L’infausta abitudine del commento molesto

Qui in Italia il rapporto tra internet ed addetti ai lavori del settore dell’arte  contemporanea non è dei migliori. Mi spiego meglio, spesso e volentieri le capacità professionali di un giornalista, di un curatore o di un artista sono al centro di chiacchiere poco edificanti che si sviluppano all’interno di portali internet, forum ed altre realtà via etere. Queste discussioni da bar dello sport sono oramai divenute il pane quotidiano per tutti quei bravi ragazzi che non trovano di meglio da fare che sputare i loro rancori e le loro frustrazioni in faccia al mondo intero.

 Molti sarebbero portati a pensare che gli addetti ai lavori non siano particolarmente rispettati dal pubblico ma questo pubblico è in realtà costituito da altri addetti ai lavori wannabe, persone che solitamente cercano di entrare all’interno di un sistema ma per mancanza di capacità non riescono ad emergere. 

Fiere e Web, un veleno per le gallerie tradizionali?

Il mercato dell’arte contemporanea, formato dalla tradizionale rete di gallerie private più o meno grandi, è attualmente subordinato dei meccanismi operativi che ai nostri giorni appaiono un tantino superati se non in netto declino. Ovviamente non si tratta di giudizi personali ma di considerazioni nate alla luce di quanto pubblicato dalla Cinoa (Confédération Internationale des Négociants en Oeuvres d’Art) nel volume The Role of Art and Antique Dealers – An Added Value, pubblicato a giugno 2011.

Lo studio del Cinoa parla chiaro, il grosso delle vendite di mercato è attualmente appannaggio delle grandi manifestazioni fieristiche internazionali e delle varie realtà online che in questi ultimi tempi sono spuntate come funghi, creando non poco interesse fra collezionisti e semplici appassionati. Sempre più gallerie lamentano una crescente diminuzione di pubblico e vendite durante le inaugurazioni stagionali, ma quando si parla di fiere gli affari cambiano rotta in maniera repentina. Insomma la cara vecchia abitudine di creare una propria scuderia di artisti e programmare la consueta serie di mostre per la stagione espositiva non basta più.

Poster Art che passione!

Non chiamatela arte da cameretta, ma con il suo nome e cognome vale a dire Poster Art. Il nostro amato rettangolo di carta stampata 70×100 si è evoluto nel corso degli anni ed è riuscito a conquistare un suo posto all’interno del mercato dell’arte internazionale. Alzi la mano chi di voi non ha mai avuto il suo bel poster di Bob Marley, di Ernesto Che Guevara o magari dei Duran Duran o ancora di Star Wars nella sua cameretta.

Certo anche oggi i giovani riempiono la loro stanza con gli eroi de Il Signore degli Anelli o Twilight Saga e quanto altro ma in questi ultimi tempi il mondo del mercato dell’arte si è finalmente aperto ai posters, raggiungendo un bacino sempre più ampio di giovani collezionisti. Certo non parliamo di opere uniche o serigrafie ma di produzioni ad alta tiratura che comunque hanno il loro piccolo valore e che possono dare a tutti il piacere di collezionare un’opera.

Artsicle e la vendita di “croste” online

Collezionare opere d’arte è senz’altro un’attività dispendiosa e non sempre redditizia. Molti investimenti infatti si rivelano fallimentari e c’è sempre il rischio di pescare la “carta” sbagliata da un mazzo decisamente cospicuo. Alcuni collezionisti però acquistano opere per il solo privilegio di possedere una creazione unica, in grado di suscitare emozioni e deliziare la vista. Il vasto mare di internet propone diverse piattaforme per l’acquisto di opere d’arte. Si va dai multipli in edizione limitata sino alle opere uniche di quotati artisti internazionali. Alcune case d’asta inoltre hanno da qualche tempo lanciato le aste online e con la Vip Art Fair è ora possibile assistere ad  una fiera d’arte virtuale.

Non sempre però l’offerta è di alta qualità. In questi giorni un’altra nuovissima piattaforma online si inserita in questo vasto spettro di offerte. Si tratta di Artsicle, sito che si propone l’obiettivo di offrire al pubblico opere d’arte originali, accessibili a tutti. Il meccanismo funziona più o meno così, Artisicle invita i migliori artisti emergenti della scena newyorchese ( questo secondo il loro parere) a far parte del proprio circuito.

Vip Art Fair paga i danni

Lo scorso mese vi avevamo dato notizia dell’inaugurazione della prima edizione della Vip Art Fair, esperimento unico nel suo genere che di fatto ha portato su internet una vera e propria fiera dedicata all’arte contemporanea. L’evento era stato lanciato in pompa magna ed ottenuto il nostro press pass, noi di Globartmag siamo andati a curiosare in giro per gli stand virtuali presenti all’attesissima fiera. Una cosa però ci è subito saltata all’occhio, vale a dire l‘incredibile lentezza del sito pesantemente sovraccaricato da milioni di visitatori di tutto il mondo.

Il sito della VIp Art Fair prevedeva anche una chat dove gli utenti potevano parlare con gli assistenti di galleria per chiedere informazioni sulle opere esposte e quanto altro. Inutile dire che poche ore dopo l’inaugurazione dell’evento, anche la chat si è rovinosamente “impallata”, rendendo assai frustranti gli scambi epistolari tra clienti e gallerie. Anche la nostra redazione ha impiegato più di un’ora per visitare solo una manciata di stand e ammirare qualche decina di opere.

Internet vs Arte contemporanea

Internet è un grande strumento di lavoro, informazione, svago e via dicendo. Per quanto riguarda l’arte contemporanea, l’avvento della rete ha portato significativi cambiamenti. Si possono leggere blog come questo e tenersi aggiornati sugli eventi di tutto il mondo, si possono ammirare siti d’artista ed osservare una miriade di opere, ci si può confrontare a distanza, inviare inviti e attuare vere e proprie campagne pubblicitarie su un dato evento, si possono creare opere di net-art. Inoltre con il varo della VIP art fair è attualmente possibile visitare una fiera d’arte contemporanea senza muoversi da casa.

Insomma Internet ha rivoluzionato un intero sistema, aprendolo a nuove ed infinite possibilità di comunicazione. Eppure prima dell’avvento di Internet la scena dell’arte contemporanea era comunque florida e pulsante. Oggi si può controllare il curriculum di artisti e curatori, osservare a quanti e quali eventi hanno partecipato ed in taluni casi, leggere le considerazioni su un dato evento. Questo è sicuramente un aiuto per la comunità artistica e per gli addetti al settore ma il rischio, a volte, è quello di giungere ad affrettate conclusioni.

Per essere giovani artisti bisogna darsi da fare

Pensate forse che i nostri giovani artisti stiano perdendo terreno in ambito internazionale? Niente di più sbagliato, anzi si potrebbe senza ombra di dubbio affermare che essi hanno tutte le carte in regola per sfondare all’estero. Negli ultimi anni abbiamo subito l’ondata della YBA inglese, l’eterno ritorno degli statunitensi, l’arrembaggio dei cinesi e quello della nuova scuola di Lipsia. Ora stiamo assistendo ad una grande ascesa dell’est europeo e del Medio Oriente.

Eppure anche noi possiamo farcela, possiamo imporre il nostro stile, le nostre estetiche ed i nostri concetti all’attenzione della scena internazionale. Quello che manca è un poco di organizzazione e più volontà da parte non solo delle istituzioni e delle gallerie private ma anche da parte degli artisti stessi che dovrebbero in qualche modo porsi in uno stato di continuo movimento.

Se Mr Gaga si butta su internet

Ve lo dovevate aspettare, dopo l’invasione dei vari franchising del fast food, dei telefonini cellulari ed anche delle mutande eccoci giunti al franchising dell’arte. A pensarci ovviamente è il nostro Mr. Gaga Gagosian che non pago di aver aperto 10 gallerie ha ora intenzione di invadere anche il mondo di internet con il suo potere magico.

Ovviamente Larry Gagosian da vecchio volpone del mercato ha fatto le cose in grande stile, alleandosi con Eric Schmidt di Google, Dasha Zhukova (la nuova reginetta dell’arte contemporanea russa) e Wendi Murdoch (moglie del ben più celebre Rupert). Da questa spremuta di cervelli è nato Art.sy, un vero e proprio mercato dell’arte online che può essere completamente personalizzato dall’utente, ovviamente si parla di utenti molto speciali.

Alissa Walker ed il disastro dei siti web delle archistar

Alissa Walker è il nome di un’intraprendente ragazza che recentemente ha creato una sorta di Facebook dell’architettura chiamato Architizer. In alcuni suoi recenti post Alissa ha posto una domanda alquanto insolita e divertente: Perchè i più grandi architetti del mondo non riescono a creare dei siti web decenti? La domanda è decisamente piccante e la ragazza continua offrendo alcuni consigli che renderebbero i siti incriminati un tantino più user friendly, ma andiamo a leggere cosa ha scritto Alissa Walker.

Gli architetti sono ormai padroni assoluti dell’interattività. Le loro creazioni offrono ricche esperienze per gli utenti che si trovano a transitarvi all’interno. Ma se gli architetti disegnassero gli edifici nello stesso modo in cui disegnano i loro siti web allora saremmo tutti nei guai seri. Tra le grosse falle dei websites degli archistars c’è un largo uso di animazioni Flash che rendono i siti accattivanti ma incredibilmente lenti e macchinosi e sono impossibili da visitare se si naviga con un telefonino.

Musei online con ArtBabble

Grande mossa dell’Art Institute of Chicago che ha lanciato ieri il suo gemellaggio con il sito di arte ArtBabble.org. La piattaforma online è un canale che mette in onda contenuti artistici creato dall’Indianapolis Museum of Art e lanciato lo scorso aprile con la partecipazione di differenti istituzioni ed organizzazioni come Art21, the Los Angeles County Museum of Art, The Museum of Modern Art, The New York Public Library, the San Francisco Museum of Modern Art e lo Smithsonian American Art Museum.

ArtBabble permette ai visitatori di esplorare in maniera del tutto innovativa, capolavori dell’arte attraverso una collezione di interviste con artisti e curatori, documentari e video installazioni. Mediante un software di nuova tecnologia il sito riesce a garantire l’alta definizione di ogni filmato oltre ad alcuni contenuti interattivi come i feedback degli spettatori. “Siamo entusiasti di poterci unire ad ArtBabble”, ha annunciato Sam Quigley, vice presidente del dipartimento di Information Technology dell’Art Institute di Chicago.