L’artista di Bolliwood sbarca a Roma

Continuando il percorso attraverso l’arte contemporanea indiana, il 28 maggio la Z2o Galleria ha il piacere di presentare per la prima volta in Italia Indochine, il lavoro di uno dei massimi esponenti della new wave indiana: Baba Anand (Srinagar, Kashmir 1961).

Baba Anand è internazionalmente famoso per le sue rielaborazioni dei poster dei film bollywoodiani degli anni ’50-’70: collage nei quali le star del cinema indiano vengono adornate come divinità, assumendo – attraverso l’uso di vari materiali come paiette, fiori finti, bindi, stoffe, lustrini – una tridimensionalità che li rende vivi, palpitanti. Traendo linfa vitale dalla cultura popolare del suo Paese, Baba – definito anche l’erede indiano della Pop art – esalta fino al paradosso il gusto del kitch, prendendo gli stereotipi della cultura indiana e facendoli assurgere ad opera d’arte, con ironia e divertimento.

Un’americana a Roma

 Lo Studio Stefania Miscetti presenta il 21 maggio BLUE un nuovo lavoro dell’artista statunitense Nancy Spero (Cleveland, 1926) realizzato appositamente per lo spazio della galleria, dopo le precedenti mostre personali del 1991 e del 1996.

Co-fondatrice nel 1972 del gruppo AIR- Artists in Residence, prima galleria di New York gestita da sole donne, Spero appartiene alla prima generazione di artiste americane vicine al movimento femminista. La sua ricerca si è sempre indirizzata verso la costruzione di una soggettività nuova, credendo come lei stessa affermerà più volte, che: “la storia non è fissa ma mutevole, aperta all’interpretazione, e continua a vivere accumulando nuovi significati. Si tratta quindi di un’idea molto sovversiva poiché significa che la storia può essere cambiata, che i rapporti di potere possono essere rovesciati per il fatto che scegliamo di ricordare ciò che alcuni possano ritenere sia meglio dimenticare. Questa è la prerogativa dell’artista”.

Cindy Sherman alla Gagosian Gallery di Roma

Continua la serie di grandi eventi in programma alla Gagosian Gallery di Roma. Il mega-platinato tempio dell’arte contemporanea presenterà il 7 giugno una nuova serie di opere di Cindy Sherman.

“Credo siano i personaggi più realistici che abbia mai creato. Mi sono immedesimata completamente in loro. Potrebbero essere me. E’ questa la cosa terrificante, quanto sia stato facile trasformarmi in una di loro” Così l’artista commenta il nuovo ciclo di opere. Da oltre 30 anni Cindy Sherman fotografa se stessa, tramutandosi in centinaia di personaggi diversi che indagano le molteplici sfaccettature dell’universo femminile all’interno della società. In queste nuove immagini l’artista ha scelto di impersonare donne borghesi di mezza età, all’apice del potere sociale ma nel pieno del decadimento fisico.

Il Macro di Roma torna in città

 Il MACRO, Museo d’Arte Contemporanea Roma riapre il 16 maggio 2009 in occasione della Notte dei Musei. Love Letters sarà il titolo dell’evento speciale della serata a cura dell’artista di origine americana Arthur Duff, una suggestiva proiezione laser che inciderà profondamente sull’identità e l’aspetto degli spazi del museo.

In una delle sale del museo sarà presentata l’opera inedita Where the Bees Suck, There Suck I dell’artista indiana Hema Upadhyay, una grande installazione insieme drammatica e giocosa. Insieme a queste espressioni aggiornate della creatività attuale, saranno in mostra le opere storiche e contemporanee della collezione di MACRO, tra cui quelle di Pino Pascali, Carla Accardi, Nicola De Maria, Alessandra Tesi e Marc Quinn. Saranno poi esposti altri lavori, generosamente concessi in prestito da collezionisti privati e gallerie: Bill Viola, François Morellet, Rirkrit Tiravanija, Gastone Novelli e Lucio Fontana. L’evento sarà quindi un’ottima occasione per ammirare la collezione permanente raramente messa in mostra dalla precedente direzione.

Atti unici per Bruno Ceccobelli

Che Fabio Sargentini sia un gallerista dotato grande sensibilità artistica e poetica è un dato di fatto. Che la sua galleria L’attico sia uno spazio dal respiro internazionale che ha fatto la storia scoprendo artisti d’avanguardia e presentando progetti sperimentali dei più grandi maestri dell’arte contemporanea, anche questo è oramai assodato.

La vera notizia signori è che Sargentini ed il suo spazio espositivo non hanno intenzione di perdere queste doti. Leggevamo pochi giorni fa una recensione sulla storia de l’Attico apparsa sul portale Undo che si chiudeva con queste parole: “Dall’inizio degli anni ’80 la galleria perde la sua vena sperimentale, esponendo esclusivamente la nuova pittura commerciale”. Forse chi ha scritto queste parole non ha sicuramente avuto modo di assistere alla mostra Attici unici, personale di Bruno Ceccobelli che l’Attico ha inaugurato lo scorso 8 maggio.

Faceback dietro il profilo c’è Giuseppe Rado

Ingresso Pericoloso, giovane galleria romana diretta da Massimo Rosa, inaugura il 14 maggio la mostra Faceback, personale di Giuseppe Rado. L’artista bolognese spazia dalla pittura al cinema, dalla fotografia alla performance fino alla fotografia alla manipolazione iconografica. Nel 2005 vince la targa d’oro per la fotografia al Premio Arte e nel 2007 vince il Premio Fabbri per l’arte contemporanea sempre nella sezione fotografia.

Giuseppe Rado, da tempo studioso appassionato dei risvolti sociali legati al progresso tecnologico della nostra civiltà (ricordiamo la mostra personale AIKO del febbraio 2008 che rifletteva su tematiche come l’intelligenza artificiale e la singolarità tecnologica), si inserisce in questo contesto con il work in progress Faceback – dietro il profilo.

Stefano Arienti alla galleria S.A.L.E.S. di Roma

Giovedì 7 maggio 2009  la Galleria S.A.L.E.S. di Roma inaugurerà la nuova personale di Stefano Arienti. Contemporaneamente, l’artista presenta la gigantesca installazione Enciclopedia al Complesso Monumentale di Santo Spirito in Sassia (8-9 maggio 2009), a cura di Valentina Ciarallo e Pier Paolo Pancotto.

Per questa sua quarta personale alla Galleria S.A.L.E.S., Arienti continua con la sua sperimentazione sui materiali più disparati: vinili, lamiere e stoffe, manipolandoli e modificandoli tramite incisioni e traforature. Arienti crea una specie di officina-trasloco carica di residuale vitalità. L’artista sceglie volutamente delle opere dove il disegno prevale sul colore, con un’incisività che attraversa le materie e gli oggetti: pezzi di automobili rottamate, vecchi dischi, porte di frigoriferi usati e vecchi tappeti.

Davide Orlandi Dormino alla galleria Dora Diamanti di Roma

Giovedì 7 maggio 2009 la galleria Dora Diamanti arte contemporanea di Roma inaugura Quel che resta – memoria necessaria, mostra personale di Davide Orlandi Dormino a cura di Micol Di Veroli.

Nella mostra Quel che resta Davide Orlandi Dormino presenta al pubblico due installazioni scultoree appositamente create per l’evento ricostituendo l’ambivalenza della pagina bianca in relazione all’esperienza umana attraverso una vera e propria camera della memoria. Mediante un gesto  che espande la percezione visiva l’artista ricopre il suolo dello spazio espositivo posto al livello superiore di fogli marmorei che si stagliano attoniti ed onniscenti come monumenti simbolo del simbolo stesso. Storie avvolte da una dissolvenza in bianco dove si odono i passi di una città immaginaria, l’eco di voci che sfumano nel silenzio, lo scorrere fluido ed intenso dell’inchiostro in mille parole mai scritte.

I boschi malvagi di Astrid Nippoldt

The Gallery Apart inaugurerà l’otto maggio la personale della giovane artista tedesca Astrid Nippoldt. La mostra dal titolo Boese Gehoelze (Boschi malvagi) presenterà al pubblico una nuova serie di fotografie in bianco e nero cui si affiancano alcuni acquerelli e disegni a matita ispirati allo stesso tema.

L’artista tedesca torna a Roma a distanza di tre anni dalla sua prima personale italiana, quando presentò la trilogia video Grutas presso la Fondazione Adriano Olivetti, successivamente esposta, fra l’altro, presso la Kunsthalle di Brema e nell’importante collettiva Made in Germany ospitata dallo Sprengel Museum, dalla Kestner Gesellschaft e dalla Kunstverein di Hannover.

Committenze contemporanee, Hans Op de Beeck e Correggio

Terzo appuntamento di Committenze Contemporanee, progetto nato nel 2007 dove si vuole associare ad ogni mostra dedicata ad un artista del passato l’opera originale di un artista contemporaneo, commissionata dalla Galleria Borghese in accordo e con il sostegno di UniCredit Group e del Maxxi di Roma. Il 28 maggio presso l’Uccelliera di Villa Borghese sarà la volta dell’artista belga Hans Op de Beeck che si confronterà con l’opera del grande artista parmense Correggio.

La mostra In silenziosa conversazione con Correggio, curata da Laura Barreca si traduce in due serie di grandi acquarelli in bianco e nero, realizzati appositamente per l’occasione che parlano dell’aspetto più melanconico, intimista e sensuale dell’opera del maestro tardo rinascimentale.

Sebbene l’approccio di Op de Beeck sia multidisciplinare, lo spirito del suo lavoro è radicato nella pittura figurativa. Attraverso libere associazioni e l’uso della fotografia Op de Beeck isola, traspone e astrae dai dipinti del Correggio figure, ambientazioni, oggetti, dettagli sintetizzandoli in nuove composizioni.

New York Minute, 60 artisti della scena newyorkese al Macro di Roma

 Ancora non siamo del tutto sicuri sulla location dell’evento ma da settembre 2009 il MACRO di Roma ospiterà una mostra senza precedenti con oltre 60 artisti della scena newyorkese curati da Kathy Grayson con il supporto della Depart Foundation.

La grande manifestazione dal titolo New York Minute, in riferimento alla velocità con cui si muove l’arte nella grande mela, rappresenterà un’occasione unica per osservare da vicino le nuove tendenze dell’arte contemporanea d’oltreoceano e per ammirare opere di emergenti e giovani artisti dall’incomparabile freschezza immaginifica. Saranno in mostra due gruppi ben distinti di artisti, la prima fazione usa l’energia oscura della strada per progetti crudi e punk in bilico tra scultura, musica, performance e collage che riescono a catturare la condizione di essere giovani in una delle città più belle e cattive del mondo.

Reasons for moving, secondo atto al Condotto C di Roma

 Il corpo agisce partendo dalla compattezza del luogo. Senza esagerare. Questo è quanto si legge sul criptico volantino della performance Condotto ©hold tenutasi il 26 aprile 2009 al Condotto C, sotto la cura di Chiara Girolomini. Il nuovo spazio romano sfugge ad ogni possibile catalogazione, evitando il vincolo della programmazione fissa nel segno di progetti altamente sperimentali che per la loro natura libera e fuori dagli schemi convenzionali riescono ad affascinare senza gli obblighi formali delle comuni gallerie d’arte.

Dopo la precedente eterea installazione di Andrea Aquilanti, perfetta per la sua volatile consistenza, il Condotto torna con un progetto di Annika Pannito+Keramik Papier (organizzatori del Bestiario Festival 2008). In un ambiente asettico, sotto luci al neon virate in giallo ed una singola poltrona a fare da arredo, una presenza femminile parte dalla morte, dalla pesantezza del proprio corpo sul suolo per compiere la sua danza di movimenti liberi ed armonici nella loro scomposta nevrosi. Sono gesti che si accostano ad una ritualità sacrale, momenti mistici domestici che evitano il gesto occidentale per ricostituirsi su una libertà ancestrale fondata su riferimenti simbolici e non su canoni stilistici .

Pietro Ruffo e Lorcan O’Neill uniti per la nuova pittura

Globartmag era presente ieri al vernissage della mostra Grasweg, personale di Pietro Ruffo alla galleria Lorcan O’Neill di Roma. Precisiamo sin da subito che la galleria in questione ha precedentemente ospitato nomi del calibro di Jeff Wall, Martin Creed, Luigi Ontani, Tracey Emin, Anselm Kiefer e chi più ne ha più ne metta. Ciò non è a testimoniare un nostro timore reverenziale nei confronti del blasonato spazio romano ma aiuta a comprendere l’importanza di una mostra di giovane arte in una galleria di caratura internazionale.

Detto questo passiamo ad una serena analisi dell’opera di Pietro Ruffo, giovane artista classe 1978 proveniente dal noto gruppo del Pastificio Cerere. Realmente bello e significativo il lavoro dell’artista romano che riesce ad entusiasmare per l’estremo controllo della tecnica e per l’uso innovativo di elementi contrastanti.

Doppia personale per la Monitor di Roma

Si è inaugurata ieri alla galleria Monitor di Roma la doppia personale di Ra di Martino ed Adam Avikainein con due progetti inediti in un evento che ha abbracciato pittura e video arte in un singolo ed interessante momento.  Globartmag era presente al vernissage in grande spolvero e con nostro grande orgoglio andiamo ora a proporre il resoconto di quel che abbiam veduto.

Partiamo con Ra di Martino: momento di estrema maturità visiva ed immaginifica di respiro internazionale per un’artista che rappresenta ad ora quanto di meglio possa offrire il nostro paese nel campo della video arte. L’ultima fatica August 2008 è un piccolo gioiello. Interno belga, dopo i primi dettagli in primissimo piano scopriamo un uomo ed una donna (Maja Sansa e Mauro Remiddi) immobili in una posa plastica su di una scalinata, un momento di attesa o di fuga che congela ogni emozione in un unico asettico gesto e che ricorda l’eterea consistenza statuaria di un Apollo e Dafne a ruoli capovolti.