ARTE A PESARO – I PROTAGONISTI DEL NOVECENTO

Il Centro Arti Visive Pescheria propone per il periodo natalizio un’altra collezione privata di pittori del ‘900. L’Istituzione torna a relazionarsi con la realtà locale e territoriale in perfetta coerenza con la sua storia espositiva che ha visto ospitate negli scorsi anni preziose collezioni come la Collezione Giuliani e la Collezione Gastone Bertozzini.

La programmazione ha evidenziato alcune linee guida che hanno delineato l’identità dell’Istituzione, permettendone una riconoscibilità forte e precisa: “I nomi dei protagonisti di questa mostra sono quelli ben noti, a partire da Giuseppe Vaccai che alla data 1867 ci dà un’immagine del porto di Pesaro com’era, nell’enorme luce di una mattina feriale, e spalanca le porte al secolo successivo, a molte altre vedute di mare. Poi, Achille Wildi, Alessandro Gallucci, Enzo Bonetti, Fernando Mariotti, Nino Caffè, Tullio Zicari, Aldo Pagliacci, Giancarlo Scorza, Cesarina Zanucchi, Nanni Valentini.

Banksy e Gormley tornano a “far danni”

Era da diverso tempo che non si avevano più notizie del nostro invincibile paladino della Street Art, al secolo Banksy. Lo street artist sembrava infatti impegnato in una lunga lotta con il veterano King Robbo e, salvo qualche sporadica apparizione, non aveva creato nulla di eclatante.

Oggi invece sembrerebbe che Banksy sia tornato in azione, il condizionale è d’obbligo poiché non vi sono certezze sull’autenticità di un suo nuovo murale. L’opera in questione è magicamente comparsa sulle pareti della Norwich House, nelle vicinanze del Liverpool War Museum. Si tratta appunto di un nuovo murale raffigurante un biplano monocromo che lascia dietro di sè una scia a forma di cuore. Alcune foto dell’opera sono subito rimbalzate in rete e molti utenti di Twitter hanno battezzato l’opera con il nome di Love Plane.

Baratta torna in Biennale, l’unica vera notizia della nostra arte nazionale

“Dopo lunghi mesi di intrighi politici Paolo Baratta é stato rinominato presidente della Biennale di Venezia“. Questo il titolo della notizia pubblicata oggi dal celebre quotidiano online Artinfo. Nulla di strano, direte voi, se non per il fatto che di fatto questa è l’unica notizia riguardo l’arte italiana pubblicata da un magazine d’arte internazionale negli ultimi mesi.

I brogli politici sono l’unica cosa che riesce a far cassetta all’estero, quando si parla della creatività del nostro paese. Di certo il ritorno di Paolo Baratta non può che farci piacere, egli è stato infatti l’artefice di una vera e propria rinascita della Biennale ed ha contribuito a rendere tale manifestazione ancor più prestigiosa agli occhi del pubblico internazionale. Come ben ricorderete, qualche settimana or sono Silvio Berlusconi aveva tentato di detronizzare Baratta per insediarvi al suo posto Mr. Giulio Malgara, “inventore” dell’Auditel, grande amico dell’ex premier nonché figura totalmente impreparata per quanto riguarda il versante artistico.

Craigie Horsfield e Melissa Kretschmer alla galleria Alfonso Artiaco

La galleria Alfonso Artiaco di Napoli inaugura il 16 dicembre due mostre: la mostra personale di Craigie Horsfield e nel Project space la mostra di Melissa Kretschmer. Craigie Horsfield (nato a Cambridge nel 1949) è uno dei principali artisti contemporanei nel campo dei progetti sociali: il suo lavoro ha aperto la strada ad una significativa evoluzione dei concetti di comunità e di individuo che hanno influenzato molti artisti che, dopo di lui, si sono cimentati in questo campo.

Le opere di Horsfied spaziano tra diversi media: dai video alle installazioni, dalla fotografia alle sound installation fino ad arrivare alle performance, ciascuno posto sempre in un rapporto dialogante con l’altro ed utilizzati per una costante riflessione sui concetti di “relazione” e di “slow time”, di cui è riconosciuto come l’autore più influente. Per “relazione” Horsfield intende l’idea secondo la quale ciascun individuo si genera attraverso le relazioni che intesse con gli altri per creare un nuovo individuo che si sostanzia in ciascun incontro ed in ciascuna conversazione. I progetti sociali, le installazioni i suoi video o gli arazzi, sono tutti legati dalla costante speculazione sulla nozione di “relazione”, sia nel suo divenire, sia come racconto.

Tracey Emin docente alla Royal Academy, si accendono le polemiche

Era da un bel pezzo che non si sentiva parlare di Tracey Emin ma noi eravamo certi che la peperina della Young British Artists generation stava preparando qualcosa di mefistofelico, come al suo solito. Recentemente vi avevamo narrato della protesta sollevata dai Chapman Brothers che avevano duramente criticato la nostra peperina.

Nocciolo della questione erano i presunti rapporti di amicizia tra l’artista e le istituzioni inglesi, culminate con l’installazione di un’opera neon proprio all’interno del fatidico numero 10 di Downing Street. Evidentemente i fratelloni Chapman non avevano poi tutti i torti, qualche relazione privilegiata tra Tracey Emin ed i vertici del governo inglese deve pur esserci. Ebbene, dopo aver creato un poster alquanto discutibile per le prossime olimpiadi di Londra 2012, la peperina Tracey ha ricevuto l’ennesimo incarico istituzionale.

Giovedì difesa: Big tits zombie

Quante possibilità c’erano che io vedessi questo titolo e non andassi di corsa a cercare il film in streaming?

Il titolo originale: Kyonyû doragon Onsen zonbi vs sutorippâ, ovvero: Big Tits Dragon: Hot Spring Zombie Vs. Stripper era addirittura meglio, (sebbene suppongo che il suo riassunto “Big tits zombie” sia stato pensato per un più veloce accattivarmi).

Devo confessare un debole per il pop giapponese, continuo a leggere le recensioni di questo film e più o meno chi lo ha visto si scusa di averlo visto, dicendo cose tipo non vi cambierà la vita, ok ma l’ho visto perché è simpatico, è forte, mi piacciono le tette, oppure non l’ho visto apposta, ma per ridere, etc.

Anche la comunità creativa Russa si è unita alla protesta

Come forse molti di voi ben sapranno, lo scorso 4 dicembre in Russia hanno avuto luogo le elezioni parlamentari. I risultati del voto hanno sollevato un polverone di polemiche in tutto il mondo, questo poiché Russia Unita, il partito di Vladimir Putin e Dmitry Medvedev, ha vinto le elezioni pur con un’emorragia di voti allarmante. Fin qui tutto bene, il fatto è che secondo l’opinione pubblica Russia Unita ha miseramente barato, raccogliendo il quorum di voti con dei brogli elettorali.

Probabilmente Russia Unita avrebbe vinto lo stesso anche senza barare ma questi brogli sono lo specchio di un potere che non si accontenta di vincere, un potere che vuole il predominio assoluto. Come se tutto ciò non bastasse Mr. Putin ha dichiarato di voler ritornare alla presidenza nel marzo del 2012 e la reazione dei cittadini è stata quella di riversarsi nelle strade per manifestare contro lo strapotere di un presidente che ha il completo predominio della politica e della vita sociale in Russia. Come volevasi dimostrare anche la comunità creativa si è unita alla protesta, seguendo le orme dell’ormai celeberrimo movimento Occupy.

RUSSIAN COSMOS al Castello di Rivoli


Con il sostegno delle più alte Istituzioni Governative Italiane e Russe, il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea e il Multimedia Art Museum Moscow, nell’ambito del programma di scambio 2011 Anno della Cultura e della Lingua italiana in Russia e della Cultura e Lingua russa in Italia organizzano e presentano, in collaborazione con Civita, la mostra RUSSIAN COSMOS.

La rassegna, allestita negli spazi al terzo piano della residenza sabauda, è il secondo momento dello scambio culturale internazionale che – da maggio a luglio scorsi – ha presentato ai visitatori russi la mostra Arte povera a Mosca. Opere della collezione del Castello di Rivoli, evento senza precedenti per la Russia, sottolineato da uno straordinario successo di pubblico. RUSSIAN COSMOS, coincide in modo significativo con il cinquantesimo anniversario del primo volo spaziale di Yuri Gagarin e l’avvio dei principali programmi sovietici, europei e statunitensi per l’esplorazione dello spazio.

Damien Hirst e gli Spot Paintings, nuovi stimoli e giuste energie?

Era da molto tempo che non si sentiva parlare di lui ma evidentemente il folletto dell’arte contemporanea, al secolo mr. Damien Hirst era impegnato a preparare l’ennesimo colpo da maestro. Questa volta il piccolo genio della YBA è tornato sui suoi passi dando forse l’ennesima prova di una mancanza di idee alquanto condivisa all’interno del sistema internazionale, giunto oramai in una fase di stanca.

Per analizzare meglio questa notizia dobbiamo però partire dal passato. Come ben ricorderete, nel 2008 il signor Hirst organizzò un’asta storica, giusto prima del disastro economico dove tra le altre cose scoppiò anche la bolla speculativa dell’arte contemporanea. In quel frangente più di 21.000 persone visitarono la preview exhibition di Sotheby’s con le opere all’asta e nella conseguente vendita di due giorni il celebre artista totalizzò un bottino di circa 200 milioni di dollari. Ebbene, proprio all’alba di quella storica asta, Damien Hirst dichiarò al mondo intero che non avrebbe più creato spot paintings, vale a dire quei simpatici dipinti astratti con i pallini colorati.

Cervelli in fuga? Francesco Manacorda alla direzione della Tate Liverpool

Il prossimo aprile 2012 la Tate Liverpool avrà un nuovo direttore. A ricevere il testimone da Cristoph Grunenberg che ha guidato l’istituzione per ben dieci anni sarà Francesco Manacorda, 37enne rampollo della new curatorial generation che in una manciata di anni è riuscito a destreggiarsi in maniera egregia sia alla Biennale di Venezia sia alla Barbican Art Gallery oltre che a collaborare con importanti magazine di settore come Flash Art, Flash Art International, Frieze e Art Review.

Dulcis in fundo, negli ultimi due anni Manacorda ha guidato il timone di uno degli eventi fieristici più importanti del nostro italico stivale, vale a dire Artissima. La fiera di Manacorda non è stata certo una semplice avventura a fronte della crisi economica imperante ed i relativi tagli al budget. Il giovane direttore è riuscito però a portare a casa una sostanziale vittoria, costituita da ottime vendite, bagni di pubblico ed una visione curatoriale snella e fresca. Manacorda ha inoltre dovuto far i conti con le difficoltà logistiche della nuova e decentrata sede dell’Oval (padiglione fieristico costruito nel 2006 ai tempi delle Olimpiadi invernali di Torino) ed ha rilanciato la sfida con l’inedita Back to the Future, sezione della fiera focalizzata su artisti significativi, troppo spesso dimenticati dalla critica e dallo star system artistico.

Fausto Melotti al MADRE

A partire dal 16 dicembre 2011 fino al 9 aprile del 2012, si inaugura presso il MADRE a Napoli una grande mostra antologica dedicata a Fausto Melotti (Rovereto 1901 – Milano 1986) a cura di Germano Celant e organizzata in collaborazione con l’Archivio Fausto Melotti.

Riconosciuto da tempo, sia a livello nazionale che internazionale, come i suoi contemporanei Alexander Calder, Alberto Giacometti, Louise Bourgeois e Lucio Fontana, quale figura chiave nell’ambito della scultura moderna e contemporanea, Melotti si è contraddistinto per essere stato, sin dagli inizi degli anni trenta, tra i più significativi protagonisti del rinnovamento e dello sviluppo del linguaggio plastico e materico. La particolare capacità con cui l’artista è riuscito a coniugare la tradizione classica con gli interessi per le avanguardie europee, la conoscenza scientifica con una particolare sensibilità musicale, il talento scultoreo con quello di ceramista, la raffinata abilità letteraria e creatività poetica con la ricercatezza del disegnatore, sono tutte qualità che hanno contribuito ad affermarlo come uno dei talenti artistici più rilevanti del XX secolo.

Case d’asta e agenzie di rating, stessa faccia stessa razza?

In questi tempi di crisi si sente spesso parlare di spread e di rating, termini entrati ormai nel nostro vocabolario comune che ci riportano alla mente l’oscuro mondo della finanza. Per quanto riguarda il rating stiamo parlando di una valutazione data da agenzie private che in sostanza rappresenta un giudizio tutto da verificare, solitamente basato su criteri non scientificamente dimostrabili.

Anzi, molte volte in passato alcune agenzie di rating sono incappate nel meccanismo dell’insider trading, ovvero l’omissione di comunicazione al mercato di informazioni in grado di abbassare il prezzo del titolo, dando così il via ad una serie di speculazioni. Questo solitamente accade nel mondo della finanza ma non c’è da stupirsi se queste situazioni si ripetono anche nel mondo del mercato dell’arte contemporanea che dopotutto non si allontana poi tanto dai meccanismi di borsa. Potremmo infatti definire le case d’aste delle vere e proprie agenzie di rating che tramite quotazioni e vendite assegnano un valore nominale ad una data opera di un determinato artista.

Multe agli amanti dell’arte e censure online, la scena contemporanea è anche questa

Il mondo dell’arte contemporanea non è certo avaro di stranezze e singolarità. Inutile aggiungere quindi che in questi ultimi giorni ne sono accadute di cotte e di crude in tutto il globo. Ma bando alle ciance e passiamo dalle parti di Londra per vedere cosa è successo. Il sindaco Boris Johnson è insorto assieme a tutta la comunità artistica contro il Westminster Council. Il centrale della questione riguarda la decisione presa della istituzioni di far pagare il parcheggio nei weekend e la sera, con prezzi salatissimi che si aggirano attorno alle 5 sterline l’ora dalle sei e trenta del pomeriggio fino alla mezzanotte dal lunedì al sabato e dall’una del pomeriggio fino alle sei del pomeriggio di domenica.

Uno stillicidio per chi vuole recarsi a visitare importanti musei ed istituzioni come il V&A, la National Portrait Gallery, la Royal Opera House e le tante gallerie private della zona. “E’ una follia” ha tuonato Johnson, ma a rimetterci come al solito è il povero contribuente che non potrà nemmeno godersi una mostra in santa pace. Dalle parti degli Stati Uniti invece si è consumato l’ennesimo atto di censura, questa volta ai danni della performance artist Amber Hawk.