La Pelanda, nuovo spazio per l’arte e la produzione culturale

La Pelanda, nuovo spazio per l’arte e la produzione culturale contemporanea, inaugura a Roma con una serata evento il 18 febbraio presentando al pubblico i suoi giganteschi spazi che comprendendo due teatri di studio avanzatissimi, una sala di registrazione, 6 atelier, una galleria polifunzionale, una foresteria e due aule. Subito dopo e precisamente il 3 marzo La Pelanda (si trova nell’area dell’ex Mattatoio a Testaccio, alle spalle dei due padiglioni del Macro Future e vicino a quelli dell’Accademia di Belle Arti) inaugura DIGITAL LIFE, grande rassegna dedicata al futuro digitale e alle contaminazioni fra tecnologia, nuovi media ed espressioni artistiche contemporanee.

DIGITAL LIFE nasce da un’iniziativa della Camera di Commercio di Roma. La Fondazione Romaeuropa, istituzione di respiro internazionale, ne cura l’ideazione e l’organizzazione, proseguendo nella sua costante attività di ricerca e monitoraggio delle diverse forme di creatività presenti nel panorama culturale in Italia e all’estero, con lo scopo di trasformarle in esperienze artistiche innovative.
La mostra è realizzata con il sostegno dell’Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma e del Macro.

Riflessioni sul linguaggio degli anni ’10

Il 2010 per New York, oggi più di ieri, sembra essere l’anno dell’arte contemporanea. I musei della grande mela sono un turbinio di mostre ed eventi artistici che sembrano non finire mai, basti pensare all’attuale mostra di Gabriel Orozco al MoMa, a quella di Roni Horn al Whitney Museum ed a quella di Urs Fischer al New Museum.

Ovviamente questi grandi eventi non hanno mancato di generare commenti positivi e negativi, come la performance di Tino Sehgal attualmente in mostra alla “rotunda” del Guggenheim. Ma al di là dei giudizi personali su ogni singolo artista in mostra va detto che prese d’insieme queste visioni creative, unite ad altri episodi occorsi negli ultimi giorni, mi hanno dato da riflettere sulle ultime tendenze della scena dell’arte contemporanea.

Nuovi fondi per il mega progetto di Frank Gehry a Ground Zero

 La Lower Manhattan Development Corporation ha annunciato di aver stanziato 50 milioni di dollari di fondi per la costruzione del Ground Zero Art Center di New York. La realizzazione del nuovo centro culturale negli ultimi tempi è stata al centro di numerose polemiche ed il progetto ha subito numerosi ritardi. Ora che i fondi sono stati stanziati si prevede la ripresa del progetto anche se i lavori per la costruzione inizieranno fra alcuni anni.

L’intero edificio è stato progettato da Frank Gehry ma la sua realizzazione è legata al Transportation Hub di Santiago Calatrava (che ha già i suoi problemi di realizzazione), l’amministrazione ha infatti intenzione di iniziare i lavori del Ground Zero Art Center solo dopo che la stazione di Calatrava sarà ultimata e questo avverrà non prima del 2014. A questo punto si prevede che il costo totale del progetto ammonterà a 500 milioni di dollari. Il centro, che avrà una capienza di 1000 posti a sedere, sarà gestito dal Joyce Theater che organizzerà un programma di balletti ed altre attività teatrali.

Mr.Brainwash ovvero il figlio illeggittimo della Pop Art

 Ultimamente lo street artist e regista francese Thierry Guetta alias Mr. Brainwash sta dividendo la critica con le sue creazioni smaccatamente pop e banali, in molti si sono posti la domanda: “Ma Mr.Brainwash fa sul serio?“. Per tutta risposta l’artista ha zittito tutti dichiarando: “Sono come una macchina, creo, creo e creo“, frase pronunciata all’opening di una sua nuova mostra personale.

Guetta sembra una copia magra di John Belushi, si è guadagnato fama internazionale disegnando la cover dell’album Celebration di Madonna lo scorso anno è c’è da dire che nella sua opera la grande cantante sembra la Marilyn Monroe di Andy Warhol. Ma tra rivisitazioni di barattoli di minestra Campbell e personaggi famosi sbattuti in primissimo piano, l’artista sembra scimmiottare Warhol senza coglierne lo spirito nemmeno da lontano. Mr. Brainwash ha passato lo scorso anno a piazzare stencil per tutta Los Angeles ed ha girato insieme a Banksy il documentario sulla street art Exit Trough The Gift Shop (vedi nostro articolo), molti pensano che Guetta/Braniswash e Bansky siano la stessa persona visto che anche le origini dell’artista francese sono del tutto sconosciute.

Un documentario sulla nuova scena Lowbrow

Il Lowbrow, famosa corrente partita dalla realtà underground della Los Angeles degli anni ’70 e depositaria della cultura dei comics e dei linguaggi visivi propri della strada, è in procinto di cambiar pelle. Come molti di voi sicuramente sapranno, da alcuni anni imperversano sulla scena dell’arte internazionale i giovani talenti della New Brow, ebbene la London Miles Gallery di Londra ha deciso di ospitare nei suoi spazi, in prima visione assoluta, la proiezione di un interessante documentario dedicato a questa corrente artistica.

Si tratta di New-Brow The rise of Underground Art, film presentato dalla Humble pictures in collaborazione con la Shooting Gallery di San Francisco e vincitore del festival contemporary art documentary. Il documentario mette in luce le storie e la creatività dei grandi personaggi di questo nuovo movimento d’arte contemporanea e cioè artisti del calibro di Shepard Fairey, Ron English, Silvia Ji, Gary Baseman, Shag e molti altri. Questi grandi protagonisti del filone New Brow illustrano le loro opere ed i loro progetti passati e futuri ma cosa ancor più importante durante lo scorrere delle immagini Baseman e soci parlano liberamente di questo movimento dalle sue origini al suo sviluppo odierno, anticipando qualche previsione sul suo futuro.

Se anche Hannibal Lecter si mette a dipingere…

 Molti divi del cinema e star della canzone coltivano interessi artistici con alterne fortune. Come esempi positivi di abbiamo avuto modo di ammirare le oscure creazioni di David Lynch ed il successo della retrospettiva di Tim Burton al MoMa di New York. Purtroppo eccellere in un campo artistico non significa per forza avere spiccate attitudini anche per l’arte visiva, basti citare il caso del novello divin pittore Sylvester Stallone.

Un social network smaschera l’azienda “copiona”

A volte anche i grandi commettono dei passi falsi e, forse per colpa della generale mancanza d’idee, commettono il sempre più frequente errore di sfruttare l’ingegno di altre persone. La notizia del giorno è che Paperchase, storico marchio britannico di articoli di cartoleria con oltre trent’anni di esperienza, ha intenzione di ritirare un suo articolo il cui design sembra preso pari pari da quello creato da un’artista di nome Hidden Eloise. La situazione si è fatta decisamente scottante quando ieri l’artista ha denunciato il fatto su Twitter ed in pochissime ore ha ricevuto numerosi feedbacks da colleghi e gente comune da ogni parte del globo.

Nella foto qui sopra è possibile ammirare il design creato da Hidden Eloise e la copia del suo design utilizzata da Paperchase su agende,shoppers ed altri articoli di cancelleria.L’artista aveva già contattato la grande azienda per chiedere spiegazioni ma le sue richeste erano state completamente ignorate. Da ieri però migliaia di utenti su Twitter hanno condiviso la storia di Hidden Eloise ed anno preso le sue difese, alimentando così l’interesse dei media che hanno pubblicato la notizia in tutto il mondo. L’artista ha inoltre invitato gli utenti a bombardare la mail di Paperchase, inoltrando una sua lettera contro “i vecchi vampiri che succhiano la linfa creativa dei giovani artisti”.

Art Hong Kong 2010 pronta a partire

Motori accesi anche per la futura edizione 2010 della Hong Kong International Art Fair, comunemente detta ART HK 10, che quest’anno mira a confermare una fama sempre più crescente avvalorata dall’interesse di addetti ai lavori, collezionisti e dealers di tutto il mondo. La manifestazione aprirà i battenti 27 maggio e si concluderà il 30 maggio in una kermesse senza precedenti che non mancherà certo di affascinare i visitatori. Per non venir meno alla sua reputazione di fiera d’arte più importante dell’Asia, Art Hk 10 ha già reso noti i nomi delle gallerie che parteciperanno alla manifestazione.

Accanto a blasonati ritorni come Gagosian Gallery, Lisson Gallery e White Cube, quest’anno la fiera ospiterà per la prima volta pezzi da novanta come Hauser & Wirth (Zurigo, Londra e New York), Galerie Lelong (New York, Parigi e Zurigo), Emmanuel Perrotin (Parigi), Almine Rech Gallery (Bruxelles) e le gallerie newyorchesi James Cohan Gallery e Lehmann Maupin Gallery. Questo manipolo di gallerie, che in sostanza rappresentano la crema dei mercanti d’arte di tutto il mondo, è stato sicuramente attirato dalla presenza di Deutsche Bank, sponsor principale della manifestazione.

Ancora tempo per iscriversi al Magmart video festival

C’è ancora tempo per partecipare alle selezioni di Magmart/Video under volcano, video festival tutto italiano che giunge quest’anno alla sua quinta edizione. Il festival è realizzato in collaborazione con il partner storico, il CAM – Casoria Contemporary Art Museum; la quinta edizione è in realizzata in partnership con il PAN – Palazzo delle Arti Napoli.  Il festival è aperto a tutti i videoartisti internazionali. La partecipazione è gratuita. Il festival è dedicato esclusivamente alla videoarte, e per la 5° edizione è previsto un tema, che gli artisti sono invitati ad interpretare: “VISION(S) OF

Tra tutti i video presentati, verrà effettuata una selezione finale sulla base del voto di una Giuria di esperti. Le 30 opere selezionate entreranno a far parte della collezione permanente del CAM.Per la partecipazione è necessario compilare integralmente il modulo disponibile online, sul sito ufficiale del festival. I video devono essere realizzati integralmente con tecniche digitali e la durata massima non dovrà superare i 10 minuti. É possibile inviare i materiali necessari alla partecipazione (video, modulo, immagine) in modalità online compilando per intero il modulo di iscrizione.

Liberté, Égalité, Censure, anche la Francia tappa la bocca all’arte

L’ombra della censura cade anche su uno dei paesi più liberal del mondo. La Francia ha infatti censurato un’opera dell’artista cinese Ko Siu Lan esposta al palazzo delle belle arti parigino, ricordiamo che l’Ecole Nationale Supérieure des Beaux-Artsuna delle più prestigiose scuole d’arte del mondo. Il progetto di Ko Siu Lan è stato ritenuto passibile di censura a causa dei suoi contenuti satirici che mettono alla berlina gli slogan della campagna politica del presidente Nicolas Sarkozy.

L’opera si compone di quattro grandi banner posti all’esterno del palazzo che recano le parole “lavora”, “meno”, “guadagna”, “di più”. Ovviamente prese nell’insieme queste quattro parole si contrappongono al celebre slogan lanciato da Sarkozy che tradotto in italiano recita: “Lavora di più per guadagnare di più”. La frase coniata dal premier francese è stata più volte protagonista delle elezioni presidenziali del 2007, quando la nazione era in preda alla crisi finanziaria.

3.200 canne di bambù al Metropolitan Museum di New York

Da quando, 12 anni fa, il Metropolitan Museum of Art di New York ha deciso di presentare mostre d’arte sui suoi tetti, centinaia di migliaia di visitatori hanno avuto la possibilità di ammirare meravigliose sculture ed installazioni create da grandi nomi dell’arte contemporanea come Jeff Koons, Ellsworth Kelly, Roy Lichtenstein e Roxy Paine.

Molti degli artisti facenti parte del progetto hanno presentato opere  fuori dal comune come l’artista Cai Guo-Qiang che nel 2006 ha creato Clear Sky Black Cloud una sorta di fuoco d’artificio tinto di nero sparato ogni mezzogiorno dal Roof Garden che disegnava nel cielo una sorta di nuvola oscura. Oggi però, in occasione della 13esima installazione, Gary Tinterow, curatore della sezione di arte moderna e contemporanea del 19esimo secolo del Met, ha deciso di presentare qualcosa di ancor più ambizioso.

Chris Burden e Gagosian, il re dentro la tenda è completamente nudo

Problema: ci troviamo alla mostra di Chris Burden alla Gagosian Gallery di Roma, (inaugurata il 13 febbraio 2010) con tanto di vips ed iperpresenzialisti della scena dell’arte. Secondo voi è possibile valutare negativamente il lavoro di un monumento della storia dell’arte contemporanea che espone all’interno di un tempio del mercato internazionale?

Soluzione: Si, è possibile e doveroso

Il 19 Novembre del 1971 alle 19:45, Chris Burden ha prodotto una delle opere più sconcertanti della storia dell’arte contemporanea. Si tratta di Shoot, performance in cui l‘artista ha inscenato una fucilazione fondendo l’arte con la realtà e subendo così il lacerante impatto di un proiettile calibro 22 sul suo braccio sinistro. Gli fu chiesto il perchè di tale gesto e Burden rispose semplicemente “Volevo essere preso sul serio circa il mio ruolo di artista“, ed ebbe ragione.  Le performance di Burden hanno sancito un nuovo modello artistico caratterizzato da una crudeltà passiva ed aggressiva in cui l’artista mette in gioco la sua creatività e la sua vita.

La vita di Burden è appesa ad una sottile linea rossa anche in Trans-Fixed, opera del 1974 in cui l’artista si crocifisse sul retro di un maggiolino della Volkswagen con tanto di mani inchiodate. La passività e l’alienazione affiorano nella sua performance Doomed del 1975 al Museum of Contemporary Art di Chicago, in cui l’artista stette immobile sul suolo sotto alcune lastre di vetro per ben 45 ore e 10 minuti. Impossibile riassumere in questa sede l’epica artistica di Burden, filtrata attraverso lenti duchampiane, che nel corso degli anni ha subito una costante evoluzione incrociandosi con land art ed installazioni site-specific.

Gianluca & Massimiliano De Serio – Bakroman

Primo progetto personale di Gianluca & Massimiliano De Serio (Torino, 1978, vivono e lavorano a Torino) in un’istituzione italiana, Bakroman (inaugura il 19 febbraio presso la Ar/Ge Kunst Galleria Museo di Bolzano) è un’opera video realizzata dagli artisti nel 2010 durante un periodo di soggiorno di alcune settimane a Ouagadougou, la capitale del Burkina Faso.

L’attenzione degli artisti si è rivolta verso la comunità dei ragazzi e delle ragazze di strada della città, i Bakroman, come chiamati in lingua mòoré. Orfani o privi di famiglia, i Bakroman vivono e crescono in condizioni di completa indigenza nelle strade della città, affidati solo a sé stessi e soggetti a violenze, stupri e aggressioni. Posti al fondo del precario sistema sociale del Burkina Faso, i Bakroman non hanno casa, scolarizzazione e lavoro. Le loro giornate si alternano in un lungo peregrinare attraverso le strade della capitale alla ricerca di cibo e acqua, di sostentamenti primari sempre minimi, incerti e faticosi.

Caravaggio a Roma

Caravaggio non dipinse molto in vita sua. Perché la vita prese spesso il sopravvento sull’arte. E nonostante ciò, nel corso dei secoli sono state attribuite a Michelangelo Merisi molte opere. Per alcuni troppe, per altri semplicemente dubbie. La mostra alle Scuderie del Quirinale di Roma (dal 18 febbraio al 13 giugno) vuole offrire al pubblico solo e soltanto la produzione certa, la summa indiscutibile del Maestro. Una carrellata di quadri straordinari, perché straordinaria è la tecnica, la visione e l’innovazione di Caravaggio nell’arte che ne hanno fatto un pittore unico, perché nessuno prima e dopo di lui ha saputo “dare luce al buio”.

L’intera carriera artistica di Caravaggio sarà rappresentata lungo i due piani espositivi delle Scuderie in un percorso che non sarà strettamente cronologico, ma teso ad esaltare il confronto tra tematiche e soggetti uguali. Così accanto a Ragazzo con il canestro di frutta, una delle più importanti opere giovanili, si vedrà il Bacco degli Uffizi, dove Caravaggio dipinse un’altra eccelsa natura morta, due opere che mai sono state messe prima a confronto diretto.