Nicola De Maria – I miei dipinti s’inchinano a Dio

Il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, in occasione del progetto Transavanguardia italiana a cura di Achille Bonito Oliva, propone l’11 dicembre una mostra personale di Nicola De Maria, uno dei protagonisti del gruppo che nei primi anni Ottanta sconvolse il mondo dell’arte. Il Museo opera, dunque, una scelta di continuità con la serie di mostre personali dedicate ai grandi protagonisti dell’arte del nostro tempo che lo hanno  contraddistinto fino ad oggi  nel panorama nazionale e internazionale, citando ad esempio le grandi personali di Mario Merz, Yves Klein, Gerard Richter, Mimmo Paladino, Emilio Isgrò, Araki, Jannis Kounellis.

La personale di Nicola De Maria al Centro Pecci di Prato  è concepita come un’antologica incentrata sul  lavoro degli anni Novanta e Duemila, in continuità con la sua presenza nella mostra storica della Transavanguardia presso Palazzo Reale a Milano. Tuttavia, alcune incursioni negli anni Ottanta serviranno a testimoniare, come veri e propri contrappunti musicali, che la sua pittura è sempre impregnata del flusso cromatico e degli originari nuclei poetici che da sempre la ispirano. Le immagini create dall’artista sono visioni cosmiche, parole intense, paesaggi fantastici, sono poesia dipinta su tela, su carta, su valigie e su libri oltre che sui muri. 

Video Medium Intermedium alla Cà Giustinian di Venezia

Dopo il successo della mostra sui suoi manifesti storici (Ca’ Giustinian, 25 febbraio – 20 maggio 2011), la Biennale, con il suo archivio, offre per la visione del pubblico e la consultazione degli studiosi e appassionati della storia dell’Istituzione una selezione di video d’artista (dal 27 novembre al 31 dicembre 2011) realizzati tra 1969 e il 1977, oltre che fotografie e altri documenti appartenenti ai Fondi dell’ASAC disposti in mostra secondo una selezione operata da Bice Curiger.

Per la prima volta, dopo un’anteprima dei lavori digitalizzati presentati alla 52. Esposizione Internazionale d’Arte nel 2007, e a 24 anni dalla storica rassegna Gli Art/tapes dell’ASAC tenutasi a Ca’ Corner della Regina nel novembre 1977, sarà visibile al pubblico un ricco patrimonio che documenta la nascente videoarte in Europa all’inizio degli anni Settanta. Si tratta di un fenomeno transnazionale che si intreccia ai contemporanei movimenti d’avanguardia come Body Art, Land Art, Performance Art, Lettrismo e Minimalismo, e che anche in Italia ha avuto interessanti risvolti fino ad ora non sufficientemente valorizzati.

Sara Wookey accusa Marina Abramovic ed il MOCA

La serata di gala organizzata dal MOCA di Los Angeles con tanto di performance progettata da Marina Abramovic è tornata nuovamente sulle prime pagine dei maggiori magazine di arte contemporanea. Artinfo ha infatti pubblicato una lunga lettera scritta dalla performer Sara Wookey la quale si è rifiutata di partecipare alla performance organizzata dalla celebre artista.

Vorremmo qui di seguito pubblicare le parti salienti della lettera, evitando ulteriori commenti e lasciando così al nostro affezionato pubblico il diritto di giudicare su alcune consuetudini dell’establishment artistico. Comportamenti ampiamente diffusi anche nel nostro belpaese. Ecco il testo della lettera:

“Il 7 novembre ho partecipato ad un’audizione per la performance di Marina Abramovic al gala annuale del Museum of Contemporary Art di Los Angeles. L’ho fatto perché volevo essere coinvolta nel progetto di un’artista che ho seguito con interesse per moltissimi anni. Alle selezioni hanno partecipato 800 persone ed il mio nome è stato inserito nella lista dei 200 selezionati, in particolare il mio ruolo era quello di rimettere in scena la celebre opera Nude with Skeleton (2002) di Marina Abramovic sopra i tavoli del gala.

Robert Mapplethorpe alla Fondazione Forma

Giovedì 1 dicembre alle 18.30 presso Fondazione Forma per la Fotografia inaugura la mostra Robert Mapplethorpe. Per la prima volta a Milano, una grande retrospettiva ripercorre la carriera e l’opera di Robert Mapplethorpe, tra i più importanti autori del Novecento che ha influenzato con le sue immagini dalla composizione perfetta, generazioni di fotografi e artisti.

Il suo tempo è la New York degli anni Settanta e Ottanta, quella della rivoluzione pop, del new dada e di Andy Warhol; la città creativa e disinibita della liberazione sessuale, dell’esplosione della performance e della body art. Mapplethorpe è oggi unanimemente considerato uno dei più importanti fotografi del ventesimo secolo perché, come i grandi artisti sanno fare, è riuscito a essere nello stesso tempo classico e attuale: testimone del proprio tempo e astratto in una sorta di perfetta atemporalità.

Il PANORAMA di Gherard Richter alla Tate Modern

E’ come salire in cima ad un’altura. Quella imponente e maestosa di una vecchia fabbrica, dove il passato di una città, guardando  verso una city contemporanea tutta in trasformazione, si fonde con un futuro poi non così lontano. E’ da questa prospettiva che possiamo comprendere il PANORAMA offerto dalla Tate Modern e la veduta offertaci è la più grande retrospettiva su Gherard Richter.

PANORAMA è appunto il titolo della mostra e la veduta complessiva è quella dell’artista negli ultimi 50 anni di carriera. Gherard Richter, nasce nel 1942 a Dresda; di orientamento socialista nel 1961 decide di lasciare la Germania dell’East alla volta della Germania Ovest dove entra presto in contatto con personalità quali Jackson Pollock e Lucio Fontana. A partire dal 1960 Richter inizia a sperimentare le varianti della pittura fondendo astrattismo e figurativismo attraverso diversi ambiti, dalle tecniche alle idee.

Fluxus–African Contemporary Art: William Kentridge

Sabato 19 novembre a Reggio Emilia, nell’ambito di una serie di iniziative dedicate all’Africa e all’arte africana, si rende omaggio all’artista sudafricano disegnatore, autore di cortometraggi di animazione e non, regista teatrale e di opera, scenografo, William Kentridge, uno dei più significativi protagonisti dell’attuale scena internazionale. Nello Spazio Gerra (piazza XXV Aprile 2), alle ore 18.00 sarà inaugurata alla presenza di S.E. Thenjiwe Mtintso, ambasciatrice del Sudafrica in Italia, la mostra Fluxus–African Contemporary Art: William Kentridge.

La rassegna comprende una selezione di video tratta dai famosi 9 Drawings for Projection, nove film creati e diretti, tra il 1989 e il 2003, da William Kentridge con una originale tecnica cine-animata, lo stop motion, dove si narra la storia del Sudafrica, nel suo passaggio dall’apartheid alla democrazia. L’evento inserito nell’ambito del ciclo di mostre Fluxus–African Contemporary Art – un’expo italiana sull’arte contemporanea africana, curata da Daniela Palazzoli, è promosso dalla Fondazione Sindika Dokolo di Luanda (Angola) e dall’Associazione culturale Flag No Flags di Reggio Emilia in collaborazione con il Comune di Reggio Emilia in partnership con l’Ambasciata del Sudafrica, la Fondazione Mondo Insieme, Reggio nel Mondo, Istoreco, Europe Direct Carrefour Europeo Emilia.

Hermann Nitsch allo Spazio 12

Lo Spazio12 (Barasso-Va) inaugura il 19 novembre una mostra personale dedicata all’artista Hermann Nitsch nato a Vienna in Austria nel 1938 con una serie di lavori “Relitti-OMT” così chiamati dall’artista stesso,essendo il risultato (o quello che resta) delle sue performance bubbliche praticate (come noto) in diversi luoghi del mondo.

Hermann Nitsch dal 1957 che si dedica alla concezione del suo (OTM),“Orgien Mysterien Theater” il teatro delle orge e dei misteri; l’OMT è una nuova forma di arte totale (Gesamtkunstwerk) che coinvolge tutti e cinque i sensi, in cui, con intenti freudianamente liberatori, gli elementi profondi sensoriali-pulsionali affiorano attraverso uno stato di eccitazione psico-fisica.  Forte è il rapporto dell’Orgien Mysterien Theater con le cerimonie rituali e religiose dei popoli arcaici durante le quali si sacrificavano animali e si spargeva il loro sangue e le loro interiora; una violenza senza freni che consentiva di liberare l’energia interiore, passaggio necessario per arrivare alla purificazione e alla redenzione.

Arte e danza si compenetrano al Centre Pompidou di Parigi

Il Centre Pompidou di Parigi presenterà la mostra Danser sa vie, evento senza precedenti dedicato al rapporto tra danza e arti visive, dal 1900 ad oggi. La mostra (che inaugurerà il prossimo 23 novembre) coprirà oltre 2.000 metri quadri dello spazio espositivo e proseguirà una vecchia tradizione del Centro fondata sulla valorizzazione di importanti spettacoli multidisciplinari, una tradizione che il suo presidente Alain Seban vuole far rivivere. Il tema sarà esplorato attraverso opere delle più grandi figure artistiche del 20° secolo, i contributi dei movimenti fondatori del modernismo artistico e le sperimentazioni in corso di importanti artisti contemporanei e ballerini.

Danser sa vie illustra come la danza e le arti visive hanno innescato la scintilla della modernità, ispirando sia i movimenti artistici più importanti e le figure chiave che hanno fatto la storia dell’arte moderna e contemporanea. La mostra in tre atti mostrerà come l’arte e la danza hanno esplorato il corpo in movimento. Danser sa vie ci permetterà quindi di scoprire questo aspetto nascosto delle avanguardie dell’arte come fonte costante di ispirazione per l’arte contemporanea, stabilendo un dialogo tra tutte le discipline, dal coreografico alle arti visive, dalla pittura al video.

Tribute to Hieronymus Bosch in Congo: Jan Fabre a Magazzino D’Arte Moderna

 

Jan Fabre, courtesy Magazzino D'arte Moderna

Il 10 novembre scorso, presso gli spazi della galleria Magazzino di Roma, è stata inaugurata la mostra Tribute to Hieronymus Bosch in Congo, terza personale dell’artista belga Jan Fabre negli spazi della galleria.

Fabre, ormai noto per la sua intensissima attività che spazia tra installazione e performance teatrale, ci regala, in questa occasione, un’analisi visuale transtorica che, partendo dall’omaggio al celeberrimo pittore fiammingo, giunge ad una pagina drammatica di storia recente che vede il Belgio protagonista, questa volta con Leopoldo II, di un’intensa attività coloniale all’insegna dello sfruttamento e della violenza.

Marina Abramovic e Pasolini accusati di sevizie

Marina Abramovic la conosciamo tutti ed è lecito affermare che questa grande artista occupa ed occuperà un ruolo preponderante all’interno della storia dell’arte di tutti i tempi. A volte però anche i mostri sacri vengono criticati o attaccati, fa parte del gioco ed anche la grande “nonna della performance art”, come lei stessa ama definirsi, non può certo essere indenne dalle critiche.

Ma andiamo per gradi, come ogni anno il MOCA di Los Angeles guidato dal volpone Jeffrey Deitch ha deciso di organizzare il suo Annual Gala, sarebbe a dire uno degli eventi più attesi di questo autunno. In precedenza il Gala ha visto militare tra le sue fila gente come Lady Gaga ma quest’anno il ruolo di direttore creativo è stato affidato proprio alla mitica Marina. Per l’occasione l’artista ha deciso di mettere in piedi una performance basata su Salò o le 120 giornate di Sodomia, opera del nostro grande Pier Paolo Pasolini.

Gagosian omaggia Piero Manzoni

Dopo lo straordinario successo della mostra “Manzoni: A Retrospective” presentata a New York nel 2009, Gagosian Gallery il 17 novembre inaugura la mostra Manzoni: Azimut presso lo spazio espositivo di Davies Street, Londra. Con la partecipazione della Fondazione Piero Manzoni, la mostra celebra il lavoro svolto da Manzoni e da alcuni artisti che con lui hanno condiviso l’esperienza della galleria Azimut a Milano, tra il 1959 e il 1960.

Inaugurata il 4 dicembre 1959 nel seminterrato di un negozio di mobili a pochi passi dal teatro La Scala di Milano, Azimut ha aperto con una mostra di Linee di Manzoni, ritenute i lavori più radicali dell’artista fino ad allora: opere composte da una singola linea tracciata su una lunga striscia di carta, arrotolata, firmata, e poi posta all’interno di un cilindro di cartone etichettato dall’artista. Spazio espositivo sperimentale e di nuova generazione, in soli otto mesi di vita Azimut ha presentato ben tredici mostre, trasformandosi presto in un importante punto di riferimento per molti giovani e innovativi artisti internazionali.

Julian Opie alla Lisson Gallery Milan

Lisson Gallery Milan il 17 novembre inaugura la mostra dedicata ai recenti lavori del celebre artista britannico Julian Opie. Julian Opie è uno degli artisti più significativi della sua generazione. Attraverso un linguaggio pittorico essenziale e all’uso di differenti mezzi espressivi, Opie restituisce le proprie impressioni sulla realtà circostante traendo ispirazione dalla danza contemporanea, dal ritratto classico e dalla scultura e perfino dai cartelloni pubblicitari.
Immagini, memorie e esperienze sensoriali, che nascono dall’incontro con il mondo esterno, vengono tradotti in immagini simboliche che incoraggiano lo spettatore a riflettere sulla natura della realtà. La figura umana, ritratta, da sola o in gruppo, mentre cammina, danza o si riposa, è un motivo ricorrente nel lavoro di Julian Opie e è anche il tema centrale attorno al quale si sviluppa la mostra presentata a Milano.

Le mostre internazionali di novembre

Mark Rohtko

Eccoci come di consueto ad offrirvi il meglio dell’arte contemporanea in giro per il mondo. Mi raccomando se vi trovate in viaggio o in vacanza non mancate queste mostre, sarebbe un peccato imperdonabile.  Il 13 novembre al MOCA di Los Angeles parte Icons, la grande retrospettiva dedicata a quel geniaccio dell’occulto mr Kenneth Anger, tutta la mostra è ovviamente incentrata sul culto delle icone.

Eddie Martinez va invece in onda dal 11 novembre nelle prestigiose sale della galleria Peres Project di Berlino. In mostra nove dipinti recentemente prodotti dal celebre astrattista. Marlene Dumas è invece ospitata fino al 26 novembre dalla Frith Street Gallery di Londra. Sono presenti in mostra alcuni dipinti facenti parte di una serie recente, c’è anche un ritratto di Amy Winehouse.