Antony Gormley riempie la terra (e l’acqua) di Edimburgo con le sue statue


Antony Gormley, non pago di aver preso d’assalto trafalgar square e di spaventato l’intera città di New York con le sue statue a grandezza umana in procinto di lanciarsi dai tetti dei palazzi, ha in serbo un altro grande proggetto di arte pubblica. Si tratta di uno straordinario progetto scultoreo commissionato dalla National Galleries of Scotland dal titolo 6 Times. Il progetto prevede l’installazione di 6 statue prodotte dal celebre artista britannico all’intenro della città di Edinburgo.

Le statue verranno posizionate in tempi diversi tra la Scottish National Gallery Of Modern Art ed il mare. Ad essere precisi, quattro delle sei sculture in totale saranno adagiate sulle acque e seguiranno i movimenti del fiume Leith. Il progetto è iniziato lo scorso aprile ma nuove installazioni di ulteriori statue sono previste per tutto giugno. E’ la prima volta che un’opera d’arte della collezione National Galleries viene posizionata in maniera permanente in uno spazio esterno.

La licenza Creative Commons e l’arte contemporanea

L’opera d’arte appartiene all’artista che l’ha creata, egli detiene i diritti ed ha il potere assoluto di decidere sulle sue sorti. Questa semplice affermazione che in passato era un vero e proprio dogma potrebbe non essere più tale per il prossimo futuro. Stiamo ovviamente parlando della rivoluzione Creative Commons, una tempesta che ha invaso tutte le arti dalla  Fotografia alle immagini in genere passando per le  illustrazioni, i video, l’editoria e la musica.

Le licenze Creative Commons offrono sei diverse articolazioni dei diritti d’autore per creatori che desiderino condividere in maniera ampia le proprie opere secondo il modello “alcuni diritti riservati”. Il detentore dei diritti puo’ non autorizzare a priori usi prevalentemente commerciali dell’opera (opzione Non commerciale, acronimo inglese: NC) o la creazione di opere derivate (Non opere derivate, acronimo: ND); e se sono possibili opere derivate, puo’ imporre l’obbligo di rilasciarle con la stessa licenza dell’opera originaria (Condividi allo stesso modo, acronimo: SA, da “Share-Alike”).

Mutazioni corporee in mostra alla Galleria Allegretti di Torino

Martedi’ 6 luglio alle ore 19, la Galleria Allegretti Contemporanea presenta Aidoru, una mostra collettiva a cura di Massimo Sgroi, a cui parteciperanno Karin Andersen, Costanza Costamagna, Monica D’Alessandro, Sabrina Milazzo, Ina Nikolic, Arash Radpour e Matteo Sanna (periodo esposizione: dal 7 al 31 luglio 2010; apertura: dal martedi’ al sabato con orario dalle 15 alle 19).

L’esposizione ha come tema centrale la mutazione corporea, pensata come chiave di lettura preferenziale nel passaggio fra i mondi, dal reale al virtuale. Mutazione che avviene quando l’universo fisico diventa altro da se’, laddove l’umano si trasforma in idolo elettronico, Aidoru, termine giapponese che William Gibson usa come titolo di un romanzo e che significa, appunto, Idolo.  Attraverso tutte le tecniche in uso nell’arte contemporanea, video, pittura, fotografia, scultura, installazione e performance, i sette artisti indagano il difficile rapporto fra l’eccesso corporeo dell’uomo del terzo millennio e la sua sparizione all’interno di una società ipercomplessa, sempre piu’ basata sui mezzi della tecnologia computerizzata.

Roma città aperta per la Notte del Caravaggio

Roma si prepara ad un grandissimo evento dedicato al grande Caravaggio. Si tratta de La Notte di Caravaggio, manifestazione che il 17 ed il 18 luglio prossimo, celebrerà il quarto centenario dalla morte del grande artista avvenuta esattamente il 18 luglio del 1610. Se avete seguito il nostro Blog con attenzione sarete sicuramente informati sulle recenti ricerche che il team di Giorgio Gruppioni, titolare della cattedra di Antropologia nella Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali dell’Università degli Studi di Bologna, ha condotto sulle spoglie di Caravaggio per accertare le cause della sua misteriosa morte. Come già accennato in un nostro precedente articolo, il celebre maestro potrebbe essere stato avvelenato dal piombo, metallo presente in tutti i colori per pittura della sua epoca.

Tornando alla presente manifestazione, durante l’evento rimarranno aperte tutte le chiese romane che custodiscono opere di Caravaggio. Tutte le chiese saranno aperte dalle ore 19 del giorno 17 luglio fino alle 9 del 18 luglio. Una sorta di after hour dell’arte che non mancherà certo di richiamare folle oceaniche di visitatori. Già lo scorso giugno, in occasione della mostra di Caravaggio alle Scuderie del Quirinale di Roma, gli organizzatori decisero di optare per un’apertura no stop ed il successo fu incredibile.

Un solo nome: Klaus Nomi

 Un cantante dalla voce fuori dal comune, un performer selvaggio ed originale, un’animale da palcoscenico, un trasformista, un grande artista. Questo è molto altro ancora è stato Klaus Sperber, meglio conosciuto come Klaus Nomi. Nato a Immenstadt, in Germania nel 1944, negli anni ’60 iniziò a lavorare come usciere alla teatro dell’Opera di Berlino dove aveva preso l’abitudine di cantare sul palco dopo la fine degli spettacoli. Nel 1972 Nomi decise di partire per gli Stati Uniti e si trasferì a New York dove cominciò a farsi conoscere nella scena artistica dell’East Village.

Per sbarcare il lunario il giovane artista faceva il pasticcere mentre allo stesso tempo seguiva delle lezioni di canto. Nel frattempo l’artista cantava e creava performances per alcuni piccoli club. Il suo stile caratterizzato da una improbabile quanto perfetta fusione tra lirica, rock e disco, unito al suo make up inconfondibile non passò di certo inosservato e nel 1978 Nomi fece la sua irruzione nella scena dell’arte con la sua performance all’evento New Wave Vaudeville, creato dall’artista David Mc Dermott.

Il Ventre di Napoli in mostra al Madre

Il museo Madre ospita dall’8 luglio al 13 settembre la mostra collettiva Il Ventre di Napoli, progetto nato e sviluppatosi in due anni di intenso lavoro tra le città di Rotterdam e Napoli, finanziato dalla Netherlands Foundation for Visual Arts, Design and Architecture, da l’Assessorato alla Cultura della città di Rotterdam e dal Centro delle Arti Visuali di Rotterdam. Interpretare la città. Cercare di comprenderne i motivi profondi, le peculiarità, i pregi e i difetti. Studiarla, entrando in contatto con tutti gli aspetti che la caratterizzano, al di là dei luoghi comuni.

Viverla in maniera totale, quasi fosse un organismo vivente.Poi,allontanarsene e raccogliere i dati accumulati per sintetizzare la propria esperienza in una chiave di lettura personale che aiuti a svelarne l’essenza nascosta. E’ questa la sfida che hanno affrontato i partecipanti al progetto Il Ventre di Napoli, curato da Patricia Pulles con 9 artisti di base a Rotterdam, che concluderanno il proprio percorso con una mostra che si terrà dall’8 luglio al 13 settembre al museo Madre, da sempre attento e disponibile ad offrirsi come punto di incontro tra il proprio territorio e la realtà artistica internazionale.

A Torino un tributo a Roberto Ansaldi aka Ramone

Lunedì 5 Luglio, all’interno dei locali della galleria Spazio Azimut (Piazza Palazzo di Città 8 – Torino), inaugura la mostra-tributo organizzata in ricordo di Roberto Ansaldi aka “Ramone”. Roberto è stato per oltre vent’anni uno di quelli che possono essere definiti i “personaggi” della società torinese: artista, musicista, attore, dj, scrittore, animatore… dagli anni ’80 fino alla sua prematura scomparsa, alcuni mesi fa. Oggi la sua famiglia e i suoi amici rendono omaggio alla sua memoria organizzando una mostra che raccoglie molte delle sue opere: quadri, schizzi, disegni, scritti, pensieri, musiche… che potranno essere osservati e apprezzati fino al 18 luglio (ingresso libero) presso la galleria Azimut.Verrà inoltre presentato un catalogo realizzato grazie al contributo degli amici di ieri e di oggi.

Nel corso dell’inaugurazione si alterneranno in consolle i dj Giusi Brunetti, Lorenzo Lsp e Mauro Dosio, che sonorizzeranno l’evento attraverso una selezione musicale che includerà anche composizioni dello stesso Roby Ramone. Il percorso artistico di Roberto Ansaldi aka Ramone sfugge alle tipiche definizioni e all’individuazione di una scansione temporale che normalmente, con il trascorrere degli anni, mostra all’osservatore il cammino intrapreso.

Synchronicity, dischi d’autore in mostra a Roma

In linea con l’obiettivo di sostenere e promuovere i rapporti tra arte e musica, il 6 luglio la Fondazione Musica per Roma inaugura negli spazi dell’AuditoriumArte la mostra Synchronicity. Record Covers by Artists a cura di Raffaella Perna. Attraverso una selezione di oltre 100 dischi in vinile, a 33 e 45 giri, provenienti dalla collezione Stefano Dello Schiavo, l’esposizione ripercorre cronologicamente la storia delle copertine realizzate da artisti, coprendo un arco temporale che va dall’inizio degli anni Cinquanta a oggi. Progettate su richiesta di case discografiche e musicisti, queste copertine assumono un interesse del tutto particolare per la specifica prerogativa di veicolare, insieme all’elemento sonoro, l’idea artistica a un pubblico di massa.

Contrariamente ai «dischi d’artista» – stampati in tirature limitate e distribuiti in luoghi tradizionalmente deputati all’arte, come musei o gallerie private – le cover ideate da artisti su commissione sono riprodotte in migliaia di copie (talvolta in milioni) e si configurano come mezzo per divulgare e promuovere su vasta scala ricerche fortemente sperimentali, altrimenti condannate a una ricezione elitaria. Sono, infatti, proprio le tendenze artistiche maggiormente impegnate ad allargare i confini della fruizione estetica a interessarsi sistematicamente alla grafica di un prodotto popolare e universale come il disco.

La giovane arte di Istanbul e Atene approda a Catania

L’8 e 9 luglio partirà rispettivamente a Palermo e Catania, in tre sedi, Others, progetto promosso da Riso, Museo d’Arte Contemporanea della Sicilia che vedrà approdare a Palazzo Riso e alla Gam, Galleria d’Arte Moderna (Palermo) e a Palazzo Valle ( Catania) una selezione di opere provenienti dalle Biennali di Marrakech, Istanbul e Atene, scelte dai relativi curatori.  A Palermo gli spazi di Riso, Museo d’Arte Contemporanea della Sicilia e la Gam, Galleria d’arte moderna ospiteranno una selezione di video, film, tele, sculture architetturali e sceniche ripensati per gli spazi siciliani da 26 artisti selezionati da Abdellah Karroum dalla III AIM, biennale internazionale d’arte di Marrakech.

La biennale marocchina, ospitata nello storico Palazzo Bahia, condivide con il palermitano Palazzo Riso l’utilizzo di un sito antico restaurato per ospitare il contemporaneo. A Palermo sarà inoltre proposto un contatto con la marocchina Radio R22 per raccontare la città.  A Catania, a Palazzo Valle, sede della Fondazione Puglisi Cosentino, saranno in mostra le opere di 18 artisti selezionati da Xenia Kalpaktsoglou, Polydoros Karyofyllis ed Augustine Zenakos. Le opere sul tema del confronto tra arte e vita arriveranno dalla I e II biennale di Atene.

Saatchi si ritira e dona la sua Gallery alla città di Londra

Charles Saatchi ne ha combinata un’altra delle sue ma stavolta a fin di bene. Il celebre mercante d’arte, nonché vero e proprio motore della Young British Artists, ha infatti incredibilmente deciso ritirarsi dalle scene di donare al Regno di Inghilterra la sua Saatchi Gallery di Londra. Quindi prossimamente la celebre galleria diventerà Il London Museum Of Contemporary Art, unendosi così ad altri prestigiosi musei del contemporaneo sparsi per il mondo. Sicuramente i cittadini britannici saranno contenti di questa scelta e l’edificio di per sé è un bellissimo spazio dedicato all’arte che ogni hanno riesce a raggiungere un vasto bacino di visitatori.

Ovviamente in tutto questo rotear di baci ed abbracci, sorge una questione assai spigolosa. Il problema è grosso modo lo stesso che abbiamo noi in Italia (e che Globartmag ha sollevato mesi fa parlando del Maxxi) e sarebbe a dire la collezione permanente del museo. In tutti questi anni la Saatchi Gallery, nella speranza di scoprire nuovi e scintillanti talenti, ha organizzato un’enorme quantità di mostre con molte buone opere ed un mare di manifestazioni creative decisamente mediocri, mettendo in luce una linea espositiva incoerente e frammentata.

Luigi Ghirri e Mario Giacomelli al Centro Arti Visive Pescheria

Il 3 luglio 2010 alle ore 19.00, presso il Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro, inaugura la mostra Paesaggi: Luigi Ghirri – Mario Giacomelli. Per la prima volta in uno spazio espositivo pubblico, vengono presentate le opere di Luigi Ghirri e Mario Giacomelli, due maestri della fotografia italiana. La posizione geografica di Pesaro, situata ai confini tra le Marche e la Romagna, ha suggerito questa mostra basata sull’idea di paesaggio, interpretata dai due artisti: orizzonti evanescenti e metafisici per Ghirri , superfici drammatiche e contrastate per Giacomelli.

Nei due spazi espositivi del Museo, la Chiesa del Suffragio e il loggiato, saranno esposte circa 80 opere selezionate dai curatori. Nei paesaggi familiari della costiera romagnola, interpretati da Ghirri, e le campagne delle colline marchigiane viste da Giacomelli, i due autori hanno cercato il senso e la ragione di un legame speciale con i luoghi di infanzia e di vita quotidiana che diventano lo scenario preferito e primario per le proprie osservazioni, oggetto di studio e di lavoro fertile e creativo. Tra documentazione e invenzione, il paesaggio ridefinisce in queste opere l’orizzonte creativo degli autori che compongono, da una fotografia all’altra, la mappa geografica personalissima, e per questo vera e profonda, della costa adriatica – romagnola e marchigiana – come il confine tra uno spazio esterno da percorrere e uno più interno da lasciar affiorare in superficie.

Sebastião Salgado al Palazzo Pardi di Colonnella

Inaugura il 3 Luglio 2010, presso Palazzo Pardi di Colonnella, la mostra fotografica di Sebastião Salgado La mano dell’uomo.La mostra rappresenta un omaggio del grande fotografo al lavoro manuale, in un’epoca in cui l’invasione tecnologica e la rivoluzione informatica hanno preso gradualmente il posto che per secoli è stato della manualità. Oltre sessanta fotografie in bianco e nero, tratte da trenta reportages che raccontano storie di uomini, donne, bambini attraverso gesti quotidiani che diventano episodi di un’epica silenziosa e sofferta.

La mano dell’uomo è il frutto di un lavoro durato oltre 6 anni: un’appassionata ed attenta ricognizione visiva, antropologica ed economica insieme. Tra i reportage esposti in questa mostra ci saranno immagini della raccolta della canna da zucchero a Cuba e in Brasile, della raccolta del tè in Ruanda, le ormai famosissime fotografie della miniera d’oro di Serra Pelada in Brasile, della miniera di zolfo in Indonesia, le immagini straordinaire della tonnara in Sicilia. Inoltre, le industrie automobilistiche in India, le acciaierie in Kazakhstan, la costruzione del canale di irrigazione del Rajasthan e le immagini della costruzione dell’Eurotunnel.

Sorgerà a Roma il nuovo museo della Shoah

Shoah (in lingua ebraica השואה ), significa “desolazione, catastrofe, disastro”. Questo termine venne adottato per la prima volta, nel 1938, dalla comunità ebraica in Palestina, in riferimento alla Notte dei cristalli (9-10 novembre 1938).  Da allora la parola Shoah definisce nella sua interezza il genocidio della popolazione ebraica d’Europa per mano dei nazisti. Attualmente il museo Yad Vashem di Gerusalemme è il memoriale ufficiale di Israele delle vittime ebree dell’olocausto fondato nel 1953 grazie alla Legge del memoriale approvata dalla Knesset, il parlamento Israeliano.

Da oggi però  il museo Yad Vashem avrà un nuovo gemello.  La  sensazionale notizia è stata confermata nelle ultime ore proprio dalle autorità di Gerusalemme e dalle parole del sindaco di Roma Gianni Alemanno. Entro tre anni Roma avrà un nuovo museo della Shoah. L’importante museo sorgerà a Villa Torlonia e sarà il primo museo storico-didattico di tutta Italia. Roma ha inoltre stipulato un’intesa con lo Yad Vashem il quale ha già confermato lo scambio di importanti contributi. Il nuovo museo della Shoah di Roma non sarà solamente un museo ebraico ma un polo culturale di storia europea e nazionale per tutti ed a cui tutti potranno lavorare.

Il Punk californiano e l’avventura della Target Video

I nomi  Jackie Sharp, Jill Hoffman e Sam Edwards forse non vi diranno nulla in particolare ma sappiate che questi temerari personaggi, capitanati dall’artista Joe Rees furono i fondatori di una realtà che ad oggi non ha eguali. Stiamo ovviamente parlando della celebre casa di produzione di audiovisivi denominata Target Video (conosciuta anche come Target 77) nata sul finire degli anni ’70 in quel di San Francisco.

Ovviamente la Target Video non ha mai prodotto opere di video arte ma l’attenta e sperimentale ricognizione della scena musicale punk ed hardcore americana operata da questa avventurosa etichetta è paragonabile ad una creazione artistica. Sin dai suoi primi giorni di vita la Target iniziò a filmare concerti all’interno di clubs, per strada ed ai parties. Inoltre il quartier generale della Target possedeva un enorme sottoscala di quasi 500 metri quadrati dove venivano organizzati concerti che iniziavano nel pomeriggio e si concludevano a notte inoltrata.