Al via AsoloArtFilmFestival edizione 2010


Film sull’Arte – Biografie d’Artista – Architettura e Design – Video arte e Computer Art – Produzioni di Scuole di Cinema – Armonia e Territorio. L’edizione 2010 di AsoloArtFilmFestival si svolgerà come di consueto ad Asolo (TV) dal 27 agosto al 5 settembre. L’AsoloArtFilmFestival si inserisce nella tradizione culturale del Festival Internazionale del Film sull’Arte e di Biografie d’Artista, rappresentandone l’ideale continuità.  Fondato da Flavia Paulon nel 1973, il festival ebbe per la bellezza di oltre due decenni un grande riscontro internazionale, fino alla sua cessazione avvenuta nella metà degli anni Novanta.

Rifondato nel 2001 da A.I.A.F., AsoloArtFilmFestival ripropone anche in quest’edizione, a 36 anni dalla sua fondazione, la sua annuale rassegna di produzione cinematografica internazionale dedicata alle arti, intese nella molteplicità delle loro espressioni. La presenza di una sezione Video arte avvicina il cinema all’arte contemporanea e offre un’ulteriore vetrina per i giovani artisti nazionali.

Franz West – Roman Room

La Gagosian Gallery di Roma inaugura il 16 settembre una mostra di nuove sculture di Franz West. Appartenente alla generazione di artisti influenzati dall’Azionismo e dalla Performance Art degli anni Sessanta e Settanta, West rigetta istintivamente la natura tradizionalmente passiva della relazione fra l’opera d’arte e lo spettatore.

Negli anni Settanta l’artista inaugura una serie di piccole sculture portatili polimateriche, gli Adattabili (Paßtücke). Questi oggetti simil-ergonomici si completano in quanto opere d’arte solo nel momento in cui lo spettatore le prende, le indossa, le porta con sè o le utilizza per svolgere delle attività. West continua ad esplorare la scultura in termini di costante dialogo di azione e reazione tra gli spettatori e gli oggetti all’interno di un qualsiasi spazio espositivo.

Grande antologica di Isa Genzken al Museion

Più di cinquanta opere provenienti da importanti collezioni private europee e dalla collezione di Museion saranno in mostra dal 10 settembre a Bolzano per la prima antologica dell’artista in un museo italiano. Isa Genzken (Bad Oldesloe, 1948), una delle più interessanti artiste del secondo dopoguerra, è stata consacrata a livello internazionale dalla partecipazione alla Biennale di Venezia 2007, in cui ha rappresentato la Germania. Fin dagli anni Ottanta del secolo scorso si è affermata come un indubbio punto di riferimento per gli sviluppi e le ricerche sull’arte plastica – tema a cui Museion ha dedicato quest’anno diversi appuntamenti del programma espositivo.

La mostra a Museion intende offrire un approccio all’eterogenea opera dell’artista con un percorso sganciato da griglie cronologiche, che si snoda attraverso i diversi nuclei fondamentali della sua produzione. La straordinaria capacità di rinnovare il proprio linguaggio e modo di operare, un approccio fisico e diretto con la realtà che ci circonda nella quotidianità, così come il confronto con l’architettura sono alcune delle cifre del percorso artistico della Genzken.

Le Meraviglie dell’arte in Full HD

Portare la vita reale all’interno dell’opera d’arte è stato un impegno serio per artisti del calibro di Marcel Duchamp, John Cage, Robert Rauschenberg e via dicendo. Queste ricerche hanno influenzato intere generazioni di artisti, dando vita a nuove strutture di pensiero creativo, basti pensare alle atroci verità proposte da Body Artists come Chris Burden, Gina Pane e da Hermann Nitsch considerato uno dei massimi esponenti dell’Azionismo Viennese. Nodo centrale delle azioni pensate da tali ed tanti altri artisti è la voglia di oggettivare la violenza, il dolore e la malvagità umana.

In questo l’arte ha in qualche modo anticipato la tempesta mediatica che nell’ultimo trentennio ha spasmodicamente tentato di portare la crudezza della realtà sin dentro le nostre case, tanto che oggi saremmo sorpresi di assistere ad un conflitto bellico senza il continuo bombardamento di immagini.Falkland, Guerra Del Golfo, Guerra dei Balcani e  Rivoluzione rumena del 1989 hanno decretato la rapida ascesa di una sorta di nuovo reality della violenza, una postazione privilegiata in cui la sofferenza può esser vista da varie angolazioni e soprattutto a qualsiasi ora.

Ma alla fine Spencer Tunick avrà convinto Lady Gaga a spogliarsi?

Vi ricorderete sicuramente del nostro articolo su Spencer Tunick ed il suo nuovo fantasmagorico progetto a Sydney. Ebbene per coloro che hanno la memoria corta, il celebre e chiacchierattissimo fotografo aveva intenzione di organizzare una delle sue celebri installazioni di nudo collettivo proprio davanti al teatro dell’opera della città  australiana. Tunick aveva inoltre proposto a Lady Gaga di partecipare all’insolita performance.

Ebbene la performance è riuscita a perfezione ed in questi giorni l’artista ha svelato una nuova fotografia intitolata The Base, che testimonia appunto l’imponente azione dello scorso marzo effettuata durante il Lesbian & Gay Mardi Gras di Sydney a cui hanno preso parte oltre 5.000 persone senza veli. A quei temerari che sono riusciti a rimaner così come mamma li ha fatti alle 4 di una freddissima mattina, Tunick ha promesso di regalare un’edizione limitata della fotografia ufficiale dell’evento. Eppure sulle prime erano sorti alcuni problemi tra i partecipanti eterosessuali e quelli di diverso orientamento sessuale: “molti erano imbarazzati ed è stato difficile far abbracciare e baciare gli straight con i gay e viceversa. Alla fine però tutti si sono uniti in un unico grande bacio, un gesto d’amore davanti ad una grande struttura” ha dichiarato Tunick con una punta di divertita malizia.

La nascita della luce di Henry Fox Talbot in mostra a Castelnovo del Friuli

Dal 13 agosto fino al 3 ottobre 2010 la Villa Sulis di Castelnovo del Friuli, ospiterà un’interessante mostra dal titolo De luce primigenia, dedicata alle spettacolari immagini realizzate da William Fox Henry Talbot. Il CRAF conserva nei suoi archivi una preziosa collezione di 50 calotipi realizzati dallo Science Museum di Bradford dai calotipi originali di Fox Talbot prodotti in occasione del 150° anniversario dell’invenzione della fotografia.

I primi esperimenti di William Fox Henry Talbot (Melbury, Dorset, 11 febbraio 1800 – Lacock Abbey, Wiltshire, 17 settembre 1877) nel campo della riproduzione di immagini furono portati a termine nella primavera del 1834 a Lacock Abbey. Copri’ dei fogli di carta da scrivere con una soluzione di sale comune e nitrato d’argento, rendendoli sensibili alla luce. Fu sufficiente posare una foglia sulla carta ed esporla alla luce per rendere scure le zone non protette dalla luce. Ottenne cosi’ un negativo della foglia. Chiamo’ questa tecnica shadowgraph, sciadografia.

A Parigi la morte ti fa bella in una grande mostra tra vecchio e nuovo

I pittori del 17esimo secolo avevano sviluppato un affascinante linguaggio simbolico per mostrare al mondo la natura effimera dell’esistenza umana, descritta il più delle volte come una condizione preparatoria per la vita ultraterrena. Oggi il curatore Alain Tapié ha deciso di rinnovare questo schema simbolico vecchio di secoli nel corso di una mostra dal titolo Vanité, Mort que me veux-tu? (Vanità, Morte cosa vuoi da me?) ospitata fino al prossimo 19 settembre dalla Fondazione Pierre Bergé di Parigi.

“La vanità in pittura può offrire molti spunti su cui riflettere, essa può essere un’ossessiva ed allo stesso tempo affascinante espressione della bellezza naturale ma anche della perfezione delle forme o di una tecnica sublime” ha evidenziato Tapié parlando della sua manifestazione. La mostra comincia con la pittura nord europea caratterizzata da composizioni ricche di fiori appena sbocciati ed altri elementi radianti contrapposti a segni di morte come teschi o ratti.

Quando Spock decide di mettersi a fotografare


Il Mass MoCA in Massachussets ha organizzato in questi giorni una mostra fotografica dove è presente un artista d’eccezione, anzi stellare. Forse il nome Leonard Nimoy potrebbe non dirvi nulla ma se a questo nome aggiungiamo quello della popolare serie televisiva Star Trek ed in particolare del personaggio Spock, allora forse tutto diventa più chiaro. Nimoy ha vestito per oltre 40 anni i panni dell’impassibile vulcaniano ma nel contempo ha sempre coltivato un profondo interesse per la fotografia.

La mostra personale di Nimoy ( in visione dal prossimo 1 agosto 2010 ) prende il titolo di Secret Selves e consta di 26 fotografie a colori, 11 delle quali a grandezza naturale. L’artista si è ispirato alle teorie di Aristofane sugli esseri umani, descritti come creature che un tempo erano dotati di due teste e molteplici arti, questo prima che Zeus li dividesse in due. Nimoy ha quindi fotografato alcune persone mettendo in risalto la loro metà perduta o nascosta, vestendole come rock star o come personaggi dei fumetti.

Concerning Space a San Donato Val di Comino

Per la XIV edizione della rassegna Antico Municipio per l’Arte Contemporanea,l’Associazione Culturale Sinopia – in collaborazione con la Regione Lazio, la Provincia di Frosinone, il Comune di San Donato Val di Comino, e con il contributo della Pro Loco di San Donato, il Touring Club Italiano e l’Università degli Studi di Cassino – presenta Concerning Space, una collettiva a cura di Daniela Bigi, con il coordinamento organizzativo di Anna Cautilli che si aprirà il prossimo 6 agosto nell’Antico Municipio di San Donato Val di Comino (FR).

“Ad indirizzare la riflessione per questa piccola ma preziosa occasione espositiva è stata per giorni e giorni l’idea dello spazio. Nulla di più comune, di più familiare come concetto, è vero, eppure così inafferrabile o, per converso, così ingombrante sul piano teorico e scientifico. Mi incuriosiva in realtà la possibilità di riunire intorno ad una ipotetica istanza spaziale artisti che adottano pratiche espressive divergenti e frequentano ambiti di ricerca apparentemente inconciliabili. Mi interessava sottrarre per qualche giorno quegli artisti agli alvei interpretativi che abitualmente li accolgono ed evidenziare solo un aspetto del loro procedere, come in un ritratto fotografico ove volutamente è stato omesso il volto del soggetto e automaticamente, con esiti talvolta addirittura inaspettati, emergono alla vista dettagli di fragranza espressiva (…)” Daniela Bigi

Joana Vasconcelos non solo tampax a Londra

Il prestigioso spazio londinese di Haunch of Venison è in questi giorni occupato da un’artista decisamente fuori dall’ordinario. Stiamo ovviamente parlando della super-portoghese Joana Vasconcelos , autrice di singolari ma poetiche installazioni che molto spesso ruotano attorno all’universo femminile. Molti di voi ricorderanno sicuramente la sua opera intitolata A Novia (La Sposa), installazione a forma di gigantesco lampadario costituito da migliaia di assorbenti interni bianchi al posto dei classici ornamenti di vetro e delle lampadine.

Quell’opera fu una delle più chiacchierate alla Biennale di Venezia, edizione 2005, ed era impossibile far a meno di notarla passando per le sale dell’Arsenale. Grazie a quella seminale installazione, Joana Vasconcelos ha raggiunto il grande pubblico ed oggi si può quindi permettere il lusso di trasformare Haunch of Venison in un vero e proprio parco delle meraviglie che segna il record di mostra più grande dedicata ad un unico artista in tutta la storia della prestigiosa galleria.

Rackstraw Downes, uno street artist…da strada

Rackstraw Downes è un artista che arriva direttamente dalla metà degli ’60, quando si aggirava per le strade di New York per dipingere en plein air sottopassaggi, ponti, discariche e cantieri. Il vecchio Downes è stato uno street artist nel vero senso del termine, un pittore inserito nelle maglie del tessuto urbano. Ma come ben saprete la strada offre ogni giorno qualche novità e di cose strane Downes ne ha viste parecchie: “Un giorno un tizio si è fermato per comprare il giornale ed ha lasciato la macchina con il motore acceso. Un ladro è quindi salito nella maccchina del malcapitato, fuggendo in tutta fretta. Una volta invece due ladri hanno rubato la borsetta di una povera ragazza”.

Downes dipinge paesaggi urbani popolati da automobili e pochissimi essere umani senza volto, lo fa da moltissimo tempo. Oggi ha 70 anni ed è uno di quei personaggi noti a tutti nell’ambiente ma sconosciuto al grande pubblico. Questo almeno fino a ieri visto che il Parrish Art Museum sito nella Grande Mela ha deciso di dedicargli una grande retrospettiva dal titolo Rackstraw Downes: Onsite Paintings, 1972-2008.

Il Tuscan Sun Festival di Cortona ospita Daze

Ogni anno il Tuscan Sun Festival festival di Cortona ospita un artista d’arte visuale. Il protagonista dell’edizione 2010 e’ DAZE, figura di spicco della scena urbano-artistica di New York alla fine degli anni ’70 che sarà ospitato dal 30 luglio al 6 agosto 2010 negli spazi del Palazzo Casali di Cortona. Nella Grande Mela della fine anni sessanta, alcuni giovani artisti cominciarono a esprimere il proprio disagio metropolitano per le strade, utilizzando spazi abbandonati, lasciati al degrado, e strutture d’uso della città, come la metropolitana.

DAZE, allora solo un adolescente, fu uno dei pionieri tra i  graffitari dei treni, artisti che entravano nei depositi della metropolitana durante la notte e ricoprivano l’esterno delle carrozze con disegni elaborati per esprimere una loro idea di plasticità e decoro. Negli anni successivi, l’arte di DAZE, cosi’ come di molti altri graffitari, entra nelle gallerie e nei musei,  e i murales cominciano ad essere considerati tra i movimenti dell’arte moderna.

L’arte contemporanea, er Calippo e ‘na bira

L’ormai celebre tormentone estivo che vede protagoniste due colorite ragazze intervistate in quel di Ostia è talmente presente su web e Tv che la società dello spettacolo le ha subito rese carne da macello da offrire in pasto ai videodipendenti. Sono in molti a ridere del marcato accento delle due bagnanti che ingenuamente si concedono all’obbiettivo in tutta la loro veracità. Eppure centinaia di migliaia di romani parlano in tal guisa tutti i giorni e nessuno si è mai sognato di considerarli come risibili personaggi degni di apparire sulle prime pagine dei quotidiani.

Stamo affà la colla” al posto di “Stiamo sudando molto” è un’espressione in newspeak che paragonata a quello che si sente e si legge oggigiorno non è così esagerata da suscitare sguaiate risate. Forse si ride perché le due giovani non riescono ad esprimersi in maniera più “alta” anche se sono consce del fatto che il loro volto apparirà nelle case di milioni di italiani. Comunque sia le bagnanti hanno raggiunto un subitaneo successo e sembrano goderselo in pieno, da brave “romane de roma”. Questo newspeak fatto di neologismi improbabili, sgrammaticature forzate ( o meno ) ed incidenti estetici ha contribuito a creare alcuni miti anche nel dorato e patinato mondo dell’arte contemporanea.

Bruce LaBruce infiamma il Sud Africa con X Homes

A Johannesburg è stato inaugurato uno strano ma interessantissimo progetto di arte pubblica intitolato X Homes ed organizzato dal Goethe Institut del Sud Africa, in collaborazione con Christopher Gurk dell’ Hebbel Am Ufer Theatre di Berlino. Il progetto è in realtà un tour a piedi di circa due o tre ore all’interno di case, appartamenti ed hotel sparsi per la città, alla ricerca di inusitate quanto sperimentali performances organizzate da artisti locali ed internazionali. Caratteristica principale di tali azioni artistiche è l’estrema interattività.

La missione di X Homes è quella di “cambiare la percezione degli spazi urbani che molti abitanti di Johannesburg conoscono solo attraverso i media e produrre così immagini al di fuori della violenza e della paura, caratteristiche sempre presenti in questo paese”. All’interno di edifici coperti da graffiti e vetri infranti alcune attrici recitano la storia del quartiere Hillbrow mentre in altre stanze un uomo cammina con tacchi a spillo, la sua faccia ed il suo busto sono coperti da un fitto grappolo di palloncini rossi.