Il Talent Prize 2010 e Jan Dibbets

The Shortest Day at my House in Amsterdam. 1970. © All rights reserved Jan Dibbets/Artists Rights Society (ARS)

Come sarebbe a dire, vi chiederete voi? Ebbene forse stavamo solo scherzando o forse è proprio così ma non vogliamo dilungarci troppo in discussioni specifiche. Andiamo quindi ad esporvi due fatti, così come appaiono innanzi ai nostri occhi.

Giovanni Ozzola con il suo video di 2 minuti e tredici secondi dal titolo Superficiale – Under My Skin ha vinto il Talent Prize edizione 2010 e con esso i diecimila euro del premio finale. Il video vincitore illustra le variazioni di luce che vanno a fissarsi sul muro di fronte alla sua scrivania. L’opera è senz’altro poetica e profonda e nella sua semplicità riesce a cogliere in pieno la maestosità della luce e dello scorrere del tempo, affiancandosi alle grandi sperimentazioni del passato. Parlando dell’opera il magazine Insideart definisce quella di Ozzola come una ricerca fortemente connotata dalla “trasversalità delle modalità espressive per un approdo originale e d’impatto”.

L’imperfezione salverà il mondo (dell’arte)

Anche se probabilmente la pellicola è ancora superiore o quantomeno con le sue imperfezioni riesce a ricreare un vasto spettro di ricordi in ognuno di noi, il digitale ha praticamente invaso il mondo della fotografia. L’arte contemporanea, da par suo, si è letteralmente aperta a questo dirompente assalto ed anche se questa trasformazione ha spalancato le porte a nuove e meravigliose visioni, negli ultimi tempi le cose sono un tantino cambiate e tutto è divenuto un poco noiosetto.

Questo forse perchè tra gli artisti c’è troppa ossessione per il lato tecnico, per la perfezione delle luci e dei soggetti. C’è troppo lavoro su Photoshop, ci sono troppi trucchetti che ormai tutti conoscono, ed infine troppi plugins sviluppati da terze parti che livellano ogni immagine, rendendola identica ad un milione di altre. Mancano le idee ma soprattutto manca la spontaneità, abbondano i pixel, le lenti speciali e le luci fluo.

La classifica delle personalità meno influenti del mondo dell’arte, edizione 2010

Dopo aver pubblicato la Top 100 dei personaggi più potenti del mondo dell’arte stilata da Art Review, preparatevi a subire l’edizione 2010 de “La classifica delle personalità meno influenti del mondo dell’arte” stilata da Globartmag. Quindi non perdiamoci in chiacchiere e via con la nostra top 10:

1 – Lady Gaga: prova e riprova alla fine entrerà nel mondo dell’arte contemporanea, speriamo solo che lo faccia prima di sparire dalla hit parade.

2 – Terry Richardson: prova  e riprova anche lui alla fine otterrà qualcosina dalle sue modelle. Peccato che oltre a tette e culi nelle sue foto c’è poco altro.

3 – Eduardo Cicelyn: dopo avergli tolto acqua, luce e gas, speriamo non gli tolgano pure le pareti ed il digitale terrestre.

Diverse novita al Festival della Creatività di Firenze

Torna a Firenze dal 21 al 24 ottobre il Festival della Creatività, ma stavolta, dopo quattro anni, cambia format e location. Il festival quest’anno abiterà infatti le strade e le piazze della città, coinvolgerà chi lavora, studia e ricerca, si proporrà come un generatore di innovazione e un antidoto alla crisi. Il festival prenderà forma attraverso due dimensioni: quella reale degli eventi nelle città toscane, e quella virtuale del web. Nella dimensione reale saranno 16 le location in cui prenderanno vita incontri, esposizioni, spettacoli, workshop e laboratori.

Tra i tanti eventi attesi per il festival, T.Box è la sessione dedicata al territorio toscano che ne mette in luce i processi innovativi e la vocazione alla creatività. A better life è la sezione dedicata alle buone pratiche, agli stili di vita virtuosi, agli ambiti della sanità, dell’ecologia, della mobilità creativa. Insomma, della creatività che migliora la vita. L’agorà, la piazza delle idee, è il luogo in cui la creatività si confronta attraverso la condivisione e la partecipazione. Vengono dunque messi in piazza idee, progetti, ricerche e prodotti volti a migliorare la qualità della vita.

6 artista – Riccardo Benassi / Tomaso De Luca

In occasione del nuovo ciclo espositivo MACROFall 2010, il Museo Macro di Roma ospita nei propri spazi le installazioni di Riccardo Benassi e Tomaso de Luca – vincitori della prima edizione di 6ARTISTA – a conferma sia della costante attenzione del Museo verso le nuove generazioni di artisti attivi a Roma, sia del legame storico tra il museo e Pastificio Cerere quali grandi laboratori di immagini.

Partito nel 2009, 6ARTISTA è il Premio concepito da Fondazione Pastificio Cerere e Associazione Civita con il sostegno di Allianz per supportare i giovani talenti nella loro fase formativa attraverso un periodo di residenza presso il Pastificio Cerere, un luogo che dagli anni Settanta in poi ha visto la nascita e lo sviluppo delle tendenze artistiche più interessanti della capitale, uno spazio in cui gli artisti transitano, vivono e lavorano. L’obiettivo è quello di offrire un luogo di confronto con i diversi linguaggi, idee e tecniche, affinché i giovani individuati possano approfondire la loro poetica e consolidare il proprio linguaggio.

Veronica Dell’Agostino – Aimless

Dopo il punctum di Rita la personale di Rita Vitali Rosati che ha riaperto la terza stagione espositiva dal titolo Quid est veritas (?), della home gallery Sponge Living Space di Pergola (PU), sabato 23 ottobre 2010 alle ore 18:00 è la volta di Aimless personale di Veronica Dell’Agostino a cura di Micol Di Veroli.

La totalità dell’esperienza umana è costituita da una moltitudine di sottoinsiemi, cellule di esperienze che vanno ad unirsi ad altre loro simili, formando il magma pulsante della memoria. Organizzare queste cellule è per ogni organismo senziente un meccanismo indispensabile che permette di ampliare le cognizioni personali. Imparare dal passato significa quindi evolversi all’infinito.  Spesso le esperienze passate sono costellate da momenti traumatici misti ad attimi di gioia estrema, da  perdite e riconquiste, da battaglie perse e guerre vinte. Nel mezzo di tutti questi tumulti si estende la linea sottile e continua del silenzio, una sequela di giorni persi nelle piccole cose, nella reiterazione di gesti dosati e minimi, nella ricerca senza scopo.

Salvi i 33 minatori e Sebastian Errazuriz gli dedica un’opera

Sono stati sepolti vivi per 70 interminabili giorni, intrappolati in quella terribile miniera di San Jose in Cile. Ora finalmente, grazie alla capsula Fenix e ad un tunnel di salvataggio di oltre 600 metri, i 33 minatori cileni possono tornare nuovamente alla vita, risorgere dalle loro stesse ceneri e riabbracciare i propri cari. Nel mentre, le immagini del rocambolesco quanto provvidenziale salvataggio hanno fatto il giro del mondo ed oltre un miliardo di persone in tutto il pianeta hanno assistito contemporaneamente ed in diretta a questo lungo momento di gloria.

Un trionfo mediatico insomma ma anche un evento toccante e drammatico che ha influenzato persino il mondo dell’arte contemporanea. A Santiago del Cile infatti, nelle stesse ore del salvataggio, l’artista Sebastian Errazuriz ha lanciato un affascinante progetto d’arte pubblica. Si tratta di un’installazione che ha illuminato con 350 tubi al neon i 33 piani (stesso numero dei minatori intrappolati) di un edificio cittadino.

La “Biennale diffusa” di Vittorio Sgarbi e la risposta di Gino De Dominicis

Massimo Cacciari, Alberto Arbasino, Tahar Ben Jelloun, Bernard-Henri Levy, Umberto Eco, Furio Colombo, Guido Ceronetti, Aldo Busi, Roberto Capucci, Emanuele Severino, Roberto Calasso, Roberto Saviano, Giorgio Pressburger, Giorgio Reale, Raffaele La Capria, Paolo Mieli. Questi sono gli intellettuali scelti da Vittorio Sgarbi, le figure “dall’intelligenza manifesta” che sotto la sua supervisione saranno chiamate a selezionare i 150 artisti provenienti da tutte le regioni d’Italia i quali a loro volta occuperanno lo spazio dell’Arsenale alla Biennale di Venezia 2011.

Ma nella Biennale Diffusa di Sgarbi ci sarà anche Oliviero Toscani in una sezione speciale a Forte Marghera più tante altre sorprese in tutta Venezia. Insomma chissà cosa ci aspetterà alla prossima edizione della celebre kermesse. Intanto scatta subito la polemica con un Vittorione Nazionale che dalle pagine del Corriere del Veneto apostrofa Francesco Bonami e Achille Bonito Oliva come fautori dell'”arte curatoriale che sa di ospedale”, oltraggiando due figure che hanno praticamente e fattivamente scritto la storia della curatela e della critica contemporanea nazionale (e non).

Kara Tanaka per la Collezione Maramotti di Reggio Emilia

I corpi assenti nei tredici tavoli d’imbalsamazione di A Sad Bit of Fruit, Pickled in the Vinegar of Grief, l’opera realizzata da Kara Tanaka per la Collezione Maramotti di Reggio Emilia che sarà visibile al pubblico dal 24 ottobre 2010 al 31 gennaio 2011, dichiarano un rifiuto del desiderio di immortalità, la cui diffusa presenza ha permeato la cultura occidentale, che l’artista ritiene in una condizione di declino e di profonda crisi.

Non c’e’ infatti sintomo piu’ significativo di un desiderio di immortalità, espresso dall’uomo fin dalle prime forme di civiltà, del culto della perfezione del corpo, qui ed ora. E non sorprende se al deperimento di tale desiderio si accompagna una crescente obsolescenza della tensione metafisica nell’arte. Come la metafisica ha invaso e fecondato per millenni l’iconografia del corpo divinizzandolo, cosi’ l’arte oggi esplora l’iconografia della sua eventuale perdita. In Un triste pezzo di frutta, marinato nell’aceto del dolore, Kara Tanaka immagina una via d’uscita fisica dal conflitto che l’essere umano patisce tra corpo e coscienza, intravedendo la sparizione del primo e l’emigrazione della seconda al di là dei confini del sociale, nel cosmo che sempre piu’ la tecnologia ci avvicina, con l’accelerazione dello sviluppo e del ‘progresso’ della scienza. L’artista considera il presente come il passato del futuro: l’uomo si avvia a rinunciare al corpo, alla terra, per risolversi in pura coscienza.

Nora Schultz – Avere Luogo

La Fondazione Giuliani per l’arte contemporanea presenta il 9 ottobra Avere Luogo, la prima mostra personale in Italia dell’artista tedesca Nora Schultz (Francoforte, 1975).

Assi di metallo, tubi, rampe, lastre di ferro, magneti, corde, gomma. Le sculture di Nora Schultz sono quasi sempre realizzate con materiali di scarto trovati ovunque, sottratti al loro originario contesto e accostati dall’artista con apparente naturalezza sotto la quale si maschera una fitta trama di relazioni interne. Residui fragili della contemporaneità, resi deboli dall’improvvisa detrazione di originaria funzionalità, i materiali, ricollocati nello spazio espositivo, manifestano al contrario il peso della propria presenza. Questa schietta materialità restituisce alle sculture di Nora Schultz l’immediatezza del momento e le rende, prima di ogni altra considerazione, autentici oggetti. L

Il Turner prize 2010 e l’estetica di regime

La prestigiosa Kermesse britannica del Turner Prize è entrata nel vivo dell’azione e come al solito sono piovute critiche da più parti. Stavolta però non si parla di provocazione o di cattivo gusto ma di noia,  una vera e propria catastrofe per l’arte in genere. Anche prestigiosi magazine d’arte come Artinfo si scagliano contro i protagonisti dell’edizione 2010 che sono Dexter Dalwood con i suoi collage pittorici, l’Otolith Group con le sue installazioni filmiche, Angela de la Cruz con le sculture composte da dipinti e Susan Philipsz con le sue installazioni sonore.

Ebbene l’accusa più gettonata sembrerebbe essere quella di ricorrere ad un postmodernismo ormai superato e schiavo di meccanismi di maniera ormai un tantino logori. E’ chiaro che le manifestazioni concettuali si basano su un’idea ma quando anche questa viene a mancare resta ben poco da dire. In più sembrerebbe che i vertici del premio abbiano fatto firmare ai giornalisti una sorta di contratto volto a non “diramare notizie offensive sul premio”. Insomma si può parlare del premio ma bisogna parlarne bene.

Daniele Cascone, un viaggio all’interno della mente umana

Sabato 23 ottobre alle ore 19 nei locali della Galleria Lo Magno (Via Risorgimento, 91-93 – Modica) sarà inaugurata la mostra fotografica di Daniele Cascone a cura di Giuseppe Lo Magno.

In mostra alcune opere fotografiche realizzate tra il 2009 e il 2010 dal fotografo e artista digitale Daniele Cascone. L’artista ha iniziato a lavorare nel 1996 come grafico pubblicitario, dedicandosi dal 1998 al web design. Appassionato di fotografia e manipolazione digitale, ha fondato il web magazine Brain Twisting, dedicato all’arte digitale e alla creatività presente in rete, che è stato uno dei maggiori punti di riferimento italiani sull’argomento. Le opere di Daniele Cascone sono frutto di manipolazioni digitali che rappresentano, secondo Micol Di Veroli autrice dei testi pubblicati nel catalogo della mostra, «un grido muto contro l’incomunicabilità».

Beyond the Dust – Artists’ Documents Today

Dodici giovani artisti italiani, francesi e olandesi, emergenti sulla scena internazionale, sono riuniti nel progetto espositivo Beyond the Dust – Artists’ Documents Today che prende forma diversa e specifica nel corso di tre tappe al De Kabinetten van De Vleeshal a Middelburg, alla Fabbrica del Vapore a Milano, alla Fondation d’entreprise Ricard a Parigi. Con questo progetto la Dena Foundation for Contemporary Art intende presentare il frutto dei contatti e degli scambi resi possibili dal Programma di Residenze per Artisti e Curatori che essa promuove a Parigi col sostegno del Assessorato Sport e Tempo Libero del Comune di Milano.

E`Milano, quindi, la città che ospita dal 7 ottobre la tappa italiana di Beyond the Dust – Artists’ Documents Today, in quanto dal 2003 il Assessorato Tempo Libero sostiene la missione della Dena Foundation a favore della giovane creazione e della mobilità internazionale, partecipando e contribuendo alla costituzione di Borse destinate a giovani artisti, fotografi, designer e curatori : queste Borse danno l’opportunità di soggiornare al Centre International d’Accueil et d’Echanges des Re’collets di Parigi, di conoscerne la scena artistica e la realtà sociale, di maturare l’esperienza vitale di incontri e scambi internazionali con l’accompagnamento della direzione del Programma.

My Generation, 15 giovani artisti in mostra al Museo Pietro Canonica

All’interno della suggestiva cornice del Museo Pietro Canonica a Villa Borghese (Roma), il 3 ottobre 2010 inaugura My Generation, mostra a cura di Manuela Pacella con il coordinamento di Francesca Campli. L’esposizione si inserisce all’interno della rassegna annuale d’arte contemporanea Dentro Roma, ideata da Andrea Fogli e giunta quest’anno alla sua seconda edizione.

Con questa mostra si intende sostenere e divulgare il lavoro di artisti under 35 nati o attivi nella capitale attraverso un format che possa costituire un prototipo per una manifestazione biennale volta a dare visibilità alle nuove generazioni. Negli ambienti della casa-museo dello scultore piemontese, vissuto a cavallo tra il XIX e XX secolo, 15 giovani artisti presenteranno lavori volti a intrattenere un dialogo con le opere e l’atmosfera preesistenti. Dal giardino all’atelier, dalle sale del museo al piano terra sino all’appartamento dell’artista al primo piano, gli artisti proporranno diversi interventi. Spaziando dalla pittura alla fotografia, dalla scultura al disegno, dal video all’installazione e alla performance le opere creeranno un cortocircuito evocativo e in alcuni casi politico-sociale con un contesto storico-artistico affascinante, ma anche lontano dalla sensibilità delle nuove generazioni.