Vancouver non è solo una città che sta ospitando le olimpiadi invernali ma un crocevia importante per l’arte contemporanea ed in special modo per l’arte concettuale. C’è da dire che la città è anche piena di pubs dove è possibile gustare ottime birre. Ad unire le due cose ci ha pensato Theo Sims, artista britannico, che ha pensato di costruire un’installazione dal titolo Candahar nel mezzo del Playwrights Theater. L’opera è in soldoni un grande container di legno che vorrebbe riprodurre un pub di Belfast.
Il legame tra cibo ed arte ed il suo impatto sulla vita quotidiana

Alla Kunsthalle di Düsseldorf è ancora possibile visitare (fino al 28 febbraio 2010) un’interessante ed estrosa mostra dal titolo Eating the Universe – Food in Art. La mostra in sostanza è un’attenta riflessione sul termine Eat Art coniato dall’artista svizzero Daniel Spoerri che riprese gli intenti ideologici della celebre Cucina Futurista sviluppandoli in modo da far entrare le arti culinarie all’interno delle arti visive.
Dal 1968 al 1972 Spoerri fu proprietario di un ristorante a Düsseldorf in Burgpkatz e sucessivamente della Eat Art Gallery. Proprio in quegli anni il celebre artista decise di intraprendere la nuova avventura della eat art, caratterizzata da opere d’arte realizzate con materiali commestibili. In una mostra a Milano, Spoerri presentò opere di Yves Klein, Arman ed altri, tutte realizzate con il cibo e successivamente servite durante un banchetto. Il titolo della presente mostra Eating the Universe è ispirato a Peter Kubelka, professore di film e cucina alla Studeschule di Francoforte, che negli anni ’70 lo coniò per un Tv show sulla cucina come forma d’arte.
Ursula Mayer – Last Hours of Ancient Sunlight

A distanza di tre anni dalla sua prima apparizione in Italia negli spazi di Monitor nel 2007, la galleria romana è ora lieta di presentare la seconda personale di Ursula Mayer. La più recente ricerca filmica della Mayer smantella letteralmente gli elementi della narrazione cinematografica: i numerosi flashback che interrompono i suoi film rivelano la natura a-narrativa dei lavori, mettendo in discussione la convenzione cinematografica di una linearità temporale.
Nella sua ultima doppia installazione 16mm dall’affascinante titolo Last Hours of Ancient Sunlight un bassorilievo di età classica raffigurante il mito di Medea rappresenta per un gruppo di attori il punto di partenza di una performance che traspone l’immobilità archetipa del fregio nel gioco di un antico rituale con richiami che vanno dall’avanguardia alla danza contemporanea. A differenza dei precedenti film della Mayer, in cui figure misteriose sospese in una cornice senza tempo coesistevano in momenti differenti senza mai incontrarsi, quest’ultima opera sembra suggerire una possibile sincronicità di tempo e storia. Qui la collusione tra l’identità certa del film e della storia di finzione rinforza lo spazio artificiale del cinema amplificandone la costruzione autoanalitica e l’interruzione cronologia della struttura filmica.
Gea Casolaro rovescia l’idea di paesaggio

Dopo i lavori realizzati in Argentina e in Cina, Gea Casolaro presenta dal 25 febbraio presso The Gallery Apart di Roma due progetti legati all’idea di paesaggio e al modo in cui esso può essere percepito, progetti concepiti l’uno (South) in Nuova Zelanda, dove l’artista ha trascorso un periodo di residenza conclusosi con la mostra This Month at NPS, Aratoi, al Wairarapa Museum of Art and History di Masterton, l’altro (Visible/Invisible) in Francia, nuova patria d’elezione dell’artista da molti mesi trasferitasi a Parigi.
South, questo il titolo del lavoro fotografico, si compone di una serie di bellissimi stereotipati paesaggi esposti “upside down” con cui Casolaro invita a riconsiderare l’aspetto socio-politico e culturale del nostro modo di guardare alla realtà. I punti cardinali aiutano a non perdersi, a ritrovare la via di casa e persino se stessi, a viaggiare per scoprire l’altro che però troppo spesso non ci si sforza di conoscere veramente. Servono ad orientare il mondo e a darsi delle regole, con l’illusione di avere tutto sotto controllo, ma il mondo gira senza interrogarsi sulla propria direzione. L’occidente si è spostato molto ad est, il sud un po’ più a nord e sempre di più (come Casolaro già ha evidenziato, in particolare con lavori come Maybe in Sarajevo, 1998, e To feel at home, 2002) possiamo ritrovare casa ovunque, se siamo pronti a cercarla davvero. Nella comune visione euro-nordamericanocentrica del mondo, il sud è un luogo povero, esotico, caldo, con una natura ancora in parte selvatica e dove l’emotività e le passioni hanno comunque e sempre la meglio sul “necessario” lato razionale dell’esistenza.
Egon Schiele e il suo tempo

Apre a Palazzo Reale di Milano il 25 febbraio la mostra Schiele e il suo tempo, realizzata in collaborazione con il Leopold Museum di Vienna. L’esposizione presenta circa 40 dipinti e opere su carta dell’artista Egon Schiele, accompagnati da altrettanti capolavori di Klimt, Kokoschka, Gerstl, Moser e vari altri protagonisti della cultura viennese del primo Novecento.
“Egon Schiele e la Vienna del primo Novecento rivivono nelle sale di Palazzo Reale con la grande esposizione promossa dal Comune di Milano che pone al centro dell’attenzione una stagione della Mitteleuropa attraversata da un intenso fermento culturale e insieme dalle contraddizioni e dai conflitti che porteranno alla prima guerra mondiale – spiega l’assessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory -. L’obiettivo è quello di restituire al pubblico la ricchezza di un’epoca irripetibile e di una città-simbolo, Vienna, che in quegli anni rappresenta il tormentato destino del vecchio Continente”.
Sten & Lex in mostra alla galleria Co2 di Roma

La galleria romana Co2 inaugura il 12 marzo la mostra dei due street artists romani Sten&Lex. Il titolo della mostra che ripropone gli acronimi dei loro tag, è già parte della rivoluzione che li vedrà impegnati in un lavoro, non più individuale, ma fianco a fianco, che mostrerà al pubblico svelando non solo una produzione a quattro mani, ma un romantico rapporto di coppia.
Il lavoro di Sten&Lex parte dallo studio del soggetto recuperato dagli archivi fotografici storici dell’Italia degli anni ’60 e ‘70, per sfociare in un linguaggio odierno e contemporaneo, pur se realizzato mediante procedimenti antichi.
La tecnica del poster è il lite motive che li ha uniti e che ne ha fatto un fenomeno di richiamo internazionale. I lavori inediti esposti in questa mostra, sono realizzati con un’abilità ancora più elaborata, tale da divenire il segno distintivo delle future comparse pubbliche: stencil di carta su pannello.
Keep your seat – Stai al tuo posto

Keep your seat – Stai al tuo posto la mostra che la GAM di Torino inaugura il 24 febbraio nella sua Exhibition Area al primo piano ha l’obiettivo di indagare il rapporto fra arte contemporanea e design. Ma per analizzare un rapporto così articolato è necessario possedere una precisa consapevolezza della complessità del tema e delle implicazioni storiche e sociologiche che tale compito comporta. Per questo è necessario circoscrivere l’ambito tematico, isolare alcuni aspetti, tracciare alcune fisionomie che consentano la riconoscibilità di un percorso. In questo contesto si è scelto di assegnare l’idea centrale dell’esposizione alla seduta: un soggetto a cui è attribuito un compito preciso e definito.
L’oggetto Sedia è analizzato soffermandosi sull’idea di presenza, assenza e solitudine: una scultura dai rimandi infiniti, un luogo fisico dove misurare l’idea di una realtà che non si concede facilmente e che rimanda ad altre verità.
Tim Miller ha creato 365 dipinti in un anno

La produzione artistica non è certo un problema per Tim Miller, l’artista ha infatti prodotto nel 2009 un dipinto al giorno totalizzando così la bellezza di 365 opere. La cosa ancor più buffa è che l’artista australiano ha usato sempre lo stesso soggetto, il tramonto. Miller ha così catturato la bellezza naturale di 365 tramonti tutti diversi fra loro. Ogni giorno l’artista si ha interrotto le sue attività quotidiane per mettersi a dipingere il cielo in qualunque condizione fosse, incluso il passaggio di un jet a quarantamila piedi d’altezza.
Il Guggenheim festeggia 50 anni con gli Animal Collective

Tra poco il Guggenheim Museum di New York compirà 50 anni suonati, ed è il caso di dirlo visto che per l’occasione la famosa istituzione sarà presa d’assalto dalla famosa rock band The Animal Collective. Il 4 marzo la band presenterà un progetto creato in collaborazione con l’artista Danny Perez, si tratta di una performance site-specific che trasformerà la celebre rotunda del museo in un ambiente cinetico e psichedelico
. Durante l’ evento ( che prende il nome di Transverse Temporal Gyrus) gli Animal Collective suoneranno musica appositamente composta per l’evento e si esibiranno con l’ausilio di proiezioni, costumi ed altre astrazioni visive.
Gli U.S.A. caricano tutte le loro foto su Flickr
Importante mossa del governo americano, forse guidata dalla passione per l’arte del presidente Barack Obama. Gli archivi nazionali (US National Archives) hanno aderito al progetto The Commons sul portale Flickr. Per chi non lo sapesse The Commons è una nuova piattaforma del noto website mirata a riportare alla luce tutti i tesori nascosti negli archivi fotografici pubblici di tutto il mondo.
Uno sguardo ai giovani protagonisti della Whitney Biennial 2010

Motori accesi per la 2010 Whitney Biennial in programma al Whitney Museum dal 25 febbraio al 30 maggio. La manifestazione, curata da Francesco Bonami e Gary Carrion-Murayar si preannuncia quest’anno decisamente interessante (vedi nostro precedente articolo) vista la presenza di veterani fino adesso un poco sottovalutati dai grandi giri dell’arte contemporanea e di un agguerrito drappello di giovani artisti. Nel corso degli anni la Whitney Biennial non ha mancato di dividere le opinioni di pubblico e critica, basti pensare al commento del critico del New York Times, Michael Kimmelman che nel 1993 scrisse semplicemente:”Odio la mostra“.
Ovviamente noi puntiamo sul nostro Francesco Bonami, professionista che nel corso della sua carriera ha sbagliato poco o niente. Dicevamo dei giovani artisti e quest’anno in Biennale vi sono ben 15 artisti sotto i 40 anni e vorremmo descriverli succintamente nelle prossime righe. Si parte da Richard Aldrich classe 1975, conosciuto per i suoi dipinti che mescolano strategie minimaliste all’arte di Rauschenberg.
Roma insorge contro i writers, intanto c’è chi spende 30.000 sterline per un falso Banksy

Abbiamo già affrontato in più riprese il caso graffiti writing, particolare forma di street art che da sempre è oggetto di molte polemiche. Sono in tanti infatti a giudicare quest’espressione artistica come un semplice scarabocchio dimenticando che grandi nomi come Keith Haring e Jean-Michel Basquiat hanno cominciato proprio “scarabocchiando” per le strade cittadine. Ovviamente non tutto può essere considerato arte ed è naturale che molti graffiti tali non sono ma semplici svolazzi che imbrattano edifici, monumenti ed altre realtà architettoniche di interesse storico.
Per arginare il problema e scindere l’arte dal deturpamento del bene pubblico, molte città del mondo hanno studiato numerosi provvedimenti, dalla ferrea repressione ai moderati deterrenti. Il Regno Unito ha invece interpellato i cittadini istituendo un sondaggio sulle opere urbane da cancellare e quelle da tenere. Il comune di Roma ha ultimamente deciso di adottare le maniere forti contro gli attacchi urbani dei writers ed ha così intenzione di creare una banca dati su internet contenente tutti i nomi degli street artist capitolini.
A Jakarta l’arte si compra al centro commerciale

Se volete avere una prova di quanto l’arte sia entrata a far parte dello stile di vita quotidiano vi possiamo assicurare che tra non molto basterà entrare in un centro commerciale e scegliere l’opera d’arte che più vi aggrada proprio come se fosse un qualunque capo d’abbigliamento. Ciò sarà possibile dal prossimo 27 febbraio quando nel celebre centro commerciale Grand Indonesia di Jakarta aprirà il nuovissimo Jakarta Art District. Si tratta di un progetto organizzato dall’associazione delle gallerie indonesiane che prevede l’apertura simultanea di nove gallerie all’interno del centro commerciale.
Le gallerie avranno grandi vetrine ed esporranno una ricca moltitudine di opere d’arte contemporanea indonesiana ed internazionale. Ognuna delle nove gallerie si alternerà nella presentazione di una mostra ogni due settimane. Stando a quanto affermato dall’associazione delle gallerie indonesiane (AGSI), il progetto contribuirà ad avvicinare la persone all’arte. Certo è che in di questi tempi le gallerie d’arte sono divenute sempre più esclusive e frequentate da un certo tipo di persone, il Jakarta Art District invece è completamente aperto a tutti.
Musae 2010, nuove opportunità per i giovani artisti

E’ aperto il bando MUSAE 2010 – Museo Urbano Sperimentale d’Arte Emergente – per partecipare al grande Circuito Internazionale riservato ad artisti under 35, che possono trovare il regolamento sul sito www.eventomusae.com
Un’opportunità da non perdere per i giovani artisti di tutte le nazionalità e di età compresa tra i 18 e i 35 anni che possono partecipare al Circuito MUSAE 2010 con produzioni pittoriche, plastiche, fotografiche, installazioni multimediali, luminose, video, videoarte, land art, body art, design, moda, performance. City Management, società Milanese specializzata in grandi eventi per la Pubblica Amministrazione, ha ideato e gestisce il Circuito Internazionale MUSAE 2010 con l’intento di creare un dialogo concreto e produttivo tra mondo dell’arte e luogo urbano. Un coinvolgimento di ben 50 città, per formare un percorso unitario per la riscoperta dell’arte di qualità e dei luoghi cittadini, per l’abitare comune, per offrire il luogo quotidiano alle contaminazioni creative dei giovani; un circuito di eventi che si sviluppa lungo tutto il nostro paese e che dal 2009 si è esteso anche all’estero (in Uk e Montenegro).