eterna replica, nel teatro della realtà. Poco oltre le rappresentazioni grafiche dei cinque sensi nobilitati nei cinque solidi platonici – perfezione e bellezza – chiusi in una simbologia prorompente che affonda nell’astrologia, nell’alchimia, nella quintessenza. Ad impreziosire la ricerca di Fornaci è una performance dimostrativa delle sperimentazioni tecniche effettuate per ottenere, tramite vibrazioni sonore da fonti differenti, nuovi processi di stampa.

Bertozzi & Casoni – DisGRAZIE

Il 30 Settembre 2011, a partire dalle ore 18.00, presso gli spazi della FaMa Gallery di Verona si inaugura la mostra DisGRAZIE, un progetto espositivo inedito di Bertozzi & Casoni, che in anteprima assoluta presenteranno una raccolta di nuove opere per indagare il rapporto arte-natura e le potenzialità espressive della materia nelle sue molteplici accezioni estetiche e plastiche.

Attraverso una lettura concettuale e sperimentale della ceramica, una pratica che fin dal 1980 contraddistingue la ricerca degli artisti, la mostra si articola in due sezioni principali: La prima consiste in zolle di terra contenenti sedimentazioni di varia natura, compresi rifiuti, resti umani e animali. Questi agglomerati – in cui è sepolto ciò che abitualmente si vuole rimuovere, rappresentano l’humus prolifero da cui germinano microcosmi floreali di strabiliante bellezza. La seconda sezione comprende compressioni di scarti recuperati della “discarica” della società consumistica contemporanea (scatolette, lattine e rottami metallici); da questi cumuli di scorie affiorano piante grasse, impermeabili e robuste al punto tale da sopravvivere all’aggressione dei rifiuti e donargli nuovo vigore.

L’arte contemporanea non va in vacanza?

Vi ricordate com’era la stagione estiva nella vostra città negli anni ’80? Beh più o meno come in ogni altra città d’Italia, vale a dire il deserto dei Sahara. Strutture vaganti, saracinesche abbassate, servizi inesistenti e mezzi pubblici latitanti. Insomma, i turisti che sceglievano l’Italia come meta vacanziera avevano ben poche speranze di ammirare le meraviglie culturali del nostro paese, visti i portoni dei musei pubblici inevitabilmente chiusi e la totale mancanza di punti informazione.

Oggi le cose sono sostanzialmente cambiate, ogni città si è in qualche modo attrezzata per far fronte alla serrata estiva ed a poco a poco sono spuntate varie iniziative culturali ed aperture estive dei musei, cosa che ha equiparato la nostra nazione ad ogni altro stato estero, interessato ad invogliare il turista a visitare le bellezze locali. Problema risolto quindi? Non esattamente. La strada da fare è infatti ancora molto molto lunga. Se è vero che la stragrande maggioranza dei musei di arte contemporanea è “aperta per ferie”, è anche vero che queste istituzioni non hanno ancora messo a punto un serio programma estivo.

Al New Museum appaiono i fantasmi dell’Ex Unione Sovietica

Gli Stati Uniti sono da sempre terrorizzati dallo spettro del comunismo. Con la guerra fredda alle spalle da diverso tempo, sussiste comunque un clima disagio quando si parla delle passate tensioni tra U.S.A. ed ex Unione Sovietica. A volte però l’arte può gettare le basi per un avvicinamento tra popoli e culture totalmente diverse, aiutando lo spettatore a comprendere comportamenti ed idee che prima sembravano incredibilmente lontane.

Questo lodevole obiettivo di sensibilizzare il pubblico mediante l’arte è stato recentemente raggiunto da una mostra organizzata dal New Museum di New York con la mostra Ostalgia attualmente in visione fino al prossimo 25 settembre 2011. Si tratta di un progetto decisamente ambizioso che ha impegnato la maggior parte degli spazi del museo con opere multidisciplinari dalla fotografia, alla scultura, passando per la pittura e l’installazione. Soggetto della mostra è ovviamente la nostalgia per la cosiddetta cortina di ferro, per un ideologia sovietica che di fatto non cessa di affascinare anche nuove generazioni artistiche.

NJP Summer Festival – 21 Rooms

Cinquanta anni fa nasceva il gruppo Fluxus che, con le sue sperimentazioni, voleva eludere il confine tra artisticità ed esperienza vissuta. Uno dei suoi esponenti più significativi fu il coreano Nam June Paik.

Quello che forse non tutti sanno è che a Yongin, vicino Seoul, ha sede il Nam June Paik Art Center nato con l’intento di consevare l’eredità del celeberrimo artista e di analizzare come la sua esperienza sia ancora determinante nel panorama artistico contemporaneo.

A tale scopo dal 20 luglio al 13 settembre si svolgerà presso il centro il NJP Summer Festival, intitolato nella sua edizione attuale 21 Rooms for Nam June Paik’s 79th birthday.

In vacanza? Ecco le mostre da vedere

Eccoci giunti al nostro consueto giro degli spazi espositivi sparsi per il mondo alla ricerca di eventi da non perdere. Anche se l’estate è entrata nel vivo dell’azione molte gallerie non hanno proprio intenzione di andare in vacanza, quindi se siete voi a trovarvi nel vostro luogo di villeggiatura non perdete il contatto con il mondo dell’arte contemporanea ed andate a visitare uno di questi eventi.

A Londra c’è Alice Neel con i suoi ritratti pittorici raffiguranti soli maschi. La sua mostra intitolata Men Only è attualmente ospitata dalla Victoria Miro Gallery fino al prossimo 29 luglio. A Parigi ed esattamente alla Reggia di Versailles sono invece ospitate le sculture lignee di Bernar Venet che potranno essere ammirate fino al prossimo 1 novembre, per l’occasione l’artista ha occupato i giardini antistanti la reggia. Ancora pittura, ancora Parigi con Elizabeth Peyton che ha presentato una collezione delle sue più recenti opere alla Gagosian Gallery. Fino al prossimo 28 luglio avrete quindi la possibilità di ammirare i suoi ritratti di piccole dimensioni, cesellati come gioielli.

Daniel Knorr e Riccardo Beretta alla Basilica di Santa Maria Maggiore di Bergamo

Da sabato 16 luglio la Fondazione MIA – Congregazione della Misericordia Maggiore di Bergamo, fondata nel 1265, ospita negli antichi matronei della Basilica di Santa Maria Maggiore, il secondo appuntamento di “Ogni cosa a suo tempo”, progetto a cura di Stefano Raimondi, Paola Tognon e Mauro Zanchi.

Il secondo capitolo del ciclo espositivo vede come protagonisti Daniel Knorr e Riccardo Beretta, due artisti contemporanei rappresentativi nel panorama artistico nazionale e internazionale. Ogni cosa a suo tempo, da omnia cum tempore – secondo la fonte originale dal Qoelet o Ecclesiaste, uno dei testi contenuti nella Bibbia Cristiana ed Ebraica – cioè ogni cosa ha il suo tempo ed è nel suo tempo. In questa riflessione nasce il progetto di arte contemporanea nei matronei della Basilica di Santa Maria Maggiore a Bergamo con la partecipazione di sei giovani artisti internazionali, chiamati di volta in volta in coppia per rispondere, attraverso lavori site specific, a un processo di continuità artistica e interpretativa.

A Pescara 45 giorni di Arte Contemporanea

Il 16 luglio apre il Circolo Aternino nel cuore del centro storico di Pescara Vecchia per ospitare “Sparta – dell’altra arte”, una grande operazione culturale che vuole coniugare l’arte contemporanea con l’intrattenimento. 
Da un’idea della Galleria White Project di Pescara in collaborazione con il Comune di Pescara, l’Assessorato alla Cultura, alla Mobilità, al Commercio e all’Aggregazione Sociale 45 giorni densi di avvenimenti, incontri, happenings, presentazioni dei nuovi tracciati ciclabili e interventi di street – art ma soprattutto una mostra d’arte contemporanea che vedrà scendere in campo 15 artisti internazionali e che prevede 10 ore di Videoarte a cura di Videoartscope.

Piazza Garibaldi, protagonista della mostra con le installazioni, sarà il perno delle due location: il Circolo Aternino e la Galleria White Project. La forza dell’operazione è anche l’allestimento dello spazio interno del Circolo Aternino con un’area lounge dove degustare i sapori dell’enogastronomia d’eccellenza del nostro territorio. 
Oltre ai momenti di confronto, organizzati ogni lunedì, per riflettere sulle prospettive di sviluppo del nostro territorio, sul distretto culturale nel quadrilatero di Pescara Vecchia e sul rapporto tra arte e impresa, l’obiettivo è anche quello di dare spazio a nuove aziende innovative under 35 che potranno presentarsi all’interno della sezione “L’energia delle idee” nelle serate di sabato. 


Al via la seconda tappa del viaggio con i diciotto artisti selezionati da AMACI alla scoperta di una nuova rappresentazione del territorio italiano

Parte la seconda tappa di Viaggio in Italia, la campagna di sensibilizzazione all’arte contemporanea promossa da AMACI, l’Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani, e realizzata in collaborazione con Peugeot 508. Dopo Francesco Arena, Giulio Frigo, Giovanni Ozzola, Luca Pozzi, Luigi Presicce e Alberto Tadiello, altri sei artisti ci guidano da oggi, con le loro immagini, alla scoperta del nostro territorio.

Riccardo Benassi ci conduce sul Po, con la sua antica valenza simbolica; Rossella Biscotti ci propone un’immagine di archivio di Esino Lario; Rä di Martino ci fa scoprire, tra finzione e realtà un sito archeologico di Roma antica; Andrea Mastrovito gioca sull’immagine da cartolina di Bergamo Alta; Andrea Nacciarriti ci mostra la poesia di una foresta di sclerofille; Moira Ricci condivide con noi la bellezza selvaggia di una spiaggia in Maremma.

Takashi Murakami torna più pop porno che mai

In un nostro precedente articolo su Takashi Murakami avevamo parlato della sua mostra (lo scorso 14 settembre fino al 12 dicembre 2010) alla Reggia di Versailles di Parigi. Nel frangente avevamo notato con abbondante stupore che il frizzante re del pop giapponese si era presentato in una veste decisamente “castigata” evitando le sue celebri creazioni pop-porno, a causa di un vespaio di polemiche scatenate dalla sua chiamata a Versailles ed alimentate un’organizzazione chiamata Coordination Défense Versailles che aveva addirittura raccolto 4.387 firme con l’obiettivo di bloccare l’evento.

Comunque sia, se pensavate che a Murakami fosse balenata in mente l’idea di “mettere giudizio” vi siete sbagliati di grosso perchè il Jeff Koons del giappone è tornato più in forma che mai. Murakami è infatti protagonista assoluto di una grande mostra personale alla Gagosian Gallery di Britannia Street in quel di Londra (in visione dal 27 giugno al 5 agosto 2011) ed ha scelto questa prestigiosa sede per confermare la sua sfrenata passione per gli eccessi.