La Rivoluzione siamo noi, Luca Rossi intervista Maurizio Cattelan

Globartmag, in collaborazione e concomitanza con Whitehouse presenta oggi un dialogo senza precedenti tra Luca Rossi e Maurizio Cattelan. Un confronto su dinamiche creative, sociali e di mercato che non ha bisogno di presentazioni:
Luca Rossi: Chi è per te Luca Rossi?
Maurizio Cattelan: Mi sembra quello che firma i fac-simile della dichiarazione dei redditi.
LR: Hai parlato della necessità di recuperare la tua “indipendenza” e quindi di prendere le distanze dal sistema dell’arte, in particolare dal mercato e dalle polemiche. Vorresti rinegoziare il ruolo di artista. Cosa non funziona nel sistema dell’arte?
MC: La vera anomalia del sistema è che il prezzo alto di un’opera è diventato certificato di qualità. Al di fuori di questo tutto è posto sullo stesso piano, mancano punti di riferimento critici rispetto ai contenuti.

Non è facile, a Palazzo Incontro una mostra che invita a non fermarsi alla superficie

Inaugura il 9 novembre la mostra Non è facile a cura di Claudio Libero Pisano, primo appuntamento di un ciclo di quattro incontri espositivi del Contemporaneo all’interno di Palazzo Incontro a Roma. Il titolo della mostra esprime un voluto doppio livello di lettura che unisce tra loro – come in un dialogo ideale – i cinque lavori degli artisti esposti. Ad un primo sguardo, le opere si presentano cariche di empatia e grande riconoscibilità nel segno e per l’uso di colori fortemente caratterizzanti. Ma, ad un’osservazione più attenta, si tratta di opere che chiedono di andare oltre. Oltre l’apparente e una lettura solo appagante, per potersi immergere in territori e interrogativi non esclusivamente estetici né rassicuranti.

Non è facile è un monito a non fermarsi alla leggerezza evanescente della superficie. L’universo interpretativo è colmo di significati, non sempre immediatamente riconoscibili, che si rivelano solo nel saper guardare. Oltre l’immagine stessa che l’artista ci offre e che egli stesso invita a superare, trasfigurandola, per coglierne l’essenza. Ci vuole attitudine, predisposizione d’animo. Non è facile avere l’una e l’altro.

Democrazie, potere e consenso

Esplorare il potere e il potere del mercato nella società contemporanea, focalizzando l’attenzione sull’intersezione tra politica ed arte e la loro costante riconfigurazione delle ideologie, ci impone prolifiche questioni relative al consenso, utili a definire i contorni della società in cui viviamo. I simboli, l’estetica, le manifestazioni del potere e il loro significato nelle diverse aree del pianeta e nel controllo o nella proprietà dello spazio pubblico diventano in Declining Democracy, presso il CCCS a Firenze, parte di una varietà di tematiche che affrontano questioni sociali scottanti quali la disuguaglianza e la differenziazione sociale. Declinazioni realizzate da 12 artisti per evidenziare il carattere virale di certe strategie di comunicazione tutt’altro che democratiche.

Spostare le sabbie di una duna di pochi centimetri è per Francis Alÿs, l’espressione di un gesto corale che nell’inutilità dello scopo si fa testimone dell’esigenza sentita da più parti, di meccanismi di governo partecipativi. Gli stessi che in territorio italiano, vengono stimolati e promossi dal lavoro del gruppo Buuuuuuuuu. Una partecipazione sociale totalmente negata dall’installazione multimediale di Michael Bielicky & Kamila B. Richter, dove tramite Twitter ogni nostra scelta, ogni nostro tiro al bersaglio diventa dato in borsa e dunque nuovo scenario politico mondiale che è di fatto, spettacolo da osservare.

Roma: tour conTEMPORANEO in una città in continua trasformazione

E’ possibile visitare 5 siti capitolini in tre ore e mezza in un tour conTEMPORANEO? E’ ciò che è accaduto sabato 22 ottobre nella seconda edizione di TEMPORANEO arte contemporanea nella città in evoluzione, rassegna dedicata all’arte contemporanea organizzata da IMF Foundation e Nomas Foundation. Interrompere la visione quotidiana di un zona presente nel tessuto urbano attraverso l’intervento di giovani artisti è l’obiettivo dell’evento. Installazioni realizzate in spazi industriali recuperati o in nuove stratificazioni architettoniche che diventano nuovi centri propulsori, ponendo l’accento su Roma come città in continua trasformazione.

Il giro inizia all’Auditorium Parco della Musica. Nel giardino che costeggia il retro dei tre scarabei di Renzo Piano emerge They are Lucky to be Bourgeois Hens II (2009, legno, vernice, elettricità, galline circa 550 x 150 cm) del giovane Petrij Halilaj (Skenderaj, Kosovo 1986). Egli ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Brera, ma ora vive e lavora tra Mantova, Berlino e Kosovo. Il suo shuttle di legno, simbolo dell’aspirazione umana a conquistare lo spazio, è in realtà un pollaio, i cui abitanti sono animali dotati di ali ma incapaci di volare. Ricordi e memorie della terra d’origine sono al centro del suo lavoro: le galline sono state i suoi compagni di giochi in un’infanzia trascorsa in mezzo alla guerra. L’opera, progettata da Petrij, è stata materialmente costruita a Runik, in Kosovo, dai suoi amici e parenti.

Bertozzi&Casoni vincono il Premio Pascali

La XIV edizione del Premio Pino Pascali si inaugura a Polignano a Mare (Bari) sabato 29 ottobre 2011 alle 19. La commissione composta da Rosalba Branà, direttrice della Fondazione Pino Pascali, Giusy Caroppo critico d’arte, Carlo Berardi, curatore indipendente, Annalisa Milella, giornalista, ha assegnato il riconoscimento agli artisti Bertozzi&Casoni motivando così la scelta:

“Giampaolo Bertozzi e Stefano dal Monte Casoni, introducono nella storia della scultura occidentale segnali di discontinuità rinnovando la ricerca formale della ceramica in chiave concettuale e iper-realistica. Dosando sapientemente artificio, mimesi ed ironia gli artisti rappresentano una realtà post-consumistica logorata e imprigionata nell’universo della simulazione.”

La galleria diventa una sala parto e il museo un parco giochi

Incredibile ma vero, anche venire al mondo può essere considerata una vera e propria performance d’arte contemporanea. A rafforzare l’ipotesi ci ha pensato Marni Kotak, giovane artista statunitense che ha deciso di organizzare una performance dal titolo The Birth of Baby X alla Microscope Gallery di New York. L’artista ha pensato bene di completare il suo parto all’interno degli spazi della galleria, trasformando così la nascita del suo bebè in una performance.

Stando a quanto dichiarato in un comunicato stampa emesso dalla galleria, l’artista di 36 anni ha sfornato un bel bambino (in piena salute) alle ore 10:17 di martedì 25 ottobre. Insomma, dopo tante e tante performance in cui l’artista di turno mette a repentaglio la sua integrità fisica rischiando la vita, finalmente qualcuno ha deciso di creare la vita. Marni Kotak si è stabilita all’interno della galleria lo scorso 15 ottobre ed ha trasformato gli spazi in una camera da letto. In questi giorni l’artista ha accolto i visitatori incuriositi ed ha risposto alle loro domande.

I Voina fanno causa allo stato

Oltre alle ostilità del governo cinese nei riguardi di Ai Weiwei, un’altra vicenda ha tenuto con il fiato sospeso la comunità dell’arte internazionale. Stiamo ovviamente parlando dell’arresto di Leonid Nikolaev e Oleg Vorotnikov, i due membri del collettivo artistico sovietico denominato Voina. Come sicuramente ricorderete lo scorso novembre i Voina organizzarono una delle loro celebri riot-performance a San Pietroburgo. Durante l’azione intitolata Palace Revolution, Nikolaev e Vorotnikov rovesciarono alcune macchine della polizia con tanto di ufficiale delle forze dell’ordine all’interno. I due artisti furono quindi arrestati e sbattuti in prigione.

Le prigioni russe non sono certo una passeggiata ed i due sono stati trattati con estrema brutalità. In seguito, il nostro beniamino della street art Banksy si è offerto di pagargli la cauzione, offerta che è stata in un primo momento rifiutata dal giudice (poiché Banksy non ha identità) ed in seguito accettata. A fine marzo però, i poveri artisti sono stati nuovamente fermati nel corso di una manifestazione pacifica e violentemente picchiati dalla polizia russa. In seguito, un nuovo mandato di cattura è stato emesso nei confronti dei poveri Oleg e Nikolaev. Le accuse sono quindi rimaste sul capo dei due fino ai giorni scorsi, quando finalmente la polizia russa ha deciso di far decadere ogni persecuzione nei loro confronti.

Centopercento periferia, serie di eventi nella periferia di Roma

Parte una serie di eventi a cura dei ragazzi di Centoxcentoperiferia http://www.centoxcentoperiferia.com/ denominati progetto “quadratonomade”.
La loro attenzione alla periferia di Roma e all’arte contemporanea si mescola qui in un’iniziativa assai originale.

Il primo evento si terrà aaddirittura all’interno del campo nomadi di via di Salone a Roma il 23 ottobre 2011. Questo evento è denominato quadratonomade centauri campo nomadi.
Il 10 e il 15 ottobre si sono svolti due appuntamenti che hanno coinvolto le persone che vivono nel campo. In questa occasione è stata invitata l’artista Lisa Wade a tenere un workshop con bambini e ragazzi. Le opere realizzate saranno esposte in una sezione dell’esposizione assieme ai lavori dei molti artisti della scena romana che hanno aderito all’iniziativa.

Di cosa sono fatte le stelle? Marco Morici e Ignazio Mortellaro per CO2

 

Marco Morici - "My heart is a minereal" - 2010 - stampa fotografica su carta di cotone - courtesy CO2 Gallery

Lo scorso venerdì 14 ottobre è stata inaugurata, presso la CO2 contemporary art di Roma, la doppia personale di Marco Morici e Ignazio Mortellaro: Ossidiana.

Il titolo si riferisce ad un materiale d’origine lavica, le cui antitetiche caratteristiche di affilatura e fragilità, oltre che la sua appartenenza organica alla crosta terreste, alludono alla condizione stessa di esistenza dell’essere umano.

Pipilotti Rist trasforma l’ex Cinema Manzoni in un grande organismo vivente

Dal 9 novembre al 18 dicembre 2011 la Fondazione Nicola Trussardi presenta Parasimpatico, a cura di Massimiliano Gioni, la prima grande mostra personale di Pipilotti Rist in un’istituzione italiana. 

A fare da sfondo al nuovo progetto dell’artista svizzera è il Cinema Manzoni, per più di cinquant’anni una delle sale cinematografiche più importanti della città di Milano e chiusa al pubblico dal 2006. Pipilotti Rist è una delle voci più autorevoli e anticonformiste dell’arte di oggi: ha esposto con mostre personali nei più celebri musei del mondo – tra cui il MoMA di New York e il Centre Pompidou di Parigi – e ha preso parte alle maggiori kermesse internazionali, tra cui la Biennale di Venezia, quella di Berlino, Sydney e Lione. Nel 2009 ha partecipato al Festival del Cinema di Venezia con il suo primo lungometraggio Pepperminta.

Visioni fluttuanti, colori vibranti e psichedelici, colonne sonore ipnotiche, sensualità e leggerezza sono alcuni dei principali ingredienti del mondo di Pipilotti Rist, costruito sulla linea di confine tra sogno e realtà. I suoi video lussureggianti e le sue installazioni multimediali esplorano la sessualità e la cultura dei media con un mix giocoso e provocatorio di fantasia e quotidianità, in cui le immagini in movimento trasformano soggetti, temi e luoghi familiari in affascinanti caleidoscopi.

 Per Pipilotti Rist le immagini video sono la proiezione di desideri ed emozioni, una nuova forma di vita organica che lo spettatore può percepire non solo con gli occhi ma anche e soprattutto con il corpo.

Dior, dimenticare Galliano grazie a Reyle e Gagosian

Il rapporto tra arte contemporanea, design ed alta moda si fa sempre più serrato e prolifico. Grandi archistar ed artisti di chiara fama si impegnano con altrettanti fashion brands internazionali, dando vita a proficue collaborazioni che spesso e volentieri incontrano grandi consensi di pubblico ed in alcuni casi creano dei veri e propri oggetti di culto.

Ecco quindi che MAC collabora con Cindy Sherman, Louis Vuitton con Takashi Murakami (che fra l’altro ha creato una serie di meravigliose e coloratissime borse per il brand francese) e Stella McCartney con Barry Reigate. Non sappiamo esattamente cosa spinga gli artisti a buttarsi nel campo della moda, forse sono i tanti soldi promessi dai brands, forse è la voglia di abbracciare un più vasto bacino di pubblico o forse solamente per il gusto di divertirsi a creare qualcosa di insolito, seguendo sempre la propria sensibilità ed applicandovi la propria cifra stilistica. 

Rachel Whiteread, quando l’assenza diventa presenza

Girovagando per le vie di Trastevere è possibile rimanere stregati da un atipico slang inglese proveniente dallo Street View della Galleria Lorcan O’Neill. Qui sono esposti Untitled II ovvero la materializzazione del vuoto presente sotto uno sgabello e Thresold una porta traslucida rosa. Sono solo alcuni dei nuovi lavori di Rachel Whiteread (Londra, 1963 – vive e lavora a Londra), per la seconda volta ospite della galleria. Rachel Whiteread è una delle poche artiste della sua generazione che ha prodotto importanti opere pubbliche come House (Londra, 1993) o Holocaust Memorial nella Judenplatz di Vienna (2000). Inoltre, nel 1997 ha rappresentato la Gran Bretagna alla Biennale di Venezia, ed ha esposto nelle maggiori gallerie internazionali.

Tom Sachs trasforma il Parke Avenue Armory in una missione su Marte

Nel corso degli anni il Park Avenue Armory di New York ha ospitato numerosi eventi artistici che hanno trasformato radicalmente i suoi spazi espositivi. La lista degli interventi ambientali fuori dal comune è infatti molto lunga, basti citare l’installazione No Man’s Land di Christian Boltanski che nel 2010 scaricò nella hall dell’Armory le sue ormai celebri 30 tonnellate di vestiti usati con tanto di braccio meccanico.

Questa volta però la prestigiosa istituzione no-profit ha deciso di fare un ulteriore balzo in avanti, ospitando una missione spaziale. Il progetto prende il titolo di Space Program 2.0: Mars ed avrà luogo nel maggio del 2012 ad opera del funambolico artista Tom Sachs. Per coloro i quali non lo conoscessero, possiamo solo aggiungere che Sachs ha da tempo basato la sua ricerca sui grandi brand e sul rapporto che essi allacciano con la cultura di massa. L’artista, in passato, è stato artefice di sculture alquanto bizzarre come un Hello Kitty gigante, una ghigliottina griffata Chanel, un campo di concentramento di Prada ed una pistola Tiffany.

Short stories 3 – Come le lucciole

CHI: Mario Airò (1961 – Pavia), Tony Brown (1970 – Louisiana), Claude Collins-Stracensky (1975 – Lakewood), Paolo Gonzato (1975 – Busto Arstizio), Franco Guerzoni (1948 – Modena), Eva Marisaldi (1966 – Bologna), Katja Mater (1975 – Olanda), Liliana Moro (1961 – Milano), Nathaniel Rackowe (1975 – Londra), Davide Tranchina (1972 – Bologna), Mark Aerial Waller (1969 – High Wycombe), Silvio Wolf (1952 – Milano).

DOVE: Galleria Nicoletta Rusconi – Milano

QUANDO: 16 settembre – 5 novembre 2011

COSA: Marco Tagliafierro ha invitato il nutrito gruppo di artisti a riflettere sul pensiero pasoliniano attraverso un’opera di Georges Didi-Huberman: Come le lucciole. Una politica delle sopravvivenze. Le lucciole diventano simbolo di eccezione, ognuno di noi può essere lucciola, emanare luce, e librarsi in azioni liberatorie, essere inafferabili per un attimo. Pasolini credeva, nella sua visione drammatica, che le lucciole fossero scomparse, inghiottite dal neo-capitalismo. In realtà esistono ancora, piccole e nascoste, ma resistenti.