Nicholas Hlobo, chi è?

Oggi 6 ottobre si inaugura presso la galleria e x t r a s p a z i o di Roma la seconda personale Ngubani na lo? di Nicholas Hlobo (Cape Town, SA, 1975). Nicholas Hlobo è noto per installazioni, performance e immagini che affrontano temi complessi e sollecitano diversi livelli di lettura. L’artista coinvolge l’osservatore nella costruzione di una storia dai molteplici significati.

Il titolo della mostra è Ngubani na lo? – traducibile con Chi è?: Chi sono le persone, da dove vengono e, soprattutto, quali identità si costruiscono nei vari contesti? Per Hlobo, porre interrogativi è fondamentale quanto l’atto stesso del fare. Le sue opere sono ricche di riferimenti alla cultura xhosa e all’esperienza di vita nel Sudafrica post-apartheid e al contempo rappresentano una riflessione più generale su temi quali lingua e comunicazione, genere e sessualità, razza ed etnia.
L’artista parla spesso del suo lavoro in termini di ‘scrittura’ e utilizza sempre per i titoli delle opere la sua lingua madre, lo xhosa, appartenente al ceppo nguni, molto diffusa in Sudafrica. Le sue poetiche espressioni idiomatiche, i proverbi e le ambiguità di senso, sono particolarmente adatte a eludere significati scontati e a minare stereotipi.

Nigredo, l’alchimia creativa

L’alchimia è un ponte sospeso tra esoterismo e filosofia, tra fisica e religione. Una struttura instabile fondata sui suoi stessi simboli intrecciati in mutue relazioni che si rincorrono all’infinito alla ricerca della speranza di una vita eterna, di una salvifica pietra filosofale. Il cardine su cui ruota il processo alchemico è la trasformazione, la volontà di cangiare forme e materiali attraverso tre stadi fondamentali. Il primo stadio di questa trasformazione è la Nigredo, momento cruciale in cui la materia si dissolve e si apre al cambiamento, attimo oscuro e purificatore che Carl Gustav Jung paragonava all’incontro della coscienza con l’inconscio ed al confronto con la propria ombra.

L’arte è per sua natura un’alchimia creativa, un processo di trasformazione della materia e dell’immagine mediante una struttura di simboli poiché l’essere umano è un animale simbolico. La Nigredo dell’arte è il punto d’inizio di una nuova materia immaginifica, di una nuova forma che si apre alla ricerca dell’opera perfetta, vera pietra filosofale di ogni istinto creativo.

Annual Art Awards, gli oscar dell’arte

Sarà il controverso artista Rob Pruitt il presentatore del First Annual Art Awards, manifestazione sponsorizzata da Calvin Klein che si terrà al Guggenheim Museum il prossimo 29 ottobre.

Pruitt da buon conoscitore del mondo glamour ha già stilato una lista di celebrità che saranno chiamate ad assegnare i prestigiosi premi, tra i nomi più altisonanti svettano quelli di Sofia Coppola, James Franco e Mary-Kate Olsen. Certo questa manifestazione ricorda molto da vicino una nota kermesse hollywoodiana e questo non è altro che l’ennesimo passo verso la totale spettacolarizzazione dell’arte.

Martin Soto Climent alla T293 di Napoli

In occasione della seconda mostra personale intitolata Laberintome presso la T293 diNapoli, Martin Soto Climent espone dal 7 ottobre una nuova serie di lavori concepiti intervenendo, con un’attitudine fortemente performativa, su diversi componenti oggettuali. L’azione, quasi mai visibile da parte del pubblico, e’ parte sostanziale della sua ricerca in senso pregresso: una sorta di rituale nascosto che agisce costantemente nel tempo e alle spalle dell’oggetto stesso.

In Laberintome l’artista Martin Soto Climent crea un percorso in cui la sua esperienza presente si sovrappone ad una serie di eventi accaduti alla fine degli anni ’60 in Messico. Il periodo trascorso a Napoli dall’artista (settembre e ottobre) coincide, a distanza di piu’ di quaranta anni, con il lasso di tempo che precedette l’inaugurazione dei giochi Olimpici di Città del Messico nel 1968, quando furono trucidati centinaia di studenti scesi a manifestare nella Piazza delle tre Culture.

La Fondazione Galleria Civica di Trento festeggia i 20 anni con la mostra 1989-2009 / Overview, Celebration, Critique

Il 10 ottobre 2009 la Fondazione Galleria Civica di Trento aprirà ufficialmente al pubblico il suo programma di attività con una mostra dal titolo 1989-2009 / Overview, Celebration, Critique, a cura di Andrea Viliani. Articolandosi in un programma di diverse mostre e progetti esposti in vari luoghi della città di Trento, la mostra celebra i venti anni di attività espositiva della Galleria Civica d’Arte Contemporanea di Trento, aperta nell’autunno del
1989, e pone a confronto, tra rivisitazione storica e sguardo progettuale, i programmi e gli sviluppi dell’identità istituzionale della Galleria con la storia dell’arte italiana contemporanea.

Il percorso espositivo di 1989 – 2009 Overview, Celebration, Critique è strutturato in tre sezioni, dedicate ad artisti già presentati presso la Galleria Civica attraverso un vasto spettro di attività ed interventi che, appunto, la mostra rintraccia e riattiva – mostre personali e collettive, progetti didattici, editoriali, per il web, conferenze, seminari, performance, materiale d’archivio o corrispondenze: una grande retrospettiva storica, una serie di progetti diffusi sul territorio cittadino che hanno per protagonista le due generazioni “di mezzo”, quelle che hanno accompagnato di fatto le attività della Galleria, dal 1989 al 2009, e infine una serie di mostre-statement personali dedicate ad artisti emergenti, di cui quella a Trento costituisce la prima mostra organizzata da un’istituzione pubblica italiana.

Young Artists Patrol#3, Luana Perilli

GlobArtMag propone oggi un’intervista a Luana Perilli, sensibile, poetica ed ironica artista della nuova scena dell’arte contemporanea italiana. L’artista ha da poco vinto il Premio Termoli 2009 con l’opera Complicity (hug) ed è stata tra i grandi protagonisti dell’ultima Quadriennale di Roma nel 2008.

G. Nelle tue opere riesci a far coesistere universi dissimili fra loro, memorie fantastiche e private si uniscono a vissuti universali e spunti storici mentre eteree proiezioni video si intersecano con la scultura. Quale è il meccanismo di questa mitologia personale?

L.P. Mi piace lavorare in modo stratificato accostando una lucida ricerca sul mezzo e il linguaggio ad una forma accogliente ed emotiva legata spesso alla memoria e al quotidiano. Ogni lavoro è una ricerca che si muove attraverso più mezzi,  più stesure,  più punti di vista. Qualsiasi ricerca parte cercando le connessioni tra una struttura logica e tecnica meticolosamente articolata e un’intuizione tutta privata fatta anche dei più risibili aspetti autobiografici. Imparo molto dalla tecnica che utilizzo. C’è una filosofia sottovalutata nel fare.
Credo profondamente in una metodologia simile a quella sostenuta da Italo Calvino: la necessità di darsi una stretta serie di regole e attraverso il loro adempimento o aggiramento produrre il lavoro ”..l’importanza della restrizioni nell’opera letteraria, l’applicazione meticolosa di regole del gioco molto rigide, il ricorso ai processi combinatori, la creazione di opere nuove a partire da materiali preesistenti.. soltanto operazioni condotte con rigore, nella fiducia che il valore poetico possa scaturire da strutture estremamente restrittive.” L’imprevisto nell’incontro di regola, sentimento e autobiografia è sempre salutato con euforia.

Salvate quella donna? No è Mark Jenkins

Il guerrilla artist americano Mark Jenkins ne ha combinata un’altra delle sue. Jenkins è universalmente noto per le sue installazioni lampo consistenti in sculture di oggetti e persone creati con il nastro da pacchi e poi depositate in vari siti cittadini.

Stavolta l’artista ha letteralmente imitato Maurizio Cattelan ed i suoi bambini impiccati ad un albero di piazza XXIV Maggio a Milano circa 5 anni fa. Jenkins ha infatti creato il panico a Winston-Salem negli Stati Uniti, installando la statua di una donna stesa su di un cartellone pubblicitario abbandonato. La donna ha scioccato i passanti poiché non dava segni di vita e non rispondeva ai richiami dei soccorritori. Quando le autorità cittadine sono intervenute per rimuoverla hanno subito capito che si trattava di un’elaborata scultura formata da nastro da pacchi.

Sette giovani artisti indagano sul rapporto tra il segno e la materia

In occasione della Giornata del Contemporaneo, la galleria Angela Memola Grafique Art Gallery di Bologna presenta un progetto sull’intrigante rapporto tra il segno e la materia, collettiva di Pierluigi Febbraio, Erika Latini, Andrea Lucchesi, Elena Monzo, Davide Peretti, Stefano Ronci e  Matteo Sbaragli a cura di Francesca Baboni e Stefano Taddei.

L’esposizione vuole essere un percorso articolato che attraverso il lavoro di sette artisti vede il suo punto di partenza dalla sola linea legittimandola come modus  fine a se stesso e arriva fino al punto in cui si fonde alla materia arrivando a scomporsi. Diviene particolarmente complicato trovare un pensiero forte che sostenga il segno come elemento a se stante nella pratica artistica contemporanea. Proprio perché, come sostiene Ulrich Beck, nell’attualità “l’unità non è altro che la forma narrativa di una molteplicità infinitamente frammentata di correnti e crocevia esistenziali contradditori”, anche per l’artista che utilizza l’azione segnica, diventa basilare destreggiarsi con personalità per divincolarsi nel frammentario marasma esistenziale.

Quarto appuntamento di SPIRITO, è la volta di Domenico Mangano

Prosegue presso il Complesso Santo Spirito in Sassia in Roma il progetto S P I R I T O ideato e curato da Valentina Ciarallo e Pier Paolo Pancotto e promosso da Giubilarte Eventi che, avviato nel novembre 2008, propone alcune delle presenze più significative nel panorama creativo nazionale ed internazionale (alcune delle quali approdano per la prima volta a Roma o in Italia in forma individuale) mettendole a confronto con uno spazio espositivo eccezionale, lo storico complesso ospedaliero fondato nell’ottavo secolo d.C. e definito nel suo aspetto attuale nella seconda metà del Quattrocento sotto il pontificato di Sisto IV.

Ciascun autore è chiamato a ideare un progetto site specific variabile sotto il profilo della durata (uno o più giorni) e della natura operativa (visivo, performativo, plastico, musicale…). Il quarto appuntamento è stato affidato a Domenico Mangano (Palermo, 1976), già da tempo attivo sulla scena espositiva internazionale che comprende tra l’altro mostre personali al Museo Hendrik C. Andersen, Roma (2008), e la partecipazione a La Folie de la Villa Medicis, Roma, Accademia di Francia (2001); Exit, Torino, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (2002); Manifesta 4, Francoforte (2002); Modern times, Nuoro, Man (2005); XIV Quadriennale, Roma (2005); Italics, Venezia – Chicago (2008 – 2009); Passaggi in Sicilia, Palazzo Riso, Palermo (2009).

1/9 – Unosunove arte contemporanea di Roma presenta She said no

Oggi la galleria 1/9 – unosunove arte contemporanea di Roma inaugura la mostra She said no, collettiva di Stefan Brüggemann, Gregor Hildebrandt, Jamie Shovlin e Conrad Ventur. Il primo rifiuto, la prima delusione sentimentale con tutta la sua intensa e insostenibile amarezza: è a questo delicato momento che i quattro giovani artisti tornano con la memoria ma soprattutto con il cuore. Un momento di rottura in cui la difficile e necessaria presa di coscienza di se stessi, dei propri desideri, capacità e limiti, è legata a doppio filo ad un inevitabile confronto con l’altro, in particolar modo con l’altro che ci ha preceduto e ispirato.

Nella costante ricerca di una propria individualità e cifra stilistica l’artista si misura e spesso si svincola dal linguaggio dei padri, dall’ambito culturale che lo ha nutrito, in un misto di riconoscenza verso qualcosa da cui ha attinto e preso forza, ma che allo stesso tempo avverte come un peso da cui liberarsi, un debito da estinguere.

Alti e bassi alla Moscow Biennale 2009

Forse è stata la migliore di tutti i tempi, forse la peggiore ma la terza Moscow Biennale ( che rimarrà aperta fino al prossimo 25 ottobre ) ha sicuramente impressionato il suo pubblico offrendo uno spettacolo senza precedenti e nuove idee sul fronte creativo. Certamente non tutto è andato per il verso giusto, alcuni progetti si sono persi nella nebbia come ad esempio quello di Anthony Gormley che doveva installare alcune sculture nel centro di Mosca e che non ha potuto portare a termine il suo progetto per noie burocratiche.

Anche l’artista francese Bertrand Lavier ha perso il suo spazio al Museo Dell’Architettura per alcuni litigi con il direttore della struttura. Infine una retrospettiva sull’Arte Povera intitolata Capitalism as Religion non è stata più organizzata a causa della mancanza di fondi ( crisi finanziaria docet ).

Ultimi giorni per partecipare al Premio Terna 02

Importante opportunità per gli artisti desiderosi di mostrare le proprie opere in una vetrina dal respiro internazionale. Si tratta della seconda edizione del Premio Terna per l’Arte Contemporanea, concorso curato da Gianluca Marziani e Cristiana Collu sul tema Energia: Umanità = Futuro: Ambiente, La proporzione per una nuova estetica, la cui partecipazione è totalmente gratuita. Attualmente mancano circa dieci giorni alla scadenza del bando fissata per il prossimo 10 ottobre ed il cartellino presenze ha ampiamente superato la quota di 1000 opere iscritte tra cui svetta la presenza di numerosi e promettenti artisti internazionale.

Partecipare al premio è facile, basta visitare il sito www.premioterna.it, leggere il bando e caricare online la propria opera. Il premio è diviso in categorie: Gigawatt riservata agli under 35 anni, Megawatt riservata agli over 35 anni e Connectivity New York riservata agli artisti italiani ed internazionali che lavorano a New York, ogni artista può partecipare solamente ad una delle categorie in gara. Per quanto riguarda i premi in premi in palio, al primo classificato di ogni singola categoria ( Gigawatt e Megawatt )andrà una borsa di studio della durata di 4 mesi a New York del valore di circa 30.000,00 euro, presso l’International studio & curatorial program (iscp) di New York. Uno dei più prestigiosi istituti americani. Al secondo classificato verrà assegnato un premio-acquisto del valore di 4.000,00 euro e per il terzo classificato è stato fissato un premio-acquisto del valore di 3.000,00 euro.

FREeShout!?, festival della creatività

Esposizioni, concerti, workshop, interventi urbani. In scena dal 1° al 4 Ottobre a Prato, il Festival FREeSHOUT!? 2009 expressive young fest vedrà nuovamente decine di artisti riuniti per un evento nel quale la creatività è la componente fondamentale. Tema di questa edizione è Iperuranio, Il Mondo Ideato: un mosaico di paesi immaginari e micronazioni, stati concreti o mentali ideati dal nulla e raccontati da videoartisti, illustratori, designer, performer.

Mondi ideati che prenderanno vita nella suggestiva cornice dei Cantieri Culturali di Officina Giovani di Prato, uno spazio dedicato ai giovani e alla loro energia creativa, ricco di potenzialità ed esperienza di spicco in Italia. Diversi gli artisti che compongono il programma del festival. Tra questi, i designer di AnAtomic Factory descrivono La Repubblica del Lavoratore Precario progettando e realizzando la Sedia del Lavoratore Precario; Benedetta Ciabattari con i canDsign, invece, ispirandosi al romanzo Flatland di E.A. Abbott, concepiscono un’installazione composita che, con gli stessi presupposti geometrici di Abbott, evidenzia il ruolo del “punto di vista” nel rapporto fra persona e realtà.

AETERNITAS, L’Attimo Celeste (Prima dell’Apocalisse)

In occasione della presentazione della monografia CORPICRUDI con testi di Francesca Baboni, Luca Beatrice e Stefano Taddei per la collana Skip_Intro edita da Shin Production (diretta da Massimo Tantardini), si inaugura la nuova personale di CORPICRUDI intitolata AETERNITAS, L’Attimo Celeste (Prima dell’Apocalisse).

AETERNITAS, dea della mitologia romana primitiva, raffigurata sulle antiche monete dell’Impero, simbolo di eternità, tempo infinito, perenne memoria. AETERNITAS, bianche creature vivono luoghi di eterna memoria. In un processo di “musealizzazione del corpo”, giovani donne verginali sono immortalate come nelle composizioni delle nature morte, anime congelate nel tempo infinito.
La mostra, a cura di Francesca Baboni e Stefano Taddei per la galleria Contemporary Concept,  si svolgerà contemporaneamente in due spazi nel periodo 1 Ottobre – 10 Novembre 2009, e presenta la prima sezione di lavori del nuovo progetto.