Marina Abramovic Top Model per Elle – La Grecia cancella una fiera – Il MET ritrova un Velázquez


Cominciamo il nostro articolo dalla Serbia. il celebre fashion magazine Elle, edizione serba, ha scelto una modella d’eccezione per la sua copertina patinatissima. Si tratta di una Marina Abramovic più in forma che mai, avvolta da un abito rosso fiammante e con il crine adornato da un vistoso copricapo. Lo scatto che comparirà sul numero di Gennaio 2011 è stato eseguito da Dusan Reljin. E meno male che la Abramovic stessa si definiva la “nonna della Performance Art“, a noi sembra ancora estremamente affascinante.

Facciamo ora un rapido passaggio in Grecia. Sono in molti ad applaudire i sentori di una lenta ripresa economica ed altrettanti iniziano a sognare una grande riscossa anche per il mondo dell’arte contemporanea. Sfortunatamente questi dorati sogni sembrano ancora lungi dall’avverarsi. A riportarci con i piedi per terra è la notizia della cancellazione dell’Athens World Fine Art Fair, manifestazione fieristica che doveva aprirsi nei prossimi mesi allo Zappeion Palace di Atene.

A Natale con Tiziano

Anche nel giorno di Natale e’ possibile visitare Palazzo Marino (Milano) e l’opera Donna allo Specchio di Tiziano, in prestito dal Museo del Louvre. Il dipinto offre l’opportunita’ di approfondire aspetti meno noti della cultura del Rinascimento italiano, esaltando i valori estetici e morali della bellezza femminile del tempo, i codici del comportamento virtuoso delle dame, le loro abitudini, il loro vestiario, la cultura dell’amore cortese che dominava il mondo relazionale della Venezia a cavallo tra 1400 e il 1500.

Il Comune di Milano, rendendo nuovamente accessibile ai cittadini e al pubblico la prestigiosa Sala Alessi di Palazzo Marino, consolida così i legami del Tiziano con la città, dove il pittore dipinse diverse opere tra cui L’Incoronazione di spine a Santa Maria delle Grazie, che fu teatro del fortunato incontro con Filippo II, figlio dell’imperatore Carlo V. In seguito alla loro conoscenza, il pittore produsse diversi quadri mitologici, sacri e ritratti per la corte, raggiungendo il massimo livello di prestigio internazionale per un pittore dell’epoca.

Il paesaggio dipinto alla V.M.21 di Roma

La Galleria V.M.21 artecontemporanea di Roma presenta al pubblico il 16 dicembre 2010 la mostra Il paesaggio (dipinto): Jernej Forbici, Maddalena Mauri, Nicolas Pallavicini a cura di Antonio Arévalo. L’evento vuole essere una ricognizione sugli artisti d’oggi. Artisti che al di là della loro provenienza geografica si incontrano sulla scena, che hanno una uguale proposta energetica e che hanno maturato la loro personale ricerca: Jernej Forbici (Nato nel 1980 a Maribor, Slovenia), Maddalena Mauri (Nata a Roma; vive e lavora a Viterbo) e Nicolas Pallavicini (Nato nel 1976 a Buenos Aires,  Argentina).

La collettiva presenta paesaggi che si sono rimodellati nei tempi e con i tempi: paesaggi onirici, paesaggi contaminati, paesaggi fittizi, che attraverso l’uso della pittura, fanno esplodere le loro contraddizioni e vi si adagiano. Un paesaggio che vive attraverso l’uso e attraverso la percezione. Un paesaggio che mostra le sue qualità geometriche, compositive e materiche.

A Londa una mostra sull’arte russa “degenerata”

Il regime sovietico li ha condannati come dissidenti e censurato le loro opere perché creazioni di una mente degenerata. Adesso però quei “traditori” sono stati richiamati in servizio da una grande mostra a Londra all’Aktis Gallery (in visione fino al prossimo 31 marzo), nuovo spazio cittadino che si è già mostrato come una piattaforma specializzata in mostre di artisti rivoluzionari russi. Tra gli artisti in mostra Oscar Rabin (ora uno splendido 90enne) che ha rischiato di essere arrestato circa 40 anni fa per aver organizzato quella che oggi è divenuta famosa come la Bulldozer Exhibition, una specie di protesta attuata dagli artisti russi contro il regime.

Ebbene quella mostra fu vittima di un raid del KGB che irruppe nello spazio con alcuni bulldozer, allontanando i riottosi con gli idranti. Rabin fu successivamente espulso dalla Russia e costretto a vivere assieme alla sua famiglia in quel di Parigi, in totale esilio.

Tutti i vincitori del Premio Celeste 2010

Sono Laura Bisotti, Mario Rossi, Paola Sunday e i Quiet Ensemble i quattro vincitori della VII edizione del Premio Celeste che si sono aggiudicati i 20.000 euro per le categorie pittura, fotografia e grafica digitale, video e animazione, installazione, scultura e performance, su una short list di 40 concorrenti. Nella serata del 19 novembre, la giuria della settima edizione composta da Gabi Scardi e Julia Draganovic, ha ricevuto le preferenze espresse dagli artisti in gara, che con il proprio voto hanno assegnato la vittoria,  e annunciato al grande pubblico intervenuto – e a coloro che seguivano live la diretta in streaming sul sito di Celeste – il nome dei premiati, nell’ambito di una grande festa dell’arte.

L’opera di Laura Bisotti http://www.premioceleste.it/opera/ido:57202/
Giovane piacentina, classe 1985, intitolata Appunti, è un percorso sullo spazio… tanto in pittura come nel disegno, spiega l’artista – ricerco sempre orizzonti lunghi e piani. Tutto comincia dalla passione per i paesaggi in cui sono nata – i campi della Pianura Padana. Si tratta di opere che hanno una doppia possibilità di lettura, una più ampia in cui risultano essere dei vasti paesaggi e una più ravvicinata e intima in cui si notano i singoli frammenti che li compongono.

Ernesto morales, Genova – Buenos Aires. Le citta’ dei ritorni

Sabato 20 novembre, presso il Museoteatro della Commenda di San Giovanni di Pre’, la suggestiva struttura Museale appartenente al MuMa di Genova, verrà inaugurata la mostra personale dell’artista argentino Ernesto Morales genova – buenos aires. Le città dei ritorni; l’evento, inserito nel programma per le celebrazioni del Bicentenario della Repubblica Argentina, nasce dalla volontà di rileggere secondo i codici propri dei linguaggi dell’arte contemporanea i collegamenti storici e culturali tra Italia e Argentina a partire dai fenomeni di migrazione degli ultimi due secoli.

Dopo il grande successo della mostra Ciudad de Memorias inaugurata lo scorso anno a Buenos Aires presso il Museo Municipal de Bellas Artes Benito Quinquela Martin, Ernesto Morales presenta a Genova una serie inedita di trenta dipinti ispirati ai temi della memoria e dell’identità, da sempre oggetto della sua ricerca artistica; Genova quindi, come primo porto italiano dell’emigrazione, si e’ rivelata lo scenario piu’ adatto ad accogliere il progetto “Le città dei ritorni”.

Alberto Giacometti sbarca in Germania

Per la prima volta in 12 anni, il Kunstmuseum Wolfsburg presenta una panoramica completa del lavoro maturo di Alberto Giacometti. Circa 60 sculture saranno esposte insieme a più di 30 dipinti e numerosi disegni nello spazio di 2000 metri quadri espositivi . Il prestigioso evento che prende il titolo di The Origin of Space – Retrospective of the mature work, offre un punto d’osservazione unico ed irripetibile sull’affascinante opera di uno dei più importanti artisti del XX secolo.

La sperimentazione di  Giacometti di collocare le sue figure all’interno del loro spazio e della loro temporalità sarà realizzata per la prima volta a Wolfsburg all’interno di un’architettura appositamente progettata e costruita attorno alle sculture in esposizione. Ciascuna delle opere accuratamente scelte è stata infatti posizionata all’interno di uno spazio che riesce a far comprendere a pieno i veri punti di forza dell’arte di Giacometti.

Michelangelo, Leonardo e Picasso. Geni e maestri uguali a noi

Si parla sempre più spesso dei grandi maestri dell’arte del passato, forse perchè la loro abilità ed il loro ingegno hanno contribuito a diffondere all’interno della società contemporanea un alone di mistero e magia che spinge ricercatori e scienziati a compiere accurati studi, giungendo a nuove ed affascinanti conclusioni. In questi giorni, girovagando per la rete abbiamo trovato due esempi che ci aiutano a comprendere l’aspetto profondamente umano di artisti che troppo spesso ci appaiono come inarrivabili divinità.

Che Michelangelo avesse uno stile di vita gay friendly non è certo un mistero ed anzi, forse le sue figure umane così definite e perfette sono proprio il risultato di un’ openness  priva di tabù e perbenismo alle naturali diversità del creato. 

Jackson Pollock? un’invenzione della C.I.A.

In questi giorni è apparso su La Repubblica un articolo decisamente affascinante. Donald Jameson, ex funzionario dell’intelligence statunitense avrebbe infatti dichiarato che i maestri dell’espressionismo astratto Jackson Pollock, Robert Motherwell, Willem de Kooning e Mark Rothko, furono finanziati (a loro insaputa) direttamente dalla C.I.A., questo per imporre il new american painting all’attenzione del mondo.

L’espressionismo astratto potrei dire che l’abbiamo inventato proprio noi della Cia dopo aver dato un occhio in giro e colto al volo le novità a New York, a Soho. Scherzi a parte avemmo subito molto chiara la differenza. L’espressionismo astratto era il tipo di arte ideale per mostrare quanto rigido, stilizzato, stereotipato fosse il realismo socialista di rigore in Russia. Così decidemmo di agire in quel senso” ha dichiarato Jameson. A noi queste cose fanno un poco sorridere, specialmente quando si parla di sostegni economici e letterari con ampi articoli su riviste come Encounter, Preuves e Tempo Presente.

Darren Almond/Marco Neri, 2 mostre da Alfonso Artiaco

La galleria Alfonso Artiaco di Napoli inaugura il 12 novembre la mostra personale di Darren Almond dal titolo As it is. Il continuo interesse di Darren Almond per le tematiche del tempo e luogo e per la memoria personale e collettiva portano, questa volta, l’artista inglese a confrontarsi con La Divina Commedia di Dante Alighieri e ad ispirarsi al viaggio, narrato nell’opera letteraria, dall’Inferno al Paradiso, attraverso il Purgatorio. Le riflessioni e le ricerche di Darren Almond, sono evocate, in mostra, dai suoi ‘trainplates’. In Inghilterra, cosi’ come in altri paesi, le cerimonie di inaugurazione di un nuovo convoglio sono caratterizzate dall’atto di apporre una targa in metallo, con inciso il nome scelto per il treno, su entrambi i lati della locomotiva.

Spesso con il tempo, il nome scelto viene associato alla tratta percorsa, e quindi ad un viaggio specifico. Deriva da cio’ la scelta di Darren Almond di utilizzare proprio i trainplates, che, posti lungo le pareti della galleria, disegnano un percoso che giunge (o ha inizio) dall’opera INFERNO, PURGATORIO, PARADISO, 3 sculture rispettivamente in ferro, alluminio e bronzo sulle quali sono incisi i nomi delle tre Cantiche dantesche. Simbolicamente presentato al centro dello spazio espositivo e’ il video “Bearing”. Darren Almond riprende la giornata lavorativa di un minatore nel vulcano sulfureo sull’isola di Java, in Indonesia.

Il Drago Rosso e il Drago Blu di Takashi Murakami

Gagosian Gallery è lieta di presentare due nuovi dipinti di Takashi Murakami in occasione della sua prima mostra monografica a Roma (13 novembre – 15 gennaio 2011).

Le due imponenti opere, Dragon in Clouds – Red Mutation e Dragon in Clouds – Indigo Blue, sono composte ciascuna da nove pannelli per una lunghezza totale di diciotto metri. I dipinti raffiguranti dragoni e nuvole, conosciuti come Unryūzu, sono stati fondamentali punti di riferimento anche per Soga Shōhaku, artista giapponese del Settecento la cui creatività eccentrica e coraggiosa è stata di grande ispirazione per Murakami. Queste peculiari rappresentazioni della tradizione mitologica giapponese hanno permesso a Shōhaku di immergersi in un mondo fantastico in cui ricche macchie di inchiostro tendono all’astrazione, trasformando il drago in un mostro animato che contrasta con rappresentazioni più benigne e convenzionali.

CoBrA e l’Italia

Il 3 novembre 2010 inaugura a Roma la mostra CoBrA e l’Italia, realizzata dalla Soprintendenza alla Galleria nazionale d’arte moderna in collaborazione con l’Ambasciata del Belgio e l’Academia Belgica. L’iniziativa coincide con il semestre di presidenza belga dell’Unione europea e trae spunto anche dalla vicinanza fra la Galleria nazionale d’arte moderna e le Accademie di Belgio, Olanda e Danimarca, i tre paesi dai quali provenivano gli artisti e i poeti che, nel 1948, avevano scelto come nome del loro gruppo l’acronimo formato dalle iniziali delle città di Copenaghen, Bruxelles e Amsterdam.

L’importanza di questo movimento – propugnatore di una totale libertà d’espressione all’insegna della creatività collettiva – per la storia dell’arte moderna in Europa è stata ampiamente riconosciuta, ma assai meno studiata, anche se non meno vitale, è la fase successiva allo scioglimento del gruppo, avvenuto nel 1951. Nello sviluppo di “CoBrA dopo CoBrA” svolse un ruolo importante la cittadina ligure di Albisola, famosa per la produzione della ceramica, dove già trascorreva l’estate Lucio Fontana e dove, nel 1954, si stabilì il danese Asger Jorn su impulso di Enrico Baj che, insieme con Sergio Dangelo, aveva presentato a Bruxelles nel 1952 il manifesto del “Movimento nucleare”.

Nicoletta Ceccoli – Incubi Celesti

La Dorothy Circus Gallery di Roma, in occasione del suo quarto compleanno il 29 ottobre, riporta sulle scene dell’arte contemporanea italiana Nicoletta Ceccoli, con una mostra personale dal titolo “Incubi Celesti”, un omaggio all’Alice di Lewis Carroll. Al tema dell’infanzia che svanirà senza lasciare traccia, a quel passaggio che porta il bambino nel mondo degli adulti e al sogno, l’artista Nicoletta Ceccoli dedica la sua mostra.

Alice diventa allegoria degli incubi celesti dei bambini, popolati da mostri, avventure straordinarie, la curiosità morbosa per l’eccitante paura e l’angoscia prima del risveglio liberatorio. Una bambina dai grandi occhi grigi, con il volto di porcellana tiene in braccio tante bambole con le sue sembianze, tanti frammenti di una se stessa che non c’è più. I colori diafani si stagliano su uno sfondo nero che racconta sapientemente l’immenso vuoto della solitudine incombente sulle anime, al quale si cerca di rimediare colmandolo con degli oggetti, abitanti di una realtà parallela riflessa. La fanciulla impone un senso di silenzio cinematografico come se volesse condividere un misterioso segreto con chi le sta di fronte. Un coniglietto addolorato, nocchiero dell’Ade dell’infanzia, traghetta l’antica compagna di giochi presso l’altra sponda, solcando le acque tristi in cui galleggiano pezzi di lego e altri giocattoli al fine di raggiungere l’età adulta: atmosfere sospese, rarefatte, da sogno.

Scoperto un nuovo dipinto di Michelangelo: “La pietà perduta”

Se la notizia dovesse essere confermata sarebbe una vera e propria scoperta sensazionale per tutto il mondo dell’arte. Un dipinto non finito raffigurante il Cristo e la Vergine Maria che per diverso tempo è stato in possesso di un ex pilota dell’aviazione che risponde al nome di Martin è infatti l’oggetto di un libro scritto da Antonio Forcellino ed intitolato La Pietà perduta (edito da Rizzoli). Lo stimato restauratore e storico dell’arte sostiene che il dipinto in questione è in realtà un’opera di Michelangelo ed il suo valore sarebbe ben più alto di 118 milioni di dollari.

Forcellino si è imbattuto per la prima volta nella Pietà perduta alcuni anni fa. Da bambini  l’attuale proprietario Martin e suo fratello stavano giocando a tennis dentro casa e ad un tratto la pallina colpì il dipinto rovinandolo. Nove anni fa Martin ha ricevuto in dono dai suoi genitori il dipinto ed ha chiamato Forcellino per una perizia.