Lucamaleonte da Garagezero a Roma

Con De Rerum Natura, Lucamaleonte apre un viaggio all’interno di icone che celebrano l’estetica e la scienza. Come il pensiero di Lucrezio riconduce l’origine all’aggregazione degli atomi nello spazio infinito, così l’artista attraverso l’unione di campiture differenti crea un archivio di bestie che vivono solamente se in relazione. Una natura che si alimenta con il mortifero e l’esoterico, concepita intorno al simbolo, che ancora prima di essere rappresentazione rubata alla tradizione, incarna le esperienze personali dell’artista.

La produzione delle opere nasce dallo studio delle architetture urbane scelte da Lucamaleonte per valorizzare la città e realizzate su poster di diversi formati ospitati da GarageZero per l’occasione.

Sandro Kopp e gli Skype Portraits

Restando in tema internet e arte contemporanea, se fruire arte tramite la rete risulta un poco difficoltoso e deludente, creare arte mediante il web non è poi così male. Anzi, se si prende ad esempio la net-art, il new media e la digital art è facile rendersi conto delle pressoché infinite possibilità creative offerte dal World Wide Web e dai computers in genere.

Ne sa qualcosa Sandro Kopp, artista tedesco trapiantato in Nuova Zelanda che ha deciso di utilizzare i mezzi offerti dalla tecnologia digitale con un approccio decisamente analogico. Innanzitutto va detto che Kopp è un pittore che ha creato numerosi ritratti di celebrità ed in seconda istanza è lui stesso una piccola celebrità, visto che ha impersonato la parte di un elfo ne Il Signore degli Anelli parte III e quella di un centauro ne Le Cronache Di Narnia. Gossip a parte, Kopp è attualmente in mostra alla Lehmann Maupin Gallery di New York ed i ritratti che ha scelto di esporre sono accomunati da una caratteristica assai bizzarra. Da Michael Stipe (leader dei Rem) a Zang Huan (noto performance artist) passando per Kirsten Dunst (celebre star di Hollywood), tutti i soggetti ritratti sono stranamente avvolti da una desaturazione imperante e da un“disturbo” dell’immagine che rende tutto simile alla visione prodotta da una webcam.

Luca Padroni – Favorevoli convergenze astrali nel giorno in cui sono stato concepito

The Office Contemporary Art di Roma inaugura il 2 marzo la mostra personale di Luca Padroni, a cura di Giorgia Fileni. Per questa occasione l’artista si confronta con gli spazi inusuali della galleria realizzando un nuovo progetto, dal titolo Favorevoli convergenze astrali nel giorno in cui sono stato concepito. Da sempre impegnato a sperimentare le potenzialità della pittura, Luca Padroni usa le sue tele per esplorare altri mondi possibili, luoghi interiorizzati e restituiti attraverso il filtro dell’esperienza, del ricordo, in una visione intima legata alla percezione emotiva degli eventi della vita.

Partendo dalle forme dei crateri che l’artista ha indagato negli ultimi anni, attraverso un percorso ascetico e contemplativo, la mostra condurrà il visitatore fino alla serie inedita di dipinti dedicati ai paesaggi astrali, opere visionarie e suggestive che emanano un senso di catarsi e di realizzazione. Questa visione poetica, questa proiezione della sensibilità più istintiva, restituisce un mondo in continuo divenire, in cui la pittura è intesa come mezzo espressivo capace di veicolare emozioni e sensazioni vissute, materia creativa che trascende la rappresentazione.

Scardinare le porte blindate dell’arte contemporanea

Solitamente il mondo dell’arte contemporanea è ben saldo sulle sue posizioni e cinicamente slegato dalle altre attività artistiche che lo circondano. Musica, cinema e teatro di “ricerca” sono attività creative definite come “sperimentali” ma raramente esse riescono ad introdursi all’interno di musei, gallerie o altri canali del contemporaneo. Eppure le nuove ondate creative hanno più volte confermato uno sconfinamento patologico che agisce in regime di sottrazione di idee. Ecco quindi che le performance divengono brutte copie del teatro sperimentale, la video arte rubacchia a piene mani dal cinema sperimentale e le installazioni sonore con i loro quattro suoni prodotti con il Mac non fanno altro che confermarci che gente come Edgard Varèse o meglio ancora Giacinto Scelsi era forse cento anni in avanti rispetto ai propri tempi.

Dunque, le giovani leve che creano ignorando il passato operano in totale disonestà intellettuale involontaria, che poi sarebbe ignoranza, e peggio ancora non aggiungono altro a quanto si era già detto. Ed allora meglio sarebbe non pensare a compartimenti stagni ed aprirsi un poco quando si parla di creatività seminale, del resto a trincerarsi esclusivamente nel mondo dell’arte contemporanea escludendo l’esterno, bisognerebbe considerare John Cage un semplice musicista come Pupo o Merce Cunningham un ballerino punto e basta, collega di Enzo Paolo Turchi. Per la Whitney Biennial edizione 2012 i curatori Elisabeth Sussman e Jay Sanders hanno operato una selezione di artisti che tiene conto del mondo della creatività a 360 gradi.

Inattese Vedute Svelate da Esther Stocker

Percorrendo velocemente e distrattamente le vie dello storico Rione Ludovisi l’occhio è catturato da un’insolita vetrina, dove è allestita un’installazione ambientale costituita da innumerevoli fili neri generati dalla scritta ‘In defence of free forms ’ (‘In defence of free forms – part 2’, tecnica mista, installazione ambientale, 2011), titolo della prima personale di Esther Stocker (Silandro, 1974 – vive e lavora a Vienna) presso OREDARIA Arti Contemporanee.

Già nota nella capitale per il suo recente intervento al MACRO (Destino comune), Esther ha esordito alla fine degli anni Novanta con alcuni dipinti astratti in cui segni geometrici e griglie ortogonali si sovrappongono attraverso l’uso di tre tinte: bianco, grigio e nero. Composizioni che richiamano il concetto di ‘camouflage’ con lo scopo di esplorare le facoltà percettive dell’uomo. Una poetica che pone le proprie radici nelle esperienze della Op Art, rivisitandole e oltrepassandole. Il suo camuffamento, infatti, si svela tramite irregolarità che caratterizzano i suoi lavori, anomalie create per asserire che nulla è prevedibile.

Daniela Di Maro – Cuprum

Venerdì 9 marzo alle ore 18.00 la Galleria Dino Morra Arte Contemporanea di Napoli inaugura Cuprum, mostra personale di Daniela Di Maro a cura di Chiara Pirozzi. La giovane artista torna a Napoli all’indomani della recente vittoria al concorso “Un’Opera per il Castello 2011”, con il progetto intitolato Anastatica Sensibile che entrerà a far parte della collezione permanente di Castel Sant’Elmo.

In occasione dell’evento Daniela Di Maro presenterà una serie di lavori inediti e realizzati site-specific per gli spazi della galleria. Cuprum, che dà il titolo alla mostra, è un’installazione interattiva frutto delle ricerche condotte dall’artista sulle relazioni che intercorrono tra i processi vitali, propri dei sistemi naturali, e le opportunità intrinseche al progresso tecnologico. Le sue sperimentazioni, infatti, conducono alla forte connessione tra le dinamiche della natura e le potenzialità dovute alle tecnologie nate nell’ultimo secolo.

Febbraio e le mostre in giro per il mondo

Yayoi Kusama

Visto che l’avete richiesta a suon di email eccoci alla nostra consueta panoramica sulle mostre in giro per il mondo. Eventi da non perdere che vi terranno connessi all’arte contemporanea anche durante le vostre vacanze invernali. Partiamo da Los Angeles e del LACMA che fino al prossimo 6 maggio presenta al pubblico In Wonderland: The Surrealist Adventures of Women Artists in Mexico and the United States, vale a dire una delle più grandi (e complete) retrospettive sul surrealismo visto dalle donne. Opere di Frida Kahlo, Louise Bourgeois, Dorthea Tanning e tante altre che sapranno certamente stupirvi.

Alla Tate Modern Di Londra, fino al 5 giugno, c’è  la grande mostra dedicata all’artista giapponese Yayoi Kusama. Occasione imprendibile per ammirare i celebri dots colorati e le divertentissime installazioni della principessa dei polka dots. Sempre a Londra, Alla National Portrait Gallery (dal 9 febbraio al 27 maggio 2012) potrete ammirare la grande retrospettiva dedicata a Lucian Freud.

When (Italian) Responsibilities Become Form

Inaugura il 9 marzo 2012 negli spazi della Galleria OltreDimore di Bologna il progetto When (Italian) Responsibilities Become Form a cura di Raffaele Quattrone che, attraverso l’esposizione di opere di artisti affermati ed emergenti e un fitto programma di incontri, indaga il ruolo di responsabilità delle mostre d’arte accanto alla loro immancabile componente mediatica e mondana che attrae inevitabilmente un pubblico composto per gran parte da “turisti dell’arte“.

Il taglio ironico e critico del progetto è evidente fin dal titolo con il quale il curatore cita la mostra When Attitudes Become Form curata da Harald Szeemann presso la Kunsthalle di Berna e l’Institute of Contemporary Art di Londra nel 1969, invitando in questo modo i visitatori a riflettere sulle attuali sovrapposizioni tra il ruolo istituzionale del Museo e quello commerciale della Galleria privata e su quelle forme artistiche di responsabilità – anche sociale – in un momento storico nel quale il mondo culturale sembra distratto da una diffusa esigenza di divertimento ed intrattenimento tralasciando spesso la qualità delle opere e dei loro autori. 

JANDEK – ROME SUNDAY

Motelsalieri di Roma ospiterà dal 19 al 23 febbraio la prima mostra al mondo di Jandek. L’artista texano, conosciuto finora come originale musicista, espone 7 opere fotografiche che testimoniano quanto complesso e profondo sia il suo progetto poetico. Jandek, sara’ presente il giorno dell’inaugurazione e si esibira’ in un concerto acustico con chitarra e voce per un pubblico ristretto.

Jandek: si è dubitato persino della sua esistenza. Di lui si conosceva un recapito, una casella postale registrata con il nome Corwood Industries e una lunga serie di album in vinile di cui è unico responsabile; musiche, testi e immagini, interprete vocale e musicista. Questi dischi si possono ordinare scrivendo a quel fermo posta e la Corwood Industries si occupa di spedirteli a casa, i costi di invio sono a loro carico. Ma la cosa più fuori dal comune accade quando si riceve il pacco: la musica contenuta e le immagini delle copertine sono così straordinarie da lasciarti sbigottito: Jandek è nel mezzo di un viaggio unico e ci manda questi dischi che sono come cartoline postali.

La terra vista dal mare

Little Constellation è un progetto ed una rete internazionale per l’arte contemporanea, che concentra la sua ricerca sulla sensibilità simbolica della dimensione geografica. Evidenziando il diverso rapporto possibile geo-culturale, tra centri e periferie, attraverso un piano di conoscenza portato alle estreme conseguenze di opposizione e di resistenza tra i concetti di vicinanza e lontananza, a partire dal 4 febbraio, presso il Museo di Villa Croce di Genova, sarà presentata la mostra La Terra vista dal mare.

Little Constellation svolge attività di ricerca dedicate al tema complesso dell’isolamento, che trova la sua definizione nella dimensione dell’isola (sia geograficamente, ma naturalmente anche linguisticamente). L’isolamento e la rete di relazioni intrecciate sono così come un territorio di un unico fronte. Viviamo intorno a un mare come rane attorno ad uno stagno, ha dichiarato Socrates. Questo mette in evidenza il fatto che i popoli dell’antichità dovevano la loro prosperità e relazioni, con il grande mare (quasi racchiuso come uno stagno) che è il Mediterraneo. E’ questo dualismo tra distanza e vicinanza su cui il progetto di ricerca si propone di concentrarsi.

Long Play, premio di arti visive al MAGA di Gallarate

LONG PLAY è il titolo della XXIV edizione del Premio Nazionale Arti Visive Città di Gallarate che si svolgerà dal 3 marzo al 8 luglio 2012 nelle sale espositive del Museo MAGA di Gallarate, con il sostegno della Fondazione Cariplo. Nato nel 1949 con lo scopo di fondare la Civica Galleria d’Arte Moderna, il Premio ha da sempre prestato particolare attenzione alla ricerca artistica sviluppata dalle più giovani generazioni e alla costante trasformazione dei linguaggi visivi. Con LONG PLAY conferma questa vocazione dedicando la propria attenzione giovani artisti under 35.

La Commissione Scientifica composta da Anna Daneri, curatrice indipendente; Denis Isaia, ricercatore culturale e curatore d’arte contemporanea; Noah Stolz, critico d’arte e curatore d’arte contemporanea; Emma Zanella, direttore MAGA e segretario organizzativo del PREMIO; Alessandro Castiglioni, curatore e co segretario del Premio; Paolo Martinelli, architetto e promotore e Federico Simonelli, artista e promotore, ha lavorato a un complesso progetto espositivo che intende valorizzare le ricerche artistiche di lunga durata intraprese da alcuni artisti dell’ultima generazione e in cui la dimensione della dilatazione temporale sia coniugata con un ripensamento dell’opera, non più considerata come oggetto definito, ma come progetto di ricerca, campo aperto di riflessione sulla struttura stessa dell’opera.

Tony Cragg a Villa Ciani

Dal 31 marzo al 12 agosto 2012 il Museo d’Arte di Lugano presenta presso Villa Ciani un’esposizione dello scultore britannico Tony Cragg, oggi unanimemente considerato uno dei più importanti artisti viventi. Nato a Liverpool nel 1949, ma residente a Wuppertal dal 1977, Tony Cragg ha creato negli anni forme scultoree rivoluzionarie che si sono evolute nel tempo con la coerenza e il metodo propri della grande tradizione. La mostra di Villa Ciani darà modo di ripercorrere la carriera dell’artista dalla fine degli anni Settanta fino alle opere più recenti, attraverso circa quaranta assemblaggi e sculture – alcune delle quali di dimensioni monumentali esposte nel parco della villa – e cento fra disegni e incisioni.

Apriranno l’esposizione le celebri composizioni di frammenti di plastica raccolti come fossero preziosi reperti naturalistici. Il lavoro di Tony Cragg abolisce la suddivisione fra ciò che è naturale e ciò che è prodotto dall’uomo e interpreta i fenomeni che non conosciamo o che non possiamo vedere, come i principi di crescita organica o la natura atomica della materia. Prima fra le grandi sculture in mostra, Minster, ottenuta sovrapponendo gli uni agli altri oggetti metallici circolari di diametro sempre minore, pare cresciuta infatti anno dopo anno in modo spontaneo come un vegetale o una stalagmite.

82 artisti contemporanei per la mostra Il Fuoco della Natura


Attraverso una sequenza di immagini sublimi Il fuoco della Natura, a cura di Marco Puntin e Jonathan Turner, presenta i simboli della forza e della bellezza di Madre Natura al giorno d’oggi, in questo momento di instabilità ambientale e di cambiamenti climatici. Protagonista è la natura nei suoi vari aspetti, dalle prospettive delle grandi distanze geografiche ai macroingrandimenti, una carrellata di paesaggi spettacolari da tutto il mondo, dalle foreste pluviali dell’America Latina ai mari artici, dal bush australiano al deserto della California e ancora catene montuose, dalle Dolomiti all’Himalaya al Monte Fuji.

Gli occhi degli artisti ci mostrano la natura in tutta la sua bellezza, potenza e perfezione, inalterata o posticcia. La scelta del tema è stata determinata dalla convinzione che la Natura come soggetto rappresenti la mediazione ideale tra il mondo dell’arte e il pubblico spettatore. L’immaginario realistico prodotto dagli artisti contemporanei fornisce una mappa immediatamente riconoscibile del mondo naturale, libero dai cambiamenti della moda o dall’intervento tecnologico dell’uomo. L’evoluzione ha spesso il proprio ritmo lento, ma l’intervento dell’uomo può essere improvviso, radicale, distruttivo e talvolta permanente. Tuttavia la natura può recuperare in modi sorprendenti. Con Il fuoco della Natura, oltre ai criteri estetici che stanno dietro alla selezione di particolari dipinti, fotografie, installazioni e video, si vogliono evidenziare taluni quesiti etici direttamente collegati alle opere esposte, quali le contraddizioni del consumismo o il dramma delle specie in via di estinzione. La perfezione della natura è spesso invasa dalla nostra capacità di inquinare e distruggere artificialmente.

Nuova Gestione, un quartiere, sei artisti, cinque spazi sfitti

L’arte contemporanea diventa protagonista nel quartiere romano del Quadraro, grazie alla rivalutazione di spazi dismessi e in disuso. Il quartiere sarà infatti il cuore di Nuova Gestione, progetto ideato e curato da Sguardo Contemporaneo, che prevede interventi site specific di sei giovani artisti italiani all’interno di cinque locali sfitti della zona: Marco Bernardi, Margherita Moscardini, Luana Perilli, Lino Strangis, Elisa Strinna e Angela Zurlo sono chiamati a confrontarsi con il tessuto urbano e sociale di un luogo ricco di storia ma esposto al degrado urbano come il Quadraro. I lavori nati da questa esperienza verranno tutti inaugurati contemporaneamente mercoledì 8 febbraio.

L’obiettivo principale è contribuire al miglioramento di un’area mortificata da luoghi abbandonati, riattivandoli e offrendone una versione inedita attraverso una proposta culturale innovativa. Nuova Gestione nasce dall’osservazione degli spazi commerciali in disuso che stanno popolando sempre di più i quartieri di Roma: quante volte sulle vetrine dei negozi ci siamo imbattuti nei cartelli con la scritta ‘Affittasi’ o ‘Vendesi’? Passeggiando per la città, dal centro alla periferia, ci si accorge di questa situazione, spesso all’origine di scenari desolanti.