Una giovane arte pesante come una pila di mattoni

Vi dice niente il titolo Equivalent VIII? Ebbene stiamo parlando di un’opera comunemente nota come The Bricks (I mattoni), prodotta dal mitico Carl Andre nel 1966 ed acquisita in seguito dalla Tate Gallery nel 1972 per 2.297 sterline, una bella somma per l’epoca. Quando fu esposta per la prima volta nel 1976, The Bricks non mancò di scatenare le ire di pubblico e critica, furono in molti infatti ad asserire che la Tate aveva dilapidato una preziosa somma proveniente dalle tasche dei contribuenti per acquistare un’inutile ed anonima pila di mattoni.

L’opera di Andre fu comunque un’operazione decisiva che può aiutarci oggi a tracciare la traiettoria della storia dell’arte contemporanea sempre in bilico tra echi duchampiani e minimal. Inutile dire che Equivalent VIII riesca ancora a sollevar polemiche a circa 30 anni dalla sua prima uscita al Tate.

Sarah Braman al MACRO di Roma

MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma – e la Fondazione DEPART presentano dal 3 maggio al 12 giugno 2011 la prima mostra personale in Italia dell’artista americana Sarah Braman: Lay Me Down. Quattro sculture, di cui una concepita e realizzata appositamente per il MACRO, indagano e raccontano desideri nascosti e inaspettati del nostro mondo attraverso la luce, il colore e la materia. Dalla collaborazione tra MACRO e Fondazione DEPART nasce il progetto “Lay Me Down”, una personale dedicata alla scultrice statunitense Sarah Braman, che presenta quattro recenti opere, di cui una concepita dall’artista specificatamente per gli spazi del museo e realizzata durante la sua permanenza a Roma.

Le sculture della Braman sono spesso assemblaggi di oggetti di uso comune, come mobili, ferrovecchio e talvolta parti di carrozzerie, che nella loro imponente concretezza rappresentano per l’artista monumenti alle persone che amo, alla gioia e alla confusione che provo per l’essere viva. L’opera prodotta appositamente per il MACRO sarà composta da acciaio, plexiglas, oggetti di seconda mano e pittura.

Sarah Braman – Lay Me Down

MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma – e la Fondazione DEPART presentano dal 3 maggio la prima mostra personale in Italia dell’artista americana Sarah Braman: Lay Me Down. Quattro sculture, di cui una concepita e realizzata appositamente per il MACRO, indagano e raccontano desideri nascosti e inaspettati del nostro mondo attraverso la luce, il colore e la materia.

Le sculture della Braman sono spesso assemblaggi di oggetti di uso comune, come mobili, ferrovecchio e talvolta parti di carrozzerie, che nella loro imponente concretezza rappresentano per l’artista monumenti alle persone che amo, alla gioia e alla confusione che provo per l’essere viva. L’opera prodotta appositamente per il MACRO sarà composta da acciaio, plexiglas, oggetti di seconda mano e pittura. Queste opere offrono una chiave d’accesso a un’altra dimensione ma si presentano al contempo come cose tra le cose: esse infatti non esistono in quanto [meri] riferimenti, allusioni, rappresentazioni o metafore … [ma] rimangono nel nostro spazio come cose in sé, reali come un tavolo o un albero.

Hans Schabus a Firenze da Base/Progetti per l’arte

BASE / Progetti per l’arte presenta la mostra di Hans Schabus dal titolo “Mamma mia” pensata appositamente per l’occasione (dal 18aprile al 5 giugno 2011).  In questo progetto l’artista propone una riflessone sulla possibilità degli oggetti di uso quotidiano di comunicare la relazione personale che le persone stabiliscono con essi. Questo approccio porta l’artista a mettere in crisi il concetto molto di moda di opera “site specific”, mettendo in evidenza che oggi questo temine non può più riguardare soltanto la relazione formale tra l’opera e lo spazio fisico che la contiene, ma deve comprendere anche il rapporto con il contesto ambientale e sociologico in cui essa si trova ad agire.

L’artista stesso descrive cosÏ il suo contributo per BASE / Progetti per l’arte: “Si tratta di tre opere autonome che stabiliscono una strana relazione tra di loro. La prima opera è un lavoro personale. Si tratta di una mia lettera posta in una cornice. La lettera è un compito che mi ha assegnato la mia insegnante di italiano, poi corretta da lei, in cui cerco di presentarmi e dire chi sono. La seconda opera è un lavoro scultoreo. La forma è quella di un piede di un mammuth in vetroresina, tagliato all’altezza della pancia. Questa opera Ë una continuazione dell’installazione “Klub Europa”, lavoro che ho mostrato all’ultima Biennale di Berlino e che evocava un’esigenza di confronto con il passato e il problema della sua spettacolarizzazione.

Presentazione dell’opera “IN LIMINE” di Giuseppe Penone

In occasione delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia, la Fondazione De Fornaris di Torino ha commissionato a Giuseppe Penone, artista torinese affermato nel mondo, un’opera monumentale posizionata davanti alla GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, in corso Galileo Ferraris angolo via Magenta, a futura memoria dell’evento.

L’opera, intitolata “In limine”, è stata inaugurata il 18 marzo dal Presidente Giorgio Napolitano. Composta di marmo di Carrara, bronzo, tiglio ed edera, la scultura, si presenta come una sorta di “portale”, fungendo simbolicamente da nuovo ingresso al museo. Giuseppe Penone descrive così il suo lavoro: “L’opera si configura come una soglia ed è realizzata in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Nasce con l’intenzione di creare un segno che indichi il passaggio dalla spazialità della città alla spazialità sacrale del museo, nelle cui opere risiedono valori e significati che motivano la nostra esistenza. Ogni volta che si varca la sua porta ritroviamo il passato e ci proiettiamo nel futuro. Un blocco di marmo, materia che proviene dal sottosuolo, sostiene un albero, cresciuto a contatto della pietra, sradicato e fuso in bronzo.

Karim Rashid ci “rivende” Mussolini

Confronto all'americana, Bertelli Vs. Rashid

Il 31 marzo è apparsa sul Corriere del Mezzogiorno una notizia che sui magazine d’arte contemporanea è sfilata un poco in sordina. Questa nuova è invece abbastanza preoccupante e va analizzata con i dovuti riguardi del caso, visto che stiamo parlando dell’ennesimo esempio di un sistema dell’arte ridotto ai minimi termini. Ci riferiamo a Karim Rashid ed alla sua ultima fatica per il progetto “Stazioni dell’Arte” in quel di Napoli.

Questa iniziativa sarebbe già di per sé criticabile visto che l’ultima “posa” di un’opera d’arte in una stazione della metropolitana della città partenopea risale al 2002 con la fermata di Piazza Dante, impreziosita da creazioni di Gae Aulenti. Oggi però vorremmo analizzare l’operato del designer Rashid.

Aaron Young allo studio Giangaleazzo Visconti di Milano

Dopo numerose mostre internazionali in alcuni degli spazi espositivi più prestigiosi al mondo, tra cui il P.S. 1 di Long Island City (NY), il Kunst-Werke di Berlino e la Serpentine Gallery di Londra, e dopo la recente partecipazione alla Brucennial curata da Vito Schnabel a SoHo (NY) e la mostra personale al MACRO di Roma,  Aaron Young torna ad esporre in Italia il 7 aprile 2011t allo Studio Giangaleazzo Visconti di Milano.

Per l’appuntamento milanese, saranno esposte 7 opere di grandi dimensioni, realizzate su alluminio e legno e due sculture, cancelli di ferro e oro 24kt, tutte realizzate tra il 2007 e il 2009. Il lavoro di Young è il risultato di performances piene di energia che coinvolgono motociclisti, skateboarders e tatuatori (stereotipi di un tessuto urbano ribelle), che diretti dall’artista e in sella ad una motocicletta, attraverso acrobazie talvolta pericolose, lasciano segni di sgommate e frenate su lastre di alluminio o legno appositamente preparate con diversi strati di colore.

Un Rospo e Robocop? Monumenti pubblici made in U.S.A.

Tempo fa avevamo redatto un articolo in cui si parlava dei monumenti pubblici sparsi per le piazze italiane. All’epoca avevamo constatato una cospicua presenza di statue e statuette  di dubbio gusto e valore. Di certo il nostro territorio è anche pieno di ottimi monumenti, patrimonio dell’umanità ma certe scelte sono alquanto discutibili. Noi però non vogliamo essere troppo critici nei confronti della nostra nazione e vorremmo quindi esporvi due recenti e significativi casi di monumenti orrorifici, fortemente voluti da altre nazioni del mondo.

Ebbene ad Alexandria in Virginia, ad esempio, il Dipartimento della Difesa ha deciso di finanziare una statua per abbellire il suo nuovo Mark Center (edificio da 700 milioni di dollari, mica bruscolini). Il Dipartimento ha quindi indetto un concorso lanciato lo scorso 24 marzo. Tra le sculture favorite per la vittoria c’ è a anche un’opera assai brutta creata da Cheryl Foster.

I santi inesistenti di Doug Jones

In una nuova mostra di opere mixed media ospitata dal MAC di Birmingham dal titolo Alieni Iuris (From Somebody Else’s Authority) in visione dal 26 marzo fino al prossimo 15 maggio 2011), il poliedrico artista Doug Jones attua una irriverente indagine sui  rituali segreti e sul rapporto tra il sociale e lo spirituale. Nell’ installazione Inservi Deo et Laetare (che in italiano suona come servi Dio e sii felice) l’artista ci introduce nella straordinaria vita di un’immaginaria confraternita di santi, presumibilmente fondata nel 1573 da Zadak Nathan Solomon Jones.

I santi sono allo stesso tempo misteriosi e ridicoli, ma esplorano temi drammatici e seri come l‘abuso di droghe ed i diritti gay, il tutto attraverso un umorismo dal gusto dark. Gli abiti indossati dai santi sono ricamati individualmente e recano simboli che illustrano le loro bizzarre storie; angeli nudi, teschi e simboli massonici come la squadra ed il compasso fanno bella mostra di sé.

Zimoun, la parte vitale del suono

E’ sempre più difficile imbattersi in una forma d’arte concettuale o minimal che riesca  ad esplorare territori non ancora battuti dai maestri del passato, come è quasi impossibile ascoltare oggi un qualsiasi esperimento sonoro che non risulti banale o già sentito. Eppure la scena dell’arte contemporanea in questi ultimi tempi ha sfornato un vero e proprio talento, si tratta di un artista svizzero classe 1977 capace di fondere concettuale, minimal e musica sperimentale all’interno di installazioni che riescono ad affascinare lo spettatore grazie ad un’estetica primordiale ed una nuvola sonora che trova nella perpetua reiterazione del moto il suo punto di forza.

Questo giovane artista autodidatta risponde al nome di Zimoun ed a parte una fugace apparizione allo spazio Die Schachtel di Milano nel 2007 ed una al Syncronie Festival sempre nella stessa città nel 2008, si è visto raramente dalle nostre parti. Eppure in Svizzera come nel resto del mondo Zimoun ha già collezionato un buon numero di partecipazioni a festival e mostre all’interno di spazi istituzionali.

Yinka Shonibare sbarca a Madrid con tanto di cannone

Il corsaro Yinka Shonibare torna a salpare sui sette mari dell’arte contemporanea. Come ben ricorderete l’artista anglo nigeriano è stato artefice lo scorso anno di una coloratissima e  gigantesca replica della HMS Victory, la nave con cui l’ammiraglio Nelson scese in acqua per la battaglia di Trafalgar.  In quell’occasione  la nave, posta all’interno di un’immensa bottiglia e con le vele costituite da drappi incredibilmente variopinti, fu posta sopra il Fourth Plinth, celebre Quarto Plinto di Trafalgar Square a Londra.

Un monumento per Kurt Cobain

Una grande scultura in cemento raffigurante una chitarra sarà resa nota al pubblico il prossimo 5 aprile ad Aberdeen nello stato di Washington. Il monumento sarà dedicato alla celebre icona del grunge Kurt Cobain che nacque proprio ad Aberdeen il 20 febbraio del 1967. Cobain formò i Nirvana nel 1987 con Krist Novoselic ed in soli due anni la band divenne uno dei gruppi leader della scena musicale di Seattle.

Antony Gormley “rovina” la festa di St.Patrick

Lo scorso 17 marzo sono iniziate le celebrazioni per il St. Patrick’s Day, ovvero il giorno di San Patrizio, vescovo e missionario irlandese di origini scozzesi che per l’appunto  viene festeggiato da tutta la comunità irlandese del mondo nella data della sua morte. Inutile dire che il  St. Patrick’s Day da luogo ogni anno ad una vera e propria settimana di festeggiamenti. In questi giorni quindi, l‘ente del turismo irlandese ha deciso di illuminare con una fantastica luce verdognola ogni monumento e luogo storico di tutta la nazione.

Ovviamente i festeggiamenti si svolgono anche nel Regno Unito e diversi monumenti inglesi sono stati per così dire vestiti dalla festosa luce verde. L’ente del turismo aveva inoltre intenzione di illuminare anche la celebre scultura The Angel of the North, monumentale opera di 20 metri d’altezza, creata dalla star del contemporaneo Antony Gormley ed ospitata dalla contea di Gateshead in Inghilterra. A questo punto va precisato che Gormley è un accanito sostenitore del St. Patrick’s Day, anche perché nelle sue vene scorre una parte di sangue irlandese.

Miya Ando, in stand by il monumento per le vittime cadute l’11 settembre 2001

L’attacco terroristico al World Trade Center di New York, portato a termine dagli uomini di al-Qaida in quell’ormai famigerato 11 settembre del 2001 è una ferita ancora aperta che avuto ripercussioni in molti stati del mondo. In Inghilterra ad esempio molte famiglie piangono ancora i loro parenti ed è per questo che da diverso tempo il 9/11 London Project Foundation ha lanciato l’idea di costruire un monumento in prossimità del fiume Thames.

Lo scorso dicembre il Southwark Council ha approvato il progetto ed ha dato inizio alle procedure per installare il monumento nel Potters Fields Park per il prossimo settembre. In seguito la 9/11 London Project ha ricevuto dalle autorità statunitensi alcune travi di ferro di circa 8 metri, provenienti proprio da una delle torri gemelle cadute durante il disastroso attacco. Le travi sono state successivamente affidate all’artista di nazionalità russa-giapponese Miya Ando che ha iniziato ad assemblarle secondo la propria creatività. A questo punto però è successo un fatto assai prevedibile e comprensibile: l’associazione dei famigliari delle vittime britanniche cadute l’11 settembre ha vietato al 9/11 project di installare il monumento.