Il direttore del MoCA di Hong Kong scappa alle Hawaii

Il fondatore del neonato MoCA Museum of Contemporary Art China di Hong Kong ha abbandonato il paese lasciando un enorme buco finanziario ed una montagna di debiti. Jeffrey du Vallier d’Aragon Aranita, pittore e fondatore dell’istituzione no profit aveva annunciato nel 2007 di essere in procinto di stabilire un network di MoCA no profit in tutta la Cina con programmazioni e collezioni in comune.

Gli esperti d’arte sulle prime si dimostrarono scettici sulla riuscita dell’ambizioso progetto ma il 3 ottobre del 2008 il primo MoCA China ha aperto i battenti in uno shopping mall di Hong Kong con la bellezza di 7.500 metri quadrati di superficie espositiva. Dopo tre mesi e tre mostre il MoCA ha però esaurito i fondi chiudendo i battenti lo scorso 19 gennaio. Come afferma il direttore artistico Szewan Leung, direttore artistico e compagna di Aranita, lo stesso sedicente imprenditore si sarebbe trasferito momentaneamente alle Hawaii per ricevere cure mediche proprio poche settimane dopo l’apertura del museo.

Tutti pazzi per la Polaroid

In mostra fino al 6 settembre al Centro italiano della fotografia d’autore di Bibbiena La magia della Polaroid. Gli Autori Italiani interpretano il mito. Il Centro propone un ricco programma di indagine sulle opere di alcuni tra gli autori più importanti del panorama fotografico italiano, per comprendere come l’interpretazione di un mezzo possa trasformare una serie di tecniche e di materiali in pura forza creativa.

Il Centro ospita le fotografie di Nino Migliori e di alcuni nomi del gruppo Abrecal: William Masetti e le sue riflessioni sul cinema, il ritrattista Fulvio Fulchiati, Maurizio Galimberti estroverso personaggio “dada” che si è prepotentemente imposto all’attenzione dei media, Joe Oppedisano con la mitica SX-70. Non mancano opere di Franco Vaccari, uno dei maggiori esponenti dell’arte concettuale, Piero Manai che riscopre l’identità del suo lavoro pittorico, Luca Maria Patella, artista visivo e visionario e la compagna Rosa Foschi.

Una storia strettamente personale di Maddalena Mauri

Nella mostra Una storia strettamente personale a Karlin Studios a Praga, Maddalena Mauri, rappresenta la relazione che ha con la sua visione del passaggio, di cui fa circolare il suo presente è il suo immaginario, quasi come certi poeti dell’ottocento che videro attraverso i loro occhi, popolarsi un intero paesaggio, è un intero paesaggio poi svanire.

Riunisce la materia, terre colorate impastate, spennellate; le convoca sulle pareti fino a farle lievitare. Non allestisce una mostra con quadri, sfida i materiali; è la duttilità del segno che parla, del gesto, che avvolgerà, che stratificherà. Una storia strettamente personale, si snoda così sui muri attraverso una reazione alcune volte gioiosa, altre volte sofferta, perché nei suoi paesaggi c’è la malinconia, la goia, l’amore, la passione. Come un diario è spesso fiduciosa ma anche drammatica e movimentata, come far scorrere per un attimo una tenda e scoprire una luce, un’ombra, un alba, un crepuscolo.

New York, New York

New York a go go, se dalle nostre parti il torrido caldo estivo è teatro di partenze vacanziere che poco hanno a che fare con l’arte contemporanea, la grande mela è in continuo fermento e propone a getto continuo eventi interessanti e gustose notizie.

Si parte dalla Marian Goodman Gallery che fino al 28 agosto propone una mostra collettiva intitolata As Long As it Lasts. All’evento parteciperanno 14 artisti di differenti generazioni tra cui svettano i nomi di Thomas Struth,Oliver Babin, Johanna Billing e Pierre Huyghe. Le opere in mostra vanno dalla scultura al dipinto passando per la fotografia e l’installazione video. Come suggerito dal titolo che in italiano si traduce in Finchè dura, gli artisti in mostra indagano sulla transitoria natura della vita, sulla contemplazione della moralità e sulla morte.

Disegni e opere di Omar Galliani a Lucca

Dal 13 agosto al 6 settembre, al Museo Nazionale di Villa Guinigi e a Villa Bottini di Lucca, si terrà la mostra di Omar Galliani, dal titolo Dalle Stanze dei miei Disegni, curata da Alessandro Romanini, che ripercorre trent’anni di carriera dell’artista emiliano.

Il percorso espositivo, prevede, da un lato, Villa Bottini ospitare 5 grandi opere in forma installativa, una per ogni stanza del Piano Nobile, a rappresentare i vari periodi del suo lavoro, dialogando con i fastosi spazi della villa; dall’altro, il Museo di Villa Guinigi aprirà le proprie sale a una serie di 30 grandi disegni (da fine anni 70 a oggi) e ai famosi -taccuini di viaggio-, esposti per la prima volta in modo complessivo. Questi sono dei veri e propri cahiers de voyage, che registrano in forma grafica, suggestioni, ricordi e impressioni che Galliani ha annotato nel corso degli anni e nelle sue numerose peregrinazioni tra oriente e occidente, dal Messico all’Africa, alla Cina.

E Zaha Hadid ha creato la sua astronave

 Lo Z-Pod è finalmente atterrato, il Burnham pavilion progettato da Zaha Hadid per celebrare il centesimo anniversario del Daniel Burnham’s Plan di Chicago è stato inaugurato nel Millenium Park in pompa magna. L’opera il cui vero titolo è Cloud Gate è in realtà una scultura permanente dalle forme aliene in perfetta combinazione con le forme naturalistiche circostanti.

Il Padiglione progettato da Zaha Hadid è in perfetta sintonia con il pensiero di un futuro urbanistico a misura dell’uomo e della natura sviluppato da Burnham architetto statunitense che aderì allo stile neoclassicista europeo dell’Ecole des Beaux-Arts divenendo uno dei principali esponenti del movimento americano City Beautiful e progettando nel 1909 il nuovo piano urbanistico di Chicago.

KayOne in mostra alla Triennale Bovisa


L’estate della Street art è sempre più ricca e variegata, se in tutto il mondo le stars di questo movimento compiono azzardate performance ed invadono i più famosi luoghi deputati all’arte, anche Milano non è da meno ed a sorpresa tira fuori dal cilindro Caratteri Mobili, evento espositivo dedicato al talento tutto italiano di KayOne che dal 15 settembre al 2 ottobre sarà parte integrante della Triennale Bovisa.

Caratteri Mobili come quelli dei primi graffiti sui treni della metropolitana di New York, caratteri mobili come la stampa di Gutenberg, caratteri mobili come quelle lettere che nei quadri di KayOne fluttuano in uno spazio di colore ed energia gestuale e materica. Pioniere a Milano quando i graffiti comparivano solo nelle serie riciclate dei telefilm americani, Marco Mantovani in arte KayOne classe 1972 ha cominciato nel 1988 a soli 16 anni. Oggi ha 37 anni e passa gran parte del suo tempo negli uffici dell’agenzia pubblicitaria Mantovani ADV, fondata insieme con suo fratello lavorando come art director e dipingendo quadri.

Nuova opera al Guggenheim di New York? no, l’ha messa Mat Benote

 Lo scorso week end lo street artist Mat Benote ha compiuto un’altra delle sue controverse azioni clandestine proprio nel Guggenheim Museum di New York, tempio sacro dell’arte contemporanea mondiale.

L’azione si è compiuta durante il normale orario d’apertura del museo beffando decine di guardie, telecamere di sicurezza ed allarmi. Benote si è introdotto all’interno degli spazi che ospitano la collezione permanente ed ha installato una sua opera descrivendo l’intero gesto come Fine Art Graffiti. Poco dopo la sorveglianza si è resa conto  dell’intruso ed ha prontamente fatto rimuovere l’opera affissa con tanto di didascalia.

Le apparizioni di Cerith Wyn Evans e Throbbing Gristle

Esasperati ed esasperanti, trasgressivi fino al midollo, i Throbbing Gristle sono stati una band di musica sperimentale ed un gruppo artistico inimitabile, capace di esplorare senza confini tematiche come la morte, il fascismo, la mutilazione ed il degrado fondendole con suoni cacofonici e metallici, loop e antimelodie estremiste che hanno portato il confronto artistico a livellli altissimi.

Formatisi nell’autunno del 1975 a Londra per volere del leader, il signor Genesis P-Orridge (oggi signora) e di Chris Carter, Cosey Fanni Tutti e Peter Christopherson, i Throbbing Gristle salirono presto agli onori della cronaca per le loro controverse esibizioni dal vivo, durante le quali facevano ampio uso di immagini disturbanti, tra cui fotografie pornografiche e altre che raffiguravano campi di concentramento nazisti con l’obiettivo di indagare i lati più oscuri e deviati dell’animo umano.

Rimosso il monumento di Thomas Heatherwick

 L’arte pubblica non sempre riesce nel suo intento estetico e culturale, in particolar modo i monumenti cittadini contemporanei che fanno bella figura nelle piazze e nelle vie d’Italia molto spesso si sono rivelati un spreco inutile di denaro oltre che una sorta di tangente da onorare all’artista raccomandato di turno.

Certo non siamo qui a dire che tutte le opere d’arte pubbliche dovrebbero esser tali e quali al monumento equestre al Gattamelata di Donatello, situato in piazza del Santo a Padova ma se è vero che la parola monumento deriva da monumentum, in latino ricordo, è altrettanto vero che le opere contemporanee lasciano sicuramente un brutto ricordo nella storia delle nostre metropoli. Tuttavia le brutture cittadine non sono solamente una specialità italiana.

Man Ray e i ritratti della moglie in mostra a Lucca

 Dal 12 settembre al 6 dicembre 2009, il Lu.C.C.A. – Lucca Center of Contemporary Art propone la mostra Man Ray. The Fifty Faces of Juliet, realizzata in collaborazione con la Fondazione Marconi di Milano.

Verranno presentati al pubblico i cinquanta ritratti che l’artista scattò alla moglie, Juliet Browner, tra il 1941 e il 1955. The Fifty Faces of Juliet fu pensato da Man Ray agli inizi degli anni ’50 come libro in omaggio a sua moglie Juliet, ma anche come un saggio di opere fotografiche iniziato a Los Angeles nel 1941. Cinquanta fotografie, stampe originali in diverse tecniche e stili, alcune colorate a mano, di diverso formato che Man Ray ha dedicato a Juliet, la musa definitiva della sua vita.

A Lisbona la biennale del design

Dal 9 settembre a Lisbona si terrà la 5a edizione di  Experimenta Design Lisboa, biennale dedicata al design, all’architettura e alla cultura contemporanea che si propone di presentare le ultime novità in settori estremamente diversi, quali il design ambientale, l’architettura, le arti visive, il cinema, il design grafico, la progettazione industriale, la fotografia, la multimedialità, la musica e i video.

Il tema cardine di quest’anno sarà It’s about time, il tempo visto come materiale, come risorsa e come sfida: il tempo per agire, per collaborare, per fare, per riflettere. ExperimentaDesign Lisboa offrirà anche quest’anno un ricco calendario di attività: conferenze, workshop e una serie di film, di progetti speciali e di eventi paralleli, non sempre convenzionali.

Alla Mostra del Cinema di Venezia il film dedicato a Luigi Ghirri

In concorso alla 66 Mostra del Cinema di Venezia  nella sezione Orizzonti il film della Regione Emilia-Romagna Deserto Rosa dedicato all’opera di Luigi Ghirri, fotografo reggiano protagonista rappresentativo come pochi in Italia degli anni Settanta e Ottanta.

Il film è nato da un progetto di Elisabetta Sgarbi che ha tratto ispirazione dall’ultima idea di Luigi Ghirri di acquistare un casolare nei pressi della sua casa di Roncocesi (Re). Una casa delle stagioni, com’egli stesso la definiva, per allestirvi mostre, legate ciascuna alla stagione corrente, in modo da creare una stretta relazione tra tempo naturale e tempo dell’arte. L’occhio di Elisabetta Sgarbi ha “visitato” i paesaggi fotografati da Ghirri, seguendo l’alternarsi delle stagioni, restituendoci in 70’ lo spirito dell’opera dell’artista e la sua profonda emozione.

Dal fantastico al reale, la rassegna 2VIDEO al festival Euromediterraneo

Per il secondo anno consecutivo 2VIDEO la rassegna trasversale di video d’artista online su UnDo.Net e’ ospitata dal Festival Euromediterraneo di Altomonte.  Il progetto web 2VIDEO, nato come piattaforma di condivisione e divulgazione culturale esclusivamente on-line, e risponde inoltre all’esigenza di riportare ad una visione reale – “l’hic et nunc” – della dimensione umana, una delle rassegne video piu’ innovative e fresche in atto nel panorama nazionale.

2VIDEO ad Altomonte, si propone quindi come appuntamento e veicolo di diffusione dell’arte video aperto non solo al web ma a spazi fortemente caratterizzati, luoghi d’incontro-confronto di un fruitore aperto alla scoperta e pronto a confrontarsi con gli artisti e con i loro linguaggi.