Holon, capitale del design internazionale grazie al Design Museum di Ron Arad


Trasformare un anonimo centro abitato in un grande polo culturale di livello internazionale è una scommessa assai ardua. Eppure ad Holon, città di circa 200.000 abitanti a ridosso di Tel Aviv in terra d’Israele, questa missione impossibile è perfettamente riuscita. La trasformazione è iniziata con il sorgere di nuove strutture come l’Israel Children Museum, il National Israeli Cartoon Museum e l’Istituto di Tecnologia e Design ma come già accaduto a Bilbao, che con il Guggenheim Museum ha praticamente mutato il suo volto divenendo la seconda città più visitata di Spagna, anche Holon ha sentito il bisogno di creare un edificio chiave in grado di manifestare il sostanziale cambio di rotta.

Il difficile compito di creare questo edificio, vale a dire l’Holon Design Museum, è toccato al designer Ron Arad, nato in Israele e cresciuto in Inghilterra, dove ha praticamente operato come portabandiera della creatività israeliana, inventando vere e proprie pietre miliari del design moderno come la Rover Chair e la libreria Bookworm.

Verso Est. Chinese Architectural Landscape al MAXXI

Dal 29 luglio al 23 ottobre sarà possibile visitare al MAXXI di Roma la mostra Verso Est. Chinese Architectural Landscape a cura di Fang Zhenning, in coproduzione con il NAMOC – National Art Museum of China, Beijing e CIEA/ CAEG – China International Exhibition Agency of China Arts and Entertainment Group, Beijing

La mostra Verso Est. Chinese Architectural Landscape riflette la fisionomia dei paesaggi architettonici cinesi dell’ultima decade presentando i progetti di architetti e artisti della nuova generazione cresciuti e maturati alla stessa velocità del processo di sviluppo nazionale. L’esposizione prende forma in un’epoca cruciale: come afferma il quotidiano britannico Financial Times nel 2010 la Cina ha investito oltre un trilione di dollari in nuove costruzioni, promuovendo e dando vita al boom immobiliare che l’ha trasformata in una superpotenza leader del settore.

Zaha Hadid flop? La sua Opera House di Guangzhou cade a pezzi

Essere grandi archistar, creatori di edifici perfetti e avveniristici non è facile. A volte, tra un capolavoro a destra ed una meraviglia a mancina, può scapparci il patatrac ed allora si è subito nell’occhio del ciclone. Ne sa qualcosa Zaha Hadid, celebre architetto e designer che ultimamente ha inanellato un successo dietro l’altro dal maestoso e sinuoso MAXXI di Roma, passando per il zigzagante Riverside Transport Museum di Glasgow, uno spazio tutto dedicato ai mezzi di trasporto dal treno allo skateboard.

La sfortuna però è sempre in agguato ed il nuovo capolavoro del celebre architetto è ultimamente al centro di numerose polemiche per alcune imprecisioni strutturali. Stiamo parlando dell’Opera House di Guangzhou nuovissimo polo culturale progettato dalla Hadid in territorio cinese. Fin dalle prime fasi del progetto molti detrattori si sono detti contrari alla realizzazione di quello che hanno definito come: “niente più che un’inutile dimostrazione di sfarzo e vanità”.

La Grecia in crisi ma i soldi per Renzo Piano ci sono

La travolgente passione tra le amministrazioni cittadine e le archistar è un qualcosa di veramente insolito e soprattutto è difficile da spiegare. Di certo, a tutti i governi ed a tutte le giunte fa gola un nuovo edificio dalle forme avveniristiche, che sappia stupire i turisti ed affascinare gli abitanti di una città. A volte però questi sfavillanti edifici non sono il frutto di un’urgenza ben precisa e si risolvono in uno spreco di soldi a favore dell’estetica ed a discapito delle tasche dei poveri e martoriati contribuenti.

Inutile citare esempi di architetture faraoniche, dispendiose come la Nuvola di Massimiliano Fuksas, che doveva sorgere nel quartiere EUR di Roma già dagli inizi dello scorso anno ma che proprio quest’anno ha subito un ennesimo rallentamento a causa di quattro gravi irregolarità ravvisate dal Tar del Lazio. La Nuvola era partita da un piano spese iniziale di 175 milioni di euro ma fino ad oggi ne ha già bruciati 500 milioni, in attesa di una fantomatica inaugurazione prevista per il 2012. Intanto  strambe notizie provengono dalla Grecia.

Kernel Festival accende la Villa Tittoni Traversi

Dall’1 al 3 luglio 2011, gli spazi settecenteschi della Villa Tittoni Traversi a Desio (MI) verranno invasi da esperienze elettroniche multidisciplinari nell’ambito del festival Kernel 2011.Il festival, alla sua prima edizione, coinvolgerà artisti di rilievo internazionale e giovani emergenti in un programma articolato in 4 sezioni: Electronic music & sound, Audiovisual mapping, Interactive & digital art e Temporary architecture.

Il nome Kernel deriva direttamente dal linguaggio informatico dove si configura come nucleo di un sistema operativo così come il festival si prefigge di diventare una piattaforma stabile che dia spazio e visibilità alle recenti esperienze in ambito tecnologico.Kernel dunque, raccoglie l’eredità romana di Dissonanze ma amplia il suo raggio d’azione attraverso questa articolazione in sezioni con un nutrito programma di esperienze e nomi, attraverso cui è sottolineato questo legame ormai onnipresente tra suono  e esperienza visiva.

Il MoMa paga 32 milioni di dollari per l’American Folk Art Museum

Come avrete sicuramente letto in altri magazine di settore degli ultimi giorni, Il MoMa, Museum of Modern Art di New York ha intenzione di comprare un edificio nelle vicinanze, sulla 53esima strada. Attualmente l’edificio, progettato da Tod Williams Billie Tsien Architects ed aperto nel 2001, ospita l’American Folk Art Museum, un’istituzione museale che non ha mai incontrato i favori del pubblico.

Per farla breve, nell’arco di un decennio il museo ha raccolto circa 32 milioni di debiti e con la crisi economica le sue casse non hanno retto. Il MoMa dovrà quindi sborsare i famigerati 32 milioni di dollari per aggiudicarsi l’edificio ed ancora non è certo se quest’ultimo rimarrà in piedi o verrà in seguito miseramente demolito. In questi ultimi giorni il celebre magazine d’arte Artinfo ha intervistato alcuni critici di grido, tra cui anche il sempreverde Jerry Saltz, nella speranza di individuare le cause del tracollo del Folk Art Museum.

Una piattaforma petrolifera si trasforma in città – Pirati informatici contro Ai Weiwei

Il giovane architetto norvgese Sverre Max Stenersen non è certo un tipo di poche ambizioni. Il suo piano è infatti quello di impossessarsi di una vecchia piattaforma petrolifera (chiamata Albuskjell) situata nel Mare del Nord e trainarla fino a Trondheim.

La piattaforma ha iniziato ad estrarre petrolio nell’estate del 1979 e durante le intense stagioni di lavoro è arrivata ad ospitare più di 100 persone. Nel 1998 la piattaforma è andata in pensione e doveva essere definitivamente smantellata nel 2013. Stenersen però ha deciso di dar nuova vita a questo colosso di ferro e cemento che verrà spostato con enormi gru fino al porto di Trondheim dove verrà rimontato e piazzato su dei nuovi pilastri. L’obiettivo è quello di creare un quartiere nuovo di zecca, la piattaforma ospiterà infatti sfavillanti alloggi ed uffici che daranno linfa alla fin troppo tranquilla cittadina. La superficie calpestabile della piattaforma è di circa 3.500 metri quadrati, abbastanza per edificare un fiorente quartierino. Stenersen prevede di alimentare il centro abitato sfruttando l’energia geotermica ma come potete ben immaginare i suoi piani sono ancora in “alto mare”. In una terra dove l’estrazione del petrolio frutta circa 400 miliardi di euro l’anno, siamo certi che il coraggioso Stenersen non faticherà a trovare qualche ricco sostenitore per il suo sogno impossibile.

La Sagrada Familia brucia

Grossi guai per la Sagrada Familia di Barcellona. L’eterna edificazione della basilica, e recentemente consacrata da papa Benedetto XVI il 7 novembre 2010 è rimasta vittima di un incendio doloso che ha distrutto parte di questo gioiello frutto della geniale mente dell’eccentrico architetto Antoni Gaudí.

Lo scorso martedì 19 aprile, un uomo di 55 anni, che secondo alcuni testimoni farebbe parte della parrocchia, si è introdotto all’interno dell’edificio ed ha spruzzato liquido infiammabile nella sagrestia, dando poi fuoco agli abiti talari che si trovavano all’interno. Un gruppo di turisti ha lanciato quindi l’allarme dopo aver notato fuoco e fiamme uscire dalla sagrestia. Il personale di emergenza è intervenuto subito, evacuando i circa 1.500 turisti che si trovavano all’interno della Basilica. I visitatori sono rimasti illesi, solamente una persona è stata portata via dai paramedici per intossicazione da fumo. Questo folle atto ha praticamente distrutto la sagrestia e la cripta (vale a dire una delle parti dell’edificio completate mentre Gaudì era ancora in vita) è stata severamente danneggiata dalle fiamme.

Mutant Architecture & Design a Milano

In occasione del FuoriSalone 2011, INTERNI si fa promotore, durante la Settimana milanese del Design (11-17 aprile 2011), della grande Mostra Evento MUTANT ARCHITECTURE&DESIGN. La proposta progettuale che emerge da questa riflessione e che coinvolge l’intero mondo che ci circonda come la casa, la città, il paesaggio e il territorio, è quella di un’architettura fortemente materica, trasformabile e mobile che asseconda le necessarie strategie d’impiego nel tempo e in luoghi diversi: strutture intelligenti caratterizzate da grande flessibilità e dalla capacità di poter essere smontate e trasferite, pensate per essere riutilizzate dopo un primo uso.

Mutante è allora la condizione del progetto in senso lato, non più legata a verità precostitute o ad assiomi ideologici, parte della cultura della tardomodernità, ma in grado di rapportarsi in modo responsabile alla realtà. L’attenzione viene posta sull’uso dei materiali, sulla loro durevolezza, sul rapporto tra i materiali e il tempo. Ritorna oggi importante fare una distinzione fra materiali che dal momento della messa in opera decadono e materiali che migliorano (materiali colti come il legno, i metalli, il marmo, le pietre…).

UNIVERSO RIETVELD. Architettura e design per la vita moderna

Il MAXXI di Roma inaugura il 13 aprile a mostra UNIVERSO RIETVELD. Architettura e design per la vita moderna, coprodotta con il Central Museum di Utrecht, analizza l’opera del progettista olandese Gerrit Thomas Rietveld (1888-1964) a confronto con il suo tempo, i suoi colleghi e contemporanei, i luoghi e il milieu artistico del suo paese e oltre.

Rietveld ha vissuto nell’epoca delle rivoluzioni politiche e culturali del Novecento: ha attraversato due guerre mondiali, gli anni della Guerra Fredda e quelli del post-colonialismo. È stato testimone diretto di eventi epocali: la crisi economica del ‘29, la disastrosa inondazione che nel 1953 colpì l’Olanda, le difficoltà della ricostruzione post-bellica. Soprattutto ha partecipato intensamente e da protagonista ai fermenti delle avanguardie artistiche, destinate a lasciare una delle tracce più persistenti nel campo dell’architettura e del design del XX secolo.

Peter Zumthor ed il suo Pavilion per la Serpentine Gallery

Torna l’outsider, l’architetto che per anni ha lavorato in silenzio, lontano dalle luci della ribalta dell’architettura internazionale. Torna Peter Zumthor, il vincitore del prestigioso Pritzker Prize 2009, il creatore delle Terme di Vals in Svizzera ed altri fantastici edifici pensati per entrare in totale contatto con la natura e l’ambiente circostante.

Zumthor è infatti il prossimo designer chiamato a progettare il prossimo Pavilion della Serpentine Gallery, installazione temporanea che verrà svelata al pubblico londinese il prossimo luglio e rimarrà in piedi fino a settembre 2011. Fino a ieri i piani di Zumthor sono stati coperti da una sorta di segreto di stato ma ora finalmente l’architetto ha illustrato ai quotidiani inglesi i suoi piani per il futuro padiglione. Il prossimo Serpentine Pavilion nasconderà al suo interno una sorta di giardino contemplativo creato dal designer olandese Piet Oudolf.

Eduardo Soto de Moura vince il Pritzker Prize 2011

La notizia non doveva essere svelata prima del prossimo 11 aprile ma come ci si aspettava le voci di corridoio hanno cominciato a girare ben molto prima di quella fatidica data ed hanno quindi confermato quanto segue. L’architetto portoghese Eduardo Soto de Moura è stato nominato vincitore del Pritzker Prize 2011. In questi ultimi anni l’architetto ha prodotto un cospicuo numero opere pubbliche e primavere ma il suo progetto più celebre è lo Stadio di Braga in Portogallo.

Le opere di Souto de Moura sono state ampiamente lodate per l’ampio uso di materiali naturali. L’architetto ha 58 anni ed è il secondo portoghese a vincere il prestigioso premio, prima di lui il Pritzker è stato assegnato ad Alvaro Siza nel 1992. Non a caso Souto de Moura ha lavorato fianco a fianco con Siza dal 1975 al 1979.

Alcune domande sull’evento MAXXI

E’ notizia di oggi che il progetto del MAXXI di Zaha Hadid è tra le sei opere finaliste del Premio ‘Mies van der Rohe 2011’. Dovrà scontarsi con realizzazioni di tutto rispetto – tutte europee – tra cui il suo più diretto competitor: il Neues Museum di Berlino di David Chipperfield.

I nostri migliori auguri; una sua vittoria non può che fare piacere anche a noi e dare risalto, per riflesso, al panorama artistico italiano. Ma non credo che basti. Il MAXXI è ormai una realtà da quasi un anno, stringe già alcuni premi tra le sue giovani braccia ma sembra che resti una macchina puramente architettonica. Dove è l’altra metà della mela? Quella che deve interessare di più un’istituzione museale? L’arte e le sue esposizioni. Non possiamo certo pensarlo come solo contenitore, serve un bel po’ di sostanza. Davvero la mostra su Pistoletto è il meglio che si può avere? Spero proprio di no.