Angelo Bellobono / Vania Comoretti – Vis-à-vis

Si tiene il giorno 8 aprile 2011 presso whitelabs di Milano l’opening della doppia personale Vis-à-vis. Angelo Bellobono. About Freedom & Vania Comoretti. Iride a cura di Nicola Davide Angerame. Il progetto con il quale whitelabs espone per la prima volta in una personale a Milano il lavoro dell’artista romano Angelo Bellobono e dell’artista udinese Vania Comoretti, vincitrice della Prima edizione del Premio Saatchi Showdown (Londra, Inghilterra), in una mostra che accoglie lavori inediti creati appositamente per questo evento e che fanno parte di due serie di ricerca portate avanti dai due artisti.

Vis-à-vis è un progetto che nasce con questa doppia personale, creato dal critico Nicola Davide Angerame, che lo descrive così: “L’idea di mettere due artisti faccia a faccia, mi è venuta da una impressione forte che lo spazio di whitelabs mi ha suscitato. Ci sono due pareti lunghe oltre 14 metri che si fronteggiano a cinque metri di distanza. Soffitto basso. Pochi spazi sono così. Ci sono le sale, i saloni, gli hangar, le salette, ma questo “muro contro muro” lo vedo solo qui. Allora perché non sfruttarlo per mettere in dialogo ravvicinato i lavori di artisti che non hanno mai esposto a Milano e che possono qui trovare un luogo di confronto e di conforto. Presenteremo artisti che si amano e che si odiano, i cui lavori sono in sintonia oppure stridono. L’armonia è importante almeno quanto la distonia”.

Danni al Prada Marfa nel Texas ed arte sulle tessere del metrò a N.Y.

Sei anni fa il duo artistico formato da Elmgreen e Dragset creò un falso store del fashion brand Prada nel bel mezzo del deserto del Texas. Il Prada Marfa art project, costato all’epoca circa 100.000 dollari, voleva sottolineare l’inutilità del lusso e metterne in evidenza le sue contraddizioni. Ultimamente però, quella strana costruzione nel deserto è oggetto di atti vandalici assai frequenti. Nelle ultime settimane sono infatti comparsi numerosi graffiti sulle mura dell’edificio ed una placca in ottone è stata asportata.

In merito all’intera faccenda Elmgreen e Dragset hanno dichiarato: “La nostra intenzione è quella di lasciare che il Prada Marfa si disintegri nel tempo. Questo però deve accadere in maniera naturale. La highway 90 non offre molti svaghi ed è quindi logico che la scultura è divenuta in poco tempo il bersaglio preferito dei vandali annoiati”. Il finto shop era già stato oggetto di atti vandalici in passato. A pochi giorni dalla sua inaugurazione due ladri lanciarono un’ autovettura contro la porta d’ingresso fracassandola solo per poi accorgersi che all’interno del Prada Marfa erano presenti solo scarpe destre. Magro bottino ci verrebbe da dire.

La Francia cancella un prestito di opere in Giappone per la fobia nucleare

Dopo il tremendo terremoto con conseguente tsunami il Giappone sembra essere caduto vittima di una stramba vicenda legata all’arte ed alla fuga di radiazioni causata dalle plurime esplosioni occorse alla centrale nucleare di Fukushima.  Il mondo è ormai preda della paura del nucleare ed anche dalle nostre parti i contatori Geiger sono andati letteralmente a ruba. Molti  hanno già preso le dovute precauzioni, bandendo dalle loro tavole latte e verdure a foglia larga. Questo però riguarda le fobie sociali ma cosa hanno a che fare arte e radiazioni, vi starete chiedendo?

Cominciamo dall’inizio, il prossimo 5 aprile doveva essere inaugurata in quel di Hirsohima (esattamente al Prefectural Art Museum) una grande mostra dedicata all’impressionismo dal titolo Birth Of Impressionism, il 60% delle opere in mostra sarebbero state prese in prestito da ben 4 musei francesi. La mostra avrebbe dovuto ospitare 84 opere, tra capolavori di Claude Monet, Pierre-Auguste Renoir, Jean-François Millet, Gustave Courbet e tanti altri.

Artsicle e la vendita di “croste” online

Collezionare opere d’arte è senz’altro un’attività dispendiosa e non sempre redditizia. Molti investimenti infatti si rivelano fallimentari e c’è sempre il rischio di pescare la “carta” sbagliata da un mazzo decisamente cospicuo. Alcuni collezionisti però acquistano opere per il solo privilegio di possedere una creazione unica, in grado di suscitare emozioni e deliziare la vista. Il vasto mare di internet propone diverse piattaforme per l’acquisto di opere d’arte. Si va dai multipli in edizione limitata sino alle opere uniche di quotati artisti internazionali. Alcune case d’asta inoltre hanno da qualche tempo lanciato le aste online e con la Vip Art Fair è ora possibile assistere ad  una fiera d’arte virtuale.

Non sempre però l’offerta è di alta qualità. In questi giorni un’altra nuovissima piattaforma online si inserita in questo vasto spettro di offerte. Si tratta di Artsicle, sito che si propone l’obiettivo di offrire al pubblico opere d’arte originali, accessibili a tutti. Il meccanismo funziona più o meno così, Artisicle invita i migliori artisti emergenti della scena newyorchese ( questo secondo il loro parere) a far parte del proprio circuito.

Lorenzo Lotto alle Scuderie del Quirinale di Roma

Nel 1509 giunge a Roma, chiamato da papa Giulio II, il talentuoso ma schivo trentenne Lorenzo Lotto. Si è lasciato alle spalle la tranquilla provincia veneta e marchigiana per il grande cantiere del classicismo rinascimentale in cui erano attivi i lombardi Bramante, Bramantino e Cesare da Sesto, i senesi Sodoma e Domenico Beccafumi, l’eccelso Michelangelo e, soprattutto, Raffaello con i suoi allievi, a fianco del quale il veneziano avrebbe dovuto lavorare.

Dopo neppure un anno, però, colui che si racconterà sessantaduenne “solo, senza fedel governo e molto inquieto nella mente”, abbandonerà ogni incarico, riprendendo quel vagabondare che lo condurrà all’emarginazione, subita in parte, in parte provocata, fino a spegnersi da padre oblato nella Santa Casa di Loreto, nelle Marche. La grande impresa vaticana, intanto, era stata affidata per intero alla responsabilità di Raffaello.

L’Università dell’Iowa vuole vendere un Pollock donato da Peggy Guggenheim

Un’opera d’arte, come si sa, rappresenta un patrimonio culturale praticamente inestimabile. Quando poi l’opera in questione è stata prodotta da un vero e proprio maestro, allora essa diviene un vero e proprio bene per l’umanità. Ma possedere un’opera d’arte creata da un famoso artista significa anche essere proprietari di un bene economico in continua rivalutazione. Lo sanno bene i vertici della University of Iowa che dal 1951 beneficiano di una grande opera dal titolo Mural (1943) creato da Jackson Pollock e successivamente donato all’istituzione scolastica da quell’eroina dell’arte contemporanea che risponde al nome di Peggy Guggenheim.

Ora va detto che l’opera, posta all’interno degli spazi scolastici, rappresenta un vero e proprio strumento formativo, ammirato da 100.000 persone l’anno. Studenti e semplici visitatori che trovandosi davanti all’opera di Pollock possono ricevere un primo assaggio dell’arte contemporanea statunitense. Ebbene l’Università dello Iowa ha deciso di mettere in vendita l’opera del grande maestro per supportare al meglio i propri studenti.

Arte e nudo, un binomio immortale ma su Facebook…

Torniamo oggi a parlare di Facebook una piattaforma estremamente popolare ed amata anche dagli artisti del contemporaneo. Sempre più giovani leve usano infatti questo potente mezzo per pubblicizzare al meglio il proprio lavoro. Ormai è all’ordine del giorno creare eventi per invitare quanta più gente possibile alle mostre o semplicemente mostrare agli altri le foto delle nuove opere come se si trattasse di una forma di portfolio online che può essere apprezzato o criticato da tutti. Oggi però vorremmo parlarvi di una questione assai bizzarra che in qualche modo ostacola la normale fruizione dell’arte su Facebook.

Già perchè il nostro social network preferito odia il corpo umano o se preferite ne ha una paura fottuta. Tutto nasce dal tentativo di arginare la nudità ed il fenomeno del porno ma negli ultimi tempi la situazione è degenerata a tal punto che esporre sulla propria pagina un semplice disegno con un nudo di donna (o di uomo) può scatenare le ire di Mark Zuckerberg e soci. Le contromisure sono sempre le stesse, ammonire formalmente l’utente o cacciarlo direttamente dalla piattaforma.

Dante Gabriel Rossetti – Edward Burne Jones e il mito dell’Italia nell’Inghilterra vittoriana

La Galleria Nazionale d’Arte Moderna annuncia una importante mostra dedicata al rapporto di fascinazione fra l’arte inglese del XIX secolo e la cultura artistica italiana, dal “gusto dei primitivi” al pieno Cinquecento, partendo dai paesaggi di ispirazione italiana di William Turner, attraverso gli studi di John Ruskin su cicli pittorici, monumenti e architetture. A distanza di 25 anni dalla fortunata retrospettiva dedicata a Burne-Jones, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna torna il 23 febbraio con una grande mostra sull’arte inglese del secondo Ottocento in cui sono esposte più di 100 opere, provenienti da prestatori privati e musei internazionali, molte delle quali per la prima volta in Italia.

Il nucleo principale della rassegna comprende i preraffaelliti Dante Gabriel Rossetti, Edward Burne-Jones, William Morris e indaga la particolare declinazione del classicismo nell’ambito della Royal Academy operata da artisti come Frederic Leighton e da rappresentanti della cultura estetica e simbolista come Albert Moore, George F. Watts e John William Waterhouse.

Se Van Gogh entra nel suo periodo marrone

La notizia è apparsa anche su alcuni quotidiani nazionali: Vincent Van Gogh è entrato nel suo periodo marrone. Ovviamente ci riferiamo al progressivo deterioramento del giallo vivo di alcuni tra i suoi più celebri dipinti, tra cui anche la serie dei Girasoli, dipinti ad olio su tela realizzati tra il 1888 ed il 1889 ad Arles. Ebbene il problema risiede nel giallo cromo usato dal grande maestro, tale colore largamente in voga verso la fine del 19esimo secolo era costituito da elementi chimici industriali altamente tossici ed altamente cangianti. Quindi una volta esposti alla luce i pigmenti possono, nel tempo, spostarsi dalla colorazione originaria.

Questo è il motivo per cui molti dipinti di Van Gogh non appaiono più come prima. Anche il maestro conosceva l’effetto del giallo cromo usato per comporre le opere ma come sappiamo Van Gogh, a causa della sua estrema povertà, non aveva molta scelta.

Andrea Chiesi – Io rifletto

Guidi&Schoen Arte Contemporanea di Genova inaugura il 10 febbraio il nuovo progetto dell’artista modenese Andrea Chiesi. Chiesi espone un nuovo ciclo di dipinti su tela sui quali ha lavorato nell’ultimo anno. Dopo la personale da Nohra Haime a New York l’artista ha compiuto, durante un lungo soggiorno americano, una serie di viaggi lungo la costa est degli Stati Uniti (Philadelphia, Boston, Beacon, Providence, Washington…).

Come di consueto l’artista ha scattato una serie di immagini dell’area. Successivamente nel dipingerli li ha ricostruiti, modificando le costruzioni, lavorando per sottrazione, oppure all’opposto intensificando le linee, spingendo la prospettiva oltre una soglia che pare infinita, con una rigorosa insistenza a metà strada tra la pratica zen e l’ossessione maniacale.

Thomas Scheibitz – Il fiume e le sue fonti

La Collezione Maramotti di Reggio Emilia presenta una mostra di dipinti e sculture di Thomas Scheibitz, uno dei più significativi artisti tedeschi contemporanei (nel 2005 ha rappresentato la Germania alla Biennale di Venezia). Nella complessa struttura compositiva delle opere di Scheibitz, i variati elementi iconici e tettonici costituiscono o alludono a trasposizioni astratte, para-geometriche, di figure e segni tratti dal deposito collettivo di immagini che la cultura visuale storica e i diversi media, dalla pubblicità al cinema, mettono oggi a disposizione. Nel processo di costruzione pittorica messo in atto dall’artista, questi elementi sono sempre caratterizzati da un’accentuata inscrizione prospettica, che si è mantenuta costante nell’evolversi del suo linguaggio.

Un analogo procedere si manifesta nelle sue sculture: l’artista traspone ermeticamente in articolazioni plastiche astratte le figure che ha raccolto nell’esplorazione sistematica dell’immaginario visuale collettivo, evolvendo la citazione in invenzione. Per questo egli fa regolarmente coesistere nelle sue esposizioni opere su tela e strutture tridimensionali.

Un anno di “ritrovamenti d’arte”

Lo scorso ottobre un polveroso dipinto nascosto per anni dietro un vecchio sofà è stato ritrovato in una casa a Buffalo, New York. Gli esperti hanno dichiarato che si tratta di un dipinto di Michelangelo che potrebbe raggiungere la sbalorditiva cifra di 300 milioni di dollari. Sono ancora in corso gli accertamenti del caso.

A novembre Pierre Le Guennec è andato in pensione. L’uomo circa 40 anni fa aveva svolto alcune mansioni come elettricista e tuttofare per Pablo Picasso nella residenza in Costa Azzurra. In cambio il celebre artista avrebbe pagato l’uomo con circa 271 schizzi e disegni del valore complessivo di 50 milioni di dollari. E’ comunque in corso una battaglia legale con gli eredi di Picasso che accusano Le Guennec di furto delle opere.

Pittura europea dagli anni ’80 ad oggi

La Fondazione Stelline di Roma apre il 2011 presentando “Collezioni alle Stelline”, un nuovo ciclo espositivo che fa dialogare collezioni private d’arte contemporanea e istituzioni pubbliche, in sintonia con le richieste di un pubblico sempre più numeroso e interessato, esponendo 25 grandi opere dalla Collezione Alessandro Grassi, selezionate sul tema della pittura europea dagli anni Ottanta a oggi. L’iniziativa sarà inaugurata mercoledì 12 gennaio 2011 alle ore 18 in occasione di una conversazione sul tema “La Pittura nelle collezioni d’arte in Italia” con Pasquale Leccese, curatore della collezione Grassi, Francesca Pasini, Giorgio Verzotti e alcuni degli artisti della collezione Grassi.

La mostra di questo importante nucleo della Collezione Alessandro Grassi, – afferma Camillo Fornasieri, presidente della Fondazione Stelline – ci permette di continuare nel nostro progetto di rendere la Fondazione Stelline un luogo vivo 365 giorni all’anno, un punto di riferimento costante per l’offerta di qualità nel panorama non solo cittadino. “Collezioni alle Stelline” è un progetto pensato per disporre il Palazzo a ricevere e condividere una nuova conoscenza, quella di opere del recente passato raccolte e collegate dalla predilezione del collezionista”.

Il mondo sottosopra di Marc Chagall

«Un uomo che cammina ha bisogno di rispecchiarsi in un suo simile al contrario per sottolineare il suo movimento» così come «un vaso in verticale non esiste, è necessario che cada per provare la sua stabilità». È questo il mondo “sottosopra” immaginato da Marc Chagall (1887 – 1985), raccontato in una eccezionale esposizione a venticinque anni dalla sua morte.

Dopo il grande successo riscosso al Musée National Marc Chagall di Nizza, che l’ha prodotta e ospitata fino ad ottobre, l’esposizione “Chagall. Il mondo sottosopra” è stata inaugurata il 22 dicembre al Museo dell’Ara Pacis di Roma. In mostra circa 140 opere tra dipinti e disegni, alcuni dei quali inediti, provenienti da collezioni private, dal Musée National D’art Moderne Centre Georges Pompidou e dal Musée National Marc Chagall di Nizza. L’evento, a cura del Direttore dei musei nazionali del XX secolo delle Alpi-Marittime Maurice Fréchuret e della Responsabile delle collezioni al Musée National Marc Chagall Elisabeth Pacoud-Rème, è promosso da Roma Capitale, Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione – Sovraintendenza ai Beni Culturali e organizzato dal Musée National Marc Chagall in collaborazione con Zètema Progetto Cultura.