Maurizio Savini alla galleria Oredaria di Roma

Dal 1 ottobre gli spazi della Galleria Oredaria di Roma vengono fortemente connotati dalla presenza di due colori: il rosa, la cui valenza simbolica viene completamente rovesciata, e il giallo, la cui profondità si contrappone alla piattezza del primo. L’uso di un materiale ambiguo come il chewingum, culturalmente e socialmente caratterizzato, è divenuto il segno più caratteristico di tutta la produzione di Maurizio Savini.

Simboli del nostro immaginario collettivo, oggetti di uso quotidiano, riferimenti a diverse culture e bandiere di alcuni dei paesi più potenti nel panorama attuale sono contrastati e amalgamati. Alcuni dei personaggi protagonisti della nostra società, come i managers, vengono raffigurati in atteggiamenti che esprimono la drammaticità del momento economico attuale, invocando una distopia che però non si compie in un’epoca e un luogo distante, bensì nel momento storico e nella realtà della nostra quotidianità.

AETERNITAS, L’Attimo Celeste (Prima dell’Apocalisse)

In occasione della presentazione della monografia CORPICRUDI con testi di Francesca Baboni, Luca Beatrice e Stefano Taddei per la collana Skip_Intro edita da Shin Production (diretta da Massimo Tantardini), si inaugura la nuova personale di CORPICRUDI intitolata AETERNITAS, L’Attimo Celeste (Prima dell’Apocalisse).

AETERNITAS, dea della mitologia romana primitiva, raffigurata sulle antiche monete dell’Impero, simbolo di eternità, tempo infinito, perenne memoria. AETERNITAS, bianche creature vivono luoghi di eterna memoria. In un processo di “musealizzazione del corpo”, giovani donne verginali sono immortalate come nelle composizioni delle nature morte, anime congelate nel tempo infinito.
La mostra, a cura di Francesca Baboni e Stefano Taddei per la galleria Contemporary Concept,  si svolgerà contemporaneamente in due spazi nel periodo 1 Ottobre – 10 Novembre 2009, e presenta la prima sezione di lavori del nuovo progetto.

!m’a:t?t”e(o)f;a.t,o‽, non è un rebus ma la nuova mostra alla Galleria Cesare Manzo

Il tempo e lo spazio si piegano allo scandirsi del segno; le due sedi della Galleria Cesare Manzo, a Roma e Pescara, vengono accordate nella personale dell’artista Matteo Fato, presentata il 23 settembre in entrambi gli spazi.

Per l’occasione, Fato propone un progetto inedito iniziato nel 2004 come tentativo di mappare il volo delle rondini sopra i tetti di Pescara. Dopo un mese di ricerca eseguita come intensivo rito mattiniero, le centinaia di chine su carta risultatene vengono incartate e riposte. Rallentate. L’anno seguente, Fato torna sul luogo in cui ha realizzato lo studio dal vero e compone una seconda serie di chine in assenza dello stormo. Basandosi sulla memoria di ciò che vide, traccia il ricordo come se sviluppasse un archivio fotografico da lungo tempo dimenticato.

Guido van der Werve alla galleria monitor di Roma

La galleria Monitor di Roma il 21 settembre inaugurerà la seconda personale in Italia dell’artista olandese Guido van der Werve.

“Tutta l’arte è influenzata dalla musica” per dirla con Walter Pater e mai aforisma potrebbe essere più appropriato se riferito al lavoro di van der Werve. Che si tratti di essere al Polo Nord tentando di girare nel senso contrario all’asse terrestre (Nummer negen) o che ci si trovi a camminare a pochissima distanza dalla prua di una nave rompighiaccio nei mari finlandesi (Nummer acht) la musica e il suono hanno da sempre ricoperto un ruolo fondamentale per l’artista. Prova ne è Nummer twaalf, Variations on a theme: the king’s gambit accepted, the numbers of the stars in the sky and why a piano cannot be tuned or waiting for an earthquake, ultimo film realizzato dopo due anni di ricerche e studi che condensa in quaranta intensi minuti le passioni e le ossessioni per i rebus irrisolti: aprire una partita di scacchi con la mossa suicida e romantica del King Gambit che lascia il Re vulnerabile sin dall’inizio, accordare un piano ed infine provare a contare tutte le stelle del cielo.

Il Vaticano alla ricerca dell’arte contemporanea

Astuta mossa del Vaticano che si è reso conto di essere lontano anni luce dal mondo dell’arte contemporanea e tenta ora un provvidenziale recupero in zona Cesarini. Papa Ratzinger ha infatti intenzione di incontrare 500 artisti provenienti da ogni parte del globo, il meeting inizierà a novembre e farà parte di un nuovo programma del Vaticano mirato a ricucire lo strappo con il mondo dell’arte contemporanea.

Secondo alcuni portavoce della santa sede il raduno si terrà il 21 novembre prossimo alla cappella Sistina, l’evento è in realtà “il primo passo verso una nuova e fertile alleanza tra l’arte e la fede sperando che il gesto si tramuti in una sorta di pace dopo il grande divorzio” queste le parole del direttore dei musei vaticani, Antonio Paolucci. La lista degli invitati include artisti provenienti dai 5 continenti che spaziano dalla pittura, alla scultura e  dall’architettura al video. Gli ospiti sono stati selezionati senza tener conto del loro orientamento creativo, politico o religioso secondo quanto affermato dall’arcivescovo Gianfranco Ravasi presidente del Pontificio Consiglio della Cultura.

Louise Bourgeois al Castello di Ama per l’Arte Contemporanea

Sarà un’opera di Louise Bourgeois la decima installazione artistica del Castello di Ama per l’Arte Contemporanea dopo quelle di Pistoletto, Buren, Paolini, Geers, Kapoor, Chen Zen, Garaicoa, Solakov e Iglesias. L’inaugurazione dell’opera realizzata in collaborazione con Galleria Continua di San Gimignano e’ prevista per il 13 settembre 2009 al Castello di Ama di Gaiole in Chianti in provincia di Siena.

La grande artista franco-americana ha accettato l’invito di Marco Pallanti e Lorenza Sebasti a concepire una nuova installazione in situ che verrà posta in uno degli angoli piu’ suggestivi del Castello nel cuore del Chianti: un’angusta cisterna all’interno della cantina di invecchiamento. Una “lair”, un nascondiglio che si inserisce filologicamente nel lavoro della Bourgeois da sempre attratta dai molteplici punti di vista che gli spazi chiusi donano all’osservatore tanto da farne una delle forme ricorrenti della sua produzione artistica.

Alla Fondazione Arnaldo Pomodoro l’antologica di Cristina Iglesias

Dal 23 settembre 2009 al 7 febbraio 2010, gli spazi della Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano si apriranno alle opere di Cristina Iglesias, una delle voci più originali della scultura contemporanea internazionale, nella sua prima personale italiana.

La mostra, curata da Gloria Moure Cao, presenterà 19 opere provenienti dalla sua collezione personale e da collezioni pubbliche e private quali il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía e il MNCARS di Madrid, la Fundacion la Caixa di Barcellona, il MoMA di New York, in grado di ripercorrere la produzione recente di Cristina Iglesias, dagli inizi degli anni ’90, cui appartengono lavori come soffitti pendenti, abitazioni e padiglioni sospesi, ai giorni nostri, con opere che saranno prodotte appositamente per questa occasione.

Una Micol Assaёl elettrizzante al Secession di Vienna

Finalmente una bella notizia riguardante un nostro artista che riesce a varcare i sempre più stretti ed asfissianti confini nazionali per mostrare al mondo una buona dose di creatività all’italiana. Parliamo di Micol Assaёl, artista romana classe 1979 che da giovane promessa è ormai divenuta piacevole conferma in grado di conquistare la scena internazionale con la sua sensibilità e la sua meravigliosa abilità di ricerca creativa sempre in bilico sul filo della memoria storica, collettiva ed ambientale.

L’artista sarà prossimamente ospite del Secession Building di Vienna in occasione della sua prima mostra collettiva in terra austriaca. L’evento dal titolo ФОМУШКА (Fomuška) partirà il prossimo 11 settembre e si concluderà l’8 novembre. Micol Assaёl esporrà nella sala principale del Secession dei disegni in larga scala che fanno parte della nuova serie intitolata Красный Октябрь (Ottobre Rosso) assieme ad un’installazione in una macchina che genera un campo elettrostatico con l’aiuto del vapore e di due ventilatori industriali, tale opera prende il titolo di  ФОМУШКА (Fomuška).

Mona Hatoum alla galleria Continua di San Gimignano

Il 13 settembre la Galleria Continua di San Gimignano inaugura Undercurrent (red), mostra personale di Mona Hatoum. L’identità culturale, il nomadismo geografico, la minaccia della guerra, il senso di precarietà esistenziale e di spaesamento, sono alla base dei lavori dell’artista anglo-palestinese.

In questa mostra Mona Hatoum rivisita alcuni temi diventati emblematici nella sua pratica artistica dell’ultimo decennio e presenta una serie di opere che, partendo da oggetti di uso quotidiano, si trasformano in sculture inconsuete e inquietanti.
Paravent (2008) una grattugia ingrandita fino a dimensioni surreali e architettoniche tanto da diventare un paravento e Dormiente (2008), una grattugia questa volta portata alle dimensioni di un letto che promette disagio e sofferenza, sono collocate sul palcoscenico della galleria.

Cartrain ruba le matite a Damien Hirst

Il diabolico folletto dell’arte contemporanea Mr. Damien Hirst è sempre in agguato. Con i suoi tiri mancini ha letteralmente catalizzato il mondo dell’informazione e del collezionismo internazionale convincendo tutti a sborsare fior di milioni per i suoi squali in formalina o per i suoi dipinti a puntini colorati. Hirst è tra i pochi, insieme a Jeff Koons e Maurizio Cattelan, ad aver compreso l’importanza di costituire una solida matrice imprenditoriale alla base di ogni produzione artistica.

Ciò unito ad una martellante campagna pubblicitaria a colpi di presenzialismo ed immagine ha garantito all’artista britannico una fama mondiale oltre che un posto nella storia dell’arte. Eppure anche il sardonico Hirst, l’artista che scherza con la morte e se ne compiace, anche lui dicevamo è stato vittima di una divertente azione di guerrilla art che lo ha fatto andare su tutte le furie. L’autore di questo gesto di rivolta artistica è Cartrain, street artist di appena 17 anni proveniente da Londra.

11 settembre, la sovrapposizione degli eventi di Stefano Cagol

A partire dal 9 settembre e fino all’11 ottobre 2009, Stefano Cagol presenta 11 Settembre, un progetto che si svolge simultaneamente in tre musei europei – Il Mart di Rovereto, la Kunstraum di Innsbruck e lo ZKM di Karlsruhe – oltre che nello studio dell’artista a Brussels.

“11 settembre” è impresso nella mente di tutti come la drammatica data dell’attentato alle Twin Towers. Ma è anche il giorno in cui l’artista è nato. Questa coincidenza lega indissolubilmente la sfera personale dell’artista con l’evento tragico per antonomasia del nuovo millennio. Il progetto parte da questa sovrapposizione tra evento personale e collettivo per riflettere sui concetti di storia, di identità individuale e condivisa, di cambiamento, di ripetizione, e naturalmente di morte e di nascita. Sono temi da sempre centrali nella ricerca di Stefano Cagol (Trento, 1969), che da diversi anni concentra i suoi interventi nella sfera della public art.

Il silenzio di Peter Belyi

La Galleria Pack di Milano il 29 settembre inaugura la seconda mostra personale dell’artista russo Peter Belyi dal titolo Silence. Con questo progetto, l’artista russo prende le distanze dall’indagine introspettiva di quegli elementi culturali tipici del carattere post-Sovietico che avevano caratterizzato la sua produzione precedente per lasciare spazio alla materialità e all’imponenza fisica delle opere.

L’indagine dell’artista in questa nuova mostra, si fa ancora piu’ profonda e matura, senza tuttavia perdere la poeticità ed il carattere evocativo che contraddistinguono il suo linguaggio. Belyi persegue la sua ricerca evocando gli elementi che piu’ lo interessano: linguaggio, parola e memoria commemorativa.

From generation to generation, la prima personale romana di Kaarina Kaikkonen

La Fondazione Pastificio Cerere e Z2O Galleria Sara Zanin sono lieti di ospitare per la prima volta l’artista finlandese Kaarina Kaikkonen (Iisalmi, Finlandia, 1952) in una doppia mostra personale dal titolo From generation to generation a cura di Laura Barreca.

Nota internazionalmente per i suoi progetti ambientali e per le grandi installazioni realizzate con l’uso di materiali semplici come indumenti o carta, Kaarina Kaikkonen affronta la sua prima personale a Roma cimentandosi in una grande installazione nello spazio suggestivo della Fondazione Pastificio Cerere. I materiali utilizzati sono per lo più camicie, giacche usate di diversi colori e fogge recuperate nei mercati della capitale, che nelle mani sapienti dell’artista rimodellano e interpretano l’architettura esterna del cortile e gli spazi interni del Pastificio Cerere, in un suggestivo progetto site-specific.

La guerrilla art assalta Seattle

La città di Seattle ha ricevuto un dono da un illustre sconosciuto. In realtà il fantomatico regalo è un’installazione formata da più elementi, frutto di una vera e propria azione di guerrilla art. Durante la nottata dello scorso lunedì qualcuno ha piazzato un vero e proprio gruppo scultoreo all’interno del Gas Works Park.

Gli elementi di tale opera sono stati realizzati in cartapesta e consistono in una gigantesca statua raffigurante un uomo in piedi totalmente ricoperto d’oro cui fa da cornice un piccolo gruppo di gusci da cui emergono delle teste umane. Ovviamente l’autore non si è ancora fatto vivo, l’unica traccia lasciata sul posto consiste in una placca attaccata alla scultura principale recante alcune frasi alquanto sibilline che spiegano il significato dell’installazione: “Un regalo per la cittadinanza di Seattle, nello spirito del risveglio. Ognuno di noi ha un guscio da cui uscire, barriere da abbattere e margini di miglioramento. E’ il momento di alzarsi e darsi una mossa”.