L’introvabile videoarte nella rete

Siete amanti della videoarte? Bene, sicuramente oltre a visitare musei e gallerie alla ricerca delle opere dei più grandi maestri di questa meravigliosa disciplina, sarete sicuramente alla ricerca di un supporto didattico per compiere ulteriori studi casalinghi. Diciamo che oltre ai testi, vorreste ammirare qualche opera “dal vivo” anche perché parlare di immagini in movimento senza guardarle non è certo cosa facile.

Ecco quindi che vi trovate di fronte al primo ostacolo, la video arte è assai difficile da trovare in rete. Gli official sites degli artisti permettono l’accesso a pochi stills e null’altro, per quanto riguarda gli artisti già storicizzati le cose si complicano ancor di più. Anche a voler compiere una ricerca accurata su Youtube si rimane presto delusi, alcuni video ci sono ma molti (troppi) nomi storicizzati mancano all’appello. Una possibile soluzione a questa penuria di video in rete la possono offrire i Video Distributors, che permettono al pubblico di comprare dvd con raccolte e quanto altro.

Renault lancia Mix Your Style, concorso per interpretare la nuova Twingo

In occasione del lancio della nuova Twingo, Renault Italia ha realizzato un contest strettamente legato al mondo dell’arte e del design: “MIX YOUR STYLE!”, riservato a giovani artisti, studenti delle accademie e scuole d’arte e a tutti coloro che desiderano cimentarsi in un’originale sfida artistica. Il concorso sarà veicolato attraverso vari canali, soprattutto web e social, e sarà anche inserito all’interno dei programmi didattici di alcune accademie d’arte.

Il tema del Concorso trae ispirazione dalle caratteristiche di Nuova Twingo, inconfondibile grazie al suo design totalmente rinnovato e alle innumerevoli  combinazioni di personalizzazione. La piccola di Casa Renault, infatti, offre ai propri clienti la possibilità di scegliere vari elementi (stripping, retrovisori esterni, cerchi in lega, spoiler) affinché ognuno possa esprimere appieno la propria personalità e mostrare il proprio stile unico anche in strada. I partecipanti al contest saranno invitati, dunque, a sperimentare tutta la propria creatività, lavorando sulla possibilità di contaminazione tra elementi stilistici e culturali diversi, in grado di generare linguaggi nuovi ed inediti. Ogni artista dovrà scegliere uno dei 6 stili proposti da Nuova Twingo (Fashion, Lovely, Xtreme, Glam, Burn, Devil) al fine di reinterpretare l’intera auto o singole parti di essa secondo il proprio mood.

Bernini mangiava il pecorino dop?

Tanto tempo fa, in un nostro articolo parlavamo della crisi dell’arte contemporanea all’interno del mondo dell’informazione. I mass media infatti sono poco interessati all’arte e quando ne parlano combinano solo immani catastrofi. Partiamo dal presupposto che molti quotidiani non hanno ancora ben compreso la differenza tra arte moderna ed arte contemporanea, da qui si sviluppa una serie più o meno infinita di strafalcioni che di certo non informano il lettore.

In seguito, quando una notizia di arte contemporanea, in special modo l’articolo di una mostra, compare su di un quotidiano nazionale è molto spesso il frutto di uno scambio di favori. Comunque sia, se la stampa si manifesta poco attenta, l’arte e la cultura rappresentano sempre un grande trend per la televisione che negli ultimi tempi ha messo in forno una copiosa varietà di programmi culturali. Durante il primo dopoguerra il palinsesto televisivo era composto perlopiù da programmi educativi o comunque culturali di buona fattura, magari un poco accademici, ma senz’altro ben fatti.

La neve congela l’Italia e l’arte contemporanea

Ed anche questa settimana la neve ha deciso di stazionare sul nostro ridente belpaese, creando non pochi disagi alla popolazione tutta. Tra la disorganizzazione imperante svetta senz’altro quella di Roma guidata dal sindaco Gianni Alemanno che ha praticamente tenuto banco su tutti i media, alimentando l’ironia della rete e vari sketch televisivi, non ultimo quello del grande Corrado Guzzanti. Tra drammi e risa la situazione dovrebbe tornare presto alla normalità ma quello che più ha colpito la nostra attenzione è la situazione maltempo legata al nostro caleidoscopico mondo dell’arte contemporanea.

La neve è riuscita a bloccare molti ingranaggi del nostro sistema culturale, costringendo moltissime gallerie sparse per l’italico stivale a rimandare opening ed altri eventi. Ai musei non è andata meglio, Sempre per parlare di Roma il solito Alemanno  ha praticamente sigillato la capitale per ben due week end di seguito, chiudendo anche le istituzioni museali comunali.

La Triennale di Milano si apre al design sloveno

Dal 14 febbraio al 1 aprile 2012 la Triennale di Milano presenta al grande pubblico un interessante evento legato al design che prende il nome di Silent Revolutions. Alla mostra sarà presente una ricca selezione di prodotti di design appartenenti ai primi due dinamici decenni della Slovenia. L’evento è curato da Maja Vardjan

La mostra verte non solo sull’eccellenza dei singoli prodotti, ma anche sul loro ruolo nel più ampio contesto del design sloveno contemporaneo. Sono presentati non solo prodotti e designer straordinari, ma anche clienti, produttori e aziende che hanno svolto un ruolo cruciale nella realizzazione dei progetti. Particolare attenzione è dedicata ad approcci innovativi e importanti strategie, che ispirano visioni e nuovi modi di concepire il design nell’attuale panorama economico in rapida evoluzione.

Giulio Iacchetti – Cruciale

Dal 29 febbraio al 28 marzo 2012 il designer Giulio Iacchetti presenta a Roma, nello straordinario spazio della Chiesa di Santo Stefano Rotondo, il suo progetto “Cruciale”. Una delle rare chiese romane a pianta centrale diviene così luogo di un’inedita contaminazione tra sacro e profano, tra arte, architettura e design in un dialogo serrato di eccezionale potenza che ha come soggetto la figura simbolica della croce.
Il progetto – qui in un’edizione ampliata rispetto alla prima edizione milanese tenutasi al Museo Diocesano nell’aprile-giugno 2011 – nasce dalla considerazione che il design contemporaneo non riguarda più solo la mera cultura materiale, ma si rivolge alla produzione di oggetti che rispondono anche a funzioni legate alla sfera emotiva, sentimentale e spirituale. Siamo abituati a distinguere tra design, destinatario del progetto d’uso, e arte, ambito delle riflessioni più profonde e interiori. Ma cosa accade quando è l’oggetto d’uso quotidiano a caricarsi di tali valenze? A questo interrogativo sembra aver voluto trovare risposta l’autore utilizzando la croce come reagente del nostro vivere quotidiano, scoprendola laddove sembra una presenza casuale, ma che in realtà non lascia nessuno di noi indifferente.

Tiziano a Palazzo Reale

Promossa dal Comune di Milano – Cultura, Moda, Design e Palazzo Reale, in collaborazione con Civita e GAmm Giunti, apre dal 16 febbraio al 20 maggio 2012, nella centralissima sede espositiva milanese, la mostra “Tiziano e la nascita del paesaggio moderno”.  Il percorso in Palazzo Reale, curato da Mario Lucco, da un progetto ideato da Tekne International, raccoglie cinquanta opere alla scoperta della nascita del paesaggio moderno nella pittura del cinquecento, ordinando nelle sue sale un selezionatissimo gruppo di straordinari dipinti dei grandi maestri.

Il Cinquecento è stato, nella pittura veneta, il secolo di Tiziano. A partire dalla lezione di Bellini e Giorgione, Tiziano ha avuto il merito di elaborare una nuova idea dell’ambiente naturale che, evolvendosi attraverso varie fasi e significati, lo portò a definire nella lingua italiana il termine stesso di “paesaggio” nella sua accezione moderna. La parola “paesaggio” compare infatti per la prima volta nel 1552, in una celebre lettera dello stesso Tiziano all’imperatore Filippo II, dando prova della consapevolezza di una novità piena e clamorosa.  Ciò che si verificò in quegli anni, fu una vera rivoluzione poetica: dalla enunciazione di “paese”, talvolta espresso come “sfondo” non invasivo della raffigurazione, talvolta come racconto di spaccati di vita contadina in una natura ospitale, si passò a una diversa dichiarazione e quindi a una differente valenza.

Fabrizio Passarella – Retrophuture

Retrophuture è un progetto musicale/mediale con cui Fabrizio Passarella si presenta per la sua nuova personale romana presso The Gallery Apart (inaugurazione il 20 febbraio) nelle vesti non solo di artista visuale, ma anche di compositore e poeta. Messi da parte per una volta i pennelli, ma non certo il metodo di creazione di immagini per campionature, Passarella dà vita ad una sua interpretazione di quell’universo di suoni, stili, visioni e suggestioni ben noto agli appassionati di musica elettronica.

Arte e musica sono per Passarella le passioni più grandi fin dall’infanzia e, in questa occasione, egli porta ad estreme conseguenze il suo approccio tecnico e teorico volto a decostruire o rifiutare i linguaggi tradizionali. Ne emerge, quale primo step concettuale del progetto, la mostra che sta in una scatola, secondo una visione popolare della fruizione del processo creativo, un multiplo d’artista contenente ognuno l’intero corredo creativo di cui Retrophuture si compone, vale a dire un cd con 24 brani musicali composti dall’artista, un libretto recante 24 poesie e 24 immagini corrispondenti ai brani e infine un dvd contenente un video.

Divieto di Affissione: giovani avanguardie del sud del mondo

Si è aperta ieri a Napoli Divieto di Affissione: giovani avanguardie del sud del mondo. Dopo una prima sosta nella capitale giunge a Napoli la mostra itinerante ideata e curata dalla gallerista Giuliana Ippolito che paragona il suo progetto ad un autobus in viaggio verso numerose località italiane dove saranno coinvolti di volta in volta professionisti di vari settori pronti ad ospitare nel proprio studio le opere di giovani artisti d’arte contemporanea. Non nuova alle sfide, Giuliana Ippolito, giornalista napoletana, quattro anni fa si trasferisce da Napoli a Benevento dove apre la sua “galleria diffusa” in pieno centro storico: più ambienti ospitati nello stesso vicolo ma non comunicanti tra loro dove il dialogo tra passato e avanguardia è di casa. E’ tra le mura storiche di Numen (questo il nome della galleria) che maturano le idee ma capita spesso di esportare i progetti in altre città d’Italia.

E’ il caso di Divieto di Affissione: giovani avanguardie del sud del mondo, il progetto presentato per la prima volta a Roma, oltre Napoli prevede tra le sue tappe Capri, Firenze, Milano, Palermo, Cosenza. “Il nostro itinerario, work in progress, si arricchirà di nuove, impreviste soste; non siamo legati a un calendario rigido, lungo il cammino incontriamo nuovi sostenitori disposti ad ospitarci nei luoghi in cui si svolge la loro vita professionale” ci tiene a precisare Giuliana Ippolito, e inoltre spiega: “Il progetto è stato concepito come un viaggio alla ricerca di una ritrovata materialità, nasce da una riflessione sulla nuova natura del vivere: il mondo reale sembra procedere verso la smaterializzazione. Nella nostra vita di ogni giorno una rarefatta dimensione di pura virtualità ha assunto uno spazio sempre più importante e, paradossalmente, ingombrante”.  

Notes On Camp, ciclo di tre mostre alla Jarach Gallery

La Jarach Gallery di Venezia inaugura l’11 febbraio il progetto Notes On Camp, ciclo di tre mostre che caratterizzeranno la sua programmazione primaverile. L’idea di Andrea Bruciati, che ne è il responsabile scientifico, parte dalle premesse concettuali del celebre saggio di Susan Sontag ponendolo in relazione con la produzione artistica più aggiornata ed evidenziando sia la singolarità che la stringente attualità dei suoi assunti.

The essence of camp is its love of the unnatural: of artifice and exaggeration, dichiarava Susan Sontag (Notes On Camp,1964). Ma di quale artificialità, innaturalità, si può oggi parlare; in un’epoca dove il postmodernismo ha rimescolato le carte di qualsiasi analisi strutturale ed etica concernente la ricerca in ambito estetico, e non solo. Il Camp si colloca in modo ambivalente in questo discorso di potere: è un processo veicolare mirante a la trasgressione/rivoluzione tout-court o un’ambigua pratica nei confronti della cultura dominante, perché si pone all’interno delle sue stesse modalità ed ha come oggetto la rivisitazione dei suoi stessi contenuti? Sta di fatto che un atteggiamento camp ben si adatta alla creatività narcisistica dell’artista che rivendica l’autonomia della sua creatività da ogni infingimento inquinante per poi dover di fatto trovare forme di compromesso plausibili per la sua accettazione.

Ten 2002/2012, dieci anni della galleria Guidi&Schoen Arte Contemporanea

Sabato 11 febbraio, in occasione del compimento dei dieci anni di attività (la galleria ha infatti aperto il 16 febbraio 2002 con un’esposizione dedicata ad Andy Warhol), Guidi&Schoen Arte Contemporanea di Genova inaugura la mostra collettiva TEN 2002|2012. Come un diario visivo, l’allestimento ripercorre le tappe più significative del lavoro della galleria genovese attraverso opere inedite realizzate per l’occasione dagli artisti che hanno condiviso questo percorso con Guido Guidi e Chico Schoen.

Partendo da Matteo Basilé, già protagonista della seconda mostra Ricomincio da 8 del marzo 2002, per arrivare a Roberto Pugliese e a Tamara Repetto la cui installazione Inside/Outside, realizzata site specific per gli spazi di vico casana ed esposta a Genova nell’ottobre 2011, accompagnerà Guidi&Schoen alla partecipazione a VoltaNY, la fiera dedicata alle ultime tendenze dell’arte contemporanea che si terrà a New York nel prossimo mese di marzo. Insieme a loro, tutti gli artisti che hanno reso questo viaggio culturale e professionale eccitante e degno di essere vissuto: Giacomo Costa, Massimo Vitali, Daniele Buetti, Olivo Barbieri, Richard Kern, Corrado Zeni, Massimiliano Zaffino, Vania Comoretti, Alex Pinna, Andrea Chiesi, Peppe Perone, Alessandro Lupi, Roberto Coda Zabetta, Karin Andersen, CorpiCrudi oltre ad una tela di Andy Warhol già esposta proprio nella mostra inaugurale.

Hockney fuma, Google copia ed i gatti dipingono, succede anche questo

Di cose bizzarre nel nostro amato mondo ne succedono parecchie, tanto che è impossibile elencarle tutte. Possiamo però fornirvi una breve cronaca delle stramberie successe negli ultimi giorni, tanto per sorridere un poco di questa seriosa scena del contemporaneo. Partiamo con David Hockney: il grande vecchio della pittura, dopo aver scatenato una rissa mediatica con Damien Hirst (accusato di non creare personalmente i suoi spot paintings) ne ha combinata un’altra delle sue, scrivendo un’accorata lettera al Guardian in difesa del fumo. Si tratta di una risposta a Simon Chapman presidente dell’Action on Smoking and Health australiana, un’associazione dedita alla lotta contro il tabagismo.

Chapman è attualmente in visita in Inghilterra ed al buon Hockney questa campagna contro le sigarette non piace affatto: “Se a Simon Chapman sta a cuore la salute dei bambini, allora dovrebbe sapere che 3 milioni di bambini negli Stati Uniti prendono il Ritalin, un farmaco contro i disturbi dell’apprendimento. Per quanto mi riguarda io preferisco assumere sostanze naturali come il tabacco”. Peccato che a Hockney nessuno ha detto che le comuni sigarette sono piene zeppe di addittivi chimici.

L’Homo Sapiens Sapiens con la sua arte contemporanea

Con l’arte non si mangia, l’arte è un bene di lusso, l’arte non è necessaria. Chissà quante volte avrete sentito queste parole negli ultimi tempi. La classe politica le ripete come una litania e via di corsa a tagliare i fondi dedicati alla nostra beneamata cultura. In Italia la situazione in cui versano i beni culturali è oramai tristemente nota ai più ma anche negli altri stati europei, come la Gran Bretagna ad esempio, quando si tratta di far cassa si guarda sempre a limitare il budget dedicato ad arte e affini.

Anche negli States però le cose non cambiano ed il candidato repubblicano per la presidenza Mitt Romney ha già annunciato di voler eliminare ogni programma governativo per le arti che non sia strettamente necessario. E dire che il National Endowment for the Arts ha già ricevuto un bel taglio netto al 6% per un totale di 146 milioni di dollari. Insomma l’arte non è un buon affare.

Lucamaleonte da Garagezero a Roma

Con De Rerum Natura, Lucamaleonte apre un viaggio all’interno di icone che celebrano l’estetica e la scienza. Come il pensiero di Lucrezio riconduce l’origine all’aggregazione degli atomi nello spazio infinito, così l’artista attraverso l’unione di campiture differenti crea un archivio di bestie che vivono solamente se in relazione. Una natura che si alimenta con il mortifero e l’esoterico, concepita intorno al simbolo, che ancora prima di essere rappresentazione rubata alla tradizione, incarna le esperienze personali dell’artista.

La produzione delle opere nasce dallo studio delle architetture urbane scelte da Lucamaleonte per valorizzare la città e realizzate su poster di diversi formati ospitati da GarageZero per l’occasione.