Charles Saatchi ha scoperto l’America, in Inghilterra

Charles Saatchi non finisce mai di stupirci, il magnate dell’arte questa volta ha deciso di voltare le spalle ai Young British Artists, la corrente artistica di artisti inglesi da lui stesso creata negli anni ’90 che lo ha reso ancor più ricco e che ha visto schizzare in vetta alle classifiche dell’art world internazionale nomi del calibro di Damien Hirst, Mat Collishaw, Sam Taylor-Wood, Tracey Emin e tanti altri.

Saatchi ha infatti deciso nuovamente di puntare sulla giovane arte ma stavolta il poliedrico gallerista avrebbe intenzione di dedicarsi agli artisti americani, la cosa ancor più originale è che Saatchi vorrebbe imporre tali nuovi talenti ai collezionisti del Regno Unito.

A Roma si indaga sul doppio con Risonanze

 La mostra Risonanze#3. Michelangelo Pistoletto & Giovanni Sollima che si terrò all’Auditorium Parco della Musica di Roma fino al 15 giugno, è la terza – dopo Enrico Castellani & Uto Ughi e Giulio Paolini & Fabio Vacchi – di una serie, promossa dall’Accademia di Santa Cecilia e curata da Marcello Smarrelli, sul tema dell’incontro-confronto tra arte e musica in un continuo gioco di rimandi e suggestioni.

La scelta dei due artisti nasce dalla considerazione che, oltre alla comune radice mediterranea e all’amore per le differenze, il tema del doppio emerge come elemento comune predominante che è alla base del loro lavoro. Nel caso di Michelangelo Pistoletto il doppio è il risultato del riflesso nello specchio, mentre per Giovanni Sollima, che suona lo strumento più simile alla forma e alla dimensione del corpo umano, la relazione con il proprio doppio si verifica con l’atto di abbracciare e utilizzare il violoncello in modo così fisico da diventare il suo alter ego.

Una madre vista attraverso le memorie del figlio

 La Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia ha inaugurato il 28 maggio la mostra ANTON’S MEMORY, personale di Yoko Ono.
Yoko Ono, che il 6 giugno riceverà il Leone d’Oro alla Carriera dalla Biennale di Venezia, ha costruito una esposizione che vuole essere un vasto affresco della sua pratica artistica.
Il titolo della mostra, ANTON’S MEMORY, rimanda alla “vita di una donna vista attraverso gli occhi del figlio, con la sua debole memoria”, come dice Yoko Ono stessa. La mostra è pensata appositamente per gli ambienti di Palazzetto Tito e comprende un gran numero di nuovi lavori tra cui: film, composizioni sonore, sculture, disegni e dipinti, oltre ad alcune installazioni interattive che coinvolgeranno il pubblico stesso.

Braco Dimitrijevic alla Biennale di Venezia indaga sulla futura post-storia

L’acclamato artista di Sarajevo Braco Dimitrijevic sarà a Venezia il 4 giugno prossimo in occasione di un evento collaterale della 53esima Biennale ospitato dalla Galleria Internazionale d’Arte Moderna Ca’ Pesaro ed organizzato dall’Ars Aevi Museum of Contemporary Art di Sarajevo in collaborazione Comune di Venezia e la Fondazione Musei Civici di Venezia.

L’evento dal titolo Future Post History presenterà al pubblico una serie di opere recenti dell’artista realizzate in differenti media tra i quali figurano una site specific installation sulla facciata del Palazzo Ca’ Farsetti e delle opere video all’interno della Ca’ Pesaro. La mostra presenta opere di Braco Dimitrijevic che illustrano il suo concetto di post-storico nel contesto della realtà artistica di Sarajevo, tra l’assedio e la successiva transizione.

77 milioni di dipinti per Brian Eno a Sydney

Il 14 giugno l’arte di Brian Eno illuminerà le vele dell’Opera House di Sydney in occasione del festival di arte, musica e luce Luminos ospitato dalla città australiana. In occasione della performance le vele del famoso palazzo si trasformeranno in una gigantesca tela che ospiterà l’opera audio visiva 77 Million Paintings creata da Eno grazie ad un self-generating software in grado di manipolare 300 disegni fornendo nuove e molteplici forme.

In merito alla sua opera Eno ha dichiarato che il costante cambio di forme e colori aiuterà il pubblico “ad arrendersi ad un altro tipo di mondo. Tutti pensano che con questa crisi finanziaria non ci sia più spazio per l’immaginazione. Quindi è proprio questo il momento di ricominciare ad  immaginare ed uno dei modi per imparare ad immaginare passa attraverso l’esperienza dell’arte. Non dimentichiamoci infine che l’immaginazione ha reso l’uomo capace di sopravvivere”.

Il trionfo delle donne al Centro Pompidou

La nuova mostra del Centre Pompidou di Parigi è completamente devota all’arte al femminile. Dal 27 maggio 2009 sino al 24 maggio 2010 sarà infatti possibile visitare l’evento Elles@centrepompidou che ospiterà più di 500 opere di 200 artiste organizzate cronologicamente dall’inizio del ventesimo secolo sino ai giorni nostri.

La mostra è frutto di una collaborazione con il Musée National d’Art Moderne di Parigi che ha gentilmente concesso per la terza volta la sua vasta collezione permanente dopo le mostre tematiche Big Bang nel 2005 e Le Mouvement des Images nel 2006-2007.

La soglia di Ivàn Navarro

In occasione della 53 ° Biennale di Venezia, il Cile ha scelto di rappresentarsi con il lavoro dell’artista Iván Navarro. Il padiglione è curato da Antonio Arévalo e Justo Pastor Mellado.

Nato nel 1972 a Santiago del Cile, l’artista è diventato presto noto nel panorama internazionale grazie a numerose mostre personali – tra cui ricordiamo le recenti Nowhere Man (2009), The Juice Sucker (2008) – e per la partecipazione alle ultime edizioni de la Biennale de L’Avana (Cuba, 2009) e della Biennale delle Canarie (Tenerife, Spagna, 2009).

La globalizzazione dell’arte armena

Il 4 giugno prossimo Forte Marghera ospiterà un interessante evento collaterale della 53esima Biennale di Venezia dal titolo Voulu/obligé che presenterà i lavori della piattaforma artistica berlinese Armenian Transnation.

La manifestazione è frutto di una collaborazione su larga scala che continua da ben quattro anni. Durante questo tempo un gruppo di artisti armeni ha concentrato le proprie ricerche sperimentali sulla globalizzazione e sul mondo di internet ponendo l’accento sull’identità, sulla nazionalità, sulla cittadinanza e sulla coesione. In questi quattro anni gli artisti hanno lavorato insieme per trovare possibili risposte in forma artistica a domande universali sul significato dell’essere Armeno e sul significato dell’identità globale offerta dal 21esimo secolo.

A Tracey Emin non piace più il sesso

Nel bel mezzo della sua mostra alla White Cube gallery di Londra Tracey Emin ha dichiarato di aver perso interesse nel sesso. La famosissima artista inglese che al momento ha 45 anni ha da sempre fondato la sua ricerca artistica su tematiche legate alla sessualità ma ora sembrerebbe giunta ad una curiosa svolta.

“Il sesso è tutto ciò che mi ha trattenuto al letto e mi ha fatto alzare dal letto quando ero giovane” ha dichiarato Tracey Emin “Ma adesso non ho più la stessa follia di un tempo riguardo al sesso, in questo momento sono più interessata alle idee. E’ piuttosto strano da spiegare e penso che questa mostra metta in luce un aspetto decisamente melanconico ma la mia arte sta diventando più forte”.

Alla Biennale di Venezia trionfa l’amore

L’amore, in quanto tale  è sempre incondizionato, ma alcune volte lo è più che altre. Questo è l’incipit di Unconditional Love, evento collaterale alla 53. Biennale di Venezia che offrirà una riflessione sul sentimento più ricercato e su come se ne possa abusare, fino all’ossimoro.

Un campo d’azione così ampio, con tanti e tali risvolti che potrà essere affrontato solamente puntando su grandi numeri e grandi nomi, esaltando e lasciando libera espressione sia alle capacità sia alle potenzialità di curatori, artisti e location.

Unconditional Love è curato da Alexandrina Markvo, Alinda Sbragia e Christina Steinbrecher, che hanno scelto la linea curatoriale di riunire artisti di varie provenienze ed età per avere la più vasta visuale possibile, ponendo l’accento soprattutto sullo scambio di idee oltre i confini culturali. Markvo ha organizzato la retrospettiva su Sir Norman Foster a Mosca e Russian Act, grande festival d’arte russa a Londra; Sbragia è invece concentrata sullo scambio di conoscenze artistiche tra Italia e Russia, mentre Steinbrecher ha lavorato in vari Paesi, da Parigi (Palais de Tokyo) al Kazakhistan alla Germania.

Biennale di Venezia, Miquel Barcelò rappresenta la Spagna

Il mallorchino Miquel Barceló già vincitore dello Spanish National Visual  Arts Prize nel  1986 e dell’Asturias Arts Prize nel 2003, rappresenterà la Spagna alla 53esima Biennale Di Venezia nel giugno prossimo.

La mostra curata da Enrique Juncosa, direttore dell’IMMA – Irish Museum of Modern Art di Dublino, presenterà al pubblico i nuovi dipinti di grande formato prodotti dall’artista assieme ad altri lavori meno recenti  in una sorta di retrospettiva dal 2000 ad oggi. L’evento che avrà il semplice titolo di Miquel Barceló ruota attorno ai temi familiari dell’artista spagnolo come i primati, i paesaggi africani e la schiuma delle onde oceaniche. Barceló classe 1957 è universalmente riconosciuto come uno dei più grandi pittori spagnoli viventi. La mostra presenterà inoltre una serie di opere dell’artista e scrittore francese François Augiéras (1925-1971) che consistono in una selezione di pitture di genere raffiguranti piccole scene africane.

Le ibride composizioni scultoree di Pierpaolo Campanini

 Martedì 26 maggio la galleria milanese Francesca Kaufmann ha inaugurato una nuova mostra personale di Pierpaolo Campanini. La pratica artistica di Campanini trova la sua origine in ibride composizioni scultoree, in oggetti ritrovati e assemblati in equilibri precari.

Le sue sculture resistono all’individuazione semantica, sono strutture fini a sé stesse; eppure divergono dall’opera disinteressata modernista, non ricercano alcun nucleo di purezza né hanno pretese di autonomia. Sono composti effimeri, destinati a perdersi, sopravvivono unicamente come traccia nella resa pittorica. La pittura di Campanini svolge rispetto alla scultura un ruolo paragonabile all’indice semiotico: esiste un rapporto di contiguità tra i due termini ma non di identità.

Julieta Aranda, dopo New York arriva a Roma

 L’artista messicana Julieta Aranda (1975, Città del Messico) presenta oggi 28 maggio a Roma il progetto dal titolo Publick Occurrences Both Forreign and Domestick: concepito ed esposto per la prima volta a Berlino, viene riproposto in forma sviluppata e rinnovata negli spazi della galleria 1/9 unosunove.

Il titolo riprende quello del primo giornale pubblicato nelle Americhe, a Boston, il 25 settembre 1690 e che, come molte altre pubblicazioni dell’epoca, ebbe una vita molto breve, ritirato dal commercio il giorno dopo la sua pubblicazione per motivi di censura. Allo stesso modo l’artista ha compilato e stampato un giornale che non è reso pubblico, nè destinato alla lettura, ma viene presentato come oggetto fisico attraverso un suo riutilizzo per i più diversi scopi di carattere funzionale e privato: diventa una tenda, un involucro per il cibo, una spugna per asciugare scarpe bagnate, un panno per pulire, e infine cartapesta per la produzione artigianale di altra carta.

Glenn Brown e i ritratti alieni

 La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo presenta dal 28 maggio la retrospettiva dell’artista britannico Glenn Brown, organizzata in collaborazione con la TATE Liverpool e a cura di Francesco Bonami e Laurence Sillars.

Glenn Brown è uno degli artisti più apprezzati della sua generazione e questa mostra è la più ampia rassegna finora dedicata al suo lavoro. Nel corso della sua carriera Brown ha preso ispirazione da fonti molto diverse tra loro, mettendo sullo stesso piano Fragonard e Dalì, il ritratto storico e le immagini fantastiche prodotte dalla fantascienza. Brown lavora sull’immagine di partenza fino a modificarla profondamente, creando così un’opera completamente nuova ma che evoca nello spettatore qualcosa di familiare, di conosciuto.