La fotografia e il voyeurismo alla Tate Modern di Londra

 Nuova ed ambiziosa mostra alla Tate Modern di Londra, il progetto dal titolo Exposed: Voyeurism, Surveillance and the Camera (in visione dal prossimo 28 maggio fino al 3 ottobre 2010) è infatti basato sulla dimensione trasgressiva e provocatoria della fotografia, vissuta come  una sorta di mezzo di sorveglianza o di spionaggio del privato. Il lavori in mostra sono infatti riuniti in 5 grandi temi del voyeurismo fotografico e sarebbe a dire la fotografia di strada, le immagini sessualmente esplicite, le paparazzate ai divi, le immagini di morte e violenza ed infine le immagini di sorveglianza.

Oggi grazie ai nuovi telefoni cellulari dotati di obiettivi fotografici ed alle macchine digitali sempre più piccole, tutti noi siamo testimoni di quello che accade nel mondo ma al tempo stesso siamo anche dei voyeurs. Ed è pur vero che internet è pieno di immagini di violenza e fotografie a sfondo sessuale ma la potenza della fotografia può ancora scioccare ed inorridire le masse. Ad esempio la serie di immagini Stoned to Death, Somalia, di Farah Abdi Warsameh (vincitore del World Press award di quest’anno) è riuscita a scuotere gli animi di tutti.

Cattelan ma che fai, copi?

 Forse Maurizio Cattelan in questi ultimi tempi è stato un poco abbandonato dal suo alter ego Massimiliano Gioni, anche perchè quest’ultimo è impegnato in molteplici progetti, primo fra tutti quello del New Museum di New York. Come forse molti di voi ben sapranno, Gioni ha collaborato per diverso tempo fianco a fianco con l’ironico ed irriverente artista italiano, rivelandosi una figura chiave per la carriera di quest’ultimo. Alcuni asseriscono infatti che dietro tutte le idee creative di Cattelan si nasconda lo zampino dell’arrembante critico/curatore.

Come dicevamo poche righe fa, forse Gioni non ha più il tempo di seguire passo passo le scelte di Cattelan ed ecco che il controverso burlone dell’arte internazionale già comincia a perdere colpi. Recentemente Cattelan ha realizzato un portfolio di nuove opere per W Magazine, celebre mensile di moda internazionale.

Il nostro ha realizzato delle creazioni in tema con la sua ironia ma (come potete notare nel confronto qui a fianco dove l’opera di Cattelan è sulla destra) l’immagine di Cattelan è pericolosamente simile ad upera di Matthieu Lavanchy dal titolo Mr. Schulmann or the Man in the High Castle, creata esattamente nel 2008.

La guerra urbana di Jennifer Karady

Il maggiore dell’esercito Americano Elizabeth A. Condon è stata in missione in Iraq per parecchio tempo. Durante questo periodo il maggiore ha visto ogni sorta di orrore che la follia dell’uomo possa produrre, dai corpi morti in mezzo alla strada fino a bambini crivellati dai proiettili. Eppure un momento di estrema dolcezza ha colpito i sensi del maggiore. Il militare ha infatti soccorso una giovane donna irachena che aveva una grande ferita infetta sul ventre, causata da un taglio cesareo amatoriale: “Tutte le altre donne nella stanza si sono avvicinate e mi hanno baciata sulla guancia. Non so se quella donna sia sopravvissuta ma è stata un’esperienza molto toccante” ha dichiarato il militare.

Le tragedie della guerra moderna, ma anche i momenti toccanti sono attualmente in mostra alla SF Camerawork di San Francisco (dal 6 maggio al 7 agosto 2010) che ha organizzato l’evento In Country: Soldiers Stories from Iraq and Afghanistan, personale di fotografia dedicata al talento di Jennifer Karady.

Nuova veste e nuove opportunità per il Premio Celeste 2010

Sono aperte le iscrizioni per l’edizione 2010 del Premio Celeste, concorso dedicato all’arte contemporanea che ogni anno prevede l’organizzazione di una mostra di 60 opere finaliste; l’organizzazione di altre mostre in Italia ed all’estero; la creazione di un catalogo con 250 opere illustrate a colori che ogni anno fa il punto della situazione della pittura, fotografia, video, scultura, installazione e lavori multi-mediali in Italia. La qualità, la ricerca, l’innovazione e la contemporaneità sono i criteri fondamentali della selezione delle opere. La selezione delle 40 opere finaliste avviene attraverso un processo totalmente trasparente. Ciascuno dei 22 critici incaricati delle selezioni renderà pubbliche le sue scelte sul sito.

Cosa distingue il Premio Celeste da altri premi arte? A differenza di qualsiasi altro concorso artistico non è prevista la presenza di una giuria che aggiudica i premi. Un comitato composto da più di 20 critici d’arte italiani seleziona le opere finalisti e le opere selezionate per il catalogo. Gli artisti autori delle opere finaliste hanno, secondo il bando del premio, il diritto di aggiudicare i premi tramite un voto che esprimono durante la mostra finale.

Gli artisti italiani potranno candidarsi anche al Celeste Prize, premio internazionale con le medesime carateristiche del Premio Celeste italiano.

World Press Photo a Milano

Dal 1955 una giuria di esperti, scelti tra i personaggi piu’ accreditati della fotografia internazionale, si riunisce per valutare le immagini inviate alla World Press Photo Foundation di Amsterdam: migliaia di scatti provenienti da ogni parte del mondo, proposti da fotogiornalisti, agenzie, quotidiani e riviste.

Il Premio World Press Photo e’ uno dei piu’ importanti riconoscimenti nell’ambito del fotogiornalismo. Le immagini piu’ forti e significative di un intero anno vengono esaminate per il Premio. Le fotografie dei vincitori sono pubblicate nel prestigioso catalogo e vengono esposte in tutto il mondo in importanti gallerie e musei in un tour sempre piu’ in espansione, che quest’anno prevede mostre in circa 100 città in 45 diversi Paesi. Si tratta di un’occasione unica per vedere raccolte le immagini piu’ belle e rappresentative che hanno accompagnato, documentato e illustrato gli avvenimenti di questo ultimo anno sui giornali di tutto il mondo.

Insetti e ossa? arriva l’Organic Art

Siamo qui a porre alla vostra attenzione una strana tendenza artistica che ultimamente imperversa in alcune parti del globo. Sappiamo che per molti di voi il massimo delle sperimentazioni artistiche sono state raggiunte con la Minimal Art, con la Body Art o magari con l’Arte Concettuale o con Performance varie. Ed invece la creatività non si ferma mai ed un manipolo di giovani artisti ha deciso di mettere appunto una nuova tecnica che potremmo senza dubbio definire Organic Art. L’artista Fabian Peña ad esempio usa degli scarafaggi, si avete sentito bene proprio quei fastidiosissimi insetti.

Peña uccide gli animaletti con uno spray e li raccoglie in un vaso. Successivamente nel suo studio incolla l’un l’altro le blatte fino a formare degli strani cilindri, simili ad enormi bozzoli. L’artista inoltre crea dei teschi umani ed altre parti anatomiche utilizzando le ali degli insetti.

Linguaggi e Sperimentazioni al Mart di Rovereto


La ricerca artistica contemporanea protagonista della mostra –Linguaggi e Sperimentazioni. Giovani artisti in una collezione contemporanea-. La mostra sarà aperta al pubblico al Mart di Rovereto dall’8 maggio al 22 agosto 2010. La conferenza stampa di presentazione della mostra e’ in programma alle ore 12.30 di venerdi’ 7 maggio, con inaugurazione ufficiale a seguire alle ore 18.

Nelle sale del Mart saranno esposte circa ottanta opere tra dipinti, fotografie, sculture, installazioni e video, provenienti dalla AGI Verona Collection che da sempre si dedica alla ricerca di nuovi talenti. AGI Verona Collection e’ nata nel 1989 dalla volontà di cinque collezionisti veronesi, associati nel desiderio condiviso di sostenere l’arte contemporanea.

Ad oggi sono entrate in collezione oltre 500 opere, realizzate con diversi linguaggi e tecniche artistiche, di differenti poetiche e provenienze, e tra queste le presenze internazionali sono la maggioranza. AGI ha sempre privilegiato l’acquisizione di artisti giovani ed esordienti, e per lo piu’ i lavori sono entrati nella raccolta nell’anno stesso di realizzazione. I giovani e le nuove promesse hanno rappresentato una sfida continua, secondo una sensibilità collezionistica che cerca di catturare sempre il nuovo e l’attuale, registrando cosi’ i cambiamenti e le trasformazioni in atto nella storia dell’arte.

Tiziano Lucci – Le sale dell’abbondanza

La galleria Co2 di Roma inaugura il 7 maggio la mostra personale di Tiziano Lucci. Attraverso una selezione di opere realizzate negli ultimi anni, la mostra si propone come la prima panoramica completa del complesso lavoro dell’artista romano. Artista visuale e compositore di musica elettronica, Lucci vive e opera in profonda simbiosi con la grammatica digitale, con la quale interviene su immagini fotografiche per dare corpo al suo personalissimo processo estetico e concettuale.

La sensibilità che mette in campo è quella dell’uomo contemporaneo, estesa nelle sue possibilità grazie all’utilizzo delle tecnologie più avanzate, che l’artista sfrutta per visualizzare la pluralità di stimoli provenienti dalla vita quotidiana. Il risultato è una serie di immagini spiazzanti per la qualità dell’elaborazione e per la loro potenza sinestetica, in cui la presenza simultanea di frammenti iconici, segni e sfumature impercettibili, dà vita ad una narrazione antisequenziale che nega la legge di causa-effetto in favore di una nuova logica della totalità.
Ogni opera è frutto di un lento e impegnativo processo di elaborazione, che può protrarsi anche per anni, nel tentativo di ricostruire i processi cerebrali su cui si basano la percezione della realtà e la conseguente creazione estetica.

L’arte contemporanea dell’Iran domina la XIV edizione della Biennale Donna

Arte Contemporanea dall’Iran a cura di Silvia Cirelli e’ la mostra collettiva scelta per la XIV edizione della Biennale Donna, organizzata dall’UDI – Unione Donna in Italia di Ferrara con le Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea e i Musei Civici di Arte Antica del Comune di Ferrara, in programma dal 18 aprile al 13 giugno 2010 al Padiglione d’Arte Contemporanea.

L’esposizione ripercorre l’esperienza di sei artiste contemporanee iraniane già affermate a livello internazionale: Shirin Fakhim, Ghazel, Firouzeh Khosrovani, Shadi Ghadirian, Mandana Moghaddam e Parastou Forouhar. Sei donne che oltre ad aver vissuto un tormentato passato, a partire dalla Rivoluzione Islamica del 1979 fino alla guerra Iran-Iraq (1980-1988), testimoniano soprattutto la difficile condizione della donna in uno dei paesi mediorientali piu’ conservatori. Nella cultura iraniana la discriminazione femminile e’, infatti, ancora una limitazione quotidiana e anche se tentativi di cambiamento sono stati fatti, la donna iraniana e’ tuttora collocata ai gradini piu’ bassi della scala sociale, considerata come una cittadina di -seconda classe-.

L’Ikea Art ed il problema dell’unicità dell’opera

Abbiamo più volte espresso le nostre opinioni (discutendone anche con il celebre blogger Luca Rossi) sull’Ikea Art, ovvero sulla creatività uniformata che in questi anni sembra spadroneggiare in tutto il mondo. I nuovi artisti modello Ikea creano le loro opere ispirandosi ad un minimalismo concettuale che strizza pericolosamente l’occhio al design svedese. In tutto ciò ovviamente ogni appiglio filosofico diviene puramente pretestuoso e l’opera diviene sempre più simile ad un oggetto di consumo o ad un semplice complemento d’arredo. E se questa fosse la nuova forma creativa del 2000? così ferocemente presi dall’impeto critico non avevamo pensato a tale eventualità, magari fra uno sbadiglio e l’altro l’Ikea Art potrebbe anche nascondere il suo fascino e segnare l’inizio di una nuova corrente artistica. L’identita seriale dell’Ikea Art o dell’arte facilmente riproducibile in genere potrebbe però nascondere molte insidie legate all’unicità dell’opera.

Negli ultimi tempi  molti siti web vendono stampe di celebri artisti contemporanei con prezzi alla portata di tutti, proprio come se si trattasse di quelle cornici già dotate di foto che la nota azienda svedese di mobili mette in vendita all’interno di tutti i suoi megastore. La domanda che vi vorremmo porre è quindi questa: Può l’esistenza di migliaia di copie rendere l’opera un semplice oggetto senza valore? La risposta è probabilmente si, anche se stiamo parlando di repliche ovviamente non siglate dall’artista in persona, non autenticate, ma cosa succederebbe se fosse possibile ricreare l’opera originale?

Google vuole creare una biblioteca digitale ed i fotografi…gli fanno causa

 Negli ultimi anni il motore di ricerca Google non solo ha polverizzato la concorrenza ma ha fatto andare su tutte le furie i suoi diretti avversari che sono stati costretti a cedergli il passo. Ovviamente i sofisticati algoritmi che alimentano la piattaforma sono stati una vera e propria manna dal cielo oltre che un faro nella notte per tutti gli utenti di internet. Ora Google, dopo le stupefacenti piattaforme Google Maps e Google Earth, ha intenzione di creare un’immensa biblioteca digitale, progetto ambizioso che però ha già trovato un grosso intoppo.

Mercoledì scorso infatti l’American Society of Media Photographers ed un gruppo di artisti visivi ha deciso di intentare causa contro il colosso di Mountain View. Il problema è che digitalizzando e mettendo in rete milioni di libri, Google andrebbe anche a pubblicare centinaia di migliaia di fotografie di reportage e d’arte, protette da copyright. Ovviamente i due gruppi patteggerebbero per la sbalorditiva cifra di 125 milioni di dollari, solo dopo il pagamento del congruo bottino Google avrà il permesso di pubblicare le foto.

Marina Buening e Daniela Monaci, una catena infinita allo Studio Tiepolo 38 di Roma

Giovedì 15 aprile 2010 alle ore 18:30 si inaugura presso la galleria Studio Tiepolo 38 la mostra Endless Chain, doppia personale di Marina Buening e Daniela Monaci a cura di Micol Di Veroli. Fotografia, video ed installazione sono le tecniche proposte dalla mostra Endless Chain, i media che Marina Buening e Daniela Monaci hanno scelto per compiere le loro sperimentazioni artistiche. Marina Buening affida le sue creazioni all’intreccio degli elementi, lasciando che sia la sinuosa stretta del nodo a svelare le complesse geometrie dell’universo.

La ricerca artistica è posta esattamente all’interno di ogni singolo elemento dell’intero creato, essa riesce a carpire e rappresentare la pulsante essenza di ogni cellula, la solida ed intangibile presenza di ogni molecola. Attraverso la silente fermezza di un’immagine fotografica è possibile leggere la delicata natura del movimento e del tempo, analizzando traiettorie e fisicità di personaggi ed oggetti posti in relazione dinamica tra di loro. Mediante un’installazione è possibile donare una terza dimensione al pensiero, ricreare concetti astratti e luoghi lontani o inesistenti. La sequenza filmica della video arte, infine, ritaglia una finestra aperta sul mondo, una cornice stabilita attraverso la quale delle sezioni istantanee  ricreano il movimento, la vita.

Impossible Project resuscita le pellicole istantanee Polaroid

 Florian Kraps e Andre Bosman sono i fondatori dell’Impossible Projetct ma in cosa consiste questo progetto impossibile? si tratta di far tornare in vita le tanto amate pellicole Polaroid. La produzione del celebre instant film è stata infatti abbandonata due anni fa dalla Polaroid Corporation e l’ultimo pacchetto di pellicole è scaduto lo scorso novembre. Ma Kraps e Bosman non hanno intenzione di far tramontare il sogno della gloriosa pellicola istantanea che per milioni di fans in tutto il mondo è ben più importante della ormai consona fotografia digitale.

Ebbene i due imprenditori hanno rilevato la formula originale della pellicola ed hanno iniziato a sperimentare in maniera semi-casalinga, con l’intenzione di far ripartire la produzione dell’instant film. Circa due settimane fa l’impossible project ha prodotto le prime due varianti di instant film che prendono il nome di PX 100 silver shade e PX600 silver shade, il tutto avvolto in una confezione minimal ma del tutto accattivante.

A Milano un inedito Stanley Kubrick fotografo

Dal 16 aprile al 4 luglio 2010, a Palazzo della Ragione di Milano saranno esposte trecento fotografie, molte delle quali inedite e stampate dai negativi originali, realizzate da Stanley Kubrick dal 1945 al 1950 quando, a soli 17 anni, venne assunto dalla rivista americana Look.

L’esposizione, curata da Rainer Crone, in collaborazione con la Library of Congress di Washington e il Museum of the City of New York – che custodiscono un patrimonio ancora sconosciuto di oltre 20.000 negativi di Stanley Kubrick, giovanissimo, ma già grande fotografo – testimonierà la sua capacità di documentare la vita quotidiana dell’America dell’immediato dopoguerra, attraverso le storie di celebri personaggi come Rocky Graziano o Montgomery Clift, le inquadrature fulminanti e ironiche nella New York che si apprestava a diventare la nuova capitale mondiale, o ancora la vita quotidiana dei musicisti dixieland.