Se gli archistar si fanno il cartello

Gli archistar di fama internazionale non sono certo dei poveri in canna e soprattutto non hanno bisogno di faticare poi tanto per accaparrarsi nuovi lavori nelle città di tutto il mondo. Secondo voi, con tutti i soldi che guadagnano questi signori e con tutte le opportunità che di fatto tolgono ai giovani architetti locali, c’è bisogno di stringere patti di alleanza per monopolizzare il mercato? La risposta sarebbe ovviamente un secco “no”, ma evidentemente a qualcuno i “cartelli” dell’architettura piacciono parecchio, tanto che ha deciso di riunire le più rinomate archistar del momento sotto l’egida di una sorta di patto fra lupi.

Quel qualcuno Frank Gehry, comparso proprio in questi giorni sulle nostre pagine per la questione del rallentamento dei lavori del Guggenheim di Abu Dhabi. Il nostro simpatico amico Gehry non ha fatto altro che stilare una lunga lista di nomi, tra cui compaiono Zaha Hadid, Moshe Safdie, David Rockwell, Laurie Olin, Ben van Berkel, David Childs, Massimo Colomban, Greg Lynn, Wolf Prix, Matthias Schuler, Patrik Schumacher e Richard Saul Wurman ed ha poi formato una sorta di board per la propria Gehry Technologies, azienda che si occupa di fornire tecnologia e servizi per proprietari di immobili, sviluppatori, architetti, ingegneri e molti altri professionisti che operano nel mercato dell’edilizia.

Punk, l’Ultima Rivoluzione a Bologna

Giovedì 27 Ottobre 2011 alle ore 18 verrà inaugurata a Bologna la mostra “Punk, l’Ultima Rivoluzione” ideata, realizzata e promossa da ONO Arte Contemporanea. La mostra bolognese presenterà un centinaio di opere, tra cui lavori di noti fotografi che espongono tutt’oggi nei musei di tutto il mondo, grafica, poster ed editoria d’epoca e contemporanea. Un percorso espositivo studiato appositamente per un pubblico preparato e non, che guiderà il visitatore facendogli rivivere il contesto storico.

I protagonisti dell’esposizione sono quattro: un negozio in 430 King’s Road, Margaret Thatcher, il Giubileo datato 1977 della Regina Elisabetta e i Sex Pistols. Essi illustrano non solo la scena musicale Punk ma anche tutta la rivoluzione socio-culturale nata da ed intorno ad essa in soli tre anni, dal ’77 al ’80. Saranno infatti i protagonisti dell’epoca il fulcro centrale della mostra, il vero tema portante, condividendo con noi i loro racconti e le loro testimonianze.

Altro stop per Frank Gehry, il Guggenheim slitta al 2015

La faraonica impresa dell’archistar Frank Gehry e del suo avveniristico Guggenheim di Abu Dhabi, il cui costo si aggira attorno agli 800 milioni di dollari è ormai divenuta una vera e propria fatica proverbiale, un poco come la celebre fabbrica di S.Pietro. Va detto che nei passati mesi la costruzione della prestigiosa istituzione museale è stata giustamente ostacolata da un comitato formato da più di 130 artisti internazionali tra cui svettano i nomi della nostra Monica Bonvicini, di Harun Farocki, Mona Hatoum, Emily Jacir, Shirin Neshat e Tania Bruguera, tanto per citarne alcuni. La protesta riguarda le pietose condizioni di lavoro degli operai locali che attualmente si trovano impegnati nell’edificazione dell’imponente struttura.

Sempre meno arte, sempre più economia

Le aziende sono fondate sui principi dell’economia moderna, quadrature di bilanci e manovre tecniche per ottimizzare la produzione riducendo i costi sono quindi il motore centrale che alimenta questo tipo di organismi votati al commercio. Negli ultimi anni questo modus operandi si è esteso a macchia d’olio inglobando anche la res publica, non a caso parlando dell’Italia si è cominciato ad utilizzare la definizione di azienda-stato, questo per sottolineare un comportamento sempre più attento alle logiche di mercato ed alle dinamiche del bilancio interno.

Con il passare del tempo questa “febbre” dell’economia è riuscita a spodestare le questioni politiche e sociali, riducendo il tutto ad una faccenda di numeri. Questo passaggio dall’aspetto per così dire filosofico a quello teorico si è da tempo innescato anche nel mondo dell’arte ed in special modo nelle istituzioni museali. I direttori dei musei sono oramai degli abili manager, degli amministratori in grado di far quadrare i conti e di stringere rapporti con gli altri musei-azienda sparsi per il mondo. 

The Others, la prima fiera che volge lo sguardo ai giovani artisti

The Others è un innovativo progetto espositivo internazionale dedicato all’arte contemporanea emergente, promosso dall’Associazione The Others, allestito a Torino nella suggestiva sede de Le Nuove, grande edificio carcerario del 1870 ora adibito a spazio museale permanente, oltre che a sede temporanea di eventi culturali, musicali, teatrali.

I protagonisti sono una sessantina di operatori, profit e no-profit, che lavorano in modo continuativo a programmi dedicati a giovani artisti: gallerie nate dopo il 1 gennaio 2009 e, indipendentemente dalla data della propria apertura, centri no-profit, associazioni e fondazioni, collettivi di artisti, progetti editoriali, premi d’arte, residenze per artisti, scuole e accademie d’arte che si incontrano a The Others per realizzare un focus sulla comunità globale dell’arte di oggi. In questo modo si presentano le molteplici realtà protagoniste della creatività contemporanea, differenti per tipologia, obiettivi e mezzi espressivi, offrendo da un lato una formula inedita di promozione e valorizzazione e dall’altro invitando il pubblico al piacere della scoperta delle voci più nuove e delle energie più prorompenti del panorama artistico internazionale.

Nan Goldin si spersonalizza per Jimmy Choo

Alcuni giorni fa avevamo parlato delle varie contaminazioni tra arte contemporanea, design e alta moda elencando alcuni progetti di prossima uscita in cui sono coinvolti grandi nomi della scena internazionale. Tra le prime realizzazioni della grande infornata ecco quindi che arriva il prodotto della stravagante collaborazione Nan Goldin e Jimmy Choo. Se il nome di quest’ultimo non vi suona familiare, possiamo dirvi che Jimmy Choo Yeang Keat (questo il suo vero nome) è un stilista di grido nato in Malaysia nel 1961 e successivamente trapiantato a Londra.

In realtà Choo è celebre in tutto il globo per le sue meravigliose scarpe, capaci di mandare in visibilio qualsiasi esponente del sesso femminile. Come stavamo appunto dicendo Choo e Goldin hanno deciso di collaborare assieme, la fotografa ha prodotto alcuni scatti per la campagna pubblicitaria della linea di scarpe Capsule Icons. Vogue Italia, in un articolo firmato da Marta Casadei, commenta così l’inattesa joint venture: “Scattate in un’atmosfera mistica ed eterea, le foto esprimono per immagini il dna della collezione in modo sofisticato e nuovo: la modella, nel cuore della foresta, con la sua posa vittoriosa esprime sensualità e potenza.

I Voina fanno causa allo stato

Oltre alle ostilità del governo cinese nei riguardi di Ai Weiwei, un’altra vicenda ha tenuto con il fiato sospeso la comunità dell’arte internazionale. Stiamo ovviamente parlando dell’arresto di Leonid Nikolaev e Oleg Vorotnikov, i due membri del collettivo artistico sovietico denominato Voina. Come sicuramente ricorderete lo scorso novembre i Voina organizzarono una delle loro celebri riot-performance a San Pietroburgo. Durante l’azione intitolata Palace Revolution, Nikolaev e Vorotnikov rovesciarono alcune macchine della polizia con tanto di ufficiale delle forze dell’ordine all’interno. I due artisti furono quindi arrestati e sbattuti in prigione.

Le prigioni russe non sono certo una passeggiata ed i due sono stati trattati con estrema brutalità. In seguito, il nostro beniamino della street art Banksy si è offerto di pagargli la cauzione, offerta che è stata in un primo momento rifiutata dal giudice (poiché Banksy non ha identità) ed in seguito accettata. A fine marzo però, i poveri artisti sono stati nuovamente fermati nel corso di una manifestazione pacifica e violentemente picchiati dalla polizia russa. In seguito, un nuovo mandato di cattura è stato emesso nei confronti dei poveri Oleg e Nikolaev. Le accuse sono quindi rimaste sul capo dei due fino ai giorni scorsi, quando finalmente la polizia russa ha deciso di far decadere ogni persecuzione nei loro confronti.

NEW ALLIANCE – CAE/Critical Art Ensemble

Alleanza: associazione o patto tra pari ai fini di mutuo sostegno e in vista di un obiettivo comune. In questa definizione potrebbe rientrare la relazione tra uomini e piante? Per il momento, no. Allora, cosa bisognerebbe cambiare per impostare il nostro rapporto su una base di condivisione, coabitazione e reciprocità? Da queste domande nasce il workshop con Steve Kurtz, Steve Barnette e Lucia Sommer, ovvero il CAE / Critical Art Ensemble, il provocatorio collettivo statunitense che al tabù della specializzazione oppone l’affermazione di un piano di discussione pubblico e partecipato sui temi della scienza, della tecnologia e della politica.

I partecipanti al New Alliance workshop saranno coinvolti in tavoli di discussione, esplorazioni urbane e azioni collettive che, a partire dal PAV, dissemineranno il germe della nuova alleanza in città, facendo tappa ad Artissima18 per una pubblica sperimentazione, sabato 5 novembre, nello spazio Zonarte dedicato alle attività e alla formazione. L’azione di dialogo e performativa, che prevede anche un pranzo comunitario, si avvale della partecipazione dell’artista Jacopo Seri, del paesaggista Gianluca Cosmacini, del vivaista Filippo Alossa e dell’agronomo Daniele Fazio, autore di un importante saggio sulle piante urbane “pioniere”.

Paolo Troilo – Azioni

La Galleria Russo, sita a due passi da Piazza di Spagna, il 15 ottobre ha aperto i suoi eleganti spazi ad “Azioni”di Paolo Troilo, a cura di Lorenzo Canova. La mostra fa parte della seconda tappa del progetto espositivo che impegnerà il pittore, da luglio a dicembre, in tre personali dislocate in altrettante città – San Gimignano, Roma e Milano – attraverso le quali si svolge e si sviluppa il suo percorso artistico.

Paolo Troilo (Taranto, 1972 – vive e lavora a Milano) inizia nel 1997 collaborando con la sede milanese dell’agenzia pubblicitaria Saatchi&Saatchi, dove per sei anni ha rivestito il ruolo di Director Senior. Il 2006 è un anno fecondo: inizia ad esporre come artista e fonda la Arnold Guerrilla, prima agenzia di Guerrilla Marketing in Italia, ottenendo il bronzo all’International Advertising Festival di Cannes dopo un solo anno di attività. Nel 2008 i suoi quadri sono presenti a MiArt e ad ArtVerona. Quest’anno è tra i partecipanti della 54° Biennale di Venezia.

Se FIAC batte anche Frieze

FIAC è una fiera d’arte contemporanea tra le più prestigiose. Tuttavia, la kermesse parigina non è mai riuscita a spodestare le altre manifestazioni più in voga come Art Basel e Frieze, pur restando davanti a ARCO Madrid ed Artissima di Torino. Ed invece quest’anno le cose non sono andate come al solito, visto che tutti i magazine del settore sono concordi nel dichiarare che FIAC è riuscita a scalzare Frieze, posizionandosi al secondo posto della prestigiosa classifica guidata sempre e comunque dall’incrollabile Art Basel.

Merito del cambio di location dal Cour Carée del Louvre al Grand Palais. Così, lo scorso mercoledì 19 ottobre, FIAC ha aperto i suoi cancelli per la VIP preview, cercando di superare il giro di vendite della settimana britannica di Frieze. Per quanto riguarda le grandi vendite, le cose sono andate bene sin dal giorno dell’inaugurazione. La Galleria Jerome de Noirmont, ad esempio, è riuscita a cedere l’opera Split Rocker (Pink/Blue) di Jeff Koons per la bellezza di 1 milione di dollari. Per tutta risposta Emmanuel Perrottin ha raddoppiato la posta, cedendo i quattro pannelli dell’opera As the Interdimensional Waves Run Through Me, I Can Distinguish Between the Voices of Angels and Devil di Takashi Murakami per più di 2 milioni di dollari.

Chi mi dice che questo Warhol non è una copia? Dal 2012, nessuno

Alcuni giorni fa diversi magazine d’arte contemporanea di tutto il mondo hanno amplificato una notizia assai triste che potrebbe avere dei risvolti a dir poco disastrosi per il mondo del mercato dell’arte. Ecco in breve cosa è accaduto: La Andy Warhol Foundation for The Visual Arts ha annunciato che nel 2012, a causa di problemi economici, sarà costretta a chiudere la Andy Warhol Authentication Board Inc.

Questo organismo, da sedici anni a questa parte, si è occupato di controllare e successivamente autenticare tutte le opere del grande re del Pop. Per far ciò, l’Authentication Board ha bisogno di circa 500.000 dollari l’anno, una cifra di tutto rispetto che va però ad aggiungersi ai circa 7 milioni di dollari l’anno in spese legali. Queste ulteriori spese sono causate dalle cause intentate dai collezionisti che si vedono respingere la loro opera precedentemente attribuita a Warhol da chissà quale esperto.

Jannis Kounellis Special Guests alla Biennale di Mosca

L’NCCA – National Centre for Contemporary Arts di Mosca in collaborazione con RAM radioartemobile presenta la mostra di Jannis Kounellis come parte dello Special Guests program all’interno della 4a Biennale di Arte Contemporanea di Mosca. L’artista italiano di origine greca è stato uno dei fondatori dell’Arte Povera, movimento artistico d’avanguardia nato in Italia alla fine degli anni ’60. Gli artisti coinvolti in questo movimento hanno creato installazioni di oggetti naturali e scarti industriali, di semplice, effimero, materiale povero.

Dopo aver contribuito alla nascita e allo sviluppo dell’Arte Povera, recentemente Jannis Kounellis ruota attorno ai problemi riguardo il ruolo dell’artista e la missione civile dell’arte nella società contemporanea. I suoi lavori sono intrisi di alto lirismo e hanno una forma austera; riflettono l’intera storia dell’arte- dall’antichità all’avanguardia storica del ventesimo secolo e il presente. S.T. il nuovo ambizioso progetto di Kounellis ideato appositamente per questo spazi, sarà presentato al Red October Chocolate Department dal 27 Ottobre al 27 Novembre 2011.

Apertura dello Spazio Sottobosco a Mestre

Il 28 ottobre inaugura a Mestre lo spazio di Sottobosco, associazione no profit finalizzata alla creazione di una piattaforma indipendente per la progettazione culturale. Dal comunicato stampa: Abbiamo riattivato uno stabile in labodisuso mettendo in moto un meccanismo di riconversione che lo ha restituito al tessuto urbano e ai suoi abitanti in quanto spazio per la produzione culturale. Il progetto è il frutto di una ricerca condotta nel quartiere Piave, una porzione della città di Mestre che si presenta come un laboratorio aperto per la complessità sociale e culturale che ospita e che per il suo assetto urbanistico restituisce in modo chiaro le risultanti economiche e sociali dei processi urbani contemporanei.

Da Dicembre 2010 abbiamo lavorato ad una mappatura degli spazi abbandonati o poco appetibili dal punto di vista immobiliare e commerciale, individuandone alcuni con le giuste caratteristiche strutturali e di accessibilità. Dopo questa fase è iniziata la trattativa con i proprietari degli immobili, attraverso la quale Sottobosco ha ottenuto il comodato d’uso per un periodo di due anni in cambio dei lavori di ripristino estetico. Oggi, dopo la ristrutturazione realizzata grazie ai numerosi contributi dei nostri sostenitori, lo spazio Sottobosco si presenta come un’ambiente flessibile e multifunzionale: è composto dallo studio di progettazione del collettivo, da un laboratorio officina e da un’area di carattere pubblico che ospita l’archivio artisti di Sottobosco, una libreria dedicata alle realtà no profit e un punto di distribuzione di free press.

Arte Povera alla Triennale di Milano

Dal 25 ottobre 2011 si tiene presso la Triennale di Milano Arte Povera 1967-­‐2011. L’esposizione fa parte di “Arte Povera 2011”, la mostra-­‐evento a cura di Germano Celant, che sarà presentata dall’autunno 2011 fino ad aprile 2012 in diverse istituzioni italiane.

Ha come fulcro il movimento nato nel 1967 con gli artisti Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Pier Paolo Calzolari, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Mario Merz, Marisa Merz, Giulio Paolini, Pino Pascali, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto, Emilio Prini e Gilberto Zorio. Presenta su scala nazionale e internazionale, gli sviluppi storici e contemporanei di questa ricerca, distribuendo le varie fasi e i singoli momenti linguistici in differenti città e istituzioni. Un insieme di mostre che con la collaborazione di parte del “sistema museo” italiano e attraverso diverse situazioni architettoniche e ambientali, mette insieme oltre 200 opere storiche e recenti e si propone come un viaggio nel tempo dal 1967 a oggi.