Marysia Gacek – My Name is Wendy

Unosolo Project Room di Milano inaugura oggi My Name is Wendy, la prima mostra personale in Italia dell’artista polacca Marysia Gacek. Partendo da un’immagine, un particolare ricordo o oggetto Marysia Gacek crea strutture e narrazioni sottilmente connesse tra loro attraverso un personale simbolismo e differenti modalità di rappresentazione. Pittura, oggetti domestici e informazioni recuperate su Internet si combinano per dare vita ad un racconto in forma visiva, in un accostamento spesso di lettura enigmatica ma che fornisce sempre lo spiraglio per una comprensione più ampia.

Riferimenti a pittura, folk art e cinema dialogano con allusioni al fitness, alla decorazione d’interni e all’artigianato, creando invisibili linee tra forme, riferimenti culturali e ricordi. I materiali utilizzati appartengono alla vita personale dell’artista e alla realtà che la circonda: i panorami di Marysia Gacek sono popolati da montagne polacche, dall’America di periferia, dalla TV e dale riviste d’arte. Oggetti e immagini appartenenti a tempi e luoghi differenti si intrecciano per svelare una nuova storia, spesso intessuta nei materiali stessi: l’uso della terracotta per alludere alle peculiarità della carne, o del cotone per suggerire morbidezza e comodità.

Ecco i 4 protagonisti del Turner Prize 2011

Torna il Turner Prize che quest’anno,  per la seconda volta su 26 edizioni in totale, sarà ospitato al di fuori dei consueti spazi londinesi del Tate.  Sarà infatti il Baltic Centre for Contemporary Arts di Gateshead ad aprire i suoi spazi alla celebre kermesse. Lo scorso anno il premio è stato vinto da Susan Philipsz con un’installazione sonora che non ha mancato di scatenare numerose polemiche fra addetti ai lavori e semplici appassionati. Per quanto riguarda l’edizione 2011 le nomination per i quattro finalisti sono già state rese note.

Ecco dunque una panoramica sui quattro protagonisti di quest’anno che avranno il compito di ravvivare le sorti di un premio che nella scorsa edizione è stato apostrofato come noioso e blando. Vi annunciamo già da subito che la giuria ha selezionato un solo artista che solitamente si cimenta nella pittura, vale a dire che l’installazione ormai ha preso piede dappertutto. Ma bando alle ciance e via con i nomi dei quattro protagonisti:

Anche la Digital Art ha bisogno del…restauro

Sembra una barzelletta ma purtroppo le cose stanno proprio così, nell’era del digitale la Digital Art sta affrontando un duro periodo per quanto riguarda la conservazione delle opere. Tutta colpa della tecnologia che con i suoi rapidi cambiamenti rende praticamente illeggibili le opere più datate. Proprio così, con l’avanzamento della tecnologia le scoperte passate divengono irrimediabilmente obsolete ed anche i supporti o i files devono essere trasformati in qualcosa di leggibile per le nuove macchine.

E’ chiaro però che non tutto può essere aggiornato senza perdere qualcosa in termini di qualità. Pensate ad esempio ad un’opera digitale creata mediante l’utilizzo di un floppy disk da 8 pollici, nessun computer odierno potrebbe leggerla. L’opera dovrebbe essere quindi passata su altri supporti e letta tramite speciali emulatori presenti sui moderni pc, ma a quel punto l’emulatore dovrebbe essere talmente preciso da non corrompere l’estetica dell’opera. Inoltre, spesso sono proprio le macchine utilizzate dall’artista per dare corpo all’opera ad esser superate da altre tecnologie che non permettono più di ottenere un effetto simile all’originale.

Santiago Sierra alla Prometeogallery di Milano

Prometeogallery di Ida Pisani è lieta di presentare (dal 10 maggio al 29 luglio 2011) , in occasione della ricorrenza dei vent’anni di carriera di Santiago Sierra, una mostra con una selezione di lavori storici dell’artista e – in giugno – una nuova performance e l’anteprima nazionale a Milano e a Lucca del film sul “NO, Global Tour”, il progetto più estensivo e ambizioso realizzato finora da Sierra, nonché la presentazione dell’edizione italiana del catalogo che lo documenta.

L’artista nel corso degli anni si è progressivamente distinto per un lavoro in bilico tra la scultura minimalista, la fotografia concettuale e la performance, mettendo costantemente in discussione i limiti e le costrizioni imposti dalla società contemporanea.  In mostra saranno presentati il video “Cubo de pan” realizzato nel 2003, unico video a colori all’interno della sua produzione, e la fotografia di grandi dimensioni dello stesso anno intitolata “Edificio iluminado”; entrambi i lavori sono stati realizzati in Messico, paese in cui l’artista ha risieduto e lavorato per diversi anni.

The Road to Contemporary Art riaccende Roma

Oltre le critiche negative e le polemiche di turno, l’edizione di Roma the Road to Contemporary Art, manifestazione fieristica che per il secondo anno si è tenuta nei prestigiosi spazi del Macro Future, ha centrato nuovamente il bersaglio, confermandosi come kermesse di tutto rispetto e capace di attirare un folto pubblico di collezionisti e semplici appassionati.

Sarà per la bellezza della location o per lo spirito raccolto e frizzante, sta di fatto che questa fiera romana a noi piace e non nascondiamo le nostre preferenze. Certo si potrebbero fare molte illazioni e speculazioni come la mancanza di side events di un certo spessore o come le ridotte dimensioni dell’offerta espositiva ma il tiro al bersaglio non è sempre salutare. The Road to Contemporary Art arriva nel bel mezzo di una vera e propria tempesta all’interno del settore culturale di questo martoriato stivale, tempesta che si è abbattuta con maggiore violenza sul territorio capitolino.

Metti Pac-Man nel museo

Vi ricordate del nostro articolo sulla nuova mostra della Smithsonian National Portrait Gallery di Washington D.C.? Tanto per rinfrescarvi la memoria, più di due mesi fa la prestigiosa istituzione, balzata agli onori della cronaca per il deprecabile atto di censura perpetrato ai danni del video A Fire in my Belly di David Wojnarowicz, aveva lanciato un grande sondaggio online per definire i videogames protagonisti della mostra The Art of Videogames, evento interamente dedicato alle pietre miliari del settore videoludico.

Ebbene il grande sondaggio si è da poco concluso e dobbiamo dire che i risultati hanno premiato alcuni tra i più amati videogiochi di sempre. La mostra che avrà luogo dal 16 maggio al 30 settembre 2012 sarà suddivisa in categorie che abbracciano l’intera storia dell’esperienza videoludica, dagli albori delle prime console fino a giungere alle nuove meraviglie come il Nintendo Wii.

I tifosi del Milan scivolano su Mimmo Paladino


Montagna di sale invasa dai tifosi rossoneri di Almiron

Il Milan ha vinto lo scudetto, cosa che a noi potrebbe anche non interessare. Il fatto è che questa marginale notizia sportiva è in questi giorni strettamente legata all’arte contemporanea per un fatto assai deprecabile accaduto nella notte del 7 maggio a Milano. La festa dei tifosi per la conquista del tanto sospirato scudetto ha infatti rovinato la festa alla Montagna di Mimmo Paladino installata a Piazza Duomo. Centinaia di facinorosi hanno infatti scavalcato le transenne poste a custodia dell’installazione ed hanno cominciato a scivolare sulla montagna di Paladino, decapitando un cavallo posto all’interno dell’opera e distruggendone un altro.

MIA, Milan Image Art Fair

Sarà la multi-location creativa milanese Superstudio Più ad ospitare la prima edizione di MIA Milan Image Art Fair, l’unica fiera organizzata in Italia dedicata unicamente al mondo della fotografia e della video arte. Nata da un’idea di Fabio Castelli, collezionista d’arte e di fotografia oltre che curatore di numerose mostre personali e collettive in spazi pubblici e privati, MIA sarà aperta al pubblico dal 12 al 15 maggio 2011.

Alla base del progetto vi sarà una forte novità che distinguerà MIA dal tradizionale schema delle fiere italiane: a ciascun espositore, infatti, verrà richiesto di proporre le opere di un solo artista per ogni stand così da offrire al pubblico un percorso, il più esaustivo e coinvolgente possibile, sulla ricerca di ciascun fotografo. Questa scelta si fonda sulla consapevolezza del ruolo sempre più decisivo e trasversale che la fotografia ha assunto tra i linguaggi espressivi nel sistema dell’arte contemporanea.

Jean Toche al Museo Hermann Nitsch di Napoli

Martedì 10 maggio 2011 alle ore 18.00 il Museo Hermann Nitsch presenta la mostra Jean Toche. Guerriglia dell’arte in America. Di origine belga, trasferitosi negli anni Sessanta nella Staten Island benpensante, Jean Toche (1938) è come una macchina celibe che vive e dialoga con una macchina fotografica e un gatto. E’ una figura solitaria, un monaco anarchico che, avido di notizie, scava quotidianamente tra le parole del New York Times o del Time per trovare nessi, bugie, paradossi sulla costruzione della paura, il terrorismo, la caccia al petrolio e il sistema dell’arte.

Poi ritaglia frammenti di articoli e li assembla con considerazioni proprie, non risparmiando critiche caustiche a ogni forma di potere. Il suo lavoro è durissimo. A seconda della notizia scelta, Toche si ritrae attraverso l’autoscatto, in uno dei momenti della propria giornata.

Omaggio ad Ansel Adams alla Galleria Repetto di Acqui Terme

Quando le parole diventano poco chiare, mi concentro con la fotografia.
Quando le immagini diventano inadeguate, mi accontento del silenzio
Ansel Adams

Dal 7 maggio al 25 giugno la Galleria Repetto di Acqui Terme ospiterà la mostra fotografica Omaggio ad Ansel Adams Cattedrali di pietra – Cattedrali dell’anima, sul tema della montagna. Saranno esposte circa 30 opere del grande maestro americano e altri lavori storici di Minor White, Vittorio Sella, Albert Steiner (Cattedrali di pietra); per addentrarsi poi, in una diversa e complementare poetica, introspettiva e concettuale, attraverso le opere di Luigi Ghirri, Richard Long ed Hamish Fulton, (Cattedrali dell’anima).

Immagini, simboli espressioni che dialogano e si intersecano, fino ad arrivare ai contemporanei Luca Andreoni, Olivo Barbieri, Luca Campigotto, Olafur Eliasson, Thomas Joshua Cooper, Daniele De Lonti, Ishikawa, Walter Niedermayr, Bernard Plossu, Darren Almond.

Un Giovanni Albanese Senza arte né parte

Vi piacerebbe vedere l’arte contemporanea messa in ridicolo sul grande schermo? Bene, se siete così masochisti da desiderare tutto questo da oggi in poi avete il film che fa per voi. Stiamo parlando dell’ennesima genialata di Giovanni Albanese che nella sua ultima fatica intitolata Senza arte né parte riesce ad allungare il brodo di un “anche tu puoi essere artista” per circa novanta minuti dove c’è anche tempo per sollevare un dialogo sui massimi sistemi attorno ad opere di Pino Pascali e compagnia cantante.

Certo se un film del genere l’avesse diretto Rainer Werner Fassbinder non staremmo qui a parlare dell’ennesimo tentativo di “istruire” il pubblico con metodi totalmente sbagliati ma a noi italiani piace “fare cultura” in altri termini ed allora becchiamoci questa allegra brigata composta da Vincenzo Salemme, Giuseppe Battiston e Hassani Shapi.

Emilio Isgrò alla Galleria nazionale d’arte moderna di Roma

Emilio Isgrò torna a “disobbedire”, e lo fa stavolta non nella sua isola, ma nella capitale della Repubblica, in uno dei templi dell’arte contemporanea. L’artista di Barcellona di Sicilia, classe 1937, sarà infatti protagonista, sabato 7 maggio 2011 alle 12.00, di una performance alla Galleria nazionale d’arte moderna a Roma (in Viale delle Belle Arti, 131), dove vestirà nuovamente i panni di un insolito Giuseppe Garibaldi, già indossati per l’inizio delle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia.

Lo scorso maggio era stata la città di Marsala, già scenario dello sbarco dei Mille, a far da quinta alla pièce teatrale dell’artista, che rievocava l’approdo dei garibaldini in Sicilia nel maggio del 1860.
Questa volta Isgrò si esibirà, invece, davanti al pubblico capitolino, circondato dai volumi della sua Costituzione Cancellata, senza il pericolo (o forse proprio con quell’intento) di risvegliare il “corpo” in alluminio dell’Italia che dorme, incurante di un nugolo di blatte che ne cospargono il letto e la corona turrita.  Tutto contribuisce al pathos dell’evento: l’inflessibile Italia personificata, i volumi della carta costituzionale, cura estrema di un’ammalata cronica per la quale la mano del cancellatore prevede le sorti più cupe. Dai leggii emergono qua e là motti ambigui: divertissement per i benpensanti; profezie funeste per i più accorti.

Il Coreografo Elettronico al Pan di Napoli

Un’interessantissima proposta culturale ci giunge dal versante partenopeo e noi tosto ve la rigiriamo. Arrivano da 27 paesi del mondo le circa 150 video-opere in rassegna il 6 e 7 maggio al Pan, il Palazzo delle Arti di Napoli di via dei Mille 60, alla diciottesima edizione del festival internazionale Il coreografo elettronico diretto da Marilena Riccio, evento dedicato ai linguaggi della danza contemporanea in formato elettronico.

Dalle 16.00 alle 21.00 di venerdì 6 e di sabato 7 maggio, senza soluzione di continuità, il programma verrà proposto al pubblico lungo un percorso di postazioni video e di schermi disposti negli spazi al secondo piano di Palazzo Roccella.

Exibart torna grande con Angelo Capasso

Lo scorso marzo abbiamo assistito ad una vicenda assai scioccante che ha tenuto con il fiato sospeso migliaia di appassionati d’arte contemporanea del nostro stivale, vale a dire il divorzio tra lo staff storico di Exibart guidato da Massimiliano Tonelli e Giovanni Sighele e la nuova gestione editoriale Emmi. La sofferta decisione ha sollevato un vespaio di polemiche e da ambo le parti si è instaurato un clima di tensione che ha spaccato in due l’opinione pubblica.

Con il tempo fortunatamente le polemiche si sono assopite ed abbiamo anzi assistito con piacere alla nascita di una nuova piattaforma (Artribune) che in poco tempo è riuscita ad imporsi nel difficile mondo dell’informazione artistica. Un evento traumatico si è quindi tramutato in una lieta novella.