Alissa Walker ed il disastro dei siti web delle archistar

Alissa Walker è il nome di un’intraprendente ragazza che recentemente ha creato una sorta di Facebook dell’architettura chiamato Architizer. In alcuni suoi recenti post Alissa ha posto una domanda alquanto insolita e divertente: Perchè i più grandi architetti del mondo non riescono a creare dei siti web decenti? La domanda è decisamente piccante e la ragazza continua offrendo alcuni consigli che renderebbero i siti incriminati un tantino più user friendly, ma andiamo a leggere cosa ha scritto Alissa Walker.

Gli architetti sono ormai padroni assoluti dell’interattività. Le loro creazioni offrono ricche esperienze per gli utenti che si trovano a transitarvi all’interno. Ma se gli architetti disegnassero gli edifici nello stesso modo in cui disegnano i loro siti web allora saremmo tutti nei guai seri. Tra le grosse falle dei websites degli archistars c’è un largo uso di animazioni Flash che rendono i siti accattivanti ma incredibilmente lenti e macchinosi e sono impossibili da visitare se si naviga con un telefonino.

Robin Rhode, dal Sud Africa a Los Angeles

A New York l’artista sudafricano del momento è William Kentridge ma a Los Angeles la vera star è Robin Rhode, giovane artista e conterraneo del suo illustre collega. L’arte di Rhode è strettamente connessa alle sue radici sud africane e molto spesso usa meccanismi creativi simili a quelli di Kentridge come il disegno-performance e l’animazione ottenuta cancellando e ridisegnando i soggetti su carta o altri supporti.

La presente mostra personale di Roin Rhode al LACMA, Los Angeles County Museum of Art ( in visione dal 11 marzo al 6 giugno) presenta al pubblico sei opere recenti, create mediante una vasta varietà di media. Juggla (del 2007) ad esempio è un’opera costituita da un set di 20 stampe digitale ai pigmenti che raffigurano un uomo di colore , vestito come un menestrello o un giocoliere. Le opere presentate al LACMA sono state create negli ultimi tre anni trascorsi da Rhode a Berlino ed indagano sulle meccaniche dell’identità e dell’inganno visivo, presentando in varie occasioni il doppelganger dello stesso artista con la faccia coperta da enormi e stravaganti cappelli.

La residenza della principessa Diana diventa un palazzo incantato

Kensington Palace, la residenza dell’indimenticata principessa Diana di Inghilterra è stato trasformato in una sorta di palazzo incantato da alcuni designer come Vivienne Westwood e William Tempest. Il palazzo è attualmente teatro di alcuni restauri guidati dall’Historic Royal Palaces, i lavori saranno ultimati nel 2012 per una spesa totale di 12 milioni di sterline,ma nel frattempo la struttura ospiterà mostre e performance dal vivo.

Assieme alla Westwood ed a Tempest, altre stars come Stephen Jones, Boudicca, Aminaka Wilmont e Echo Morgan saranno impregnate nella creazione di installazioni che avranno come trama le incredibili e drammatiche storie delle persone che hanno vissuto all’interno del palazzo. Tra le sale coinvolte nel progetto sono state selezionate la stanza da letto della Regina Vittoria che sarà invasa da un vestito creato da Tempest ed impreziosito da più di 2.000 uccellini realizzati mediante origami. La stanza è stata ribattezzata The Room of Royal Sorrows (la stanza reale delle sofferenze) ed è stata trasformata in una rappresentazione drammatica dei travagli della Regina Maria II ed il suo vano tentativo di dare vita ad un erede.

Jean Nouvel tinge di rosso il Summer Pavilion 2010 della Serpentine Gallery

L’architetto francese Jean Nouvel è stato chiamato dalla celebre e prestigiosa Serpentine Gallery di Londra per creare il consueto Summer Pavilion, edizione 2010. La notizia è stata resa nota ieri da alcuni portavoce dell’istituzione, al designer 64enne, vincitore del Pritzker Prize, toccherà il difficile compito di realizzare il decimo intervento all’esterno della Serpentine. Ricordiamo che lo scorso anno il design del padiglione estivo (ricordiamo che si tratta di una struttura temporanea) è stato affidato al duo di architetti giapponesi denominato SANAA i quali hanno creato un’avvincente struttura che somigliava ad una grande nuvola di alluminio.

Nouvel ha disegnato una struttura costituita da pannelli geometrici caratterizzati da un colore rosso acceso e dotati di tettoie retrattili. L’architetto ha dichiarato di aver scelto questo colore, che di certo non passerà inosservato, per porre la struttura in contrasto con l’ambiente verdeggiante che circonda abitualmente la Serpentine Gallery. Inoltre Nouvel ha dichiarato che la struttura sarà costituita da vetro, policarbonato e tessuto, per dare un’impronta ariosa e leggera al tutto. All’interno del padiglione troverà posta anche un’installazione creata dal celebre artista Christian  Boltanski (recentemente protagonista di una grande installazione al Grand Palais di Parigi) dal titolo Heartbeat.

La polizia dello Zimbabwe restituisce le opere fotografiche sequestrate

La polizia dello Zimbabwe ha restituito ieri alcune foto raffiguranti il primo ministro Morgan Tsvangirai, le immagini erano state confiscate ad una galleria d’arte vittima di un raid 24 ore prima.  Gli ufficiali del servizio d’ordine avevano sequestrato ben 66 fotografie dalla Gallery Delta di Harare ed avevano inoltre arrestato il capo di una organizzazione per i diritti umani nota come ZimRights, colpevole di aver organizzato la manifestazione. La polizia ha dichiarato che le immagini non potevano essere mostrate in pubblico perché raffiguravano corpi nudi o feriti ed inoltre gli organizzatori non sono riusciti a provare di essere in possesso dei consensi per esporre le foto da parte dei soggetti ritratti.

Fortunatamente gli attivisti per i diritti civili sono riusciti a vincere un ricorso alla corte suprema ed in tutta fretta sono rientrati in possesso delle fotografie, giusto in tempo per il vernissage della mostra a cui ha partecipato il primo ministro Morgan Tsvangirai assieme ad alcuni diplomatici. Dopo aver presidiato l’installazione a parete delle fotografie, Tsvangirai ha condannato il grave atto di censura: “Mentre alcuni di noi lottano ogni giorno per la libertà di parola, altri tentano di negare tale libertà. Quando ho appreso del tentativo di oscurare le foto mi sono molto adirato e dispiaciuto ma penso una cosa, i cambiamenti non possono essere fermati e so che a molti questo non  piace ma tutto scorre come un flusso ininterrotto che non si può arrestare:  Il futuro dello Zimbabwe è la democrazia”. 

Al Photography Show di New York trionfa il bianco e nero ed anche il video

Il Photography Show, la fiera annuale organizzata a New York dall’Association of International Photography Art Dealers (AIPAD) è stata più volte lodata per la sua affascinante selezione di fotografie in bianco e nero. Quest’anno invece la Bryce Wolkovitz Gallery si è guadagnata l’attenzione di pubblico e critica pur allontanandosi sensibilmente dalla fotografia fine-art. La galleria ha infatti presentato l’opera Self-Portrait (2010) di Shirley Shor, un’ipnotica opera video costituita da ritratti multipli su uno schermo singolo con pixel in costante morphing.

L’AIPAD ha deciso di implementare la sezione new media e video art lo scorso anno ed anche se sono ancora poche le gallerie che hanno abbracciato questa nuova proposta, i pochi e coraggiosi dealers che quest’anno si sono avventurati in questa scelta non hanno fallito l’incontro con i collezionisti. Il dealer di Chicago Catherine Edelman, ad esempio, ha portato in fiera alcuni video di Gregory Scott, artista dal passato pittorico che solitamente combina fotografia, pittura ad olio e video loops. Edelman ha venduto due copie di un video di scott intitolato Echo (2010), ogni edizione era quotata circa 22.000 dollari, in questo caso il coraggio è stato decisamente ben premiato.

All’asta di beneficenza per Haiti spunta Patti Smith

Poche sere fa più di 600 membri della comunità artistica di New York si sono riuniti nella sede di Sotheby’s per un’asta di beneficenza a supporto della campagna Tools For Thought, fondazione creata nel gennaio 2010 da Diana Campbell e Julie Ragolia con lo scopo di raccogliere fondi per la ricostruzione di Haiti dopo il tremendo terremoto.  Alcuni celebri personaggi della scena dell’arte internazionale sono stati invitati a donare un oggetto per la grande asta.

Tra le opere proposte vi erano anche pezzi di rilievo come uno skateboard donato dall’artista Marilyn Minter. Altri grandi nomi della scena come Dan Colen, Roxy Paine e Aurel Schmidt hanno partecipato donando una loro opera e dando il via ad una guerra di offerte decisamente forsennata, il tutto all’insegna della solidarietà. Il magnifico evento è stato impreziosito dalla presenza della dea del punk Patti Smith che ha suonato dal vivo ed ha donato My Horse in Namibia, una stampa arricchita da una sua poesia.

Arte e musica alla Galleria Pack di Milano

Uno show gallery di 6o minuti (opening il 29 marzo 2010) con il meglio della musica e dell’arte contemporanea Giampaolo Abbondio e Gianni de Berardinis scrivono insieme una nuova pagina di comunicazione nel mondo dell’Arte: The White Room, un evento che si preannuncia come un’occasione culturale decisamente interessante.

La Galleria Pack di Giampaolo Abbondio è da sempre sensibile alle contaminazioni musicali; in diverse battute lo spazio ha infatti contribuito alla produzione di dischi dalle sonoritá piú contemporanee dell’artista Robert Gligorov, in cui hanno partecipato musicisti come Saturnino (talentuoso bassista nonchè collaboratore di Lorenzo Cherubini in arte Jovanotti)  e Massimo Colombo, fino a quelle del free Jazz e delle collaborazioni con vere e proprie leggende del calibro di Billy Cobham.

Phillips de Pury e l’asta del sesso

Il sesso vende sempre anche se dobbiamo dire che non vende abbastanza bene come la celebre casa d’aste Phillips de Pury aveva sperato. La grande vendita organizzata la scorsa serata a Londra che presentava opere orientate sul tema del sesso è infatti riuscita a racimolare solo il 69 percento dell’incasso totale sperato. Ovviamente le vendite sono andate piuttosto bene visto che la star della serata è stata l’opera Soft Tread, dipinto ammiccante che raffigura un paio di gambe con tanto di calze creato da Allen Jones che ha raggiunto la ragguardevole cifra di 539.000 dollari contro un valore stimato di circa 120.000 dollari.

In totale gli introiti per la grande casa d’aste hanno raggiunto la cifra di 2.1 milioni di dollari. Tra i lotti degni di nota sono emersi un dipinto senza titolo di Sigmar Polke del 1974 che ha totalizzato circa 130.000 dollari ed una scultura in tre parti intitolata Sex di Jack Pierson del 1992 che ha venduto per circa 108.000 dollari, partendo da una stima di 90.000 dollari. All’asta erano presenti anche alcuni nudi di Helmut Newton, la sua fotografia Berverly Hills Hotel del 1988, raffigurante una donna nuda a gambe aperte sul letto, ha racimolato 45.000 dollari mentre una copia di Cyperwoman 3 (edizione di 500 esemplari del 2000) ha totalizzato 1.900 dollari contro i 1.200 stimati.

La maledizione del petrolio vista da Ed Kashi

Violenza, corruzione, Guerra. La nuova serie del fotogiornalista Ed Kashi punta il dito sul devastante effetto della produzione del petrolio. Si chiama Curse of Black Gold, La maledizione dell’oro nero e suona come un vecchio racconto d’avventura di by Edgar Rice Burroughs o Henry Rider Haggard. Ed invece è il titolo di un nuovo ed epico reportage di Ed Kashi che documenta gli effetti di 50 anni di produzione del petrolio in Africa.

Effettivamente le storie di Kashi hanno tutto quello che un buon romanzo d’avventura dovrebbe avere: intrighi politici, guerre fra tribù, disastri ecologici,corruzione su vasta scala, violenze e rapimenti. Il set di questa trama è il vasto delta del Niger, 28.000 metri quadrati di foresta pluviale e paludi di mangrovie. Peccato che le immagini documentate da Kashi non sono frutto dell’ingegno letterario ma della nuda e cruda realtà. Il fotografo è già avvezzo al pericolo dato che nel 2006 è stato arrestato dai militari mentre scattava alcune immagini della regione del Nembe ed è stato trattenuto illegalmente in prigione per 4 giorni.

Il MoMa entra in possesso della @ e Firenze di Mapplethorpe

Continuano le folli spese del Moma, Museum of Modern Art di New York. Il dipartimento di design ed architettura ha infatti deciso di acquistare il simbolo @, si è unitile che fate quelle facce, il Moma ha proprio comprato la celebre chiocciolina che andrà così ad unirsi ad una collezione totale di circa 175.000 oggetti. Secondo Paola Antonelli, curatore della sezione architettura e design, il celebre simbolo “E’ una prova di eleganza straordinaria, tanto che potrebbe essere definito come l’equivalente dei readymades artistici di Marcel Duchamp”.

Il simbolo @ è stato usato da Raymond Tomlinson per l’invio della prima email nel 1971. Prima di entrare nel mondo digitale l’elemento tipografico era usato in contesti. Già presso i mercanti veneziani la @ era un segno grafico che rappresentava l’anfora, utilizzata allora come misura di peso e capacità. La si trova in un documento commerciale del 1536. La @ era presente nella macchina per scrivere Lambert del 1902 e serviva ad abbreviare la frase commerciale at a rate of (più o meno: al prezzo di). Mentre il celebre simbolo è stato acquistato in maniera gratuita, ricordiamo che la recente acquisizione dell’opera effimera di Tino Sehgal intitolata The Kiss (del 2003 costituita da due performers che si baciano) è costata al Moma la bellezza di 70.000 dollari.

Rie Rasmussen: “Terry Richardson costringe le sue modelle alla pornografia”

 Per molti è il re della fotografia fashion, il creatore di immagini sessualmente esuberanti che sono puntualmente glorificate dagli editori di magazines patinati. Per molti altri invece Terry Richardson è poco chic e molto porno, un uomo che esercita il suo potere su giovani ragazze vulnerabili. Il soft porno di Richardson è sempre stato materia di controversie ma oggi un punto di domanda si erge sopra al fotografo americano ormai 44enne. Una sua modella ha infatti condannato le sue opere come umilianti ed il suo modus operandi come manipolativo.

Richardson si è trovato al centro di una tempesta dopo che Rie Rasmussen, modella danese ora filmaker, si è confrontata con lui ad un party organizzato dal club Le Montana di Parigi, durante la settimana della moda. “Gli ho detto: quello che fai è totalmente umiliante per le donne, spero che tu sia conscio del fatto che fai sesso con giovani ragazze solo perché sei un fotografo con molti contatti nel mondo della moda e pubblichi le tue immagini su Vogue” ha dichiarato Rasmussen al New York Post.

Graham Dolphin e la mostra delle Rock Stars suicida

Nella sua terza mostra personale alla Seventeen Gallery di Londra (in visione fino al 27 marzo 2010) dal titolo Burn Away Fade Out (Bruciato e svanito) l’artista britannico Graham Dolphin esplora il fenomeno del suicidio delle rock stars mediante una serie di riproduzioni di artefatti della pop-culture. Conosciuto per opere come 84 Beatles Songs (2008), dove l’artista impresse sui vinili del White Album le liriche di tutte le canzoni della famosa band in lettere piccolissime, Dolphin combina una precisione metodica da certosino alla Pop-art, inserendo oggetti noti al nostro immaginario collettivo.

La mostra si apre con una serie di ultime lettere (prima del suicidio) di grandi stars della musica come Elliott Smith, Ian Curtis (indimenticato frontman dei Joy Division), Phil Ochs e Kurt Cobain (leader dei Nirvana). Queste annotazioni altamente intime ed emozionanti, poste fianco a fianco sul muro di una galleria, mettono un poco a disagio e trasformano lo spettatore in una sorta di voyeur in cerca di una spiegazione che giustifichi il tremendo atto suicida.

Alex young a Londra, Mario Nigro a Milano e Robert Irwin a San Diego

Vorremmo consigliarvi 3 mostre in giro per il globo che vale la pena visitare, offerte creative dall’Italia, dall’Inghilterra e dagli Stati Uniti. Quindi se vi trovate in quei luoghi vi consigliamo caldamente di darci un’occhiata. Si parte con le nuove opere di Alex Young, astro nascente della scena dell’arte contemporanea inglese. L’artista si getta oltre le barricate dell’illustrazione, della pittura e del graffiti, investigando il fenomeno sociale dell’alter ego. Il titolo dell’evento è A.K.A. ed è organizzato dalla London Miles Gallery e si aprirà il 1 aprile 2010. La mostra ospita inoltre diverse installazioni ispirate dall’amore di Young per i tatuaggi e dal macabro fascino dei calaveras, i celebri teschi messicani del giorno dei morti.

La galleria A arte Studio Invernizzi di Milano presenta invece una mostra personale di Mario Nigro dedicata a sedici opere di grandi dimensioni – per la prima volta riunite in uno spazio espositivo privato – dei cicli Spazio totale degli anni Sessanta, Ritratti e Dipinti satanici della fine degli anni Ottanta.