A 23 anni dalla morte del grande genio della pop art Andy Warhol, un esercito di persone ha dichiarato di aver lavorato fianco a fianco con lui nella Factory durante i gloriosi anni ’60 ed il trionfo delle rivoluzionarie serigrafie con i volti di Elvis Presley e Marilyn Monroe. Uno di loro però non ha mai avuto bisogno di urlare a gran voce il suo contributo dato alla Factory, perchè le sue fotografie parlano da sole. Stiamo parlando di Billy Name che ora vive in un piccolo appartamento vicino ad una stazione dei treni a New York.
Per sette anni dal 1963, da quando cioè Warhol gli mise in mano una macchina fotografica Pentax Honeywell, Name è stato il fotografo ufficiale della Factory catturando ogni singola immagine ed ogni singolo volto delle superstars che transitavano nella fabbrica del pop. Name lasciò il suo posto nel 1970, traumatizzato dal celebre incidente del 3 giugno 1968 quando Valerie Solanas, un’artista frequentatrice della Factory, sparò ad Andy Warhol e al suo compagno di allora Mario Amaya. Entrambi sopravvissero all’accaduto, anche se Andy Warhol in particolare riportò gravi ferite e si salvò in extremis.
Il Palazzo di Versailles o per meglio dire il presidente del programma culturale dell’istituzione, Jean-Jacques Aillagon, ha da poco annunciato i primi dettagli della futura mostra dedicata al re del pop giapponese Takashi Murakami che si terrà dal 12 settembre al 12 dicembre. Le notizie trapelate dalle prime indiscrezioni sono alquanto sorprendenti.
Nell’aprile 2007 dopo la festa di compleanno nella sua casa di Manhattan un collezionista (rimasto nell’anonimato) si era reso conto che la sua scultura di una scatola di ketchup Heinz creata da Andy Warhol ed un disegno di Francis Picabia gli erano stati sottratti da sotto il naso. Ieri il Federal Bureau of Investigation, F.b.i per gli amici, ha arrestato James S. Biear, un impiegato del collezionista e lo ha accusato dei furti. Secondo quanto dichiarato dalla corte di New York, Biear aveva venduto l’opera di Warhol per 220.000 ad un collezionista di New York dichiarando di aver ricevuto la scultura come regalo da parte di suo zio.


L’Aldrich Contemporary Art Museum di Ridgefield nel Connecticut ospiterà fino al 16 settembre prossimo un’interessante mostra dedicata a Tom Sachs ed alla sua serie di opere incentrate sulla macchina fotografica. Per molti anni una piccola ma significante parte della produzione di Sachs ha avuto a che fare con le macchine fotografiche.