
Gli archistar di fama internazionale non sono certo dei poveri in canna e soprattutto non hanno bisogno di faticare poi tanto per accaparrarsi nuovi lavori nelle città di tutto il mondo. Secondo voi, con tutti i soldi che guadagnano questi signori e con tutte le opportunità che di fatto tolgono ai giovani architetti locali, c’è bisogno di stringere patti di alleanza per monopolizzare il mercato? La risposta sarebbe ovviamente un secco “no”, ma evidentemente a qualcuno i “cartelli” dell’architettura piacciono parecchio, tanto che ha deciso di riunire le più rinomate archistar del momento sotto l’egida di una sorta di patto fra lupi.
Quel qualcuno Frank Gehry, comparso proprio in questi giorni sulle nostre pagine per la questione del rallentamento dei lavori del Guggenheim di Abu Dhabi. Il nostro simpatico amico Gehry non ha fatto altro che stilare una lunga lista di nomi, tra cui compaiono Zaha Hadid, Moshe Safdie, David Rockwell, Laurie Olin, Ben van Berkel, David Childs, Massimo Colomban, Greg Lynn, Wolf Prix, Matthias Schuler, Patrik Schumacher e Richard Saul Wurman ed ha poi formato una sorta di board per la propria Gehry Technologies, azienda che si occupa di fornire tecnologia e servizi per proprietari di immobili, sviluppatori, architetti, ingegneri e molti altri professionisti che operano nel mercato dell’edilizia.



La Lower Manhattan Development Corporation ha annunciato di aver stanziato 50 milioni di dollari di fondi per la costruzione del Ground Zero Art Center di New York. La realizzazione del nuovo centro culturale negli ultimi tempi è stata al centro di numerose polemiche ed il progetto ha subito numerosi ritardi. Ora che i fondi sono stati stanziati si prevede la ripresa del progetto anche se i lavori per la costruzione inizieranno fra alcuni anni.

