Artissima 17 volge lo sguardo al futuro ma non dimentica gli artisti degli anni 60

 Artissima presenta l’elenco delle gallerie che da venerdì 5 a domenica 7 novembre 2010 animeranno la diciassettesima edizione della Fiera Internazionale d’Arte Contemporanea a Torino, diretta da Francesco Manacorda. Nella nuova sede dell’OVAL, Artissima 17 accoglierà in totale 153 gallerie, scelte dai Comitati di Selezione e dai Comitati curatoriali tra i nomi più attuali e di maggior interesse del mercato internazionale dell’arte, suddivise nella tradizionale partizione in sezioni.

La MAIN SECTION, che raccoglie le gallerie più rappresentative del panorama artistico mondiale, sarà composta da 98 gallerie, di cui 50 straniere e 48 italiane. La sezione PRESENT FUTURE, dedicata agli artisti emergenti e alle rispettive gallerie su invito diretto di un Comitato curatoriale internazionale composto da Luigi Fassi (coordinatore), Mai Abu ElDahab, Richard Birkett e Thomas Boutoux, presenterà 15 progetti monografici.

Speciale punto di riferimento per la nuova creatività, la sezione NEW ENTRIES, riservata alle più interessanti giovani gallerie con meno di cinque anni di attività e presenti per la prima volta ad Artissima, ospiterà 28 gallerie provenienti da quattordici paesi: Italia, Dubai, Cile, Francia, Germania, Giappone, Inghilterra, India, Polonia, Romania, Russia, Stati Uniti, Svezia, Svizzera.  

Marco Bernardi – Time enough

Il 28 ottobre 2010 Ex Elettrofonica di Roma presenta nei suoi spazi la mostra personale di Marco Bernardi Time Enough a cura di Gianluca Brogna. L’obiettivo della mostra, visibile fino al 3 dicembre, è quello di trasformare l’ambiente della galleria in un luogo a metà strada fra una wunderkammer e un gabinetto alchemico attraverso l’utilizzo di installazioni-macchine che producono un movimento ciclico e ripetuto.

Mediante un’attenta osservazione prolungata, nello spettatore potrebbe nascere  la forte sensazione di trovarsi di fronte a congegni insoliti in continuo movimento. Meccanismi che rivelano un’esistenza che insiste su regole biologiche. L’imprevedibilità dei movimenti fa sì che ogni macchina abbia una propria scansione del tempo e un modo differente per misurarlo.

Tutte le anticipazioni di Art Basel Miami 2010

Da Miami Beach iniziano ad arrivare le prime notizie per la prossima edizione di Art Basel Miami che si terrà dal 2 dicembre al 5 dicembre 2010 (con una vip preview che si terrà il 1 dicembre). Alla prestigiosa fiera parteciperanno 250 importanti gallerie d’arte contemporanea provenienti dal Nord America, dall’Europa, dall’America Latina, dall’Asia e dall’Africa, le quali metteranno in mostra le opere di più di 2000 artisti internazionali.

Ovviamente Art Basel Miami è una delle piattaforme più importanti del mondo e parteciparvi significa essere nell’olimpo dell’arte contemporanea, ragion per cui un nutrito gruppo di gallerie nostrane ha deciso di non mancare a questo importante appuntamento. Le gallerie italiane che quest’anno parteciperanno alla fiera sono: Galleria Alfonso Artiaco di Napoli, Galleria Continua di San Gimignano, Galleria Raffaella Cortese di Milano, francesca kaufmann di Milano, Magazzino di Roma, Galleria Lia Rumma di Milano, Galleria Franco Soffiantino di Torino, Galleria Christian Stein di Milano, T293 Gallery di Napoli e Zero… di Milano.

Peter Fischli & David Weiss al FestivalFilosofia di Modena

Dal 17 al 19 settembre METRONOM di Modena presenta un progetto speciale in occasione del Festivalfilosofia 2010 sulla Fortuna, nella sede distaccata FUORIMAPPA in via Carteria 8 saranno proiettati due film degli artisti svizzeri Peter Fischli e David Weiss.

Peter Fischli (1952) e David Weiss (1946) vivono e lavorano a Zurigo e collaborano dal 1979. La loro opera, che spazia dal video alla scultura, dalla pittura alla fotografia, e’ un percorso creativo coerente quanto singolare, animata da una incessante interrogazione della realtà che li porta a compiere una costante sperimentazione. Peter Fischli e David Weiss, da oltre trent’anni non smettono di interrogarsi sulle sfumature accidentali o predestinate che governano il vivere quotidiano, attraverso una molteplicità di mezzi espressivi indagano le pieghe del caso e della necessità, tra monotona ripetitività o ricerca dell’assurdo, senza mai perdere lo sguardo ironico e disincantato.

Peter Friedl al project space di Kaleidoscope

Il project space di Kaleidoscope (milano) ospita la prima mostra personale in Italia dedicata a Peter Friedl (1960, Oberneukirchen, Austria. Vive e lavora a Berlino). La mostra inaugura il 16 settembre alle ore 18.30 e, in occasione di STARTMILANO, sarà aperta al pubblico con orario prolungato nei giorni 17, 18 e 19 settembre.

In mostra vengono presentati i video The Children (2009) e Bilbao Song (2010) entrambi dedicati al tableau vivant. Mostrato durante la quarta edizione della Biennale d’Arte Contemporanea di Tirana, The Children fa riferimento al dipinto Fëmijët (1966) del pittore socialista albanese Spiro Kristo. La scena di un gruppo di bambini che gioca in strada e’ qui riproposta all’interno dell’Hotel Dajti a Tirana, eretto dagli italiani durante l’occupazione fascista dell’Albania. Il silenzio inverosimile dell’azione e’ interrotto da una voce che recita in albanese il consiglio che Francisco Pacheco, autore di Arte de la pintura, diede al suo discepolo Diego Velázquez e che Foucault cita nel suo noto saggio su “Las Meninas”: “L’immagine dovrebbe stare fuori dalla cornice”.

Di sola arte non si vive

Ci si chiede spesso quale sarà il futuro dell’arte contemporanea nostrana e spesso la sorte ed il fato vengono associati alla possibilità di finanziamenti pubblici e privati, ad aiuti economici per artisti ed altri operatori del settore e così via. Molti musei si lamentano di disporre di pochi fondi per organizzazione e promozione di mostre ed eventi, le gallerie sono sempre in cerca di nuovi collezionisti mentre cresce il livore per le vendite in ristagno, gli artisti non si sentono adeguatamente supportati e vorebbero vendere di più ed i curatori difendono disperatamente il loro territorio, tentando di allargare il bacino dei propri contatti e sbarcare il lunario.

In sintesi questa è la situazione del pianeta arte italiano, il futuro viene giustamente valutato in base a questioni economiche, le stesse che hanno in qualche modo segnato il tramonto delle ideologie politiche. Noi ovviamente non siamo dei sognatori, non staremo qui a dirvi che l’arte non ha bisogno del vile denaro anche perché senza vendite, committenze e sovvenzioni non ci sarebbe arte ma è indubbio che la misura è oramai colma ed in tutto questo discorso money oriented si rischia di perdere di vista la creatività in senso stretto, l’amore per le manifestazioni estetiche e concettuali.

Il Museo dei Musei


In occasione di START, Lambretto Art Project presenta IL MUSEO DEI MUSEI, una mostra per celebrare i venti anni di Museo Teo, museo senza sede e senza opere, associazione no­profit per la diffusione dell’arte contemporanea al di fuori degli spazi istituzionali.

Museo Teo opera dal 1990 in modo collettivo al fine di favorire la diffusione dell’arte contemporanea in una dimensione democratica e quotidiana e per sviluppare una riflessione sullo stato dell’arte e del mondo presente; per stimolare una rete di relazioni creative e la produzione di socialità e di senso. La mostra vuole ribadire i caratteri dell’intervento di Museo Teo nella realtà sociale e nel mondo dell’arte contemporanea.

Spencer Tunick – Everyone is unique

La galleria Mimmo Scognamiglio di Milano ospita la prima mostra in Italia dei ritratti fotografici firmati dall’artista newyorkese Spencer Tunick. Riconosciuto in tutto il mondo per le sue mega-istallazioni ambientali, create con centinaia, talora migliaia di persone nude radunate in luoghi pubblici o paesaggi insoliti, Tunick in esclusiva per la Galleria Mimmo Scognamiglio presenta una serie di fotografie che ritraggono uomini e donne isolati, inseriti, completamente svestiti, nel proprio contesto d’appartenenza, città o cornice naturale.

Da Barcellona a Helsinki, da Melbourne a Città del Capo, da Parigi a Santiago del Cile, Praga, Los Angeles; dall’Antartico al Sud Africa, dalle Hawaii al New Mexico, questo particolare ciclo di immagini, mostrato all’ultima Biennale di Mosca e ora esposto alla galleria Scognamiglio, raccoglie 25 scatti realizzati dall’artista americano in un arco di tempo che va dal 2000 al 2010.

Le opere napoletane di Hermann Nitsch

Seguendo con coerenza la vocazione di Museo per le idee, luogo dinamico di studio, di riflessione e di ricerca della poetica di Hermann Nitsch, il Museo Archivio Laboratorio per le Arti Contemporanee Hermann Nitsch inaugura sabato 11 settembre 2010, alle ore 19,00, Opere Napoletane.

Percorsa da un’ intenzionalità unificante, confermata dagli effetti di una concitazione sensoriale avvolgente, dalla bellezza della forma, dall’ebbrezza dell’estasi, Opere Napoletane, costituisce il secondo paragrafo, al Museo Nitsch, di un’avventura creativa scandita da importanti stazioni ritmate da una galleria di progetti tematizzati nei quali notazioni e riflessioni perimetrano i nitidi campi spirituali e filosofici: si tratta di un allestimento di opere, la cui forza risiede nella peculiarità di un lavoro che racconta il lungo itinerario concettuale dell’artista a Napoli di cui si avvertono, sottese, tracce, suggestioni e fascini inediti.

The Next Stop, Cambio di sede e molte novità

The Next Stop continua sulla scia della prima fortunata edizione con un nuovo educational a partire da ottobre 2010. Molte le novità in campo: abbandoniamo le architetture dell’Ara Pacis per entrare nello splendore di Palazzo delle Esposizioni di Roma, un nuovo programma ricco di ospiti di comprovata qualità ed esperienza, un ciclo di incontri collaterali con le Accademie / Istituti stranieri a Roma che ci apriranno le loro porte, conferendo a The Next Stop una dimensione internazionale.

The Next Stop si pone sulla scena della cultura contemporanea come una piattaforma assolutamente innovativa; Non è un corso di formazione, non è un congresso né un summit; è  un educational che serve a divulgare uno scenario utile ad amministratori pubblici, a manager, operatori, artisti, responsabili di gallerie, associazioni, fondazioni. In sessioni di due ore condotte da un mediatore, i relatori ospiti descriveranno un modello possibile in risposta ai vari argomenti trattati, e illustreranno la propria esperienza lasciando campo ai commenti e alla partecipazione del pubblico. Come fosse un salotto culturale, il dibattito lascerà ampio margine al dialogo e allo scambio di opinioni.

Entretiempos. Nel frattempo, istanti, intervalli, durate al MAN di Nuoro

Entretiempos – Nel frattempo, istanti, intervalli, durate e’ una mostra collettiva che inaugura il 1 ottobre al MAN- Museo d’Arte Provincia di Nuoro e che riunisce 17 artisti le cui opere, secondo diverse prospettive e utilizzando metodi differenti, raccontano l’esperienza del tempo nelle sue varie accezioni e forme visive. Prendono parte all’esposizione alcune delle figure piu’ importanti del panorama artistico contemporaneo, presentando lavori fotografici, video e pellicole prodotti negli ultimi dieci anni.

La mostra, rispettando l’estensione e la diversità, aspira a riflettere un ampio e paradigmatico spettro delle pratiche visive, partendo dal presupposto che le ipotesi di lavoro che hanno guidato la selezione delle opere si articolano intorno a diverse tematiche: la natura e gli effetti dell’interruzione fotografica, e di conseguenza cio’ che questo implica nella percezione del movimento e la presunzione diegetica dell’immagine; il contingente, l’effimero e il caso come forma per mettere in rilievo l’instabilità delle opere stesse e le loro connotazioni temporali; l’analisi e la speculazione storica, passando attraverso pratiche relazionate con l’archivio, assieme all’esperienza della memoria individuale e collettiva, volontaria e involontaria; infine, l’articolazione tra la fotografia e altre modalità di immagine, definendo combinazioni e paradossi temporali che si creano in particolar modo tra immagine fissa e movimento.

Citarsi addosso ma filosoficamente

Il citazionismo filosofico è l’ultima spiaggia di qualsiasi critico d’arte o meglio di qualsiasi individuo con la velleità di divenir tale. Si arriva al citazionismo proprio come in ascensore si discorre del tempo con una persona che non si conosce, come ad una cena fra amici si inizia a raccontar barzellette mentre si affetta il melone.

La misteriosa pulsione che scatena nella mente del giovane critico o del giovane giornalista il bisogno di ricorrere al citazionismo è qui di seguito illustrata. Mentre ci si trova a redigere un testo, affiora l’urgenza di descrivere le sperimentazioni di un determinato artista e l’essenza di un’opera con parole forbite, con concetti alti che illumino o rendano il tutto vagamente incomprensibile o che magari creino nel lettore il sospetto di aver a che fare con qualcuno che sa il fatto suo.

Se tornasse Cattelan/se non tornasse affatto

Su Globartmag abbiamo più volte criticato manifestazioni creative mirate al sensazionalismo ed al puro spettacolo. Maurizio Cattelan, in particolare è stato uno fra i nostri più bersagliati obiettivi, vuoi per la natura spettacolare della sua arte, vuoi per il suo continuo irridere un sistema che comunque lo alimenta.

Eppure, ai tempi della sua irruzione all’interno della scena, Cattelan aveva ben compreso che il carrozzone artistico nazionalpopolare doveva essere in qualche modo costretto ad una reazione, anche in termini negativi. Il revisionismo è forse una pratica squisitamente italiana e noi di Globartmag non possiamo sottrarci a questa consuetudine. Bisogna quindi ammettere che in questi tempi incerti in cui la fotografia si lascia sedurre da meraviglie del digitale che uniformano ogni scatto, in cui la pittura è ancora imbrigliata dalle estetiche della Nuova Scuola di Lipsia e le installazioni diventano sempre più minimal-pretestuose, le provocazioni del buon vecchio Cattelan ci mancano da morire.

Fantasilandia alla Galleria Antonio Colombo di Milano

 La galleria di Antonio Colombo presenta per la prima volta a Milano alcuni tra i più effervescenti artisti della nuova scena pop contemporanea mondiale: i maestri del Pop Surrealismo americano Gary Baseman, Tim Biskup e Eric White, i fuoriclasse del Low Brow come Anthony Ausgang, Gary Taxali e Heiko Müller, il pittore Nicola Verlato che ha introdotto il movimento in Italia così come lo storyteller della pittura Gabriele Arruzzo.

Fantasilandia, curata da Julie Kogler, è una mostra che mette in luce gli aspetti più innovativi di uno scenario artistico pulsante e straordinario che comincia a spopolare nei più importanti musei internazionali. Ormai ricercatissimi dagli appassionati del genere e da una sempre crescente schiera di collezionisti del mainstream, gli artisti scelti per questa prima milanese sanno muoversi con abilità tra cultura pop e cultura alta cimentandosi in un figurativismo, espressione delle ultime estetiche del XXI secolo dove le nuove icone si fondono con un immaginario fantasioso che invita lo spettatore ad un viaggio sorprendente nel mondo onirico.