
Il fondatore del neonato MoCA Museum of Contemporary Art China di Hong Kong ha abbandonato il paese lasciando un enorme buco finanziario ed una montagna di debiti. Jeffrey du Vallier d’Aragon Aranita, pittore e fondatore dell’istituzione no profit aveva annunciato nel 2007 di essere in procinto di stabilire un network di MoCA no profit in tutta la Cina con programmazioni e collezioni in comune.
Gli esperti d’arte sulle prime si dimostrarono scettici sulla riuscita dell’ambizioso progetto ma il 3 ottobre del 2008 il primo MoCA China ha aperto i battenti in uno shopping mall di Hong Kong con la bellezza di 7.500 metri quadrati di superficie espositiva. Dopo tre mesi e tre mostre il MoCA ha però esaurito i fondi chiudendo i battenti lo scorso 19 gennaio. Come afferma il direttore artistico Szewan Leung, direttore artistico e compagna di Aranita, lo stesso sedicente imprenditore si sarebbe trasferito momentaneamente alle Hawaii per ricevere cure mediche proprio poche settimane dopo l’apertura del museo.



Lo Z-Pod è finalmente atterrato, il Burnham pavilion progettato da Zaha Hadid per celebrare il centesimo anniversario del Daniel Burnham’s Plan di Chicago è stato inaugurato nel Millenium Park in pompa magna. L’opera il cui vero titolo è Cloud Gate è in realtà una scultura permanente dalle forme aliene in perfetta combinazione con le forme naturalistiche circostanti.
Lo scorso week end lo street artist Mat Benote ha compiuto un’altra delle sue controverse azioni clandestine proprio nel Guggenheim Museum di New York, tempio sacro dell’arte contemporanea mondiale.

L’arte pubblica non sempre riesce nel suo intento estetico e culturale, in particolar modo i monumenti cittadini contemporanei che fanno bella figura nelle piazze e nelle vie d’Italia molto spesso si sono rivelati un spreco inutile di denaro oltre che una sorta di tangente da onorare all’artista raccomandato di turno.
Dal 12 settembre al 6 dicembre 2009, il Lu.C.C.A. – Lucca Center of Contemporary Art propone la mostra Man Ray. The Fifty Faces of Juliet, realizzata in collaborazione con la Fondazione Marconi di Milano.
