Il Castello di Rivoli e la disperata ricerca di un nuovo direttore

Torino è la capitale italiana dell’arte contemporanea, teatro di manifestazioni importanti come Artissima e patria del GAM e del Museo d’arte contemporanea Castello di Rivoli. Torino con le sue gallerie e con i suoi bravi artisti, con la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, faro della nostra scena, Torino con il suo mercato sempre in tiro e le sue trovate sempre alla moda.

Eppure anche Torino sbaglia. Dopo 25 anni di grande storia il Museo Castello di Rivoli rimarrà infatti senza guida, il suo consiglio di amministrazione ha dato le dimissioni e la direttrice pro tempore Carolyn Christov-Bagargie chiuderà la sua avventura tra sei giorni, appena conclusa la mostra dedicata a Gianni Colombo. L’attuale direttrice aveva preso il posto di Ida Giannelli che lasciò la guida del museo all’inizio del 2009 dopo 18 anni di carriera. Quindi, proprio nel bel mezzo della stagione espositiva Torino non ha ancora scelto il nome del degno successore alla poltrona di comando.

Video ed installazioni di Katja Loher alla galleria Tiziana Di Caro

Sabato 26 settembre la Galleria Tiziana Di Caro di Salerno inaugura la mostra personale di Katja Loher. Il video è il filo conduttore tra tutte le opere, ma non è quasi mai inteso come lavoro fine a se stesso, bensì è associato a strutture complesse ed articolate, come sculture o installazioni, dando vita a serie di opere che l’artista ha definito “Miniverse” e “Videoplanet”, che sono i due nuclei intorno ai quali si costruisce questa mostra.

Il percorso espositivo si apre con un’installazione intitolata Red Planet (della serie Videoplanet), un video proiettato su un grande pallone di gomma che fluttua nello spazio. Il video è costruito attraverso un sistema di comunicazione che Loher chiama “videoalphabet”, che rappresenta la sintesi della continua esplorazione del linguaggio, presente nella gran parte dei suoi lavori. Il “videoalphabet” è un vero e proprio codice, in cui figure umane, eseguendo studiate coreografie, riproducono una serie di simboli che, assemblati in fase di post produzione, diventano lettere dell’alfabeto, da cui l’artista fa derivare parole, quindi domande. Tali domande sono concise ed essenziali, restituite visivamente attraverso brillanti cromatismi e sobrie strutture metaforiche, e nonostante un’apparente leggerezza, rivelano una drammatica denuncia nei confronti dell’uomo e del mondo che egli ha costruito.

Le idee di pietra di Giuseppe Penone


La Piazza del Duomo di Pietrasanta dal 26 settembre accoglierà l’opera Idee di Pietra di Giuseppe Penone, artista di caratura internazionale. L’evento, a cura di  Massimo Del Chiaro, offre la rara occasione di ammirare una scultura monumentale di Giuseppe Penone in un contesto urbano.

Idee di Pietra – 2004-2007, è un gigantesco albero di bronzo, alto ben tredici metri e pesante circa dieci tonnellate, realizzato quest’anno presso la Fonderia d’Arte Massimo Del Chiaro. Svetterà nel centro storico di Pietrasanta, in un affascinante gioco di rimandi con i candidi marmi del Duomo trecentesco, con il rosso laterizio del campanile di San Martino (recentemente attribuito al genio di Michelangelo Buonarroti), con gli stretti vicoli del borgo, con il colle verdeggiante, la rocca e le mura medievali che dominano la città.

Guido Van Der Werve e le regole degli scacchi

Guido Van Der Werve torna alla galleria Monitor di Roma e lo fa in grande stile. L’opening del 21 settembre oltre ad attirare un folto pubblico ha offerto agli astanti la meraviglia di una visione artistica completa, interdisciplinare e soprattutto poetica. Per Minor Pieces, l’artista ha infatti presentato un video, una serie di fotografie, una performance ed un concerto per archi, il tutto incentrato sulla matematica e sul mistero di rebus irrisolti, nuclei centrali di tutte le cose visibili ed invisibili. Van Der Werve parte dal gioco degli scacchi per formulare teorie celesti, il suo lavoro corre sul filo di movimenti minimi disegnati su una scacchiera ideale che regola il tempo, lo spazio e la natura del destino umano.

Ed ancora tattiche e mosse scacchistiche ritornano nelle opere fotografiche e nel film di quaranta minuti girato in tre location diverse tra il Marshall Chess Club di Manhattan, il vulcano attivo del monte St Helens e la valle di Sant’Andrea in California, come a voler ribadire la costante presenza di un fato pre-organizzato e regolato da schemi ben precisi.

Apre a Roma Furini Arte Contemporanea con la mostra di Marlon De Azambuja

Il 30 settembre si inaugura il nuovo spazio romano di Furini Arte Contemporanea con una mostra personale di Marlon De Azambuja (nato nel 1978 a Santo Antônio da Patrulha – Brasile, vive e lavora a Madrid), artista brasiliano che intende stabilire un nesso poetico con il Movimento Concreto che è stato la più importante tendenza culturale in Brasile in arte, letteratura, musica e architettura, basata sull’idea del “concreto in movimento”, che racchiude in sé la sintesi di un’identità complessa e aperta dove l’ambiente è protagonista ed è inteso sia come luogo psicologico che fisico.

In questa sua prima personale italiana curata da Antonio Arèvalo, Marlon utilizza dei raggruppamenti di lavori che dialogano, ma che allo stesso tempo sono diversi fra loro, in quanto ritiene indispensabile la complessità di approfondimento per poter capire l’origine della ricerca. In questo senso si parla del lavoro di un artista brasiliano, come brasiliana è l’utopica Brasilia costruita da Niemayer, è la Poesia Concreta, lo sono da Lygia Clark a Helio Oiticica, da Lygia Pape a Cildo Meireles, da Tunga a Miguel Rio Branco.

All’Hangar Bicocca di Milano una mostra dedicata alla videoarte italiana

Fuori Centro è la nuova mostra che inaugura il 30 settembre alla Fondazione Hangar Bicocca di Milano, curata da Chiara Bertola, neo direttrice artistica dello spazio milanese, in collaborazione con l’artista Rä di Martino.

Il titolo, oltre a dichiarare la posizione periferica dello spazio dell’Hangar, vuole sottolineare visioni non lineari, imprecise e indefinite che mettono in evidenza ingenuità, ironie e ordini di conoscenza non prestabiliti, lasciando emergere la forza di strade indifese e inaspettate. Immagini che parlano di vulnerabilità non solo dell’uomo, ma anche di luoghi non piu’ al centro dell’attenzione e che lasciano svelare quell’autenticità che e’ la vera natura dell’essere umano e della natura che ci circonda: quella che vale la pena di rappresentare. E’ in questa situazione che i gesti più banali, i dettagli più insignificanti, i pensieri più inusuali diventano rivelatori della nostra stessa natura assumendo un rilievo e un valore insospettabile.

I palazzi divini di Lena Liv

Il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci in collaborazione con il Tel Aviv Museum of Art presenta la prima mostra personale in un museo italiano dell’artista russo/israeliana Lena Liv dall’evocativo e allo stesso tempo enigmatico titolo Hekhalot. Il termine è tratto dalla cabala ebraica e fa riferimento ai “palazzi divini” in un percorso mistico tra mondo visibile e invisibile.

La mostra, a cura del direttore artistico Marco Bazzini, si svolgerà presso il Centro Pecci dal 25 Settembre 2009 al 10 gennaio 2010 per fare poi tappa presso il museo di Tel Aviv nel prossimo febbraio. Lena Liv utilizza in maniera pittorica immagini fotografiche recuperate su bancarelle o in archivi per privarle del loro contesto e trovare così nuove profondità di senso. Un processo di straniamento che partendo da dettagli privati non riconducibili a un singolo permette all’artista di creare grandi installazioni nelle quali chiunque può identificarsi.

Al via il Romaeuropa Festival

Apre il prossimo 23 settembre a Roma il 24a Romaeuropa Festival: oltre due mesi di spettacolo con 45 appuntamenti per un programma che fino al 2 dicembre si articolerà tra la magia e le ossessioni della scena contemporanea.

Il Festival, realizzato dalla Fondazione Romaeuropa in collaborazione con Telecom Italia, si svolge per il secondo anno sotto la direzione di Fabrizio Grifasi, con Monique Veaute vicepresidente e Giovanni Pieraccini presidente e apre il sipario su un panorama artistico la cui vitalità è sinonimo di fantasia creativa, immagini polemiche, creazioni edonistiche, confermando Romaeuropa prestigiosa ribalta internazionale.

Le brigate rosse hanno ucciso Alighiero Noschese

The Gallery Apart apre la stagione 2009-2010 con la prima mostra personale di Diego Iaia. È anzi l’esordio assoluto di un artista che per molti anni ha prodotto molti cicli di opere di cui il progetto Le Brigate rosse hanno ucciso Alighiero Noschese è solo il più recente e maturo esempio.

Tutto nasce da una fascinazione, l’irresistibile attrazione verso una figura che, moltiplicandosi in innumerevoli rappresentazioni dell’altro, è riuscito paradossalmente ad interpretare un unicum, l’Imitatore per eccellenza, senza confronti e condivisioni. Alle trame ancora oscure che segnano la tragica fine dell’attore, Iaia sovrappone una suggestiva interpretazione che travalica il limite della fantapolitica.

Maurizio Savini alla galleria Oredaria di Roma

Dal 1 ottobre gli spazi della Galleria Oredaria di Roma vengono fortemente connotati dalla presenza di due colori: il rosa, la cui valenza simbolica viene completamente rovesciata, e il giallo, la cui profondità si contrappone alla piattezza del primo. L’uso di un materiale ambiguo come il chewingum, culturalmente e socialmente caratterizzato, è divenuto il segno più caratteristico di tutta la produzione di Maurizio Savini.

Simboli del nostro immaginario collettivo, oggetti di uso quotidiano, riferimenti a diverse culture e bandiere di alcuni dei paesi più potenti nel panorama attuale sono contrastati e amalgamati. Alcuni dei personaggi protagonisti della nostra società, come i managers, vengono raffigurati in atteggiamenti che esprimono la drammaticità del momento economico attuale, invocando una distopia che però non si compie in un’epoca e un luogo distante, bensì nel momento storico e nella realtà della nostra quotidianità.

Frank O. Gehry alla triennale di Milano

La Triennale di Milano, nell’ambito di Triennale Architettura, presenta a partire dal 27 settembre la mostra Frank O. Gehry dal 1997 a cura di Germano Celant. L’esposizione riunisce la selezione dei progetti realizzati a partire dall’importante svolta stilistica del 1997, costituita dal Guggenheim Museum di Bilbao, fino ad oggi.

I progetti in mostra, per la maggior parte inediti, sono stati selezionati insieme all’architetto americano, ideando un evento espositivo che indaghi oltre agli edifici anche le loro relazioni con il territorio in un’ottica di progettazione piu’ urbanistica: da DZ Bank Building di Berlino (1995-2001), a AGO – Art Gallery of Ontario (2000-2008), dal Jay Pritzker Pavilion di Chicago (1999-2004), all’Interactive Corporation Headquarter di New York (2003-2007), fino al resort Atlantis Sentosa di Singapore e alla sede di Abu Dhabi del Guggenheim Museum, la progettazione dei quali e’ cominciata tra il 2005 e il 2006.

Shoja Azari e Shirin Neshat insieme alla Marco Noire Contemporary art

La galleria Marco Noire Contemporary Art di Torino inaugura il 25 settembre la doppia personale di Shoja Azari e Shirin Neshat per la prima volta insieme in una mostra.

Iraniani ma residenti a New York collaborano da tempo. In questa esposizione hanno saputo rivolgere uno sguardo alla realtà in cui viviamo, anche quella piu’ drammatica, fondendo, in opere di grande intensità emotiva, diverse tradizioni e molteplici linguaggi. Il legame forte con la letteratura della loro terra d’origine, la musica e la poesia e’ parte integrante delle loro opere video che mai come in questo momento si rivelano attuali.

Attesissima la mostra di Bob Dylan a Copenaghen

Girando per la rete GlobArtMag ha trovato un articolo che parla di una mostra del cantante Bob Dylan che si terrà il prossimo anno in Danimarca. Di seguito trovate lo scritto completo apparto ieri sul sito Rauters.

Scrive, canta, qualche volta sale anche sul ring per un po’ di boxe. Ma Bob Dylan è bravo anche in un altro tipo di arte, dal momento che è un pittore piuttosto affermato. Circa 100 lavori del famoso musicista saranno in mostra alla Galleria nazionale danese (Statens Museum for Kunst) il prossimo anno, come confermato oggi dallo stesso museo.

L’analisi delle sub-culture di Angelo Bellobono

Venerdì 9 ottobre 2009, dalle ore 19.00, la galleria CHANGING ROLE di Napoli inaugura la mostra Low Life Wellbeing Center_Bunker House prima personale a Napoli di Angelo Bellobono a cura di Alessandro Facente.

La galleria Changing Role, nei due contenitori superiore e inferiore, diviene un ipotetico centro benessere popolato da singoli o gruppi di punk nella loro doppia accezione dissidente e uniformata, giocando sui ribaltamenti dei ruoli sociali tramite il concetto di luogo deputato come corpo deputato. Il concetto è creare un gap in un sistema ufficialmente “logico”, così come è logico immaginare un centro benessere in un lussuoso hotel non lo è altrettanto immaginarlo in una warehouse–squatter.