New York, New York

New York a go go, se dalle nostre parti il torrido caldo estivo è teatro di partenze vacanziere che poco hanno a che fare con l’arte contemporanea, la grande mela è in continuo fermento e propone a getto continuo eventi interessanti e gustose notizie.

Si parte dalla Marian Goodman Gallery che fino al 28 agosto propone una mostra collettiva intitolata As Long As it Lasts. All’evento parteciperanno 14 artisti di differenti generazioni tra cui svettano i nomi di Thomas Struth,Oliver Babin, Johanna Billing e Pierre Huyghe. Le opere in mostra vanno dalla scultura al dipinto passando per la fotografia e l’installazione video. Come suggerito dal titolo che in italiano si traduce in Finchè dura, gli artisti in mostra indagano sulla transitoria natura della vita, sulla contemplazione della moralità e sulla morte.

Le apparizioni di Cerith Wyn Evans e Throbbing Gristle

Esasperati ed esasperanti, trasgressivi fino al midollo, i Throbbing Gristle sono stati una band di musica sperimentale ed un gruppo artistico inimitabile, capace di esplorare senza confini tematiche come la morte, il fascismo, la mutilazione ed il degrado fondendole con suoni cacofonici e metallici, loop e antimelodie estremiste che hanno portato il confronto artistico a livellli altissimi.

Formatisi nell’autunno del 1975 a Londra per volere del leader, il signor Genesis P-Orridge (oggi signora) e di Chris Carter, Cosey Fanni Tutti e Peter Christopherson, i Throbbing Gristle salirono presto agli onori della cronaca per le loro controverse esibizioni dal vivo, durante le quali facevano ampio uso di immagini disturbanti, tra cui fotografie pornografiche e altre che raffiguravano campi di concentramento nazisti con l’obiettivo di indagare i lati più oscuri e deviati dell’animo umano.

Pipilotti Rist a Zurigo ed a Venezia con Pepperminta

Pipilotti Rist sarà l’artefice di una serie di opere artistiche ispirate alle fantasie domestiche per la sua prossima mostra a Zurigo per la galleria Hauser & Wirth, programmata per il prossimo 28 agosto. Il piano terra della galleria sarà trasformato in un fantastico salotto, uno spazio dove mura, pavimenti e mobili saranno invasi da immagini. Per l’acclamata artista svizzera la video installazione prende le forme più disparate che ella porta con se come in uno zaino “che contiene tutto: pittura tecnologia, linguaggio, immagini, poesia, commozione, premonizioni di more, sesso ed amicizia”.

Ligthbox, video oggetti e una miriade di fotografie stampate su materiali vari saranno parte dell’arredamento di questa stanza fantastica ricreata negli spazi della galleria. Musica ed effetti sonori coabiteranno con complementi d’arredo creando una sorta di discoteca da salotto, un concept che l’artista vorrebbe espandere al comune salotto domestico. Le energie positive ispirate dall’arte di Pipilotti Rist ed il suo universo fantastico e colorato rappresenteranno nel corso della mostra una vera e propria fusione tra spazio pubblico e privato.

Belli e perdenti nella New York degli anni ’90

Sulle prime verrebbe da pensare “oh no, ci risiamo ecco che ci propinano un altro documentario sulla scena underground della New York degli anni ’90“. Già perchè la grande mela è stata il crocevia di numerosi movimenti di sottocultura che sono poi confluiti in altrettante numerose pellicole, si va dall’indagine sul movimento punk operata in End Of the Century (2003) di Jim Field fino al mitico documentario sulla cultura hip hop Beat This (1984) di Dick Fontaine. Anche Marc Singer nel 2000 ha prodotto un interessante film intitolato Dark Days, incentrato sui senza tetto e sulla vita di strada.

Sorprendentemente questa volta non si tratta nemmeno dell’ennesimo documentario fatto uscire furbescamente dopo la morte dell’icona della street art newyorkese Dash Snow. Il nuovo film documentario di Aaron Rose, intitolato Beautiful Losers è infatti una piccola perla in un universo alquanto ripetitivo. Beautiful Losers rende infatti omaggio all’universo delle fertili sottoculture americane degli anni novanta, una scena che ha ispirato la creatività di numerosi artisti considerati oggi le nuove stelle dell’arte contemporanea.

Il mondo dell’arte contro le violenze sugli animali

 La National Coalition Against Censorship e la College Art Association hanno sporto denuncia presso la corte suprema degli Stati Uniti per un caso di crudeltà nei confronti degli animali. Il caso riguarda il 68enne Robert J. Stevens della Virginia che è stato accusato di aver venduto alcuni video contenenti scene di lotta fra pit bull. Stevens che ha inoltre scritto un libro dal titolo Dogs of Velvet and Steel circa l’allevamento dei pit bull è stato condannato a 37 mesi di prigione per aver prodotto materiale multimediale con atti di violenza contro gli animali.

La legge ammette eccezioni per opere che mostrino seri intenti artistici ma c’è il rischio che giudici e pubblici ministeri interpretino questa legge in maniera del tutto personale, evitando di riconoscere quelle opere che davvero rappresentano un serio esempio di avanguardia e di arte concettuale. D’altro canto non è la prima volta che un artista subisce le ire della legge o della censura, basti pensare a Marcel Duchamp e Andy Warhol. C’è da dire che andrebbero comunque ben analizzate quelle opere che potrebbero nascondere una reale minaccia contro poveri animali indifesi.

Liam Gillick fa tappa a Chicago

 Torna uno dei più discussi artisti della Biennale di Venezia 2009, si tratta di Liam Gillick artista inglese scelto per rappresentare il padiglione tedesco, subito ribattezzato da Globartmag come padiglione Ikea, per l’imbarazzante somiglianza dell’opera presentata con qualsivoglia complemento d’arredo della famosa azienda svedese.

Come già detto anche in patria tedesca l’opera dell’artista non ha riscosso numerosi consensi. Tutto ciò non ha sicuramente demotivato Gillick il quale sarà ospitato dal 10 ottobre prossimo fino al 10 gennaio 2010 al MCA Museum of Contemporary art di Chicago in occasione di un grande evento dal titolo Three Perspectives and a Short Scenario. Liam GIllick è emerso nei primi anni ’90 come attore principale della nuova scena dell’arte inglese, la sua fama è dovuta alla produzione di sofisticate opere costituite da strutture architettoniche fatte di alluminio e plexiglas colorato.

Zena el Khalil alla Fondazione Merz di Torino

A’Salaam Alaykum: Peace be upon you (La pace sia con voi) è il terzo appuntamento di Meteorite in Giardino, una rassegna di arte visiva a cura di Maria Centonze.

Con il lavoro A’Salaam Alaykum: Peace upon you, Zena el Khalil racconta una generazione che vive nel ricordo costante della guerra e nella consapevolezza che questa possa ricominciare, ma che contemporaneamente desidera il ritorno alla normalità e soprattutto alla pace. In primo piano una grande scritta che riporta Allah in arabo, alta circa 3,80 m, interamente ricoperta da tessere di specchi che riflettono la luce dei faretti posti ai lati della vasca della Fondazione.

La fotografia è defunta? se ne parla a Birmingham


Mentre in Italia ultimamente è tanto alla moda dir che la pittura è oramai agli sgoccioli nel resto dell’Europa si stanno verificando situazioni analoghe ma riferite ad altre tecniche artistiche. Un poco per celia ed un poco per noia o per non morir come diceva il comico Ettore Petrolini, a Birmingham si sono messi in testa che la fotografia è ormai defunta.

Ovviamente si tratta di una provocazione poichè Photography is Dead è il titolo della nuova edizione dell’International Photographic Review organizzato da Rhubarb-Rhubarb l’agenzia di sviluppo per artisti che usano il mezzo fotografico sia digitale che tradizionale. L’evento riconosciuto in tutta Europa oltre ad aprire il dibattito su questa scottante tematica, rappresenta una ghiotta occasione per ammirare e comprare immagini dei più grandi fotografi internazionali sia emergenti che famosi.

Il trip acido di Justin Lowe e Jonah Freeman

La galleria Deitch Projects di New York non finisce mai di stupirci, come già annunciato in un nostro precedente articolo lo spazio espositivo posto al livello superiore è attualmente occupato dalla mostra in memoria di Dash Snow ma la pirotecnica galleria ospita attualmente nei suoi spazi anche un altro avvincente evento. Si tratta di Black Acid Co-op, progetto collaborativo di Justin Lowe e Jonah Freeman che per l’occasione hanno letteralmente invaso la galleria, ricreando ambienti allucinati ed allucinanti costituiti da labirinti, corridoi e piattaforme d’osservazione affastellati uno sull’altro in maniera del tutto frenetica e fantastica.

I due artisti hanno ricreato una installazione che simula gli interni di una casa i cui occupanti sono dediti alla produzione di cristalli di metanfetamina. Quando si parla di Ice , Shaboo e Shabu (termine in uso nelle Filippine) ci si riferisce alla forma più pura della metanfetamina, ovvero cristalli solitamente limpidi di d-metanfetamina cloridrato. Spesso viene fumata o iniettata con effetti di gran lunga superiori alle altre vie di assunzione.

Una camera ardente per Dash Snow alla Deitch Project

La mostra in memoria dell’ormai celebre street artist Dash Snow, morto la scorsa settimana di overdose a soli 27 anni, è un evento informale senza titoli pomposi e regolato da un semplice principio: coloro che in vita hanno conosciuto ed apprezzato Snow sono invitati a portare qualcosa in suo ricordo. Questi oggetti saranno esposti in un piccolo spazio alla Deitch Projects di New York. La galleria diverrà così una sorta di cappella, una particolare camera ardente per un artista del tutto particolare.
“Questa non è una mostra con una linea curatoriale” afferma Kathy Grayson, gallery director della Deitch Projects “Qualsiasi tipo di memoria riguardante il compianto artista è ben accetta” e c’è da dire che con una o due eccezioni la gallerista è riuscita ad aggiungere tutti gli oggetti portati dagli amici e dai fan di Dash Snow. Tra le cose rinvenute c’è anche un grande light box di proprietà del collezionista Mark Fletcher.

Anche l’arte è andata sulla luna

In questi giorni si festeggia il 40esimo anniversario dalla storica camminata dell’astronauta Armstrong sulla superficie lunare. Ovviamente radio, tv e giornali hanno dedicato ampio spazio alla commemorazione di un evento che in sostanza ha cambiato la nostra vita, segnando l’inizio di una nuova era, quella spaziale.

Ma l’orbita lunare non è stata solamente oggetto di voli spaziali, i voli di fantasia di coloro che non hanno mai fatto parte dei 12 uomini che hanno calpestato la superficie lunare sono praticamente incalcolabili. La Luna è stata una fonte d’ispirazione per molti artisti, influenzando in maniera netta anche l’arte contemporanea. Proprio in questi giorni alla BFI di Londra, Simon Faithfull esplora il bisogno dell’uomo di sconfiggere la forza di gravità mediante l’uso di videocamere attaccate a palloni aerostatici e razzi che viaggiano sull’inospitale confine dell’atmosfera.

Marilyn Minter e Madonna, insieme lo fanno meglio

Il fascino lascivo e la lussuria di un mondo immerso nel glamour grottescamente riprodotto da Marilyn Minter, artista americana classe 1948, non poteva far altro che conquistare una regina dell’eccesso come Madonna.

La signora Ciccone ha infatti deciso di utilizzare un’opera video della famosa artista della Lousiana come sfondo della sua canzone Candyshop per lo Sticky and sweet tour che porterà la cantante di origini italiane in giro per il mondo. Questo interessante incontro tra pop music e arte contemporanea all’insegna del sesso e della trasgressione giunge proprio dopo la sconcertante notizia secondo la quale una seconda persona sarebbe morta in seguito al crollo del tetto del palco che avrebbe dovuto ospitare a Marsiglia il concerto di Madonna.

Record Again, quarant’anni di videoarte tedesca

 Dal 18 luglio al 6 settembre lo ZKM  Zentrum für Kunst und Medientechnologie di Karlsruhe in Germania, ospiterà una grande retrospettiva dedicata alla ormai mitica storia della videoarte tedesca. La mostra dal titolo RECORD>AGAIN!–40yearsvideoart.de–Part 2, partirà dagli anni ’60 fino ad arrivare ai primi anni del XXI secolo.

L’evento mostrerà numerose scoperte che sono rimaste inedite per decine di anni. Molte opere sono state laboriosamente restaurate nei laboratori dello ZKM mediante l’uso di macchinari antiquati, necessari per visionare le vecchie bobine o cassette. RECORD > AGAIN! presenta circa 50 video degli ultimi 40 anni che riflettono la diversità e la creatività della scena video tedesca.  Tra le tante opere sarà presente ad esempio il famoso match di boxe che Joseph Beuys combatté in occasione di Documenta 5 nel 1972.

David Byrne fa suonare tutta Londra


La Roundhouse di Londra sarà convertita in un gigante strumento musicale che il pubblico potrà suonare, il leggendario spazio creativo ospiterà infatti dal 8 al 31 agosto un’installazione sonora dell’eclettico David Byrne intitolata Playing The Building.

L’opera consiste in un vecchio organo piazzato al centro dello spazio espositivo, attaccato a dei cavi e fili low tech che si espandono sui pilastri della costruzione e sulle travi del soffitto. Una volta premuto un tasto dell’organo l’intera struttura risuonerà come una gigantesca cassa armonica. L’opera di David Byrne è stata già esposta lo scorso anno al Battery Maritime Museum di New York riscuotendo un enorme successo di pubblico e critica.