Nel 1515 Leonardo da Vinci descrisse nel suo Codice Atlantico un apparato per disegnare dal vero paesaggi ed oggetti. Il meccanismo consisteva nel costruire una camera oscura e cioè un dispositivo costituito da una scatola nella quale veniva praticato un unico foro sul quale veniva posta una lente regolabile. Sulla parete opposta della scatola veniva così a proiettarsi un’immagine capovolta dell’oggetto o paesaggio esterno che poteva essere copiata su di un foglio di carta, ottenendo incredibili risultati.
Leonardo da Vinci
Kusama per Vuitton, Leonardo per Gherardini
Il mondo della moda e quello dell’arte contemporanea hanno da diverso tempo avviato una proficua relazione professionale. Molti personaggi dell’artworld, da Nan Goldin ad Ai Weiwei hanno collaborato a shooting fotografici per importanti brands o magazines, mentre il buon Takashi Murakami ha addirittura creato una linea di borse per Louis Vuitton. Proprio questa prestigiosa casa di moda ha ultimamente deciso di bissare il successo ottenuto con Murakami ed ha affidato al direttore creativo Marc Jacobs il compito di portare in casa Vuitton l’ennesimo artista artefice di un sicuro successo.
Jacobs è andato sul sicuro, scegliendo un’altra star del new pop giapponese autrice di intricate e coloratissime patterns polka-dot. Stiamo ovviamente parlando della signora Yayoi Kusama, combattiva artista della scuderia Gagosian che ha già disegnato assieme a Jacobs una serie di accessori moda come scarpe orologi ed altra gioielleria. Inoltre l’artista eseguirà installazioni site-specific per gli stores griffati Vuitton a partire dai primi giorni di luglio 2012. E’ questo l’anno di grazia per Yayoi Kusama, il 9 gennaio si è infatti chiusa la sua retrospettiva al Centre Pompidou di Parigi che si sposterà dal 9 febbraio al 5 giugno alla Tate Modern di Londra e successivamente al Whitney Museum di New York dove rimarrà in visione dal 12 luglio al 30 settembre.
Leonardo da Vinci unisce Francia ed Inghilterra
Tra Inghilterra e Francia non è mai corso buon sangue, inutile ricordare la famigerata Guerra dei cent’anni, conflitto tra i due regni che durò, non continuativamente, dal 1337 al 1453. Anche nelle competizioni sportive come il calcio Francia ed Inghilterra sono sempre in continua sfida, per non enunciare i vari scenari economici, politici, sociali e così via. Due nazioni in eterna lotta? Non per il mondo dell’arte, che come è noto riesce ad unire i popoli laddove anche i più abili diplomatici hanno fallito.
In questi ultimi giorni infatti La National Gallery di Londra ed il Louvre di Parigi hanno dato il via ad una grande intesa, forse la più grande collaborazione di sempre. Si tratta di un programma di prestiti con l’obiettivo di illuminare la carriera di un grande artista come mai fatto prima d’ora, e contate che stiamo parlando di Leonardo da Vinci.
Ancora misteri sulla Gioconda, ma non saremo un po’ stanchi?
Quante notizie circolano sulla povera Monna Lisa? Beh, la celebre Gioconda, capolavoro del grande maestro Leonardo Da Vinci è senza dubbio una delle opere più gettonate da storici dell’arte o presunti tali che puntualmente cercano di architettare nuovi misteri, magari per vendere qualche libro in più o semplicemente per farsi notare. Tra sorrisi enigmatici, e sembianze mascoline fino a giungere a tematiche esoteriche, quest’anno abbiamo scritto molto sull’opera di Leonardo ma ci sentiamo in dovere di dedicare un ulteriore articolo alla Monna Lisa, perchè le ultime notizie provenienti dal quotidiano inglese The Telegraph sono a dir poco sensazionali.
Il professor Silvano Vinceti (presidente del Comitato Nazionale per la valorizzazione dei Beni Storici), che da diverso tempo è alla ricerca delle spoglie della celebre quanto fantomatica donna, sarebbe infatti giunto ad una scoperta sensazionale. Secondo alcuni studi Monna Lisa sarebbe in realtà Lisa Gherardini Del Giocondo, donna che avrebbe fornito l’ispirazione per il celebre dipinto. Vinceti ha quindi aperto una cripta del convento di Sant’Orsola a Firenze riportando alla luce nientemeno che il metatarso di un alluce di piede sinistro, ma non si è certi che si tratti di un osso appartenuto ad uno scheletro femminile.
Dan Brown ferisce più della spada
La letteratura è la culla della cultura, impossibile pensare ad un mondo senza libri essi rappresentano un mezzo supremo per tramandare ed accrescere lo scibile umano. A volte però la letteratura riesce a creare dei danni irreparabili, infarcendo la testa dei lettori più vulnerabili di concetti assurdi e teorie strampalate che mai troverebbero riscontro all’interno di un ambiente per così dire scientifico.
Mi riferisco ovviamente a quel Codice da Vinci, vero e proprio caso letterario del secolo partorito dalla mente di quel simpatico genietto di Dan Brown. Ebbene la scrivente ha ricevuto negli ultimi tempi ben due lettere di persone che sarebbero giunte a straordinarie scoperte utilizzando Photoshop ed una foto della Monna Lisa, o Gioconda che dir si voglia. Inoltre diversi esimi ricercatori sono pronti a giurare di aver letto strani codici all’interno degli occhi della celebre donna.
Un anno di “ritrovamenti d’arte”
Lo scorso ottobre un polveroso dipinto nascosto per anni dietro un vecchio sofà è stato ritrovato in una casa a Buffalo, New York. Gli esperti hanno dichiarato che si tratta di un dipinto di Michelangelo che potrebbe raggiungere la sbalorditiva cifra di 300 milioni di dollari. Sono ancora in corso gli accertamenti del caso.
A novembre Pierre Le Guennec è andato in pensione. L’uomo circa 40 anni fa aveva svolto alcune mansioni come elettricista e tuttofare per Pablo Picasso nella residenza in Costa Azzurra. In cambio il celebre artista avrebbe pagato l’uomo con circa 271 schizzi e disegni del valore complessivo di 50 milioni di dollari. E’ comunque in corso una battaglia legale con gli eredi di Picasso che accusano Le Guennec di furto delle opere.
Michelangelo, Leonardo e Picasso. Geni e maestri uguali a noi
Si parla sempre più spesso dei grandi maestri dell’arte del passato, forse perchè la loro abilità ed il loro ingegno hanno contribuito a diffondere all’interno della società contemporanea un alone di mistero e magia che spinge ricercatori e scienziati a compiere accurati studi, giungendo a nuove ed affascinanti conclusioni. In questi giorni, girovagando per la rete abbiamo trovato due esempi che ci aiutano a comprendere l’aspetto profondamente umano di artisti che troppo spesso ci appaiono come inarrivabili divinità.
Che Michelangelo avesse uno stile di vita gay friendly non è certo un mistero ed anzi, forse le sue figure umane così definite e perfette sono proprio il risultato di un’ openness priva di tabù e perbenismo alle naturali diversità del creato.
Alla National Gallery di Londra torna la Vergine delle Rocce di Leonardo
Uno dei dipinti più celebri e preziosi della National Gallery di Londra è tornato finalmente in mostra dopo oltre 18 mesi di restauro. Stiamo ovviamente parlando della Vergine delle Rocce ( Madonna col Bambino, San Giovannino ed un angelo) dipinto ad olio su tavola di cm 189,5 x 120 realizzato tra il 1483 ed il 1486 circa dal grande maestro Leonardo da Vinci. Il delicato intervento di restauro ha riportato alla luce dettagli che sembravano irrimediabilmente persi sotto una nera coltre generata dal tempo.
Esistono due versioni della Vergine delle Rocce, l’altra è conservata al Louvre di Parigi. Il delicato intervento dell’opera presente alla National Gallery ha tolto ogni dubbio sull’attribuzione del dipinto che molti studiosi credevano (in parte) realizzato con l’ausilio di un aiutante di bottega. Uno studio sull’opera restaurata ha inoltre scoperto che essa non fu mai completamente finita.
Quell’opera è di Leonardo Da Vinci, anzi no! anzi si!
Alcuni anni fa, precisamente nell’estate del 2008 la stampa internazionale diffuse una notizia a dir poco stupefacente. La scoperta di una nuova opera di Leonardo Da Vinci, un ritratto di una bellissima donna dai capelli d’oro ritratta di profilo, appassionò milioni di appassionati d’arte in tutto il mondo. Secondo quanto descritto all’epoca, un dealer americano chiamato Peter Silverman si recò in visita da un suo amico svizzero che aveva appena comprato il dipinto in questione (di un autore anonimo) per una cifra del tutto modesta. Una volta giunto a casa del suo amico Silverman capì che l’opera non poteva essere stata creata da mani anonime e dopo alcune ricerche attribuì il disegno a Leonardo.
Secondo il dealer le quotazioni dell’opera si aggirerebbero attorno ai 154 milioni di dollari ed il personaggio raffigurato altri non sarebbe che Bianca Sforza, figlia del duca di Milano. Tempo dopo ci si rese conto che la storia di Silverman presentava alcune incongruenze e venne a galla la verità. Il dealer aveva infatti comprato di persona l’opera (non esisteva nessun amico svizzero) da Christie’s per 21.850 dollari.
La Madonna dei Fusi di Leonardo da Vinci ha rischiato di essere distrutta
L’ondata di furti ai Danni dell’arte non accenna a fermarsi e questa volta la situazione era piuttosto grave ma fortunatamente i ladri sono stati assicurati alla giustizia e l’opera è stata recuperata. Il 27 agosto del 2003 una gang di 5 malfattori ha infatti confiscato il celebre dipinto di Leonardo Da Vinci intitolato la Madonna dei Fusi, e cosa ancor più sbalorditiva, la banda aveva intenzione di distruggere il capolavoro se i proprietari si fossero rifiutati di pagare un riscatto di 4.25 milioni di sterline.
Ovviamente il dipinto di Leonardo ha un valore stimato ben oltre quella cifra, le sue quotazioni sul mercato si agirebbero infatti sui 30 milioni di sterline.L’opera era stata sottratta dal Castello di Drumlanrig in Scozia, residenza privata del duca di Buccleuch. Il raid dei predoni è stato a dir poco devastante, Alison Russell (25 anni) era in servizio come guida del castello al momento dell’irruzione.
Leonardo Da Vinci è la Gioconda? Riesumiamolo e vediamo
Incredibile notizia che ancora una volta proviene dall’Italia. Sembrerebbe infatti che i nostri scienziati abbiano intenzione di non voler concedere il degno riposo a tutti quei geni del passato che hanno contribuito all’arte ed alla cultura nazionale ed internazionale. Dopo il nostro precedente articolo sulla riesumazione di Caravaggio con lo scopo di compiere ricerche sulle cause della sua morte, siamo qui a parlarvi di un’altra celebre salma che presto sarà prelevata dalla sua tomba.
Si tratta di Leonardo Da Vinci, i cui resti saranno analizzati nella speranza di risolvere l’enigma sull’identità della misteriosa Monna Lisa. Se ben ricordate alcune settimane fa un altro studioso aveva avanzato alcune ipotesi sui malanni della Gioconda (vedi nostro precedente articolo). Ora alcuni scienziati italiani hanno ottenuto il permesso di di aprire la tomba dell’artista che attualmente si trova nel castello di Amboise, situato nella valle della Loira, l’equipe tenterà in seguito di ricostruire il volto di Leonardo per scoprire se il ritratto della celebre donna sia o meno un autoritratto in maschera.
Monna Lisa soffriva di colesterolo alto
Dopo le disquisizioni circa l’orecchio di Vincent Van Gogh (vedi nostro precedente articolo) il mondo dell’arte è scosso da un’altra incredibile quanto buffa affermazione. Stavolta il bizzarro retropensiero degli indagatori dell’arte ha investito la Monna Lisa o se preferite La Gioconda, capolavoro indiscusso creato da Leonardo Da Vinci nel lontano 1500, in anni ben lontani dalle meraviglie della medicina moderna.
Il coraggioso professor Vito Franco dell’università di Palermo ha infatti condotto alcuni studi sul celebre dipinto portando alla luce un dettaglio decisamente esilarante. Certo che Monna Lisa fosse paffutella lo si era ben capito ma secondo Franco la celebre modella soffriva di colesterolo ed aveva i trigliceridi alti. Ovviamente il professore non ha potuto condurre degli esami clinici sul soggetto ma ha notato alcuni accumuli di grasso nell’occhio ed una ciste su di una mano, segni evidenti di alti livelli di colesterolo.
L’Ultima Cena di Leonardo da Vinci restaurata al computer
L’arte del restauro è divenuta negli ultimi anni sempre più precisa e rispettosa delle caratteristiche chimiche dell’opera da ripristinare. Uno dei più famosi ed importanti interventi di restauro del ventesimo secolo fu quello della Cappella Sistina. Gli affreschi di Michelangelo presenti nella cappella ed in particolare quelli della volta e delle lunette, compreso Il Giudizio Universale e La Creazione di Adamo furono oggetto nel corso dei secoli di numerosi interventi ma il più famoso è appunto quelloche si svolse dal 1980 al 1994 il quale ha riportato alla luce colori a dir poco sfavillanti che hanno suscitato clamore ed in certi casi numerose critiche tra gli addetti al settore.
Lo storico James Beck asserì infatti che i restauri non restituivano le vere intenzioni di Michelangelo. Oggi con l’ausilio del computer gli interventi di restauro possono essere pianificati a tavolino mediante la digitalizzazione dell’opera da restaurare. Proprio questa tecnica ha permesso di ricostruire L’Ultima cena di Leonardo da Vinci, celebre affresco che si trova nel refettorio del convento di Santa Maria delle Grazie a Milano. Leonardo iniziò a lavorarvi nel 1495 e la completò nel 1498 ma la tecnica usata e l’impiego di materiali organici determinò sin da subito un lento e progressivo degrado.
Scoperta una nuova opera di Leonardo Da Vinci
La notizia è a dir poco sensazionale ed in men che non si dica ha fatto il giro del mondo, ovviamente noi di Globartmag non potevamo glissare questa importantissima scoperta. Sembra infatti che un gruppo di quotati esperti d’arte abbia scoperto una nuova opera di Leonardo Da Vinci. La scoperta sarebbe stata avvalorata grazie al ritrovamento di alcune impronte digitali vecchie di cinquecento anni. L’opera in questione è un ritratto di una giovane donna vista di profilo ed in abiti rinascimentali.
Il dipinto era stato precedentemente attribuito ad un pittore tedesco anonimo dei primi anni del diciannovesimo secolo ed ha cambiato numerosi proprietari nel corso degli anni, attestandosi attorno al modesto valore di 12.000 mila sterline. Nel corso del tempo però alcuni studiosi di Leonardo hanno sollevato numerosi dubbi sulla paternità dell’opera e la datazione dell’opera mediante Carbonio 14, supportata dagli infrarossi aveva già avvalorato la tesi secondo la quale il dipinto in questione poteva essere frutto del genio del grande maestro.