Yayoi Kusama: Voglio vivere per sempre


Il PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano inaugura il 27 novembre la mostra YAYOI KUSAMA. I WANT TO LIVE FOREVER, a cura di Akira Tatehata (Direttore del National Museum of Art di Osaka).

Un evento unico, in esclusiva assoluta per l’Italia, dedicato alla protagonista indiscussa dell’arte contemporanea giapponese. Oltre a dipinti figurativi e astratti di recente realizzazione, sculture di grandi dimensioni e installazioni create nell’ultimo decennio, sarà esposta una selezione di disegni formativi risalenti agli anni ’50 e ’60.

Luca Pancrazzi – Stilllife


ART for The World Europa dispone presso Open Care di una sala di circa 120mq dove sono presentati progetti di artisti e proiezioni di film e video. Il giorno dell’inaugurazione e’ caratterizzato da una tavola rotonda, in cui i relatori interagiscono con il pubblico.

Dopo Marta Dell’Angelo in maggio e i Masbedo in settembre, lunedi’ 16 novembre si inaugura Stilllife di Luca Pancrazzi. In questa occasione, l’artista invita Elio Grazioli, critico d’arte contemporanea, Milano; Gigi Giannuzzi, editore Trolley Books, Londra; Orazio Fernandez, critico e curatore d’arte, Madrid; Mario Cristiani, gallerista, Galleria Continua, San Gimignano/Beijing/Le Moulin; Flavio De Marco, artista, Berlino/Bologna.

Allison Schulnik gira il nuovo video dei Grizzly Bear

Allison Schulnik è un’artista che ci piace davvero,abbiamo avuto il piacere di ammirare le sue sensazionali opere pittoriche, assieme ad una stupefacente installazione di Artists Anonymous, lo scorso aprile nel corso di una mostra tenutasi alla galleria romana 1/9 Unosunove. Oggi la fantasiosa artista statunitense balza nuovamente agli onori della cronaca per un nuovo lavoro. Si tratta di un video creato appositamente per Ready, Able pezzo contenuto nel nuovo album della indie-rock band di Brooklyn che prende il nome di Grizzly Bear. Il quartetto formato da Daniel Rossen, Ed Droste, Chris Taylor e Christopher Bear è decisamente quanto di più cool sia mai uscito negli ultimi tre anni dalla scena musicale newyorkese e non è un caso che i quattro abbiano scelto una delle più promettenti artiste in giro al momento.

Per il video che dura in totale 4 minuti e 30 secondi, Allison Schulnik ha scelto la tecnica di animazione dello stop and motion, nota in Italia con la definizione di animazione a passo uno, una tecnica alquanto laboriosa in cui le immagini ed i movimenti vengono ripresi fotogramma per fotogramma. Il soggetto animato dall’artista è stato creato utilizzando semplice argilla e prende le sembianze di Hobo Clown, un personaggio a metà tra il clochard ed il clown ricorrente in altri dipinti.

Stephanie Seymour chiede il divorzio e ruba la collezione d’arte del marito

 Per molti la vita è come una fiaba a lieto fine per altri invece la favola si trasforma in un vero e proprio inferno. Stephanie Seymour, la supermodel quarantunenne veterana di cataloghi, sfilate e paginoni centrali di Playboy è in rotta con suo marito, il celebre magnate Peter Brant. Come spesso capita in questo tipo di vicende familiari dell’alta società le pratiche per il divorzio non sono certo rose e fiori, anzi nella maggior parte dei casi si verificano scene tratte dal celebre film La Guerra dei Roses del simpatico Danny DeVito.

Il problema è che oltre sulla custodia dei tre figli della coppia i giudici dovranno pronunciarsi su di un’interminabile sequela di beni di grande valore attualmente contesi tra i due e qui entriamo nel settore dell’arte contemporanea. Già perchè la coppia, quando era ancora in comunione di beni, possedeva numerose opere d’arte. Stephanie Seymour in particolare vanta numerosi ritratti commissionati ad artisti del calibro di Julian Schnabel, Jeff Koons, Richard Prince ed anche il nostro beniamino Maurizio Cattelan, il quale per non perdere la sua proverbiale ironia ha creato un busto della famosa top model dal titolo Trophy Wife, in sostanza la scultura somiglia ad un trofeo di caccia con una bella donna al posto del leone o del cervo di turno.

Nuovo furto ad Oslo, povero Munch!

 Giusto pochi giorni fa stavamo appunto parlando di classifiche sui furti d’arte nel mondo in un nostro articolo. Come ben ricorderete la Gran Bretagna figurava al primo posto in quanto a volume di opere rubate negli ultimi trent’anni mentre la Norvegia, pur avendo subito il furto nel 2004 delle due opere ( di inestimabile valore) di Edvard Munch l’Urlo e Madonna direttamente prelevate dal Munch Museum di Oslo, non figurava tra le prime quindici nazioni più pericolose per le collezioni d’arte.

C’è inoltre da dire, per dovere di cronaca, che le celebri opere furono ritrovate dalla polizia un anno dopo il furto. Ebbene neanche a farlo a bella posta ieri i ladri di opere d’arte sono andati a bussare nuovamente a casa Norvegia ed anche questa volta si sono accaniti contro il povero Edvard Munch che potrebbe quindi concorrere per una speciale classifica dedicata all’artista più ricercato dai ladri. Questa volta i malfattori hanno sottratto una litografia di valore dal titolo History al noto art dealer di Oslo Pascal Nyborg e bisogna essere pure allegri perchè fortunatamente il dipinto History (1911-1916) è ancora al suo posto alla Oslo University.

Essential Experiences

Riso – Museo d’arte contemporanea di Palermo inaugura il 14 novembre  la mostra d’arte contemporanea Essential Experiences, a cura di Lóránd Hegyi, in programma fino al 28 febbraio 2010 al .

La mostra, che apre la stagione delle nuove attività del Museo Riso, sarà presentata in due sedi espositive: la storica dimora di Palazzo Riso, sede del Museo d’Arte Contemporanea della Sicilia, dove saranno esposti alcuni capolavori dell’arte contemporanea internazionale e la prestigiosa Galleria Regionale della Sicilia Palazzo Abatellis, che ospita l’affresco del Trionfo della Morte, al quale verranno affiancate opere d’arte contemporanea, in un esplicito dialogo con l’affresco quattrocentesco attraverso i concetti del Tempo e della Morte quali “esperienze essenziali” della vita.

Con Essential Experiences Riso conferma la sua identità di museo diffuso regionale, collegandosi ad altre istituzioni culturali cittadine e del territorio e si fa promotore di una “continuità storica culturale” che coniuga l’antico al contemporaneo per una differente chiave di lettura dello straordinario patrimonio artistico della Regione Sicilia.

A Roma si respirano Venti di Libertà

Venerdì 20 Novembre 2009 si inaugurerà la mostra Across, progetto espositivo ideato dalla galleria Ingresso Pericoloso di Roma con il patrocinio dell’ Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione del Comune di Roma, invitando gli artisti Gavino Ganau, Silvia Giambrone, Ernesto Morales, Roberto Pinetti, Pablo Rubio, Chiara Scarfò, Alessandro Vicario ed Emiliano Zelada a riflettere sull’insieme dei significati storici, culturali e concettuali del Muro di Berlino a distanza di 20 anni dalla sua caduta.

La definizione di una semplice linea, tracciata fisicamente o simbolicamente, retta o curva, nitida o nebulosa, frammentata o infinita, caratterizza gran parte della nostra storia recente. Delimitando un confine non solo si può stabilire una differenza, una separazione o un contrasto di qualunque natura, ma diventa anche facile inserire una polarità che diviene gradualmente insita nell’immaginario collettivo, istigando a cadere in un dualismo che vieta, cela o nasconde una comprensione più articolata della realtà.

La Materia e il Tempo di Antoni Tàpies

Dopo il successo ottenuto dalla personale di Alex Katz, il MARCA, Museo delle Arti Catanzaro, apre la stagione invernale con un nuovo importante appuntamento espositivo che ha l’obiettivo d’indagare l’opera di uno dei maggiori protagonisti dell’arte europea. Sabato12 dicembre s’inaugura la personale di Antoni Tàpies Materia e Tempo che si articola come un vero e proprio omaggio all’ottantaseienne maestro spagnolo.

La mostra presenta un gruppo di lavori monumentali, in gran parte mai visti in Italia, focalizzati sull’indagine degli ultimi tre decenni. Sono opere che dimostrano l’attualità di una ricerca che, rinnovandosi, ha attraversato tutta l’arte del dopoguerra ponendosi come elemento di costante autocoscienza. In tal senso appare emblematica la straordinaria serie di “muri” degli anni ottanta nati dalla riflessione sugli antichi graffiti.

La ricerca di una delle figure centrali del dopoguerra che ha avuto un forte influsso sulle esperienze di artisti quali Joseph Beuys e Jannis Kounellis, viene indagata da una mostra che affronta la permanenza del gesto attraverso una rigorosa selezione di opere sottese da una presenza silenziosa, quanto ineludibile del tempo. “L’idea essenziale che mi viene in mente, è trovare un’arte che stimoli una visione in profondità, che ci avvicini alla realtà autentica, alla vera natura dell’uomo. Con un approccio il più intenso possibile, si può entrare nel centro dell’universo”, ha affermato Tàpies.

Takeshi Beat Kitano si scopre pittore

Takeshi Beat Kitano è un vero artista, nella sua vita, oltre ad essere il grande regista di capolavori del cinema come Sonatine, Hana-Bi e Zatoichi, ha fatto di tutto creativamente parlando. Kitano è stato comico di cabaret, presentatore televisivo, attore, sceneggiatore e scrittore, il tutto condito dal suo inconfondibile stile poetico,umoristico, iridescente e violento.

Nel 1994 il regista ha inoltre subito un grave incidente motociclistico che ha compromesso il suo volto contribuendo però a rendere particolarissima la sua espressione. Insomma la vita di Beat Kitano non è certo noiosa e priva di interessi. Il regista ha ultimamente deciso di aggiungere un altro impegno alla sua agenda, trasformandosi in pittore. In realtà la pittura è uno degli amori più intimi di Kitano, passione che è facilmente ravvisabile nei suoi films e prediletta forma ideale di rappresentazione visiva. Il direttore generale della Fondation Cartier, Hervé Chandès ha sempre nutrito una particolare fascinazione per il lavoro e la personalità di Kitano.

Collezionisti non andate in Inghilterra!

 Se siete estimatori d’arte contemporanea probabilmente avete anche il sogno di poter un giorno costruire una piccola collezione di opere, magari molti di voi già possono contare su qualche pezzo da novanta o qualche stampa in edizione limitatissima. In ogni caso futuri collezionisti o grandi collezionisti attenti a voi, non trasportate mai le vostre preziose opere nel Regno Unito.

Già perché secondo l’Art Loss Register, organizzazione che si occupa di registrare i furti ed i trafugamenti d’arte in tutto il mondo ha recentemente stilato un sondaggio secondo il quale la Gran Bretagna sarebbe al primo posto per quanto riguarda i furti d’arte. La cosa assai singolare è che l’isola britannica ha doppiato gli Stati Uniti, decisamente più grandi e più affollati. Secondo L’Art Loss Register dal 1976 ad oggi sono state trafugate 53.709 opere d’arte in Gran Bretagna, 21.079 negli Stati Uniti, 15.562 in Francia e la bellezza di 15.041 in Italia che si conferma al quarto posta di questa classifica decisamente infamante.

Damien Hirst, Saddam Hussein e David Cerny

La CO2 contemporary art di Roma inaugura il 21 novembre la prima personale in Italia dell’artista ceco David Cerny, negli ultimi anni protagonista di kermesse cui hanno fatto seguito grandi scalpori nel pubblico internazionale dovuti alle sue provocatorie, quanto geniali, installazioni ed opere.

La sua ultima apparizione al Parlamento Europeo ha fatto molto parlare di sé: a partire dalla volutamente erronea comunicazione della mostra, che pareva dover ricomprendere le opere di più artisti, rivelandosi, invece, una vera e propria partecipazione del solo artista ceco con l’esposizione della discussa installazione Entropa basata sulla ricostruzione sarcastica di una cartina dell’Europa in cui ogni paese si è trovato investito dei “caratteri folkloristici” più tipizzanti (basti pensare ad un’Italia a forma di campo da calcio). Altrettanto potente l’eco procuratagli dalla stampa internazionale per l’ironia impiegata nella sua opera e per i molti visitatori attratti al Parlamento Europeo in quei giorni.

Riot Queer is dead. Just like a rock star

Disturbante, sensuale, irriverente, orrorifica, erotica: l’arte di Riot Queer (classe 1982, romano di nascita, milanese di adozione e cosmopolita per vocazione) non conosce mezze misure e non offre altre scelte allo spettatore e alla critica che non siano i due estremi opposti dell’odio e dell’amore. Dopo i successi di San Francisco e Parigi, arriva per la prima volta in Italia una mostra personale di Riot Queer, araldo del movimento Punk Surrealism e propugnatore di una bellezza ribelle e irregolare, che sa essere allo stesso tempo conturbante e pericolosa, macabra e seducente.

Sbudellato da una groupie in preda a un attacco di gelosia dopo aver scoperto il suo idolo a letto con il suo migliore amico o fatto secco da un vecchio critico d’arte esasperato dal suo cattivo gusto e dal comportamento indecoroso che sfoggia in ogni pubblica esternazione, Riot Queer mette a frutto l’occasione di questa sua prima personale in Italia per portare in scena la sua dipartita rock che, secondo copione, non è certo la migliore delle morti possibili. Il titolo della mostra è Riot Queer is dead. Just like a rock star e, a fare da contorno al fetido feretro dell’artista, saranno proposte al pubblico due serie di lavori realizzati del 2009.

Federico Lupo, 120’’ before the last snow

La continuità temporale in cui ci illudiamo d’esistere non è meno artificiale di quella che un proiettore produce attraverso il rapido scorrere dei fotogrammi, i quali ciò nonostante permangono simultaneamente e parallelamente agli altri anche quando non sono illuminati.
120’’ before the last snow, mostra personale del giovane artista siciliano Federico Lupo che si terrà a partire dal 5 dicembre presso la galleria 41zero30 di Modena, ci consente di leggere l’azione solo da ciò su cui si ripercuote, analizzando il luogo di formazione dell’immagine come fosse il luogo di formazione della vita, rincorrendo la morte con la passione mai sopita dei desideri infantili.

Pochi secondi che odorano d’eterno. Poi, l’epilogo, le maglie del tempo si sgretolano ad ogni passo, l’atto finale è scandito dalla breve corsa di un cervo dal manto candido e abbagliante, un filmato amatoriale dalla grana grossa in cui l’animale sembra agire da assoluto protagonista, entrando in relazione dialettica con lo sguardo dello spettatore. I cervi bianchi, animali leggendari descritti come messaggeri dall’aldilà, in grado di accelerare il cammino degli spiriti dei morti, sono in molti casi, animali affetti da leucismo, condizione generata da un gene recessivo che traduce la normale pigmentazione bruna di pelliccia e cute in un bianco abbacinante dall’elevata riflessione di radiazione incidente.

Le bugie dell’arte contemporanea

Parlando di presenza fisica e culturale dell’arte contemporanea all’interno della nostra società va detto che non v’è nulla di che lamentarsi. Di musei e fondazioni è piena l’Italia, gallerie ne abbiamo a sazietà mentre la Biennale di Venezia resta sempre una delle manifestazioni più ambite e prestigiose di tutto il globo terracqueo. Se si sorpassano i nostri confini la situazione appare ancor più rosea, non è mistero infatti che all’estero esista una nutrita serie di luoghi, eventi ed attività dedicati all’arte contemporanea in netta crescita esponenziale. Ora immaginate quanti artisti sono chiamati ad esporre in questo vasto mare di eventi creativi, il numero è decisamente alto. Ed il bello è che molti di questi artisti sono vere e proprie star, ad esempio dalla generazione Young British Artists in poi, molti artisti inglesi sono osannati da mercato e critica.

Ci sono poi i mostri sacri statunitensi come Bruce Nauman, Bill Viola e compagnia cantante senza tralasciare i nuovi beniamini tipo Paper rad, Kembra Pfahler e Terence Koh che ultimamente hanno furoreggiato al Macro di Roma in occasione della mostra New York Minute. Ovviamente anche Francia, Spagna e Germania hanno il loro cospicuo numero di blasonati protagonisti della scena contemporanea mentre l’Italia chiude il conto con i soliti Francesco Vezzoli, Maurizio Cattelan ed una sparuta manciata di altri nomi.