Uovo performing arts festival

Dieci anni di Uovo. Dieci anni che hanno posizionato la perfoming art al centro della scena ridefinendo l’idea stessa di festival. Dieci anni nei quali Uovo ha saputo rinnovarsi costantemente, mescolando linguaggi e formati, affrontando il rischio per declinarsi in direzioni sempre differenti e dar vita a progetti “paralleli” in grado di rinforzarne la vocazione indisciplinata: SuperUovo, Uovokids, Uovo Music, Uovo à la coque, UovoTv.

Il formato di questa edizione 2012 di Uovo performing arts festival, realizzata con il sostegno del Comune di Milano, vedrà protagoniste alcune della presenze più significative della propria storia, artisti che hanno contribuito a costruire la fisionomia del festival in questi dieci anni e realtà che ne hanno sposato la filosofia indisciplinare, caratteristica del suo approccio trasversale alle arti. Non una edizione celebrativa rivolta al passato ma uno sguardo curioso al futuro grazie anche alla presenza di una giovane generazione di artisti che Uovo ha sostenuto fin dal loro esordio: Plumes dans la tête, Dewey Dell, pathosformel. Un’edizione particolarmente attenta alla scena italiana a conferma delle sua peculiarità e vivacità anche in ambito europeo.

Pronti per l’Art weekend a Tel Aviv?

Tel Aviv è la protagonista dell’arte, la città si sta preparando all’art weekend che inizierà domani. La città israeliana, fucina della scena artistica nazionale, ha lanciato l’iniziativa ”2012 Anno dell’Arte” e i prossimi giorni ne costituiranno l’evento di apertura. Un lunghissimo Art Weekend partirà domani (per concludendersi sabato) e farà di Tel Aviv il posto per promotori culturali, artisti, esperti e mercanti d’arte, ma anche semplici turisti.

In calendario ci sono happening, installazioni, spettacoli, conferenze, visite gratuite e una maratona di 24 ore al Museo di Tel Aviv. L’Art Year – spiega Tania Coen-Uzzielli, curatrice del Museo Israele ed esperta di arte israeliana – è un modo per celebrare il rinnovo delle tre principali istituzioni culturali di Tel Aviv: il Museo di Tel Aviv, la Cinemateca e il Teatro Habima. Tre luoghi-chiave della geografia artistica e storica della città: addirittura il museo e il teatro sono sorti prima ancora della fondazione dello Stato ebraico”. Non sorprende dunque che una simile iniziativa sia nata a Tel Aviv.

Marina che mi hai fatto di male? – The Abramovic Method – PAC

Ci devo lavorare su questo. Sono uscita dal PAC di Milano con un senso di nausea, Marina Abramovic ha promesso il tempo dell’esperienza e io mi ritrovo con irritazione e irriquietezza. Cosa è andato storto?

Se cercate su Twitter #abramovicmethod trovate i commenti di chi ha vissuto in prima persona il metodo di Marina: entusiasti e privi di un contenuto che vada oltre l’entusiasmo di essersi sentiti parte di un qualcosa che ha valore sociale. Io filosofia l’ho studiata solo alle superiori, ma so che ci siamo già passati, il pensiero umano è capace di superare l’io, questa performance invece riporta ogni pensiero ad una forma di egocentrismo che mi inquieta. Cavie di laboratorio e anche un po’ esibizionisti. Il mio è un problema di fiducia, sia chiaro, e faccio anche un po’ fatica a scriverne pubblicamente, ma Marina ha detto che la cosa migliore è scrivere di quello che si sperimenta in prima persona. Ha anche detto, nel suo italiano spigoloso, che se gli diamo il nostro tempo lei ci da l’esperienza, se non gli diamo il nostro tempo non c’è nulla in cambio. Mi sembra corretto.

Trieste, cinque artisti varcano la soglia dell’ignoto e dell’impossibile

Federica Schiavo Gallery inaugura il 31 marzo la mostra TRIESTE che riunisce nuovi lavori, realizzati appositamente per la mostra, degli artisti internazionali Matthew Day Jackson, Jessica Jackson Hutchins, Jay Heikes, Karthik Pandian ed Erin Shirreff.

Trieste è il nome del batiscafo di costruzione italiana che nel 1960, con un equipaggio di sole due persone, stabilì un record di immersione, tuttora imbattuto, nelle acque dell’Oceano Pacifico, raggiungendo il punto di maggior profondità del pianeta: la fossa delle Marianne. Trieste è anche la piccola città portuale dell’Adriatico, situata al confine con la Slovenia, conosciuta per il suo fascino mitteleuropeo e un’insolita atmosfera malinconica che, citando Jan Morris, “porta le persone che la abitano a porsi tristi domande. A che scopo sono qui? Dove sto andando?“ (Trieste and the Meaning of Nowhere, Simon & Schuster, 2001). La mostra è metaforicamente ispirata da queste due realtà ‘borderline’ e richiama l’idea di una forza misteriosa che spinge inevitabilmente l’uomo a varcare la soglia dell’ignoto e dell’impossibile. Gli artisti in mostra, legati tra loro da rapporti di amicizia e stima reciproca, negli anni hanno dedicato frequenti e intense conversazioni a questi temi.

Tutti i links dell’arte contemporanea

Se siete capitati su questo sito, allora vuol dire che siete amanti della creatività. Ecco quindi che siamo qui a fornirvi una nutrita lista di links che vi terranno costantemente informati sui vostri interessi artistici.  Moda, architettura, gallerie e websites di artisti. Tutto fa brodo quando si tratta di solleticare una vasta curiosità.

Papà, mi regali una residenza?

Le residenze d’artista sono il “caso” del millennio. Sono cool, sono altamente formative, tutti ne vorrebbero una e tutti, una volta tornati da una residenza, sono pronti a giurare di aver vissuto un’esperienza irripetibile. La residenza all’estero per i giovani artisti funziona un poco come il tanto famigerato progetto Erasmus, vale a dire il periodo di studio all’estero legalmente riconosciuto dalla propria università, concesso ad ogni studente universitario europeo.

Durante tutto il periodo della sua residenza (che solitamente ha una durata variabile da qualche settimana a cinque mesi ed oltre), l’artista riceve un alloggio, uno studio ed un regolare stipendio. Ovviamente il nostro caro amico artista dovrà impegnarsi per tutta la durata della residenza ed alla fine sarà (solitamente) chiamato a produrre un’opera. Le suddette facilitazioni sono però soggette a molte variazioni.

Tony Cragg al Museo D’arte Villa Ciani di Lugano

Dal 31 marzo al 12 agosto 2012 il Museo d’Arte di Lugano presenta presso Villa Ciani un’esposizione dello scultore britannico Tony Cragg, oggi unanimemente considerato uno dei più importanti artisti viventi. Nato a Liverpool nel 1949, ma residente a Wuppertal dal 1977, Tony Cragg ha creato negli anni forme scultoree rivoluzionarie che si sono evolute nel tempo con la coerenza e il metodo propri della grande tradizione.

La mostra di Villa Ciani darà modo di ripercorrere la carriera dell’artista dalla fine degli anni Settanta fino alle opere più recenti, attraverso circa quaranta assemblaggi e sculture – alcune delle quali di dimensioni monumentali esposte nel parco della villa – e cento fra disegni e incisioni. Apriranno l’esposizione le celebri composizioni di frammenti di plastica raccolti come fossero preziosi reperti naturalistici. Il lavoro di Tony Cragg abolisce la suddivisione fra ciò che è naturale e ciò che è prodotto dall’uomo e interpreta i fenomeni che non conosciamo o che non possiamo vedere, come i principi di crescita organica o la natura atomica della materia.

ALI KAZMA – INTIMACY

Dopo Obstructions, prima personale dell’artista da Francesca Minini, Ali Kazma presenta dal 21 marzo INTIMACY, seconda mostra presso la galleria in cui espone tre lavori video: Taxidermist, Cuisine e Absence. I primi due fanno parte della serie Obstructions che racchiude 17 video attraverso i quali Ali Kazma documenta varie attività umane legate ad aspetti quali produzione, creazione, manutenzione e riparazione indagando la condizione di lavoro dell’uomo, sia esso artigianale che industriale.

I video della serie Obstructions sono stati girati in macelli, fabbriche di jeans, laboratori, acciaierie, importanti aziende, l’artista stesso ha lavorato con macellai, ballerini e artigiani: tutte queste figure, anche se da prospettive diverse, si relazionano in qualche modo con l’uomo e il ‘corpo’. Taxidermist (2010) prosegue questa ricerca attraverso una riflessione sul processo di imbalsamazione. La storia di questo procedimento è molto ricca e affascinante e in essa si può ritrovare il nostro approccio spesso confuso e contraddittorio con la morte e ovviamente con il suo opposto, la vita. Per questo video girato in collaborazione con la Fondation d’Enterprise Hermes per il progetto itinerante H-Box, Ali si è recato a Fuhlendorf in Germania dove ha seguito il lavoro di Dirk Opalka.

MARINA ABRAMOVIĆ – WITH EYES CLOSED I SEE HAPPINESS

La Galleria Lia Rumma è lieta di presentare la mostra di Marina Abramović With Eyes Closed I See Happiness che si inaugurerà il 20 marzo 2012 nella sede di Milano. La mostra è il secondo dei grandi eventi che l’artista, indiscussa protagonista della Body Art, realizzerà in città. Il giorno precedente al museo PAC avrà infatti inizio The Abramović Method.

Si tratta, in entrambi i casi, di progetti inediti – “un artista non dovrebbe mai ripetere se stesso” si legge d’altronde nel suo “Artist’s life Manifesto” – i primi ad essere presentati dopo la titanica performance The Artist is present tenutasi al MoMA di New York nel 2010, dove per tre mesi, ogni giorno, sette ore al giorno, l’artista si è donata al pubblico rimanendo seduta, immobile e rigorosamente in silenzio, di fronte ad una sedia che non è mai rimasta vuota. Su quella sedia si sono avvicendate migliaia di persone e soltanto attraverso lo sguardo si è dato vita ad uno straordinario flusso di energia.

In The Van DROME meets the cutting-edge

Saranno sei e rigorosamente sulla ventina, i primi giovani designer a bordo di In The Van, il nuovissimo progetto di DROME magazine nato dalla volontà di far scoprire i più freschi e promettenti creativi nell’ambito della moda, bussando alla porta dei loro atelier. Cominciando da Roma, la città che nel 2004 ha dato i natali al periodico votato a raccontare l’arte e la cultura contemporanea e a sperimentare su più piattaforme le tangenze fra i nuovi linguaggi.
Il ciclo pilota, curato e coccolato con fenomenale dedizione da Giulia Fasanella ed Anna Franco, si svilupperà in sei puntate per tre mesi, a partire dal 16 Marzo 2012. Il progetto incarna fedelmente la vocazione da talent scout che da sempre contraddistingue la ricerca in ampiezza e profondità del periodico, oggi anche in versione portale, che ha voluto sei incontri nudi e crudi con i protagonisti di questo inedito percorso esplorativo appositamente concepito per il web. DROME ha incontrato luoghi e personaggi “in divenire”, e – forse anche per questo – particolarmente duttili e accoglienti, animati da quell’entusiasmo di chi crede fermamente e candidamente nel domani. Un breve, ma non troppo, dialogo e quattro scatti realizzati ad hoc racconteranno questi giovani e formidabili talenti da tenere d’occhio, contribuendo ad offrire nuovi squarci su forme estetiche ed orizzonti della creatività contemporanea. Curiosità: ciascun designer veste un proprio testimonial d’eccezione, anche qui un promettente personaggio dello spettacolo agli esordi.

Bill Viola per Villa Panza. Reflections

Il FAI – Fondo Ambiente Italiano rende omaggio all’artista internazionale simbolo della video art Bill Viola con la mostra Bill Viola. Reflections nella prestigiosa sede di Villa e Collezione Panza a Varese dal 12 maggio al 28 ottobre 2012.

Le dodici videoinstallazioni in mostra documentano la ricerca artistica di Bill Viola dalla metà degli anni Settanta a oggi e sono state pensate e scelte dall’artista appositamente per Villa Panza, celebre nel mondo per la collezione d’arte contemporanea che Giuseppe Panza di Biumo vi ha raccolto a partire dagli anni ’50. I lavori di Viola dialogheranno, quindi, in una “affinità elettiva” con l’humus della collezione di Giuseppe Panza, in un progetto che trasformerà lo spazio espositivo delle Scuderie e di un’ala del primo piano della Villa in un percorso di spiritualità, un viaggio tra luce, colore e misticismo.

Epipedon, una diversa percezione della scultura

La Galleria CO2 di roma inaugura il 21 marzo Epipedon, una mostra a cura di Ludovico Pratesi. Epipedon riunisce dodici artisti italiani delle ultime generazioni Salvatore Arancio, Francesco Arena, Francesco Barocco, Sergio Breviario, Chiara Camoni, Francesco Carone, Giulio Delvè, Ettore Favini, Francesco Mernini, Marco Morici, Giovanni Oberti e Luca Trevisani, chiamati a riflettere sulla possibilità di una diversa percezione della scultura, non più osservata a 360 gradi o dal classico punto di vista di una persona di media statura.

Ogni artista coinvolto nel progetto ha, infatti, lavorato sul concetto di traslazione della linea dell’orizzonte, per offrire allo spettatore un panorama sensibilmente visionario, modificando così la collocazione dell’opera nello spazio, secondo un assunto già messo in atto dal maestro Giorgio de Chirico nel celebre quadro “Le Muse Inquietanti”. Il capolavoro, dipinto a Ferrara nel 1918, pone l’osservatore a una distanza ravvicinata con due manichini e una serie di oggetti misteriosi dispersi nello spazio prospettico, posti sopra un piano inclinato composto da travi in legno parallele. L’impressione è quella di trovarsi di fronte a un paesaggio asettico basso e surreale che riproduce il Castello Estense contornato da fabbriche e torri.

HangarBicocca si rinnova

HangarBicocca riapre le porte ai visitatori l’11 aprile 2012, dopo una temporanea sospensione delle attività, con spazi rinnovati, una nuova immagine e due originali progetti espositivi: NON NON NON, la prima retrospettiva dedicata agli artisti visivi Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi, interpreti indiscussi della cultura artistica del XX e XXI secolo, e una inedita versione della celebre installazione Shadow Play di Hans-Peter Feldmann, artista tedesco tra i più accreditati al mondo.

I quindicimila metri quadrati di HangarBicocca offriranno aree più funzionali per le attività espositive e culturali: dal nuovo spazio dedicato ai bambini alla parete multimediale interattiva, dall’area polifunzionale per workshop e conferenze al rinnovato ristorante-caffetteria. Come luogo di respiro internazionale per la produzione e l’esposizione di arte contemporanea, HangarBicocca si apre maggiormente, dunque, alle esigenze del territorio, con programmi rivolti a un pubblico ampio, da coinvolgere in iniziative collegate all’arte.

L’Horror di serie B non è più di serie B

 

C’era una volta la Hammer Film Production, una casa di produzione cinematografica fondata nel 1934 che di fatto ha scritto la storia del B movie. Film di serie B o peggio ancora, la Hammer ne ha prodotti a centinaia, sfornando capolavori dell’Horror e dello Sci-Fi come La maschera di Frankenstein, Dracula il Vampiro e La Mummia. Per la Hammer, Christopher Lee interpretò sette volte il ruolo di Dracula e Peter Cushing 6 volte quello di Viktor Frankenstein.

 Erano Horror diversi da quelli di oggi, meno splatter e meno violenza. Un terrore fondato sull’idea del mostro piuttosto che sull’ostentazione di quest’ultimo. Ma la Hammer non è stata certo l’unica grande produttrice di B Horror Movies. Che dire di Roger Corman, storico regista autore di capolavori come La piccola Bottega degli orrori  e di una serie di film dedicati ai racconti di Edgar Allan Poe come Il pozzo ed il Pendolo,  Il Corvo ed altre memorabili pellicole che hanno visto Vincent Price nel ruolo di grande mattatore.