la crisi attacca i musei londinesi

La crisi economica non arresta il suo potere distruttivo. Dopo chiusure di gallerie in tutto il mondo e una tempesta di licenziamenti negli staff dei musei, un’altra disastrosa notizia è in arrivo dal Regno Unito. Come molti di voi sapranno la stragrande maggioranza dei musei britannici tra cui il Tate, la National Gallery ed il British Museum sono completamente gratuiti.

Ciò è possibile grazie all’Art Fund che rende possibile un miracolo impensabile in Italia, quello di dare a milioni di visitatori provenienti da tutto il mondo la possibilità di ammirare le meraviglie dell’arte senza spendere nulla. Pochi giorni fa è però cominciata a girare la notizia che a causa della crisi l’entrata gratuita ai musei potrebbe essere sostituita dal classico biglietto a pagamento.

Shepard Fairey alla Biennale di Venezia

Dopo le noie del copyright legate alla famosa immagine della campagna di Barack Obama e dopo le vicissitudini legali che lo hanno visto protagonista di denunce per aver imbrattato numerosi spazi pubblici Shepard Fairey può finalmente tornare al lavoro dedicandosi serenamente alle sue opere di street art.

Passata la tempesta l’artista 39enne originario della South Carolina ha già avuto modo di farsi notare per aver dipinto la bicicletta di Lance Armstrong, asso americano del ciclismo e vincitore di 7 Tour de France. Armstrong, noto anche per l’utilizzo di singolari biciclette fuori dal comune, ha utilizzato lo sfavillante mezzo impreziosito dai disegni di Fairey in occasione dell’ultimo giro d’Italia. Ma questa non è l’unica testimonianza che Fairey lascerà nel nostro paese.

Ben Lewis e la bolla dell’arte

 Il critico d’arte e filmmaker Ben Lewis ha passato tutto il 2008 seguendo il boom del mercato dell’arte contemporanea, dal suo picco in maggio sino al collasso in ottobre. Il risultato di tutto questo impegno è un divertente documentario dal titolo The Great Contemporary Art Bubble in onda in questi giorni sulla BBC inglese.

La bolla speculativa di cui parla il documentario si riferisce ad una tendenza partita circa cinque anni fa quando si incominciò ad avvertire un pazzo interesse per l’arte contemporanea che fece rialzare di milioni di sterline le opere di Andy Warhol, Francis Bacon e Mark Rothko, vendute all’asta ad oltre 30 milioni di sterline sopra il loro prezzo di partenza. Nel settembre del 2008 la bolla raggiunse il suo climax quando Sotheby’s riuscì a vendere opere di Damien Hirst per un totale record di 111 milioni di sterline.

Obama rinfresca la collezione d’arte alla Casa Bianca

L’elezione di Barack Obama non rappresenta un cambiamento solo in termini politici e sociali. Il nuovo presidente americano ha infatti intenzione di rivoluzionare la collezione d’arte della Casa Bianca e sicuramente le sue scelte peseranno come un macigno sul mercato dell’arte internazionale facendo registrare nuovi record di vendita per gli artisti prescelti.

Obama, sicuramente consigliato dalla first lady Michelle ha già acquisito opere della pittrice astratta afroamericana Alma Thomas, di Jasper Johns, di Richard Diebenkorn, di Edward Ruscha, di Robert Rauschenberg e di Louise Nevelson. Nei prossimi mesi il presidente darà ampio spazio ad artisti africani, asiatici, ispanici e soprattutto all’arte al femminile, favorendo così lo sviluppo di realtà meno conosciute e l’assorbimento di culture diverse.

Damien Hirst si butta nel cinema

Da grande imprenditore dell’arte Damien Hirst non si è lasciato di certo scappare l’opportunità di entrare anche nell’industria cinematografica. Dopo aver aperto ristoranti, gallerie ed essersi buttato nella pop music il controverso artista britannico è stato designato come art curator per il film Boogie Woogie, l’attesissima satira ispirata ai trionfi ed agli eccessi di Damien Hirst ed alla sua banda di Young British Artists.

Anche se si tratta di un film di finzione ed i personaggi sono tutti inventati, una delle scene principali si svolge ad una mostra con un dipinto originale di Hirst ed alcune fedeli riproduzioni di altri suoi famosi lavori. Inoltre altri personaggi sembrano somigliare in tutto e per tutto altre figure importanti come Tracey Emin e  Jay Jopling, proprietario delle White Cube galleries. Damien Hirst ha lavorato in grande stile per Boogie Woogie, il film prevede infatti altre scene ambientate ad eventi d’arte contemporanea e l’artista inglese da buon consulente ha subito selezionato importanti opere di Tracey Emin, Banksy e dei Chapman brothers per donare autenticità alle scene.

Hauser & Wirth approdano a New York

 In una precedente notizia avevamo anticipato l’apertura della nuova sede della famosa galleria Hauser & Wirth a Londra. Non pago di ciò Iwan Wirth presidente e proprietario dell’importante spazio espositivo internazionale ha deciso di aprire una nuova sede a New York City nel settembre prossimo.

Descritta dal Financial Times come un immenso mercato di idee la Hauser & Wirth, fondata nel 1992 è una tra le più influenti gallerie di tutta Europa. Dopo Londra e Zurigo Wirth si prepara ad invadere la grande mela con uno spazio espositivo di ben quattro piani  posizionato in un palazzo sulla 32 East 69th Street che fino al 1970 ha ospitato la leggendaria Martha Jackson Gallery, pioniera della scena dell’arte americana del dopoguerra.

Jenny Saville, censurata una sua opera

Si parla molto di pittura e troppo spesso se ne parla male. Il trend del nuovo millennio sembra essere quello di accusare questo antico mezzo espressivo di essere superato, scontato e noioso, specialmente se paragonato alle nuove meraviglie della video arte.

Insomma secondo alcuni addetti al settore italiani ed internazionali la pittura contemporanea mostra ormai tutti i suoi limiti e non è più in grado di suscitare le emozioni di un tempo. Evidentemente gli inglesi non la pensano allo stesso modo, per loro la pittura è ancora in grado di sconvolgere le masse. Tesco, il gigante dei supermarket inglesi ha da pochi giorni parzialmente oscurato la copertina di Journal for Plague Lovers ultimo album della rock band gallese Manic Street Preachers.

La Spagna premia Bill Viola

La James Cohan Gallery ha recentemente annunciato che l’artista americano Bill Viola è stato insignito del Catalonia International Prize conosciuto come XXI Premio Internacional Catalunya 2009 ed assegnato dal governo spagnolo.

Il premio annuale è stato istituito nel 1989 e viene regolarmente consegnato ad artisti che tramite il loro lavoro creativo hanno contribuito in maniera evidente allo sviluppo scientifico e culturale dell’umanità.

I vincitori del premio sono solitamente innovatori in vari campi come l’arte, la scienza, la religione, la politica e l’economia. Tra i numerosi personaggi importanti che hanno vinto il premio nel corso degli anni figurano i nomi di  Karl Popper, Mstislav Rostropòvitx, Jacques Delors, Harold Bloom, Vaclav Havel, Claude Levi Strauss, Amos Oz e tantissimi altri.

Altri guai per Calatrava

Dopo le cocenti polemiche che hanno accompagnato il suo famigerato quarto ponte a Venezia l’archistar spagnola Santiago Calatrava è stato invitato a rispondere davanti ai giudici in merito ai quattro milioni di euro del progetto, poi lievitati nel corso di cinque anni  fino a dodici milioni di euro.

Secondo la ditta appaltatrice che ha eseguito i lavori, il costo eccessivo del ponte sarebbe da attribuirsi alla sussistenza di un errore progettuale che avrebbe dato luogo ad una serie di varianti e che avrebbe causato un anomalo andamento dei lavori, una ridotta produttività e un conseguente ricarico economico. Non pago di ciò Calatrava che di progetti innovativi sembra sfornarne un’infinità ha da poco portato a termine importanti modifiche per il suo mega progetto a Ground Zero. L’architetto ha da tempo progettato un transit hub (nodo di scambio della metropolitana di New York) che dovrebbe sorgere sulle ceneri del World Trade Center di New York.

Nicolas Berggruen, un museo privato o pubblico?

Il collezionista Nicolas Berggruen, figlio del dealer tedesco Heinz Berggruen, ha in mente di aprire un nuovo museo a Berlino per ospitare la sua collezione di arte moderna e contemporanea. Il ricchissimo magnate di origini ebraiche spera di stabilire un grande spazio espositivo in una delle sue numerose proprietà disseminate in tutta la capitale tedesca.

Berggruen che ha iniziato negli anni ’90  ad acquistare opere di Andy Warhol, Damien Hirst e Jeff Koons è presidente della Berggruen Holdings, società di investimenti finanziari con un patrimonio stimato attorno ai 2 miliardi di dollari. A Berlino la famiglia possiede già il Museum Berggruen che ha aperto i battenti nel 1996 ospitando numerosi maestri dell’arte come Paul Klee, Pablo Picasso e Henri Matisse. Nicolas Berggruen avrebbe intenzione di aprire il suo museo privato nelle vicinanze di una futura Kunsthalle pubblica che il governo avrebbe intenzione di costruire in città dopo la chiusura nel 1994 di un precedente spazio espositivo pubblico per mancanza di fondi.

Prague Biennale, biennale o fiera?

In tempi di crisi non si guarda in faccia a niente ed a nessuno questo pensiero deve esser ronzato per parecchio tempo in testa a Giancarlo Politi organizzatore della Prague Biennale giunta quest’anno alla sua quarta edizione. Le biennali si sa sono un’occasione ghiotta per far salire le quotazioni di determinati artisti ed è palese che molte gallerie esercitino una specie di sudditanza psicologica su curatori ed organizzatori, oltremodo va detto che molti artisti presenti ad una biennale riescono a vendere in seguito loro opere attraverso le gallerie rappresentanti o altri canali.

Fino ad ora però le biennali hanno cercato di mantenere almeno un’immagine di facciata, una parvenza di indagine su quanto di più innovativo e sperimentale offra il sottobosco dell’arte contemporanea. La Biennale di Praga quest’anno ha invece deciso di far cadere anche quest’ultima maschera di gesso, tramutando la manifestazione in qualcosa di simile ad una fiera in cui è possibile acquistare le opere degli artisti partecipanti, l’organizzazione si riserva di  trattenere il 40% di provvigione. Insomma una fiera senza i faraonici costi della fiera. Per Giancarlo Politi l’idea è quella giusta.

La censura dell’arte? Achtung!

La mostra Achtung! alla galleria NoD di Praga con opere del controverso artista polacco Peter Fuss ha battuto ogni sorta di record. La manifestazione infatti è stata soppressa in meno di 30 minuti dopo la sua inaugurazione il 19 aprile scorso, data che coincide con la storica rivolta del ghetto di Varsavia.

L’artista aveva presentato degli enormi poster raffiguranti soldati della Wermacht tedesca della seconda guerra mondiale con una stella di David sul braccio al posto della tradizionale svastica. Le foto non erano originali ma riproduzioni tratte dai film Schindler’s List di Steven Spielberg e Il Pianista di Roman Polanski e successivamente elaborate digitalmente al computer.

David Hockney e il suo iPhone

Nella sua lunghissima carriera artistica David Hockney ha abbracciato molte tecniche e sperimentazioni. Questa volta il famoso artista britannico ha deciso di usare il suo telefono cellulare per creare mini dipinti sfruttando la tecnologia touchscreen del suo iPhone.

Hockney ha acquistato il telefono solamente quattro mesi fa ed ha subito deciso di trasformarlo in una tela hi-tech che ha piazzato su di un microscopico cavalletto nel suo studio di Londra. L’artista che ha già dipinto una serie di paesaggi ed elementi floreali, ha recentemente dichiarato: “Comodamente disteso nel mio letto posso inviare ad i miei amici le opere che creo con l’iPhone, mi piace dipingere fiori e mandarli ai miei conoscenti, così possono avere sempre fiori freschi!”.

Turner prize 2009, tra i finalisti l’italiano Enrico David

Londra, Finalmente la tanto attesa shortlist degli artisti partecipanti al Turner Prize è stata annunciata. Proprio ieri gli organizzatori hanno diramato un comunicato con i nomi dei fortunati quattro che come ogni anno concorreranno all’ambito premio di fama internazionale nato nel 1984 per celebrare i nuovi sviluppi dell’arte contemporanea.

Ricordiamo che il premio è un’istituzione rivolta a soli artisti britannici sotto i cinquanta anni di età che si sono distinti nei dodici mesi precedenti la manifestazione con mostre di particolare sperimentazione artistica. Ecco quindi i nomi dei partecipanti:

Enrico David ha ricevuto la nomination al Turner Prize grazie alla sua mostra personale How Do You Love Dzzzzt By Mammy? al Museum für Gegenwartskunst di Basilea ed alla mostra Bulbous Marauder al Seattle Art Museum. L’artista è un surrealista contemporaneo che crea dipinti profondi ed originali.