Burri e Fontana alla Pinacoteca di Brera di Milano

La Pinacoteca di Brera propone dal 17 giugno per la prima volta un confronto fra i capolavori delle sue collezioni storiche e i dipinti di due grandi del Novecento, Alberto Burri e Lucio Fontana. Una mostra nuova – curata da Sandrina Bandera e Bruno Corà – con la collaborazione del Corriere della Sera, che permette alle opere dei due straordinari artisti di entrare oggi prepotentemente in Pinacoteca, non per completarne le collezioni, ma per proporre una nuova fruizione dei suoi dipinti piu’ noti, dagli esiti inaspettati.

All’allestimento permanente del museo e’ affiancato, quasi imposto, l’inserimento di alcune opere dei due maestri del XX secolo – tutte di proprietà della Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri di Città di Castello e della Fondazione Lucio Fontana di Milano – in un vivace e ricco dialogo di confronti, avvicinamenti, opposizioni e contrasti che, seppure non modificando fisicamente l’itinerario, trasforma e arricchisce sostanzialmente di contenuti visivi e spunti di riflessione uno dei principali musei pubblici italiani. Una mostra che dialoga col museo, non lo sostituisce.

“Niente museo!” e lo stilista Valentino saluta Roma per sempre

Valentino saluta e se ne va. Il grande stilista ha deciso di accantonare il progetto del suo museo capitolino dopo l’ennesimo rifiuto dei vertici comunali. Nell’ormai lontanissimo 2007 l’inventore del celebre rosso aveva concordato, assieme all’allora sindaco Walter Veltroni, l’apertura di un museo in grado di ricoprire anche il ruolo di scuola di formazione per giovani stilisti.

Con il cambio di amministrazione però sono subito sorti alcuni problemi ed alla fine il progetto si è definitivamente incagliato. Stizzito ma sempre con la sua solita eleganza, Valentino ha decretato la fine delle sue nozze con la città eterna: “Ho ricevuto un’ulteriore no da Roma, il museo non si farà e quindi non ho più ragione di rimanere qui. Per ora ho optato per la mia residenza di Parigi dove troveranno posto alcune mie creazioni del passato, oggetti, foto ed altri cari ricordi, il tutto sarà a disposizione di chi vorrà venire a visitarmi”.

Anish Kapoor svela Temenos, la sua grande rete per farfalle

Anish Kapoor ha da poco messo a segno un altro colpo. Dopo il grande successo del suo progetto per la Orbit Tower che sorgerà a Londra nel corso dei giochi olimpici del 2012, il grande artista ha realizzato per il Regno Unito un’ulteriore scultura pubblica. Si tratta di Temenos, una gigantesca rete per farfalle spettacolare e delicata che oggi guarda silente la città di Middlesbrough.

Il progetto realizzato assieme a Cecil Balmond (ingegnere che collabora con Kapoor anche per la realizzazione della nuova torre di Londra) dialoga a perfezione con la natura industriale della città. “Guardate queste architetture, il Middlehaven Crane, il Transporter Bridge, le grandi nave attraccate. Abbiamo dovuto tener conto di queste presenze nella realizzazione di Temenos” ha dichiarato il grande artista ai microfoni di The Guardian.

Being Visible, artisti iraniani in mostra a Genova

La mostra ospitata presso la Sala Dogana di Palazzo Ducale di Genova (opening 17 giugno 2010)  indaga la reale possibilità di comprendere la produzione visiva di una cultura diversa, esemplificata qui nell’esposizione di giovani artisti iraniani. Per l’occasione i visitatori sono invitati a confrontarsi con il tema della visibilità: il progetto espositivo riflette infatti su una produzione artistica in cerca di libertà espressiva.

Lo scontro o incontro tra due culture, la sparizione, la storia alternativa, la mediaticità degli eventi politici, l’iconografia contemporanea, sono alcune delle possibili chiavi di lettura di una cultura complessa e distante dal mondo occidentale. Gli artisti s’in- seriscono in un discorso globale, rendendosi visibili e mettendo in crisi il nostro immaginario dell’Oriente. Nel creare un percorso visivo tra opere diverse si vuole offrire un esempio della produzione artistica contemporanea iraniana ricollocandola in un contesto critico, per comprenderne la complessità e per portare cosi’ due culture, apparentemente lontane ma realmente piu’ vicine di quanto il pregiudizio stabilisca, a riconoscersi.

ZHANG HUAN – ASHMAN

L’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano presenta al PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano Zhang Huan: Ashman, la prima retrospettiva europea di Zhang Huan, a cura di Elena Geuna. La mostra (dal 7 luglio al 12 settembre) ripercorre l’intera ricerca artistica di Zhang Huan riunendo 42 opere provenienti da importanti collezioni internazionali: dalle sue performance di inizio anni Novanta alle sue più recenti opere realizzate con la cenere, pezzi tra i più significativi della sua intera produzione artistica.

«Ashman» afferma Zhang Huan «è l’eroe che porto nel cuore, la personificazione di molti desideri e anime molteplici. Ashman sogna, sostiene la giustizia, definisce un nuovo ordine internazionale, persegue la pace per sconfiggere la guerra terroristica, interagisce con la Terra in maniera ecosostenibile, rende l’umanità più pacifica, più libera. Porterà a Milano una profonda, universale, armonia per l’umanità».

Proteste in Polonia per una mostra gay oriented

Il Museo Nazionale di Varsavia in Polonia ha deciso di dare un calcio ai pregiudizi ed a qualunque forma di omofobia. La prestigiosa istituzione ha infatti organizzato un’interessante mostra dal titolo Ars Homo Erotica (che rimarrà in visione dall’11 giugno al 5 settembre 2010), coraggioso evento che ha già sollevato un vespaio di polemiche ed ha persino generato una serie di minacce.

Secondo il curatore Pawel Leszkowicz la situazione sociale in Polonia è peggiorata dopo l’incidente aereo di Smolensk dello scorso aprile dove ha perso la vita buona parte del governo nazionale oltre al presidente Lech Kaczynski: “Dopo l’incidente la nazione è diventata estremamente sensibile e l’atmosfera patriottica ha decisamente preso d’assalto la popolazione. Ovviamente il patriottismo ha incrementato il potere dei gruppi di estrema destra, quindi non sono certo di sapere cosa succederà al momento dell’inaugurazione della mostra”.

Robert Ryman e le dissolvenze in bianco

Per oltre 50 anni Robert Ryman (oggi splendido 70enne) ha indagato la natura della pittura come mezzo di espressione artistica, in particolare egli ha posto la sua attenzione sulle relazioni tra la superficie dipinta ed il supporto sottostante. I risultati di queste sperimentazioni hanno condotto il grande artista a risultati incredibilmente e sorprendentemente diversi, come è possibile ammirare alla presente mostra dedicata al grande pittore, attualmente in visione al museo Dia:Beacon, situato vicino al fiume Hudson a New York e diretto dalla Dia Art foundation.

Ovviamente la celebre istituzione offre molte altre meraviglie in collezione permanente, opere di grandi nomi del contemporaneo come Joseph Beuys, Walter De Maria, Dan Flavin, Donald Judd, Cy Twombly, Andy Warhol, Louise Bourgeois e On Kawara, ma l’evento dedicato a Ryman non è certo cosa da poco.

Il MAXXI si apre alla musica con Maxximalism

A pochi giorni dalla sua apertura al pubblico, il MAXXI moltiplica la sua offerta all’insegna dell’interdisciplinarità e presenta MAXXIMALISM, una serie di appuntamenti musicali a cura di Luca Lo Pinto, Valerio Mannucci e Nicola Pecoraro / NERO.

Per cinque giovedi’, a partire dal 17 giugno fino al 15 luglio 2010, dalle 19 alle 23, con il biglietto di accesso alle mostre sarà possibile assistere anche ai concerti di MAXXIMALISM, il primo programma di eventi collaterali che affianca l’attività espositiva e propone negli spazi esterni del museo cinque performance musicali in anteprima italiana. In occasione della prima serata di MAXXIMALISM a partire dalle ore 22 fino alle 24 la piazza del MAXXI verrà animata anche dalla musica di Brand New Music Art, evento musicale di MTV. Si potrà inoltre visitare le mostre del MAXXI fino alle 23.

Razzismo in Arizona: “Sbiancate quel bambino”

Incredibile ma vero, siamo ancora qui a parlare di un tremendo caso di razzismo e censura all’interno del mondo dell’arte La notizia arriva direttamente dal quotidiano Arizona Central e sinceramente vorremmo non averla mai letta. Gli artisti Pamela J. Smith e R.E. Wall sono stati chiamati a dipingere un grande  murale sulla facciata di una scuola di Prescott, la Miller Valley ad essere precisi. Il progetto dal titolo Go on Green doveva coprire due mura dell’edificio e mostrare la gioiosa relazione tra ragazzi ed ambiente.

Alla fine i due artisti hanno dipinto quattro allegri ragazzi immersi nella natura, la figura dominante è un bambino ispanico e proprio questo soggetto ha sollevato diverse questioni. Il preside della scuola ha infatti ordinato agli artisti di schiarire la pelle del ragazzo in primo piano. All’assurda richiesta si è unito l’incredibile comportamento della popolazione di Prescott: “Alcuni ragazzi della scuola elementare hanno lavorato assieme a noi e per due mesi sono stati sistematicamente coperti da insulti razzisti dalle persone che passavano a bordo delle loro automobili” ha dichiarato non senza una punta di disgusto R.E. Wall.

Tris di Sgarbi: Biennale, Maxxi e Polo Museale di Venezia

Continuano le peripezie del Vittorione nazionale, lo abbiamo seguito con estrema attenzione lo scorso venerdì in tv nel corso del programma di Rai 2 L’Ultima Parola. Durante lo show (si discuteva di un Italia che non valorizza i propri tesori a cielo aperto), Vittorio Sgarbi ha sparato alcune delle sue perle, definendo l’Ara Pacis di Richard Meier un’inutile pompa di benzina, simbolo di una politica di sinistra sprecona ed inconcludente. Sgarbi ha poi criticato i fischi contro il ministro per i Beni culturali Sandro Bondi nel corso della conferenza stampa per l’opening del Maxxi di Roma.

In tale occasione Bondi aveva dichiarato: “Rivendico al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e al ministro Altero Matteoli il merito di aver portato a compimento il primo museo delle arti del XXI secolo». In più Vittorione ha ipotizzato di cambiare il nome del Maxxi ed intitolarlo a Silvio Berlusconi proprio come il Beaubourg parigino, noto come Centre Pompidou perchè fortemente voluto dall’allora presidente francese Georges Pompidou. Inoltre in questi prossimi giorni, Vittorio Sgarbi dovrebbe ricevere da Bondi la nomina di Soprintendente Speciale al Polo Museale di Venezia che si aggiungerebbe a quella di curatore del Padiglione Italia alla prossima Biennale e a tante altre cariche.

Al Tel Aviv Museum of art corre la BMW di Roy Lichtenstein

Il Tel Aviv Museum of Art ha deciso di presentare al pubblico una mostra decisamente fuori dal commune, si tratta infatti di un evento impreziosito dalla presenza di 16 macchine da corsa che ad oggi rappresentano il più alto grado di design automobilistico del 20esimo secolo.  C’è da dire che il design automobilistico è considerato fra i più importanti del design industriale e gli artefici delle macchine sono tra i più celebri professionisti del settore del mondo. Quindici delle macchine in esposizione provengono da collezionisti israeliani ed una macchina in particolare fa parte della collezione BMW di Berlino. Si tratta ovviamente della BMW 320i, creata dal pop artist americano Roy Lichtenstein.

Parlando del suo design per la potentissima autovettura, Lichtenstein disse: “Ho disegnato delle linee che intendono raffigurare la strada che la macchina deve percorrere, la mia creazione mostra anche la campagna che il bolide sta attraversando. Si tratta di un compendio di esperienze che si possono sperimentare viaggiando su di un’autovettura e tali esperienze sono riflesse sulla macchina ancor prima che essa viaggi su strada”.

Eroi Eroine. Iconologia e simulacro al Castello di Rivalta

Miti, eroi di mondi lontani e supereroi del tempo presente, personaggi del mondo delle fiabe e dei romanzi, dei fumetti, del cinema, dei cartoons e della pubblicità sono i protagonisti della mostra Eroi Eroine. Iconologia e simulacro.

La mostra, infatti, attraverso la messa in scena di queste figure affascinanti che hanno segnato e caratterizzato la storia delle immagini dall’antichità ad oggi, vuole presentare un percorso che racconta la storia di questi personaggi fantastici. Gli artisti Maura Banfo, Roxy in the Box, Jan Fabre, Pierre Klossowsky, Oleg Kulik, Paolo Leonardo, Andrea Massaioli, Francesco Sena, Anne Schneider, Diego Scroppo, Mary Sue e Hung Tung-Lu diventano i registi di una pièce di attori-eroi: Lancillotto e Gulliver, Alice e Sailor Moon, Padre Pio e il Tuffatore di Paestum, la ballerina di Degas e il Chupa Chups, Ippocrate e i fratelli Lumière, i Vinti e gli antieroi. Un cast di icone, di figure, che diviene un luogo per scoprire i valori simbolici e culturali dei “nostri” eroi.

Tania Bruguera al Museo Madre di Napoli

Lunedi’ 7 giugno alle ore 19.00 con la performance Touched by discipline dell’artista cubana Tania Bruguera inaugura negli spazi del Museo Madre la seconda edizione di Corpus. Arte in azione.
Corpus. Arte in azione, a cura di Adriana Rispoli ed Eugenio Viola, e’ frutto della collaborazione con il Napoli Teatro Festival Italia, avviata l’anno scorso con l’intento di approfondire la relazione tra la pratica artistica contemporanea e le sperimentazioni teatrali piu’ radicali.

Interamente declinata al femminile, questa edizione di Corpus offre un focus sull’America Latina attraverso il lavoro di alcune artiste che hanno riconfigurato ambiti e territori della performance a cavallo tra i due millenni: Teresa Margolles, Tania Bruguera, Regina Jose’ Galindo e Maria Jose’ Arjona, cui si affiancano la croata Xena Zupanic diretta da Sebastiano Deva, napoletano come napoletana e’ anche MaraM.

Zaha Hadid contro Sgarbi: “Non capisce l’arte contemporanea!”

Il 28 maggio scorso è apparso sul quotidiano La Repubblica, esattamente all’interno della cronaca di Roma, un inquietante articolo che getterebbe alcune ombre sul curatore del Padiglione Italia alla prossima Biennale di Venezia. Stiamo ovviamente parlando del prezzemolino VIttorio Sgarbi che avrebbe rilasciato alcune dichiarazioni vistosamente polemiche contro il Maxxi progettato e realizzato  dall’archistar Zaha Hadid.

Ovviamente Zaha Hadid non è certo rimasta a guardare ed ha sferrato un attacco decisamente pugnace contro il nostro Vittorione. Come molti di voi ben sapranno in questi giorni il novello museo romano ha finalmente aperto le sue porte. Al vernissage, pubblico e critica hanno lodato la creatura dell’architetto e tutti sono rimasti affascinati dal pregevole dialogo che la struttura riesce ad instaurare con le opere esposte. Ovviamente, come spesso succede, non tutti hanno gradito il progetto di Zaha Hadid.