Quando il custode mette in ginocchio il museo

Il 14 dicembre del 2011, Repubblica aveva redatto un interessante articolo sulla Galleria Borghese di Roma che iniziava con le parole di un cartello affisso all’entrata della prestigiosa istituzione: “La mostra è parzialmente visitabile per carenza di personale”. Già, il problema era il mancato pagamento di una parte degli stipendi del personale di custodia, un “dettaglio” che costrinse la Galleria a chiudere ben sei sale all’interno dei suoi spazi. Come se tutto questo non bastasse, lo scorso 31 luglio dalla facciata del museo si è staccata parte dello stemma recante i simboli dei Borghese.

Assieme allo stemma il museo ha perso il bar, l’impianto di climatizzazione, l’ascensore ed i servizi di guardiania. Insomma, da qui alla chiusura definitiva poco ci manca. La Repubblica ci informa inoltre che anche Palazzo Barberini rimarrà chiuso ogni domenica per il medesimo motivo, non ci sono fondi per la vigilanza. I costi della guardiania sono un notevole peso anche per altri musei italiani che spesso e volentieri faticano a trovare fondi necessari a coprire i servizi per tenersi in vita.

Francesco Vezzoli e l’Ottava edizione della Giornata del Contemporaneo

È Francesco Vezzoli l’artista che AMACI, l’Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani, ha scelto per realizzare l’immagine guida della Ottava edizione della Giornata del Contemporaneo, il grande evento annuale promosso dall’Associazione, dedicato all’arte del nostro tempo e al suo pubblico.

La manifestazione, che quest’anno si svolgerà sabato 6 ottobre coinvolgendo oltre 1000 realtà del contemporaneo in Italia, nelle prime sette edizioni ha registrato un crescente successo, che nel 2011 si è consolidato confermando la partecipazione di un migliaio di aderenti e incrementando il numero dei visitatori a oltre 240.000 su tutto il territorio nazionale. Un pubblico sempre più vasto e curioso, quello del contemporaneo, che ancora una volta nell’arco di sole ventiquattro ore ha colto l’occasione di conoscere meglio musei, fondazioni e gallerie, visitare atelier d’artista, prendere parte a dibattiti, visite guidate e laboratori, entrando attivamente in contatto con l’arte del presente.

Confrontations: 3 musei 3 contro il MoMA

Eccoci giunti al quarto appuntamento della nostra serie estiva intitolata Confrontations. Si tratta di un confronto all’americana tra le offerte culturali di due prestigiose istituzioni, una straniera e l’altra italiana. Dalle nostre parti vengono stanziati milioni e milioni di euro per tenere in vita gli spazi pubblici e garantire loro un programma espositivo allettante per il pubblico. Alla fine della nostra breve avventura  sarà più facile comprendere il peso della nostra cultura contemporanea e l’utilizzo finale dei fondi stanziati dai contribuenti a favore della stessa.

 Oggi vogliamo stupirvi con effetti speciali a dir poco eccezionali, vale a dire ben tre istituzioni italiane contro una straniera, partiamo subito con Palazzo delle Esposizioni di Roma, GAM di Torino e Museo del 900 di Milano contro MoMA di New york, praticamente una sfida incredibile. Ebbene la domanda è la seguente: riusciranno tre musei italiani a battere la programmazione di un solo museo estero? Andiamo a vedere i risultati:

Confrontations, la risposta del Castello di Rivoli

I nostri Confrontations si sa sono sfrontati e pirateschi ed hanno come intento primario quello di stimolare una reazione da parte di istituzioni che sin troppo spesso mettono un muro tra arte e fruitore. Ad oggi abbiamo raccolto la risposta del Castello di Rivoli al nostro precedente capitolo di Confrontations che pubblichiamo qui di seguito per diritto di replica:

“Cari amici di Globartmag, prima informarsi…poi comunicare…
fatto salvo il diritto di tutti a manifestare il proprio pensiero e le proprie critiche nei confronti della programmazione, questa deve almeno essere completa. Evidentemente chi scrive non ha visitato ultimamente il Castello di Rivoli e nemmeno le pagine del suo sito poiché non solo il Museo offre la grande retrospettiva dedicata a Thomas Schutte in Manica Lunga ma, nei tre piani della Residenza Sabauda, presenta Oltre il muro, un allestimento del tutto inedito e sperimentale che propone non solo una rilettura della collezione, ma anche dello stesso ruolo del Museo. Una sorta di gioco che ribalta i ruoli chiave di curatore e visitatore, portando quest’ultimo a cercare uno o più percorsi personali tra le opere. Le opere selezionate da Beatrice Merz, propongono infatti la messa in gioco dei concetti di limite, confine, luogo e memoria. In mostra sono allestite le opere di oltre 55 artisti su tre piani espositivi.

Confrontations – MAMBO e MART VS New Museum

Eccoci giunti al terzo appuntamento della nostra serie estiva intitolata Confrontations. Si tratta di un confronto all’americana tra le offerte culturali di due prestigiose istituzioni, una straniera e l’altra italiana. Dalle nostre parti vengono stanziati milioni e milioni di euro per tenere in vita gli spazi pubblici e garantire loro un programma espositivo allettante per il pubblico. Alla fine della nostra breve avventura  sarà più facile comprendere il peso della nostra cultura contemporanea e l’utilizzo finale dei fondi stanziati dai contribuenti a favore della stessa.

Nella prima puntata avevamo organizzato un match MAXXI di Roma VS Tate Modern di Londra mentre nella seconda avevamo rincarato la dose con un confronto letale MADRE di Napoli e Castello di Rivoli VS ICA di Londra. Oggi il confronto si fa ancora più duro visto che abbiamo due sfidanti d’eccezione vale a dire MAMBO di Bologna e MART di Trento e Rovereto VS New Museum di New York. Riusciranno due musei italiani a garantire una programmazione migliore di un museo newyorkese?

Come ti blocco il museo

I nostri assidui lettori avranno sicuramente notato la presenza della miniserie Confrontations all’interno del nostro beneamato blog. Ebbene, quello che però andrebbe attentamente discusso è il problema della direzione del museo di turno. Già, i musei in Italia offrono ben poco in fatto di programmazione ma spesso la colpa non è dei direttori. Tirare avanti la baracca non è certo facile, anche se si è dotati di sovvenzioni pubbliche e piccoli sponsors privati.

Nella maggior parte dei casi le sovvenzioni pubbliche servono a malapena a ripagare i servizi che servono a tenere in vita l’istituzione, stiamo parlando delle pulizie, dei trasporti ed in particolare della guardiania. Questi servizi , se sommati assieme, raggiungono costi a sei zeri. Ora il problema è capire se questi benedetti costi siano reali o gonfiati dalle amministrazioni. Poi ci sono gli stipendi del personale, il direttore solitamente guadagna sui 100 euro ed il resto dello staff si attesta più o meno su questa cifra.

Con gli occhi, con il cuore, con la testa. La fotografia della collezione Trevisan

Cosa hanno in comune i dagherrotipi del 1846 di Ferdinando Brosy e gli scatti di Gregory Crewdson di 160 anni dopo? Hanno attirato l’attenzione di Mario Trevisan e sono così entrati nelle sua collezione. Dal 24 luglio al 9 settembre 2012 questa ricca e appassionata collezione di fotografia è visibile in una mostra al Mart di Rovereto intitolata “Con gli occhi, con il cuore, con la testa. La fotografia della collezione Trevisan”, a cura di Walter Guadagnini con Veronica Caciolli e Francesco Zanot.

La raccolta Trevisan, oggi in deposito a lungo termine presso il Mart, è tra le più significative collezioni private italiane di fotografia: è composta da circa 250 opere, 200 delle quali sono state selezionate per questa mostra. La passione di Trevisan per la fotografia nasce oltre venti anni fa e si è concentrata sulla fotografia delle origini (anni Quaranta e Cinquanta del XIX secolo) e su quella di matrice surreale, in cui, come scrive Walter Guadagnini “alla rappresentazione del mondo si sostituisce la sua invenzione”.

Confrontations: MADRE e il Castello di Rivoli VS ICA-Institute of contemporay art di Londra

Eccoci giunti al secondo appuntamento della nostra serie estiva intitolata Confrontations. Si tratta di un confronto all’americana tra le offerte culturali di due prestigiose istituzioni, una straniera e l’altra italiana. Dalle nostre parti vengono stanziati milioni e milioni di euro per tenere in vita gli spazi pubblici e garantire loro un programma espositivo allettante per il pubblico. Alla fine della nostra breve avventura  sarà più facile comprendere il peso della nostra cultura contemporanea e l’utilizzo finale dei fondi stanziati dai contribuenti a favore della stessa.

La nostra avventura è iniziata con un agguerrito confronto Tate Modern di Londra VS MAXXI di Roma. Oggi vi offriremo un match ancor più agguerrito, vale a dire la programmazione di ben due musei italiani vale a dire quella del MADRE di Napoli  e del Castello di Rivoli contro quella dell’ICA, institute of contemporary art di Londra. Il Castello di Rivoli ha percepito nel 2011 circa 3 milioni di euro da fondi pubblici mentre il MADRE quest’anno si attesterà sui 2 miloni e trecentomila euro. Vediamo dove vanno a finire queste importante somme stanziate a favore della cultura.

John Baldessari, Barbara Kruger, Catherine Opie e Ed Ruscha abbandonano il Board del MOCA di Los Angeles

La terribile vicenda del MOCA di Los Angeles continua a peggiorare, generando reazioni a catena a non finire. Come ben ricorderete a causa dei continui fraintendimenti con il  volpone Deitch, il povero Schimmel (che come ricordiamo vanta  un’esperienza ventennale nel ruolo di curatore capo del MOCA di Los Angeles) era stato prontamente allontanato dal board guidato dal magnate Eli Broad.

Successivamente il MOCA non aveva dato spiegazioni alla stampa, salvo poi salvarsi in corner con un comunicato stampa a dir poco ridicolo. Questo spregevole comportamento era stato prontamente criticato dalla stampa di settore (e non) e molti critici si erano scagliati contro la premiata ditta Broad – Deitch. In questi ultimi giorni alcuni grandi artisti, membri del comitato direttivo del MOCA, hanno deciso di abbandonare la nave.

Confrontations – Tate Modern vs MAXXI

Estate, tempo di vacanze. Ovviamente anche per chi abita al di fuori dei nostri confini è giunto il momento di visitare l’Italia, meta turistica di molti stranieri. Il reale problema è che mentre l’offerta culturale degli altri paesi è assai ricca anche d’estate, dalle nostre parti lo scenario è semplicemente devastante. Ebbene, nel corso di questa estate rovente vorremmo inaugurare una piccola serie a puntate intitolata Confrontations vale a dire un piccolo giochino che abbiamo inaugurato qualche anno fa sulle pagine del nostro blog.

Si tratta di un confronto all’americana tra le offerte culturali di due prestigiose istituzioni, una straniera e l’altra italiana. Alla fine della nostra breve avventura  sarà più facile comprendere il peso della nostra cultura contemporanea e l’utilizzo finale dei fondi stanziati dai contribuenti a favore della stessa. Iniziamo da due pezzi da novanta, la Tate Modern di Londra ed il MAXXI di Roma, attualmente al centro di una triste vicenda relativa alla danza di poltrone al vertice.

Il MOCA e le mostre-discoteca

 

Il licenziamento di Paul Schimmel da curatore capo del MOCA di Los Angeles, giunto dopo 20 anni di onorata carriera, ha gettato sinistre ombre sui vertici della prestigiosa istituzione. Secondo alcune voci interne, Schimmel non ha mai completamente digerito la programmazione del direttore Jeffrey Deitch e questi non ha fatto altro che porre fine agli attriti liberandosi del problema alla radice.

La scellerata gestione di Deitch, che di fatto ha trasformato il MOCA in una galleria privata ultrapop, non accenna a cambiare di una virgola.  Il museo losangelino ha infatti già messo in programma una mostra chiamata Fire in the Disco, vale a dire una retrospettiva ragionata sulla storia della disco couture sul suo impatto sull’arte, sulla moda e sulla musica in generale.

Gli inglesi trovano 45 milioni di sterline per la Tate Britain…e noi?

Qualche tempo fa la Tate Britain aveva dichiarato di essere alla disperata ricerca di 45 milioni di sterline per urgenti lavori di ristrutturazione. Tra i vari interventi richiesti dalla prestigiosa istituzione figuravano il rinnovamento della scalinata a spirale posta nell’atrio, l’edificazione di un nuovo cafè, di una nuova entrata per scolari ed il rinforzo della pavimentazione di alcuni spazi espositivi, in modo da poter ospitare imponenti sculture ed installazioni.

Dalle nostre parti questa cifra avrebbe spaventato non poco i vertici di qualunque museo, ve li immaginate i vertici della Pinacoteca di Brera alle prese con un restauro da 50 milioni di euro? Beh, la vecchia istituzione avrebbe certamente bisogno di un lifting ma una cifra che è quasi la metà di quella con cui è stato edificato il MAXXI di Roma è praticamente impossibile da racimolare nel nostro belpaese.   

Palazzo Collicola, CIAC e i musei che funzionano

CIAC di Genazzano

Chiunque si trovi a passare al MADRE di Napoli in questi giorni di buriana, troverà un museo vuoto ma con biglietto a pagamento. Già, tre euro e rotti per ammirare un silenzio cageano che con l’arte ha poco a che spartire. Del resto anche il PAN non naviga in acque sicure. Ma a ben guardare, la lista dei musei italiani sul rischio della bancarotta è ben più lunga ed ogni giorno qualche realtà cittadina sparisce dalla lista degli spazi dedicati alla cultura, ultimo in ordine di tempo l’EX3 di Firenze.

Colpa dei tagli? No, o almeno non solo. La colpa è da attribuirsi al nostro pantagruelico e pigro sistema di gestione dei musei. Solitamente chi prende la poltrona non si sbatte più di tanto alla ricerca di sponsor e quanto altro e per quanto riguarda il programma espositivo basta tirare avanti la baracca alla meno peggio e tutti sono felici.

La critica si scaglia contro Deitch

La brutta vicenda tra Jeffrey Deitch ed il curatore capo del MOCA, Paul Schimmel continua  imperterrita a generare un nugolo di polemiche. Come ben ricorderete, Schimmel era stato vittima di un defenestramento decisamente barbaro. A causa dei continui fraintendimenti con il  volpone Deitch, il povero Schimmel (che come ricordiamo   vanta  un’esperienza ventennale nel ruolo di curatore capo del MOCA di Los Angeles) era stato prontamente allontanato dal board guidato dal magnate Eli Broad.

Successivamente il MOCA non aveva dato spiegazioni alla stampa, salvo poi salvarsi in corner con un comunicato stampa a dir poco ridicolo. Ebbene , a queste dichiarazioni che nascondono una palese ipocrisia, hanno risposto alcuni professionisti del settore, vediamo ad esempio cosa pensano dell’intera faccenda due voci d’eccezione come Tyler Green e Christopher Knight .