Whaleless fa tappa a Bari

Fabrica Fluxus Art Gallery di Bari è lieta di presentare dal 21 Giugno al 22 Luglio la mostra WHALELESS a cura di Giovanni Cervi in collaborazione con Res Pira. WHALELESS – Secondo appuntamento per il ciclo “Proud to Present”, esposizioni dedicate a presentare progetti curatoriali fra i più interessanti del panorama artistico italiano ed internazionale, che il Maggio scorso ha proposto le serigrafie di studio StudioCromie – è un progetto curato da Giovanni Cervi con il supporto di Res Pira nato nel 2005 come intreccio fra arte ed ecologia.

“La balena è un simbolo potente, perché è innocua, perché quella della caccia alle balene è un’industria che si autoalimenta, non produce niente e rovina il mare. Inquinamento, pratiche di pesca insostenibili e sonar d’ultima generazione sono solo alcune delle cause che stanno mettendo a rischio di estinzione le balene, in pericolo i nostri mari e tutto l’ecosistema.” L’idea lanciata in “rete” era quella di immaginare un mondo “whaleless”, senza balene, e ben presto è diventato un vero e proprio network di artisti, creativi e addetti ai lavori attraverso il passaparola e i vari sistemi di socializzazione web, costituendosi come progetto itinerante che negli anni ha coinvolto gallerelena rapaie ed istituzioni di tutto il mondo da Londra a Firenze, da La Rochelle a Roma, Berlino, Milano e Reggio Emilia e adesso Bari.

Henri Cartier-Bresson al Centro Internazionale di Fotografia di Verona

Henri Cartier Bresson è, secondo la definizione di Pierre Assouline, “l’occhio del secolo”. In effetti il fotografo non ha mai smesso, dai suoi inizi negli anni 30, di esplorare con lucidità i grandi movimenti artistici, politici e sociali del nostro mondo. La mostra Henri Cartier- Bresson. Photographe, che si terrà a Verona presso il Centro Internazionale di Fotografia dal 19 giugno al 9 ottobre 2011, delinea il ritratto di un artista che ha sempre scelto l’anonimato nell’azione per meglio cogliere l’istante.

Attraverso le 133 fotografie in mostra ci viene raccontata la storia di uno sguardo eccezionale. Come scrive Yves Bonnefoy nel libro Henri Cartier-Bresson: Photographe (Delpire, Paris, 1979) ”Quando guardo un’opera di Henri Cartier- Bresson, provo dapprima meraviglia che possano essere accadute situazioni così ricche di senso, così intense. …Ma so anche bene che queste epifanie si manifestano per questo poeta su un orizzonte che condividiamo tutti e da questo mi sento incoraggiato e guidato, che è il migliore contributo che possano dare le opere”.

Transafricana

Fondazione 107 di Torino inaugura oggi, in collaborazione con Fondazione Sarenco, Transafricana a cura di Achille Bonito Oliva. Il titolo nasce dalla storica linea ferroviaria che taglia in senso longitudinale e latitudinale l’Africa e dal desiderio di offrire un’arte “di attraversamento” così come la linea transafricana mette in comunicazione popolazioni tra di loro eterogenee. I 6 artisti africani selezionati, tutti di calibro internazionale, sono: Esther Mahlangu – South Africa, George Lilanga – Tanzania, Seni Camara – Senegal, Mikidadi Bush – Tanzania, Kivuthi Mbuno – Kenya, Peter Wanjau – Kenya  ognuno di loro vive ed opera nel paese di origine.

Se sul finire degli anni ’70 del secolo scorso la Transavanguardia proponeva modelli di superamento alla sterilità delle neoavanaguardie ormai consumate su temi iperconcettuali, all’inizio di questi anni gli artisti di Transafricana propongono modelli alternativi, di recupero del sentimento del reale, della vita, rifiutando la corsa verso la globalizzazione estetica che pervade ormai tutta l’arte occidentale.

Dopo Younger Than Jesus il New Museum lancia Generational

Proprio nel bel mezzo della Biennale di Venezia ecco che il New Museum di New York non perde tempo per rilanciare l’appuntamento con la sua celebre triennale, quella Younger Than Jesus che nel 2009 venne accolta da critiche abbastanza freddine da parte di tutta la stampa internazionale. Come di consueto la manifestazione è rivolta a tutti gli artisti nati nella metà degli anni ’70 e si ripropone di mostrare al mondo la frizzante natura della nuova arte statunitense, anche se spesso questa frizzante natura sa un poco di stantio e di raffazzonato.

Comunque sia meglio non dare giudizi a priori visto che all’apertura della grande kermesse mancano ancora molti giorni e il New Museum non ha lasciato trapelare molte notizie. Di certo c’è che la mostra si aprirà il 15 febbraio 2012 e si protrarrà fino al 22 aprile dello stesso anno. Il nome della triennale sarà The Generational e sarà curata da Eungie Joo.

Pillole di Biennale 03 – Mondanità e fallimenti

(Dove eravamo rimasti…) Che fatica, non so voi, ma a me i viaggi in treno stancano parecchio, e se alle tre ore di sedile ergonomico (?) del Frecciabianca aggiungi sei ore di giri folli in una città fatta di ponti, comincerai a temere per la salute dei tuoi glutei e desidererai ardentemente un cocktail ristoratore.

Così, ripreso il battello, approdammo nuovamente a piazza San Marco. Pochi minuti per ammirare la Basilica dall’esterno con le sue pesanti decorazioni, mosaici e statue a ornarne la facciata; un’occhiata alla torre del campanile semi coperta da un cantiere e così buffa lontana dalla chiesa e dallo stile inconciliabile. Una risata sommessa scoprendo che la Torre dell’Orologio che decora un lato della piazza indica nient’altro che la via principale: un pertugio tra due palazzi e con questo non voglio certo rimarcare discorsi già fatti sulle stranezze della rete viaria cittadina.

E infine eccoci accomodarci al Caffè Florian, o meglio nello splendido dehors allestito attorno al piccolo palco che ospitava un’orchestrina. Situato sotto i portici delle Procuratie Nuove il Caffè Florian è il più antico d’Italia, nacque nel 1720 e fu ben presto crocevia di personalità e luogo d’incontro della mondanità veneziana. Oggi forse è più che altro meta turistica, non per nulla in rete si trovano infinite discussioni su quanto costi un aperitivo al Florian avviate da qualche viaggiatore che vorrebbe saggiarne l’emozione.

Il museo te lo paga Banksy

Ancora una volta la grande panoramica sulla street art dal Art in the Streets, fortemente voluta da Jeffrey Deitch nel suo MOCA di Los Angeles, torna a far parlare di sé. La mostra ha ricevuto critiche freddine da parte della stampa di settore ed in seguito la polizia losangelina ha attuato una dura politica di repressione contro gli street artist locali che in onore della grande mostra, avevano iniziato a creare le loro opere nei dintorni del museo “imbrattando i beni pubblici” o almeno questa è la tesi sostenuta delle autorità.

La street art, lo dice il termine, è una forma artistica nata per essere creata e fruita liberamente nel contesto urbano. Con le mostre nei musei però le cose cambiano, ad esempio il biglietto d’ingresso di Art in the Streets costa 10 dollari, una cifra che molto spesso non tutti possono permettersi, specialmente i più giovani. Ad ovviare a questo problema ci ha pensato Banksy, che in questi giorni ha compiuto una delle sue azioni ad effetto.

Hugo Pratt – I luoghi dell’avventura

Hugo Pratt è uno dei più importanti e noti fumettisti al mondo. La sua opera ha avuto riconoscimenti normalmente riservati solo agli artisti per definizione: sue mostre si sono tenute in sedi prestigiose come il Grand Palais a Parigi, il Castello Sforzesco a Milano, Ca’ Pesaro a Venezia, il Vittoriano a Roma, Santa Maria della Scala a Siena. Il talento di Pratt gli è valso inoltre citazioni di Tim Burton, Woody Allen, Frank Miller, Umberto Eco e molti altri. La mostra presso il Museo d’Arte di Lugano che inaugura il 7 luglio ripercorre l’avventura umana e artistica del suo personaggio più celebre, Corto Maltese, seguendone le tracce nei luoghi che fanno da contesto alla sue avventure.

Corto Maltese è protagonista di vicende degne della grande letteratura per la complessità psicologica e umana dei caratteri che le animano e per la varietà delle situazioni che in esse si delineano. La straordinaria abilità di disegnatore di Pratt gli ha permesso di ideare un personaggio indimenticabile per qualunque lettore si sia imbattuto in lui. Al centro dell’esposizione di Lugano c’è proprio il talento di disegnatore di Pratt.

Michal Rovner, l’arte unisce Israele e Palestina

PIERRE VERDY/AFP/Getty Images

Difficile trarre conclusioni sul conflitto che da decenni impegna Israele e Palestina in un duro gioco delle parti che più volte è stato macchiato dal sangue di vittime innocenti da ambo le parti. In questi ultimi giorni l’israeliana Michal Rovner ha tentato di analizzare l’intera situazione tramite la pratica artistica, evidenziando le difficoltà e le speranze di un processo di pace che tutto il mondo attende con ansia.

Michal Rovner ha portato al Louvre di Parigi  il suo progetto Histories (in visione fino al prossimo 15 agosto) che si espande in tre spazi del museo, vale a dire Il Cour Napoleon,  il Dipartimento delle Arti orientali ed il Louvre medievale. Questi tre luoghi sono stati invasi da altrettante installazioni site-specific che riescono ad aprire un profondo dialogo tra la prestigiosa istituzione e le esperienze politico-sociali di due civiltà con un grande passato.

In Transit 11: festival delle arti performative di Berlino

Ming Wong, "Devo partire, Domani," 2010. Singapore Biennale 2011/Napoli Teatro Festival Italia.

Biennale, biennale, biennale ma non solo quella di Venezia! Biennale è infatti anche l’appuntamento di In Transit, arrivato alla sua undicesima edizione. La manifestazione, presso la Haus der Kulturen der Welt di Berino, si configura come festival performatico e, quest’anno, ha come nodo centrale il rapporto tra autore e spettatore. Come si sono trasformati questi ruoli con l’evolversi dei linguaggi complessi del contemporaneo? Gli interventi proposti si prefiggono di indagare proprio su questa natura mobile, su questo gioco di ruoli continuamente ridefinibili e su come essi siano portanti per la definizione dell’opera.

Il festival, che si svolgerà dal 15 al 18 giugno 2011, prevede un nuovo direttore artistico Jens Hillje, coadiuvato dal co-curatore Tang Fu Kuen. Il punto di partenza del festival è caratterizzato da alcune presenze femminili di rilievo. Ming Wong mette in scena, assieme a sua madre, la grande dama della canzone Turca; Angélica Liddell sfrutta il Riccardo III di Shakespeare per esaminare le relazioni tra corpo e potere mentre Ann Liv Young si trasforma in una sirena che seduce il pubblico.

Dino Pedriali, ultime immagini di Pier Paolo Pasolini alla Triennale di Milano

Le ultime immagini di Pier Paolo Pasolini, ritratto a pochi giorni dalla morte, in mostra alla Triennale di Milano (dal 14 giugno al 28 agosto 2011): in settantotto scatti, rimando alla poetica e all’immaginario dei film pasoliniani, la testimonianza del lascito del Poeta e della valenza artistica di Dino Pedriali. L’iniziativa è realizzata in collaborazione con Johan & Levi Editore e con il sostegno di Rottapharm|Madaus.

La Triennale di Milano presenta una mostra incentrata sulla quotidianità di Pier Paolo Pasolini in quelli che sarebbero stati i suoi ultimi giorni di vita, fissata dall’obiettivo dell’allora venticinquenne fotografo Dino Pedriali, scelto personalmente da Pasolini come autore di un reportage sulla sua figura per illustrare Petrolio, il romanzo allora in fieri, nel quale era desiderio del Poeta entrare con tutto il suo corpo, oltre che con le parole.

SIC – et simpliciter (Saccheggi Interni Controllati)

Lunedì 13 giugno dalle ore 21:00 si inaugura il secondo appuntamento di SIC – et simpliciter (Saccheggi Interni Controllati) presso lo Studio Quadraro in via Juvenci 11, nel quartiere quadraro di Roma, a due passi dalla metro Porta Furba. Allo Studio Quadraro vi lavorano gli artisti Paolo Assenza e Antonello Bulgini e gli architetti Adriano Pingaro e Maria Farina che si propongono di promuovere e consigliare una maniera di lavoro, idea di scambio anche per collezionisti, curatori e galleristi.

Con questa iniziativa si vuole porre l’attenzione sull’esigenza di sinergie, il desiderio di scambio e confronto che necessita di nuove vie e di un diverso modo di operare.  Si tratta di artisti che invitano artisti.

Günter Grass all’Art Forum Würth

La prossima mostra dell’Art Forum Würth Capena avrà come protagonista lo scrittore, ma anche pittore, grafico e artista plastico tedesco Günter Grass. Nato a Danzica il 16 ottobre del 1927, Günter Grass è noto al pubblico internazionale soprattutto per le opere letterarie come Il tamburo di latta, che gli hanno valso nel 1999 il conferimento del premio Nobel per la letteratura.

La mostra ospiterà oltre cento lavori datati tra il 1952 e i primi anni Duemila: si passerà da alcune sculture fino ad arrivare ad interi cicli di disegni, che in alcuni casi sono parte viva e integrante dei suoi scritti. Infatti, utilizzando al tempo stesso scrittura e pittura, le immagini e i testi si completano, mescolandosi e confluendo le une negli altri. Talvolta i disegni e gli acquerelli sono riempiti di parole e testi come in Mostrare la lingua (1987), in altri casi l’immagine diventa l’illustrazione di un testo come ne Il mio secolo (1997-1999), in altri ancora si arriva addirittura alla creazione di un nuovo genere, quello dell’Aquadichte (Aquarell: acquerello, Gedichte: poesia), come in Reperti per non lettori (1997), dove l’acquerello e la poesia sono un tutt’uno.

For the love of contemporary a Firenze

Dodici ore no stop tra conferenze, spettacoli, eventi, una vera e propria ‘maratona’ del contemporaneo con epicentro a Palazzo Vecchio ed eventi in tutta la città per celebrare e riscoprire l’identità e l’anima contemporanea di Firenze. E’ ‘For the love of contemporary’, titolo che parafrasa il nome del famoso teschio tempestato di diamanti di Damien Hirst – For the love of God – e che si svolgerà l’11 giugno, alla vigilia della partenza dell’opera da Firenze.

Tra gli appuntamenti, alle 17.30 l’incontro “Città fatte ad arte: nuovi visioni per lo spazio urbano”, dedicato in particolare al tema dell’arte pubblica. Parteciperanno l’assessore da Giuliano da Empoli; Beatrice Trussardi, presidente della fondazione Nicola Trussardi; Mario Cristiani, fondatore di Galleria Continua; Alberto Salvadori, direttore artistico del museo Marino Marini; e Arabella Natalini, curatrice di EX 3.

Lumen Urban Show @ WunderKammern Roma

Lo spazio Wunderkammern apre alla mostra collettiva LUMEN Urban Show e premia con il WK Art Distinction l’artista più interessante dell’evento di urban art. Dal 16 Giugno al 10 Settembre lo spazio espositivo Wunderkammern ospiterà la collettiva LUMEN Urban Show, con l’obiettivo di portare in città una iniziativa che coinvolgerà i più talentuosi urban artists della scena nazionale, attraverso le associazioni Mac Contemporaneo di Ancona, Infart Collective di Bassano del Grappa, Style Orange e il Cerchio e le Gocce di Torino, Walls di Roma, Largo Baracche di Napoli.

LUMEN è un evento nato nel 2010 a Salerno e che quest’anno si è svolto dal 13– 29 maggio 2011 presso il Parco dell’Irno, ex area Salid. Ad ogni edizione, gli artisti invitati a partecipare sono chiamati a confrontarsi con un formato creativo ed espositivo diverso da quello con cui sono abituati a lavorare e ad esprimersi di solito, che si sviluppa attorno ad un concept tra arte e territorio. Per LUMEN edizione 2011, 21 urban artist segnalati dalle associazioni di tutta italia, hanno aderito all’iniziativa realizzando dei bozzetti per la produzione di una prova d’artista su base inedita, la maiolica, per un formato di cm.50×50.