Shepard Fairey ci riprova con Aung San Suu Kyi

In questi giorni sembra che ogni movimento politico abbia bisogno di un logo, di un’icona in cui potersi riconoscere e soprattutto farsi riconoscere. A riprova di ciò esiste il caso Shepard Fairey il famoso street artist creatore della rivoluzionaria immagine di Barack Obama Hope, icona dell’ultima campagna presidenziale Americana che è divenuta parte integrante della politica e dell’immaginario collettivo come in una specie di operazione artistica Warholiana.
Come già più volte scritto nelle pagine di Globartmag, Fairey è stato al centro di numerose noie legali nell’ultimo periodo ma l’artista sembra aver comunque trovato il tempo necessario a produrre una nuova opera. Shepard Fairey ha messo la sua creatività al servizio di una nuova causa raffigurando Aung San Suu Kyi attivista per i diritti umanitari che ha combattuto per anni contro il regime dittatoriale di Than Shwe in Myanmar.

Walking in My Mind camminando nella mente dell’artista

La fortunata serie di summer exhibition della Hayward Gallery di Londra rilancia la recente tradizione di invitare famosi e promettenti artisti di tutto il mondo, trasformando così la galleria in un unico spazio espositivo interno ed esterno. Quest’anno dieci artisti sono stati selezionati per esporre opere che indagano sui meccanismi interni della mente e cioè emozioni, pensieri, memorie e sogni, il tutto rappresentato in tre dimensioni.

Un interessante tema che invita i visitatori ad esplorare i processi creativi degli artisti e getta luce sul momento creativo stesso. La mostra presenta al pubblico sia opere recenti che meno recenti dei seguenti artisti: Charles Avery (UK), Thomas Hirschhorn (Svizzera), Yayoi Kusama (Giappone), Bo Christian Larsson (Svezia), Mark Manders (Olanda), Yoshitomo Nara (Giappone), Jason Rhoades (USA), Pipilotti Rist (Svizzera), Chiharu Shiota (Giappone) e Keith Tyson (UK).

Il MoMa taglia le donne, quote rosa anche per l’arte

Artemisia Gentileschi, Berthe Morisot e Frida Kahlo fino ad arrivare alle più vicine Tacita Dean, Pipilotti Rist e Sophie Calle citando anche le italiane Lara Favaretto, Ra Di Martino e Luana Perilli. Insomma il mondo dell’arte al femminile è un grande cuore pulsante che non si esaurisce certo a questa microscopica lista.

Parlando della scena artistica contemporanea si possono inoltre effettuare alcune riflessioni, le donne sia per intenti artistici che per tecniche e per sperimentazione non sembrano invidiar nulla ai loro colleghi uomini. Anzi, con una punta di compiaciuta ironia le artiste sembrano esser dotate di una poetica ancor più profonda e di un’acuta sensibilità verso l’innovazione.

Eppure, senza creare un nuovo caso di quote rosa dell’arte contemporanea, le donne-artista sono sempre meno presenti all’interno delle manifestazioni artistiche internazionali. In merito a ciò un paio di settimane fa il critico del New York Magazine Jerry Saltz ha scatenato un fiume di polemiche semplicemente aggiornando lo status della sua pagina di Facebook. Lo status incriminato postato da Saltz recitava queste parole: “Delle 383 opere presenti al quarto e quinto piano della collezione permanente del MoMa solo 19 sono di donne (4%)” .

Anche Pechino ha la sua Biennale

Pechino si prepara per una grande manifestazione destinata a proiettarla tra le grandi capitali dell’arte, un evento che porterà più di 70 artisti internazionali nel cuore della metropoli cinese. Si tratta della Beijing 798 Biennale che inaugurerà il prossimo 15 agosto e sarà aperta al pubblico fino al 12 settembre.

“Beijing 798 Biennale verte sulla ridefinizione” afferma il curatore Marc Hungerbühler, “essa trasformerà Pechino in una grande catapulta per movimenti culturali. L’evento è saldamente strutturato dalla base al vertice e cioè dagli artisti alla direzione e non come accade in altri musei ed istituzioni che badano prima ai vertici e poi agli artisti”.

La lunga estate calda della DESTE foundation

Grande mostra al DESTE foundation di Atene con 15 artisti provenienti dalla collezione del magnate Dakis Joannou. L’evento dal titolo A Guest+A Host=A Ghost in visione fino al prossimo dicembre è stato organizzato dal curatore del New Museum Massimiliano Gioni in collaborazione con Maurizio Cattelan, Urs Fischer e Cecilia Alemani.

Organizzato come un incredibile labirinto artistico l’evento propone una serie di incontri simbiotici e relazione parassite, le solo presentations sono spesso bruscamente interrotte da brusche presenze ed inusitata contrapposizioni: i disegni di Kara Walker accerchiano una monumentale tomba di Urs Fischer; Le inquietanti figure di Seth Price affrontano un autoritratto di Martin Kippenberger.

Quel diavolo di Paul McCarthy

Captain Ballsack, Bush, maiali, pirateria, questo e molto altro in mostra alla famosa galleria Hauser&Wirth di Zurigo che ospita fino al 25 di luglio una nuova ed emozionante serie di sculture di quel genio del male chiamato Paul McCarthy.

Le opere all’argano il fantastico universo creato dall’artista portandolo ad un nuovo livello di esuberante creatività che accoglie le depravazioni della società all’interno della pratica artistica. Captain Ballsack (2001-2009) è una scultura splendidamente eterogenea che combina argilla, schiuma polimerica e vetro resina insieme ad oggetti trovati per strada dall’artista. si tratta di un pirata che assomiglia sinistramente ad una sacca scrotale in marcescenza adornata con una corona rossa costruita da un sofà capovolto. 

Classified, una mostra sulla classificazione

Importanti e recenti acquisizioni di arte contemporanea inglese sono attualmente in mostra alla Tate Britain dal 22 giugno. La manifestazione a carattere totalmente gratuito dal titolo Classified include opere di larga scala e molteplici media, tra gli artisti acquisiti svettano in nomi di Phillip Allen, Gillian Carnegie, Jake and Dinos Chapman, Martin Creed, Tacita Dean, Jeremy Deller, Mark Dion, Ceal Floyer, Damien Hirst, Simon Patterson, Peter Peri, Fiona Rae, Simon Starling e Rebecca Warren.

La mostra focalizza l’attenzione sul metodo di lavoro degli artisti, esplorando il  bisogno di classificazione come grande influenza in grado di alterare la nostra percezione del mondo esterno. Classified si riferisce al desiderio di collezionare, ordinare e categorizzare e mostra quanto gli artisti usino questo metodo nel loro lavoro.

VIDEOFORMES 2009 festival per video artisti

Interessante occasione per tutti i video artisti senza limiti di età, Il festival VIDEOFORMES che si terrà nel 2010 a Clermont-Ferrand in Francia ha aperto le selezioni per un’accattivante manifestazione a premi la cui partecipazione è totalmente gratuita. La pre selezione delle opere, massimo due  per ogni artista, sarà effettuata da una giuria specializzata che selezionerà solamente video prodotti dal 2008 in poi con sottotitoli in inglese o francese. Ogni opera dovrà pervenire all’indirizzo del festival entro e non oltre il 2 ottobre 2009.

La selezione ufficiale delle opere in mostra sarà pubblicata sul sito di VIDEOFORMES il 5 febbraio 2010. Per i video partecipanti alla categoria  Prix de la Création vidéo Award, sarà inoltre messo in palio un premio speciale.
La cerimonia di presentazione si svolgerà il 13 marzo 2010.

Jimmie Durham e il suo Detour a Roma

Mercoledì 24 giugno la Fondazione Volume! di Roma in collaborazione con RAM – radio arte mobile inaugurano presso l’Acquario Romano la mostra Detour over Rome, personale di Jimmie Durham, a cura di Angelo Capasso.

Jimmie Durham (Usa, 1940) nel suo lavoro usa  modalità espressive diverse  spaziando dal disegno alla scrittura, dalla scultura all’installazione. Quest’ultima  spesso entra in un rapporto critico con l’architettura occidentale codificata.  Il riferimento contenuto nel titolo dell’installazione,  Detour over Rome,  creata per l’occasione nel giardino dell’Acquario Romano, fa riferimento all’ultima città dove Jimmie ha scelto di risiedere.

Al Pastificio Cerere si da spazio ai giovani

La Fondazione Pastificio Cerere e l’Associazione Civita con il progetto “6ARTISTA” mettono in gara due residenze d’artista per giovani talenti il cui percorso formativo sia stato compiuto in Italia. Il Pastificio diverrà luogo dove giovani artisti con forti potenzialità creative possano sviluppare ed arricchire il loro percorso artistico attraverso il confronto e il dialogo con gli artisti residenti presso la Fondazione.

Lavorando a stretto contatto con una cerchia di artisti residenti, i giovani avranno la possibilità di venire a conoscenza di tutto quello che costituisce il dietro le quinte degli ateliers di personalità di grande fama, verranno a conoscenza delle loro poetiche, dei diversi linguaggi, idee e tecniche. Questo sarà loro utile per consolidare una propria poetica ed un proprio linguaggio artistico. L’importanza di organizzare residenze per gli artisti giovani risiede nel dare la possibilità a questi ultimi di avere a propria disposizione tutti i mezzi che possano contribuire alla crescita artistica e organizzativa del proprio lavoro.

Progetto di collettiva alla galleria Maria Grazia Del Prete

 La Galleria Maria Grazia Del Prete di Roma ospiterà fino al 30 settembre la mostra Progetto di collettiva, a cura di Angelo Capasso, che si propone come una riflessione sulla prima e più seducente forma di esposizione. In mostra, quattro artisti diversi per generazione, nazionalità e percorso: Bizhan Bassiri, Jan Dibbets, Marco Fedele di Catrano e Maria Morganti.

“Progetto” – dal latino prōiectus – è l’azione di distendere. Il termine traduce anche l’anglosassone “design” (omofono e omologo di disegnare, designare, delineare).

Un progetto di mostra collettiva non è soltanto un progetto sul lavoro degli artisti, ma è sull’arte stessa. È un modo per ripensare la mostra collettiva non come ensamble che giustifica un concetto, ma in quanto group-show che propone un concetto. Non verbale, ma visivo.

La galleria Alfonso Artiaco si tinge di grigio

La galleria Alfonso Artiaco di Napoli inaugura il 25 giugno la mostra personale di Alan Charlton. Fedele al suo statement “I am an artist who makes grey paintings” Alan Charlton dagli anni settanta realizza monocromi grigi.

La sua pratica pittorica volta all’essenzialità implica il costante quotidiano confrontarsi con essa, una voluta sapienza nella preparazione dei telai e delle tele eseguita dall’artista stesso insieme al rigore e alla ricerca della composizione della forma epurata dei suoi monocromi. La sua e’ una pittura grigia che si confronta con lo spazio dove e’ esposta, da intendersi in un dialogo architettonico con esso.

Emotional Community alla galleria Monitor di Roma


Mercoledì 24 giugno la galleria Monitor di Roma inaugura la mostra Emotional Community, collettiva di Francesco Arena, Jeremy Deller, Gabriele De Santis, Gülsün Karamustafa, Mike Kelley, Garrett Phelan, Alejandro Vidal, Akram Zaatari e The Joy Division a cura di Teresa Macri‘.

La comunità emotiva e’ soprattutto un flusso empatico che si espande in un territorio mentale e fisico e che condivide impulsi e ossessioni, desideri e asfissie. E’ un luogo d’intensità. E’ una mappa di significanza. Una zona d’ombra o/e una agorà globale. E’ un feedback diagonale. E’ ideologica e edonistica, territoriale e smaterializzata, utopica e feticistica, politica e enigmatica, ludica e situazionista, trasgressiva o convenzionale. La comunità emotiva ha una logica del senso binaria: progettuale o inoperosa. Decostruisce gli stereotipi globali o si appiattisce nei trend consumistici. Agisce sottopelle infiltrandosi nelle molecole del soggetto e poi avanza come un magma.

Art fund prize 2009, il premio del dubbio

L’Art fund prize è un famoso concorso britannico che premia ogni anno la più originale galleria od il più originale museo con una cospicua somma in denaro. Quest’anno la cifra in palio ammonta a 100.000 sterline, non certo bruscolini quindi allo scopo di destinare al meglio tale somma è stata istituita una votazione aperta al pubblico sul sito del noto quotidiano inglese The Guardian.

Il vincitore del sondaggio pubblico in sostanza riceve un punto che si aggiunge al giudizio finale della giuria di selezione che quest’anno include anche il film maker Lord Puttnam ed il vincitore del Turner Prize Grayson Perry. Insomma fin qui tutto bene, il problema si è presentato alcuni giorni fa quando la direzione del The Guardian ha deliberatamente chiuso il sondaggio pubblico per sospetti brogli.