Ernesto Neto a New York con un’installazione profumata

New York – Il Park Avenue Armory ha annunciato un nuovo programma che vedrà la partecipazione di un artista all’anno chiamato a compiere interventi site-specific per lo spazio della Wade Thompson Drill Hall. L’inaugurazione fissata per il 14 maggio prevede un’installazione dell’artista brasiliano Ernesto Neto già noto in Italia per aver esposto al Macro di Roma lo scorso anno.

L’opera intitolata anthropodino, sarà la più grande mai presentata dall’artista e si espanderà sul soffitto con stalattiti giganti ed aromatici mentre sul pavimento troveranno posto una serie di monumentali archi di tessuto traslucido intersecati in modo da formare una sorta di grande labirinto. I vari elementi saranno riempiti con centinaia di chili di spezie che si insedieranno nello spazio circostante producendo una vera e propria cacofonia di profumi.

Antony Gormley Wants You!

The One and Other è il titolo della nuova, pazza installazione dell’artista britannico Antony Gormley che coinvolgerà dal prossimo 6 luglio l’intera popolazione di Londra. L’artista ha dato il via alla caccia online ai volontari che diverranno parte del suo nuovo progetto e saranno protagonisti di una vera e propria scultura vivente.

Il quarto plinto di Trafalgar Square, basamento che solitamente accoglie per un anno interventi di artisti di fama internazionale (le precedenti installazioni erano di Thomas Schutte e Marc Quinn), ospiterà infatti più di 2400 persone che formeranno una vera e propria opera con la loro presenza per cento giorni consecutivi.

Alla Fondazione Alda Fendi va in scena il trionfo del barocchismo

GlobArtMag ha presenziato ieri all’ultima serata di Storie fantastiche dal delta del Niger, lo spettacolo prodotto dalla Fondazione Alda Fendi – Esperimenti e diretto da Raffaele Curi in scena all’Antico Mercato del Pesce degli Ebrei, al Circo Massimo, di Roma.

Lo spettacolo in bilico tra teatro, performance e video arte si riproponeva a quanto recita il comunicato stampa di descrivere l’Africa, con i miti, la sua magia e i suoi misteri, osservata nella vita di tutti giorni. In realtà a parte la monumentale presenza della cantante Angelique Kidjo meravigliosa dispensatrice di emozioni, di teatro, arte ed esperimenti abbiamo visto molto poco. Difficile giudicare, intenti benefici a parte, un polpettone di 50 minuti circa in cui si sbandierano banalità e stralci di letteratura con la stessa metodologia di una pubblicità progresso.

Art Cologne torna con delle novità

Fiere, fiere ed ancora fiere, si apre oggi la 43esima edizione di Art Cologne che continuerà sino al 26 aprile in cinque giornate dedicate all’arte moderna e contemporanea. 180 gallerie tedesche ed internazionali offriranno un’ampia e ricca selezione di opere d’arte.

Come ogni altra manifestazione fieristica, tanto per cambiare anche Art Cologne ha deciso appunto quest’anno di cambiare formula, mescolando un poco le carte in tavola. Gli spazi espositivi saranno più compatti e più concentrati ma di chiara fruizione. La sezione New Talents dedicata ai giovani artisti è stata rinominata con grande impegno intellettivo New Positions, evidentemente anche i tedeschi sono diventati schiavi del sistema cambio solo il nome, cambia tutto. Comunque lodevole l’impegno della manifestazione a supporto della giovane arte, 23 artisti provenienti da nove nazioni saranno presenti in mostra e sarà inoltre assegnato un premio speciale l’Audi Art Award for the best young artist.

Drago pubblica il libro su Nick Walker e Banksy…

Nel mondo della street art ne succedono di tutti i colori e spesso un fresco nome balza agli onori delle cronache. Ma ogni anno, quando Nick Walker propone nuovi lavori al pubblico, il mercato dell’arte contemporanea viene scosso da violenti tremori. Le opere dell’artista inglese sono presenti in istituzioni private, gallerie e collezioni di tutto il mondo. Molti inoltre pensano che in realtà Walker ed il famoso street artist Banksy siano la stessa persona e nel maggio dello scorso anno molte riviste d’arte hanno indagato sull’identità segreta di quest’ultimo.

Walker ha però smentito come da copione ogni ipotesi, affermando di aver conosciuto Banksy a Bristol verso la fine degli anni novanta ma di aver scambiato solo pochissime parole con il fantomatico artista. Ad ogni modo la casa editrice Drago presenta in questi giorni al pubblico il primo libro monografico dedicato all’arte di Nick Walker dal titolo A Sequence of Events. Questa pubblicazione tanto attesa rappresenta una riflessione sugli ultimi 10 anni di operato dello street artist e si compone di 96 pagine con una meravigliosa selezione di immagini che rappresenta un’opera nell’opera oltre che un vero e proprio oggetto da collezione per gli amanti ed appassionati di tutta la street art.

Paola Pivi Vs Jonathan Meese all’Accademia Tedesca di Roma

L’Accademia Tedesca Villa Massimo di Roma ha inaugurato ieri la mostra Soltanto un quadro al massimo presentando le opere di due grandi nomi della nuova arte contemporanea Paola Pivi e Jonathan Meese. La rassegna giunta alla sua decima edizione mette a confronto un’opera di un artista italiano con una di un artista tedesco.

Paola Pivi, abituata a confondere e divertire il pubblico con interessanti e fantasiose installazioni, presenta la grande scultura Have you seen me before? (2008) costituita da un grande orso in poliuretano ricoperto di piume gialle: una presenza divertente e giocosa, che strizza l’occhio agli agglomerati di peluche di Mike Kelly e alle sculture kitsch di Jeff Koons, con quel pizzico di ironia tipica di un certo filone dell’arte italiana d’oggi, che vede come capofila Maurizio Cattelan.

Artisti a Berlino per ridipingere il muro

Il cemento è stato graffiato, i graffiti rimossi e adesso Thierry Noir, il primo artista a dipingere sul muro di Berlino è pronto per ricominciare. L’artista francese ha rischiato la sua vita nel 1984 per affrescare la superficie del muro che separava l’est comunista dall’ovest capitalista di Berlino, capitale della Germania.

Oggi il comune stesso ha organizzato il restauro dei lavori di Noir assieme a quelli di altri 120 artisti. L’opera naif dello street artist è stata immortalata dal regista Wim Wenders nel celebre film del 1987 Il Cielo sopra Berlino, dove faceva da comparsa lo stesso Noir nel ruolo di se stesso.

Otto lezioni sul vuoto a Gijon per Marina Abramovic

Marina Abramovic presenterà a Gijón in Spagna a partire dal 29 maggio 2009 la videoinstallazione 8 Lessons on Emptiness with a Happy End che sarà ospitata per l’occasione dai meravigliosi spazi della chiesa di Laboral. Si tratta dell’ultima opera dell’artista serba nata a Belgrado nel 1946 che ha tentato di tradurre in immagini la sua profonda preoccupazione riguardo agli eccessi nella rappresentazione della violenza nella società e nell’arte contemporanea.

L’installazione è divisa in cinque grandi schermi che ricreano una guerra tra bambini. L’artista ha tratto ispirazione da un recente viaggio nel Laos dove ha avuto modo di osservare che tutti i bambini tenevano in mano delle armi giocattolo. A partire da questa esperienza Marina Abramovic ha ricreato tutte le distinte fasi di un conflitto bellico: dalla negoziazione fino alla battaglia ed alle vicissitudini dei prigionieri passando per le sofferenze dei feriti.

MiArt, finale da brivido: rubata un’opera di Arnaldo Pomodoro

Il MiArt tenta di tirarsi fuori dalla mischia delle fiere italiane, dopo tredici anni vissuti in bilico tra paradiso ed inferno la manifestazione meneghina ha cercato quest’anno di riproporsi in una veste più internazionale presentando però 140 gallerie (l’anno passato erano 200) prettamente milanesi.

Scelta questa che basta come risposta ai detrattori che hanno additato le pur modeste fiere romane come eventi poco aperti all’estero e tacciati di romanocentrismo.  Pur con un buon allestimento ed una serie di eventi collaterali di pregevole fattura come la presenza Vanessa Beecroft al PAC e la Video Lounge curata Nav Haq, il MiArt 2009 ha lasciato l’amaro in bocca a diverse gallerie che hanno lamentato la mancanza di un giro di collezionismo internazionale e di nuovi contatti.

Takashi Murakami super star

Nuovi e scoppiettanti progetti per l’artista giapponese Takashi Murakami, erede 47enne di un pop americano rivisitato ed arricchito di coloratissimi pupazzetti, fiorellini ed altri soggetti tipici del manga giapponese che invadono opere vendute a centinaia di migliaia di euro.

Il museo Guggenheim di Bilbao ha inaugurato infatti una grande retrospettiva dedicata all’artista in mostra dal 17 febbraio al 31 maggio 2009, con più di novanta opere tra quadri, sculture e installazioni. L’evento dal titolo © Murakami presenta il più vasto compendio del lavoro dell’artista mai presentato in una manifestazione internazionale. Murakami si ispira alle icone degli otaku, i ragazzi che passano gran parte del loro tempo chiusi in casa con una passione ossessiva per i manga e le anime. L’artista stesso ha ribattezzato il suo stile Poku, neologismo che abbraccia il termine otaku fondendolo con il pop.

Louise Bourgeois, il ragno di San Francisco smonterà la tela

Luis R. Cancel, direttore degli affari culturali del San Francisco Arts Commission ha recentemente annunciato la prossima rimozione della scultura The Coruching Spider di Louise Bourgeois in prestito alla città di San Francisco dal novembre 2007.

La scultura consiste in 2 tonnellate e mezzo di bronzo raffigurante uno dei famosi aracnidi dell’artista francese che alla considerevole età di 97 anni è considerata uno dei più influenti artisti viventi. L’opera era da tempo un vanto per tutta la città ed era situata nella famosa e caratteristica zona dell’Embarcadero nei pressi del molo 14. La scultura, originariamente prodotta dall’artista nel 2003 era stata specificatamente progettata per la città.

Apre a Milano il LAB- Lambretto Art Project

 Durante gli sfrenati giorni della fiera MiArt e tra gli innumerevoli eventi collaterali si è inaugurato il 18 aprile un nuovo spazio interdisciplinare ideato da Mariano Pichler e dedicato alla cultura contemporanea, LAP – Lambretto Art Project – Osservatorio del contemporaneo.

LAP è stato ricavato da un ex capannone industriale e si propone al pubblico non come una fondazione ma come osservatorio della creatività e del pensiero contemporaneo. Ospiterà progetti interdisciplinari connotati da una forte vocazione sperimentale e di ricerca, accogliendo proposte di giovani artisti e curatori indipendenti, trasversali al mondo dell’arte, del design, del cinema, della grafica e dell’architettura, con un’alternanza di progetti e collaborazioni che si inseriranno nel calendario culturale milanese.

Tassalonica, una biennale ai tempi dell’incertezza

Art in Times of Uncertainty, l’arte ai tempi dell’incertezza questo è il tema di quest’anno alla seconda Thessaloniki Biennale of Contemporary Art, organizzata dal Museo di Stato di Arte Contemporanea con il supporto del ministero greco della cultura.

La biennale di Tessalonica propone con questo titolo un interessante interrogativo: può l’arte contemporanea rappresentare una vetrina di opportunità in questi tempi incerti? 57 artisti provenienti da tutto il mondo selezionati da Bisi Silva, Gabriela Salgano e Syrago Tsiara proveranno a dare una risposta a questa provocatoria domanda. A rappresentare l’Italia sarà presente l’artista bolognese Paolo Chiasera (1978), talento emergente sempre in bilico tra pittura ed installazione che ha recentemente partecipato alla Quadriennale di Roma del 2008 con il dipinto Black Brain 1.

Nam June Paik alla James Cohan Gallery di New York

La James Cohan Gallery presenterà il 30 maggio 2009 a New York una mostra con importanti opere del pioniere della video arte Nam June Paik. L’evento permetterà al pubblico di ammirare un cospicuo numero di opere che partono dal 1972 sino al 1994 comprendendo le video sculture e le robot sculptures dell’artista sud coreano.

Universalmente riconosciuto come il padre della video arte, Nam June Paik asserì nel 1965 che il tubo catodico televisivo avrebbe in qualche modo rimpiazzato la tela. Membro di spicco del movimento Fluxus tra i ’60 ed i ’70, Paik ha lavorato fianco a fianco con artisti del calibro di John Cage, Joseph Beuys e Charlotte Moorman