Damien Hirst pittore amatoriale e Artreview lo declassa

Ogni anno il prestigioso magazine Artreview stila una personale classifica denominata The Power 100 che raccoglie le più influenti personalità dell’arte contemporanea. Lo scorso anno ad esempio il nostro beniamino Damien Hirst ha vinto questa speciale top 100 che include artisti, curatori, mecenati ed altri attori dell’arte al presente.

Ma quest’anno qualcosa non ha funzionato a perfezione per il povero Damien Hirst che vede le sue quotazioni scendere rovinosamente fino al 48 posto in classifica. L’artista inglese è stato infatti sostituito alla posizione di comando da Hans Ulrich Obrist, co-direttore del programma espositivo della celebre e prestigiosa Serpentine Gallery di Londra. Molti di voi si chiederanno cosa sia successo ad Hirst che fino a pochi mesi fa era osannato dalla critica e dal mercato internazionale.

Ressa di fans alla mostra di Robert Mapplethorpe con Patti Smith

La Alison Jacques Gallery non poteva trovare un sistema migliore per pubblicizzare la sua nuova mostra A Season in Hell con alcune opere fotografiche del tardo periodo artistico di Robert Mapplethorpe. La scaltra galleria ha infatti invitato, in occasione del vernissage tenutosi lo scorso lunedì 14, la celebre cantante e poetessa Patti Smith per una performance inedita.

Quest’ultima essendo stata per diversi anni musa e grande amica del compianto fotografo non ha certo rifiutato il gradito invito. Il problema è nato a causa del troppo interesse del pubblico su questo evento del tutto unico. Alle ore 17:45, circa quindi minuti prima dell’entrata in scena di Patti Smith, un copioso nugolo di fans della cantante si accalcato di fronte all’entrata della galleria e non appena le porte dello spazio si sono aperte una lunga ed incessante fila di persone ha cominciato a riversarsi all’interno dei locali. Alla fine le due sale della galleria si sono riempite fino allo spasimo in un’atmosfera da concerto più che da mostra di arte contemporanea.

Ritorna Ottmar Horl con un esercito di nani nazisti

Ottmar Horl ne ha fatta un’altra delle sue. Vi avevamo già parlato della sua recente mostra a Norimberga e dei suoi oramai celebri nani nazisti. Oggi Horl è andato largamente oltre le nostre aspettative riempiendo una piazza della città di Straubing con un esercito di 1250 nani da giardino recanti il consueto saluto romano, consueta cifra stilistica dell’artista.

Ovviamente anche questa volta l’installazione che prende il nome di Dance With The Devil è al centro di scottanti polemiche che hanno varcato i confini della piccola cittadina vicino Monaco raggiungendo ogni parte del globo. Ad aizzare la folla inviperita c’è anche un piccolo Hitler dorato che appare in tutto il suo splendore in mezzo all’esercito di nani grigi. Ovviamente anche questa volta Ottmar Horl avrà noie con la legge visto che il saluto nazista, il disegno di una svastica o l’esposizione di una copia del Mein Kampf di Adolf Hitler possono costare fino a tre anni di carcere.

Una modella bianca tinta di nero su Vogue

Passo falso del celebre fotografo di moda Steven Klein e dell’ancor più celebre fashion magazine Vogue, edizione francese. La rivista fino ad oggi non aveva mai sconfinato nel cattivo gusto e non era stata mai oggetto di controversie. Recentemente però qualcuno aveva un poco storto la bocca davanti alle foto di modelle incinte che sbuffavano copiose boccate di fumo.

Stessa sorte era toccata ad una serie di foto che ritraevano modelle attraenti e perverse, intente a baciarsi con tanto di sangue in bocca. La polemica del giorno è invece iniziata dal numero del mese di ottobre del patinato magazine. Tra le pagine piene di bellissime ragazze figurano infatti delle fotografie che ritraggono la modella olandese Lara Stone con la faccia ed il corpo dipinti di nero, ovviamente di solito la ragazza sfoggia una carnagione bianco latte.

Scoperta una nuova opera di Leonardo Da Vinci

La notizia è a dir poco sensazionale ed in men che non si dica ha fatto il giro del mondo, ovviamente noi di Globartmag non potevamo glissare questa importantissima scoperta. Sembra infatti che un gruppo di quotati esperti d’arte abbia scoperto una nuova opera di Leonardo Da Vinci. La scoperta sarebbe stata avvalorata grazie al ritrovamento di alcune impronte digitali vecchie di cinquecento anni. L’opera in questione è un ritratto di una giovane donna vista di profilo ed in abiti rinascimentali.

Il dipinto era stato precedentemente attribuito ad un pittore tedesco anonimo dei primi anni del diciannovesimo secolo ed ha cambiato numerosi proprietari nel corso degli anni, attestandosi attorno al modesto valore di 12.000 mila sterline. Nel corso del tempo però alcuni studiosi di Leonardo hanno sollevato numerosi dubbi sulla paternità dell’opera e la datazione dell’opera mediante Carbonio 14, supportata dagli infrarossi aveva già avvalorato la tesi secondo la quale il dipinto in questione poteva essere frutto del genio del grande maestro.

“La Merda non è arte”, la Danimarca critica Piero Manzoni

Quando il mitico Piero Manzoni decise di inscatolare le sue feci per venderle come opere d’arte nel lontano 1961, stabilì che le stesse dovevano essere valutate in base alla corrispondenza del loro peso in oro massiccio. Ovviamente questa iniziativa duchampiana di Manzoni ha da subito suscitato enormi polemiche e cocenti critiche da parte di addetti al settore, collezionisti e semplici appassionati di tutto il mondo.

Fiumi e fiumi d’inchiostro sono stati versati sulla celebre Merda d’Artista e buona parte delle lodi o dei veleni spesi su di essa hanno raggiunto anche le future generazioni, tanto che di quel fatidico gesto di Manzoni ancora oggi se ne parla e se ne parla tantissimo anche a causa della mancanza di originalità e di incisività della nuova ondata artistica italiana.

Doppia intervista a Gianluca Marziani e Cristiana Collu, le battute finali del Premio Terna 02

Poco più di due giorni alla chiusura del Premio Terna 02, sabato 10 ottobre alle ore 18 si chiude infatti il bando di partecipazione di questa entusiasmante kermesse artistica. Alla luce dell’enorme successo che fino ad ora ha visto la partecipazione di oltre 2200 artisti provenienti da tutta Italia, Globartmag ha intervistato per voi i due membri del comitato curatoriale del premio: Gianluca Marziani e Cristiana Collu, artefici assieme a Terna di una manifestazione dal respiro internazionale.

Parliamo con Gianluca Marziani

G. In cosa si differenzia il Premio Terna rispetto agli altri e qual’e è il suo valore aggiunto?

G.M. Il fatto di essere una piattaforma culturale e non un semplice premio. Agiamo su linee orizzontali e verticali che si incrociano, creando una combinazione asimmetrica di vari elementi: idee, produzione, ricerche, analisi, eventi, mostre, convegni, progetti speciali per fiere d’arte, editoria, comunicazione avanzata…

G. La scorsa edizione del Premio Terna ha portato al Chelsea Art Museum di New York un coraggioso quanto agguerrito drappello di artisti nazionali, parlando con alcuni di essi abbiamo appreso che la mostra è stata un grande successo sia di pubblico che di critica, potete parlarci di questa esperienza?

G.M. Un progetto di solido impatto sulla parte culturalmente più evoluta della città. Il modo in cui abbiamo preparato il terreno, la qualità delle nostre relazioni e il posizionamento in un luogo come il Chelsea Museum, ha determinato un consenso globale che non ha riguardato solo l’opening (migliaia di persone e molte personalità di peso) ma anche l’impatto dialettico nelle settimane successive. Abbiamo portato artisti italiani più noti assieme a diversi nomi sconosciuti al mercato americano, dimostrando rigore e qualità curatoriale, cura del dettaglio e senso olistico del progetto.

Bye Bye England, L’addio di Tracey Emin

Tracey Emin, la figlia ribelle del Regno Unito sta meditando su una possibile fuga dalla patria che le ha dato fama ed onori. L’artista potrebbe traversare la Manica e trasferirsi in Francia a causa del famoso 50% di tasse stabilito dal governo inglese per quanto riguarda gli introiti derivati dalle compravendite d’arte.

Tracey Emin che possiede già un’abitazione in Francia ha rilasciato una piccante intervista dichiarando di “aver seriamente preso in considerazione l’idea di lasciare la Gran Bretagna. La questione è semplice non ho nessuna voglia di pagare le tasse al 50%, calcolando questa tassa assurda più le spese per la National Insurance riguardante i contributi per la pensione alla fine rischierei di spendere 65 pence per ogni sterlina ricavata.”

Maurizio Mochetti e Massimo Grimaldi i vincitori di MAXXI 2per100


La giuria del concorso internazionale MAXXI 2per100 ha selezionato, tra gli 11 finalisti, i due progetti vincitori: l’opera per l’atrio interno ideata da Maurizio Mochetti e l’opera per l’area esterna di Massimo Grimaldi. I due lavori saranno realizzati dal MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo, primo museo dello Stato dedicato alla contemporaneità progettato da Zaha Hadid, che sarà inaugurato nella primavera del 2010 a Roma.

La giuria – composta da Pio Baldi, Presidente della Fondazione MAXXI; Annamaria Tatò in rappresentanza del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti; Anna Mattirolo, direttore MAXXI Arte; Gianluca Racana, in rappresentanza dello Studio Zaha Hadid; Mario Codognato, curatore generale del museo MADRE di Napoli; gli artisti Alfredo Jaar e Giuseppe Penone – si è riunita il 5 ottobre e ha valutato, con un ampio confronto, gli 11 progetti finalisti sulla base dei criteri previsti dal bando:  la qualità e l’originalità artistica della proposta, la coerenza e la congruità con gli spazi architettonici, la realizzabilità tecnica, la durevolezza e la facilità di manutenzione.

Annual Art Awards, gli oscar dell’arte

Sarà il controverso artista Rob Pruitt il presentatore del First Annual Art Awards, manifestazione sponsorizzata da Calvin Klein che si terrà al Guggenheim Museum il prossimo 29 ottobre.

Pruitt da buon conoscitore del mondo glamour ha già stilato una lista di celebrità che saranno chiamate ad assegnare i prestigiosi premi, tra i nomi più altisonanti svettano quelli di Sofia Coppola, James Franco e Mary-Kate Olsen. Certo questa manifestazione ricorda molto da vicino una nota kermesse hollywoodiana e questo non è altro che l’ennesimo passo verso la totale spettacolarizzazione dell’arte.

I nuovi profilattici di David Beckham by Sam Taylor-Wood

 Forse non saranno i primi preservativi ad entrare nel mondo dell’arte contemporanea ma al museo Thyssen-Bornemisza di Madrid l’arte contemporanea sarà usata per la prima volta per vendere profilattici. I condoms di cui parliamo saranno in vendita al bookshop del museo in pacchetti appositamente decorati con le opere della mostra Tears of Eros che aprirà le porte il prossimo 20 ottobre.

Tra i protagonisti destinati a comparire sulle scatole di preservativi c’è anche il noto calciatore e sex symbol David Beckham, immortalato come David dormiente  nell’opera video  di Sam Taylor-Wood, apparsa per la prima volta alla National Portrait Gallery di Londra. Anche  Nastassja Kinski fotografata da Richard Avendon potrebbe essere un’altra candidata per il packaging. Ma i vertici del museo hanno annunciato che sui pacchetti di preservativi potrebbero comparire anche opere di  Rodin, Rubens, Maillais e Bernini.

Brooke Shields nuda al Tate Modern e Scotland Yard blocca la mostra

 Neanche il tempo di aprire i battenti e la mostra Pop Life: Art in a material world, in questi giorni in visione al Tate Modern di Londra ha già suscitato polemiche e scalpore. La pietra dello scandalo è un’opera fotografica che ritrae la nota e bellissima attrice Brooke Shields. Il particolare scottante è che la foto è stata scattata nel 1976 quando l’attrice aveva poco più di 10 anni, nell’opera la Shields appare nuda e pesantemente truccata, anche la posa è decisamente sensuale ed ammiccante.

Per di più la sala che doveva ospitare la foto in questione era già ricolma di immagini a sfondo sessuale e rappresentazioni di atti espliciti mescolate a pagine prese direttamente da riviste porno. L’installazione dal titolo Spiritual America è in realtà una nuova caduta di stile del solito Richard Prince, artista che ci ha già abituati a situazioni di questo genere.

Salvate quella donna? No è Mark Jenkins

Il guerrilla artist americano Mark Jenkins ne ha combinata un’altra delle sue. Jenkins è universalmente noto per le sue installazioni lampo consistenti in sculture di oggetti e persone creati con il nastro da pacchi e poi depositate in vari siti cittadini.

Stavolta l’artista ha letteralmente imitato Maurizio Cattelan ed i suoi bambini impiccati ad un albero di piazza XXIV Maggio a Milano circa 5 anni fa. Jenkins ha infatti creato il panico a Winston-Salem negli Stati Uniti, installando la statua di una donna stesa su di un cartellone pubblicitario abbandonato. La donna ha scioccato i passanti poiché non dava segni di vita e non rispondeva ai richiami dei soccorritori. Quando le autorità cittadine sono intervenute per rimuoverla hanno subito capito che si trattava di un’elaborata scultura formata da nastro da pacchi.

Arte razzista al Tate Modern

“Ed anche gli inglesi a volte sbagliano” potrebbe essere il titolo di questo nostro articolo. Dopo gli sconcertanti risvolti della mostra shOUT, tacciata di pornografia gay, il Tate Modern riproporrà al pubblico una mostra già condannata come razzista quando fu presentata per la prima volta a New York. Si tratta di Red,Black,Green,Red,White and Blue, progetto di Rob Pruitt e Jack Early consistente in un collage di posters di pop stars, personalità dello sport, attori ed attivisti politici afro-americani, inteso sia come celebrazione che critica.

La Leo Castelli gallery ospitò la mostra nel 1992 e fu un vero putiferio che scatenò polemiche esplosive sia da parte dei critici d’arte sia da parte della comunità nera americana, mettendo così fine alla carriera di Early e fermando per ben sette anni quella di Pruitt. Già perchè dopo il deprecabile show nessuna galleria volle più esporre le opere dei due incauti oltre che stupidi artisti. Tanto per la cronaca Jack Early adesso vive in una specie di motel e lavora come cameriere in un’azienda di catering. Non pago di questo il Tate Modern ha quindi deciso di far rivivere l’intero show donandogli un’intera stanza nel corso della mostra Pop Life: Art in a Material World che aprirà le porte il prossimo 1 ottobre e si propone di esplorare la scena artistica di New York in relazione con la scenda degli Young British Arists.