Werner Herzog arriva anche in Italia con Cave Of Forgotten Dreams

E’ finalmente giunto anche in Italia Cave Of Forgotten Dreams, il documentario 3-D di Werner Herzog interamente girato all’interno della grotta di Chauvet. Il film è stato infatti presentato dal 28 aprile all’8 maggio 2011 al Trento Film Festival ma ancora non è noto quando potremo vederlo nelle sale italiane.

Il documentario non tradisce il puro stile herzoghiano, ipnotico e mistico, caratterizzato da una minuziosa ossessione per i dettagli. Herzog ha lavorato in condizioni precarie, spazi ristretti e con poca attrezzatura ma non ha mancato di inserire la sua cifra artistica all’interno del progetto. L’uso delle tecniche 3-D è talmente ben fatto che il visitatore ha la netta impressione di trovarsi all’interno della grotta a sfiorare gli antichi disegni parietali e camminare fra cumuli di resti. La colonna sonora composta da Ernst Reijseger non è propriamente all’altezza della pellicola e frequentemente rompe la delicata magia di  momenti mozzafiato.

Rebecca Agnes – Urania

Il ciclo espositivo Lithium 1 (Napoli) prosegue l’11 marzo con l’inaugurazione della personale di Rebecca Agnes (Pavia,1978; vive e lavora a Berlino). L’universo visuale dell’artista si è formato sulla letteratura fantascientifica “classica” che visualizza l’alieno come qualcosa di vegetale. Dall’invasione degli ultracorpi ai pomodori assassini il genere è sempre stato ricco di esseri ispirati al mondo vegetale. Questa influenza ha fatto sì che gli esseri umani, nei suoi lavori, sono un’assenza, l’unica traccia che ne rimane sono architetture fantastiche e protagonisti sono baccelli (pod), funghi, fagioli e organismi monocellulari.

In Urania, video del 2009 che dà il titolo alla mostra , tutti questi esseri sono minuscoli o invasivi, lenti nei loro movimenti oppure velocissimi nell’apparire e scomparire chissà dove. La loro vitalità richiama la nostra attenzione, un invito a considerare in modo differente il reale di cui abbiamo esperienza. La natura, che ci sembra tanto vicina, è un universo impenetrabile al nostro sguardo. Come noi stessi siamo “universi” indipendenti l’uno dall’altro, coerenti con le nostre regole interne, ma non necessariamente aperti verso l’altro o capaci di comunicare con esso.

Il Lacma si butta sul 3D

Il cinema in 3D ha letteralmente invaso le sale internazionali ed è oramai praticamente impossibile gustarsi un film in santa pace, senza dover per forza indossare gli antipatici occhialini. Va detto che quello che la “società dello spettacolo” spaccia per novità assoluta è in realtà una versione modificata del sistema anaglifo degli anni venti. Dagli anni cinquanta, che segnarono il vero e proprio boom del 3D, il sistema più diffuso sfrutta la tecnica della luce polarizzata. Un’altra tecnica moderna è invece quella che utilizza occhiali elettronici a cristalli liquidi.

Dopo questa chiacchierata tecnica dobbiamo a malincuore segnalare la discesa negli inferi del 3D del mondo dell’arte contemporanea. Il LACMA, Los Angeles County Museum of Art è infatti saltato a piè pari sul carrozzone tridimensionale. Il prestigioso ha prodotto uno spot che sarà proiettato prossimamente in tutte le sale cinematografiche americane, mentre una versione in 2D dello stesso spot sarà trasmessa durante la consueta programmazione televisiva.

il nuovo film di Werner Herzog sarà legato all’arte primitiva ed al 3D

 Werner Herzog è uno dei più grandi registi del contemporaneo, fin dagli inizi è stato un importante esponente del cosiddetto “nuovo cinema tedesco” e nel corso della sua lunga ed avventurosa carriera ha prodotto, scritto e diretto più di 50 pellicole. Alcune di esse, come ad esempio Fitzcarraldo e Cobra Verde (ambedue con l’indimenticabile despota Klaus Kinski) oltre ad essere pellicole memorabili, sono storie al limite tra finzione e documentario, vere e proprie avventure che confermano il coraggio e la determinazione di un regista che ha girovagato per tutto il mondo, molto spesso a piedi.

Oggi Mr. Herzog è un uomo maturo ma questo non gli impedisce di gettarsi in imprese sempre più rocambolesche. Questa volta il regista tedesco ha intenzione di girare un film sull’arte e più precisamente un film che parla dei primordi dell’arte. Altra nota del tutto bizzarra è che il film sarà interamente girato in 3D. La pellicola sarà ambientata all’interno di una grotta francese che contiene disegni i quali risalgono a più di 30.000 anni fa.

Scienza ed arte in una mostra in 3D

 Nell’universo ci sono cose impossibili da comprendere come i buchi neri, l’anti-gravità e tutte quelle particelle subatomiche che sfrecciano attorno a noi. Riuscire a dare una forma alla grandiosità che ha concepito l’intero creato e noi con esso è un’ardua prova emozionale ed intellettuale, proprio come il serpente che morde la sua coda. Possiamo però cercare di dare una forma a quello che vediamo, al cosmo ed alla nostra coscienza e questo è l’obiettivo della mostra Ouroboros: The History of the Universe, collage di mandala, galassie, astronauti ed effetti 3-D che in questi giorni è possibile ammirare alla Ise Cultural Foundation di SoHo a New York (dal 9 marzo al 23 aprile).

Alla fondazione lo spazio è completamente buio e le proiezioni si estendono su sei grandi schermi, basta infilarsi gli ormai celebri occhialini 3d (ditemi cosa non è in 3d in questi ultimi mesi) e buttarsi a capofitto all’interno del cosmo. La mostra è stata creata da Ali Hossaini (biochimico, filosofo, produttore televisivo e poeta visivo) e due giovani video artisti che rispondono ai nomi di Blake Shaw e Bruno Levy, meglio conosciuto come Sweatshoppe, mago degli effetti tridimensionali. Ouroboros è un animale mitologico dell’antica Grecia, un serpente che si morde la coda simbolo di unità cosmica ed autosufficienza.

I Computers trasformano le normali foto in modelli 3d

 Un antico proverbio dice che Roma non è stata costruita in un giorno ma questa impossibile impresa potrebbe riuscire assai semplice nel cyberspazio. Dei ricercatori di Computer Science dell’Università di Washington sono infatti al lavoro per sviluppare un sistema costituito da potenti algoritmi grafici in grado di ricostruire modelli in 3D di edifici e persino di città intere partendo da semplici fotografie. Questo nuovo sistema chiamato PhotoCity è in realtà basato su un progetto originale di Noah Snavely, ricercatore della Cornell University.

Il progetto originale è stato commercializzato dalla Microsoft con il nome di Photosynth ed è in sostanza un portale dove gli utenti possono caricare una sequenza di alcune centinaia di foto che poi formano una scena tridimensionale. Ora però gli scienziati sono al lavoro per ampliare le capacità del programma, permettendogli così di immagazzinare milioni di foto per poi creare un modello tridimensionale di tutte le città del mondo. Ovviamente l’impresa è decisamente titanica e servirebbero centinaia di milioni di dollari di fondi per raccogliere miliardi di immagini che poi andrebbero a costituire l’armatura dei modelli tridimensionali.