Ci vieni alla mostra? C’è l’Industrialminimalism che ti piace tanto

Avete mai assistito ad una mostra di Industrialminimalism? Parliamo della nuova avanguardia artistica che va tanto di moda tra gli spazi più cool del momento. Anche nella vostra città ne stanno organizzando una proprio oggi e se uscite di casa potrete vederla, o forse non vederla. Mi riferisco ad una tendenza sconcertante che ha ormai preso alla gola l’intera scena dell’arte nazionale. Il tremendo processo irreversibile dell’Industrialminimalism comincia più o meno così:

Vi recate in una galleria che sembra in bilico tra un magazzino in disuso ed una segheria dei prestigiosi mobilifici della brianza. Il titolo della mostra in programma suona tipo Floating Structures o magari qualche altra paroletta in tedesco che fa molto figo. All’interno della galleria il pubblico, con in mano dei magazine d’arte italiani (rigorosamente scritti in inglese e con articoli sovrasensibili), pilucca ibridazioni gastronomiche in bilico tra il sushi e il caciucco mentre si aggira con aria finto-annoiata-impegnata per tutto lo spazio espositivo. 

Ci vorrebbe WikiArtLeaks per svelare i segreti dell’arte contemporanea

Ultimamente si fa un gran parlare del fenomeno WikiLeaks, organizzazione internazionale che riesce a mettere le mani sui più scottanti segreti istituzionali di tutto il mondo e che ha come obiettivo la pubblicazione di materiale che porti alla luce comportamenti non etici di governi e aziende. Lo staff di WikiLeaks di cui l’australiano Julian Assange è il membro più noto e influente è in questi giorni al centro di una bufera politica e legale, segno evidente che esiste qualcosa di vero  tra le migliaia di fughe di notizie presenti sul sito.

Sarebbe dunque interessante disporre di una sorta di WikiLeaks dell’arte contemporanea, visto che di comportamenti poco etici e di questioni misteriose in questi ultimi tempi ne abbiamo viste parecchie. Potremmo venir a capo del perchè il governo cinese si accanisce tanto contro Ai Weiwei fino al punto di malmenarlo, distruggergli lo studio ed oscurargli il blog. Tra l’altro qualcuno potrebbe spiegarci perchè la Turbine Hall ha vietato al pubblico l’interazione con l’opera dello stesso artista.

30 buoni motivi per amare l’arte contemporanea made in Italy

Commenti nei blogs, articoli sui giornali, chiacchiere tra addetti ai lavori. Tutti contro l’arte contemporanea italiana, tutti pronti a ribadire la lentezza e la vetusta natura del nostro sistema. Eppure amici miei, esistono universi tutti italiani che ci fanno venir voglia amare l’intera manifestazione creativa nazionale. Parliamo di eventi, artisti, istituzioni e quanto altro che persino all’estero ci invidiano e non hanno nulla da invidiare alla più blasonate superpotenze dell’arte. Non ci credete? Ecco 30 buoni motivi per essere fieri della scena dell’arte contemporanea italiana:

1 Le sperimentazioni sonore di Luigi Russolo e quelle di Giacinto Scelsi.
2 Marinetti, Boccioni ed il Futurismo.
3 I tagli di Fontana e i decollage di Rotella
4 La verifica incerta di Grifi e Baruchello
5 L’Art to Abandon di Franco Mazzucchelli
6 La Transavanguardia (costruita o non) di Bonito Oliva che conquista gli U.S.A.
7 Mario Schifano e tutta la Scuola di Piazza del Popolo
8 L’arte emergente che lotta contro tutto e tutti

Quella simpatica moda di non pagare il curatore

In questo blog abbiamo più volte parlato di varie forme di sfruttamento ai danni della giovane arte. Tra mostre a pagamento, opere vendute all’insaputa dell’ignaro artista, altre che si perdono nei meandri dei magazzini e quanto altro, la vita del giovane artista non è davvero facile. Ebbene allacciate le cinture e preparatevi ad un’ulteriore notizia: anche la vita del curatore indipendente non è sempre rose e fiori. Spesso i giovani artisti guardano al curatore come una figura in grado di fare il bello ed il cattivo tempo e non è raro trovare in giro sul web commenti del tipo: “I curatori campano alle spalle degli artisti”.

Vero è che sussiste nel nostro paese un tipo di curatela malevola e marchettara che riesce ad arrecar danni più che benefici ma la maggior parte dei giovani curatori indipendenti lavora con coscienza, segue gli artisti, osserva i loro sviluppi e promuove la loro creatività senza lucrare alle loro spalle. Ovviamente si deve tenere a mente che il curatore non fa parte dell’esercito della salvezza ed è quindi una figura professionale che deve essere retribuita.

Gli stand di Art Basel Miami per i giovani galleristi costano “poco”

Art Basel Miami 2010 si prepara ad aprire le sue porte il prossimo 2 dicembre ma è già riuscita a catalizzare l’attenzione mondiale con un dato abbastanza importante. Lo scorso anno infatti molte gallerie, spiazzate dalla crisi, avevano saltato il prestigioso evento fieristico ma per questa edizione le applications alla grande manifestazione sono salite del 20%, segno evidente che i dealers sono tornati ad investire nei grandi eventi di mercato.

Quindi anche quest’anno la versione Miami di Art Basel si prepara ad attirare i suoi 40.000 visitatori. Buone notizie anche per quanto riguarda i prezzi per gli stand delle giovani gallerie. Quest’anno infatti i prezzi per uno spazio si aggirano attorno ai 10.000 dollari, che ragionando in termini europei farebbero circa 7.500 euro.

Per essere giovani artisti…un commento di Alessandro Facente

Vorrei postare su questa pagina il commento del curatore Alessandro Facente alla notizia Per essere giovani artisti bisogna darsi da fare apparsa sul nostro blog alcuni giorni fa. Mi sembrava doveroso pubblicare questa risposta sotto forma di articolo (pur mantenendo la veste spontanea e diretta dello scritto) poichè essa è talmente strutturata da non poter rimaner “chiusa” in un semplice commento:

Cara Micol, all’estero gli italiani sono assolutamente considerati, e sono daccordo con te che siano decisivi gli spostamenti, però, differentemente dal nostro, il sistema straniero investe sugli artisti autoctoni. Per loro è più sensato sp…endere soldi per pubblicità e produzione piuttosto che in spedizione di opere. Il problema però è anche legato al fatto che agli artisti non bisogna chiedere di spostarsi perchè già pensano alle opere, chiediamo invece ai collezionisti di comprare, alle riviste di scrivere e alle gallerie di produrre il lavoro, partecipare alle fiere e tessere contatti per sviluppare il loro percorso.

Joan Jonas alla Galleria Alessandra Bonomo di Roma

Si inaugura il 27 novembre alla Galleria Alessandra Bonomo di Roma la personale di Joan Jonas. In mostra alcuni disegni tratti dalle sue performance, altri della serie Bodyworks ed il video My new theater VI, Good Night Good Morning ’06. Per la serie My new Theater, iniziata nel 1997, Joan Jonas concepisce una sorta di teatro portatile, una struttura che evoca lo spazio scenico ed allo stesso tempo, nelle parole stesse dell’artista, la camera oscura e gli altri dispositivi visivi del passato.

Il video in esso proiettato – realizzato una prima volta dall’artista nel 1976 – si inserisce con vigore in una delle ricerche più significative di Joan Jonas: quella sulla natura dell’immagine, che con sé porta una riflessione sul tempo, sullo spazio e sull’identità. Joan Jonas è considerata una delle artiste americane più importanti della seconda metà del Novecento.

La crisi a Dublino? non per la giovane arte contemporanea

Ultimamente la verde Irlanda non se la passa poi tanto bene, la crisi economica ha colpito duramente da quelle parti e come se non bastasse i vertici nazionali hanno presentato alcuni giorni fa un piano di salvataggio internazionale per far fronte alla crisi bancaria. Vedremo quindi come e quanto l’unione europea potrà finanziare l’Irlanda e soprattutto per quanto tempo tale nazione resterà in questo stato. Come spesso succede durante queste situazioni di tensione, l’arte contemporanea e la cultura riescono a trarre linfa dai momenti difficili, tramutando bisogni e necessità in impeto creativo.

Insomma, anche se a Dublino sembra di essere tornati ai momenti di estrema povertà degli anni ’80, gli artisti hanno reagito alla crisi a modo loro. Se i negozi chiudono allora i giovani talenti creativi se ne appropriano, trasformandoli in studios o tramutando i magazzini industriali ed i garages abbandonati in spazi no-profit per mostre d’arte, performances o concerti di musica alternativa.

Contemporary Istanbul, realtà fieristica di una Turchia che cresce

Al via la quinta edizione di Contemporary Istanbul, evento fieristico che si terrà dal  24 al 28 novembre 2010. In meno di un decennio Contemporary Istanbul (CI) è diventata la fiera d’arte contemporanea leader in Turchia e nella regione. Con una vocazione a diventare una delle principali fiere d’arte globale nel prossimo futuro CI si sforza di attirare l’arte contemporanea proveniente da tutto il mondo e in particolare dalla sua geografia circostante.

Con 80 gallerie e numerose istituzioni presenti in cinque giorni di fiera CI ospita un pubblico molto vario proveniente da tutto il globo, dagli amanti dell’arte di tutte le età, agli artisti, ai collezionisti, agli accademici,ai curatori e direttori di musei. Allestita presso il Convention and Exhibition Center di Istanbul situato in una zona centralissima della città, la fiera acquista maggiore appeal con conferenze, spettacoli, concerti ed eventi culturali organizzati durante i giorni della manifestazione.

Non si paga per esporre

Voi, proprio voi che ci seguite da casa, da lavoro o da qualunque parte, in mezzo a voi ci sono tanti artisti, giovani talenti in cerca di spazi per esporre o magari creativi maturi che ancora non hanno avuto la possibilità di mostrare adeguatamente il proprio lavoro. Ebbene fate attenzione, aprite gli occhi perchè i vostri sogni potrebbero tramutarsi in incubi. Già perché come accade da tempo nel nostro bel paese, qualcuno è sempre a caccia delle vostre aspettative per spillarvi qualche soldo. Stiamo ovviamente parlando di tutte quelle gallerie e riviste che vogliono farvi una mostra o un articolo in cambio di denaro. Questi individui sono soliti contattare le loro prede tramite email al limite del ridicolo. Pubblichiamo qui di seguito degli esempi (fin troppo reali) giunti nella nostra casella nei giorni scorsi, ricordando al nostro pubblico che non si paga per esporre.

Mail della Galleria xxxxx:

Gentile Artista,

sappiamo quanto sia importante nel tuo lavoro, la visibilità e la notorietà. Esporre le proprie opere in una galleria d’arte spesso è oneroso o poco fruttifero.

Quindi cosa fare?

Oggi vorremmo proporti un’assoluta novità che farà parlare per molto tempo il web intero. La prestigiosa galleria d’arte XXXX, la quale annovera tra i suoi artisti, Xxxx, Xxxx, Xxxx, Xxxx, Xxxx, Xxxx; Xxxx, Xxxx e Xxxx, dà la possibilità a chiunque lo desideri (previa visione delle opere e approvazione) di esporre le proprie opere nel nostro sito, una vera e propria galleria d’arte virtuale che conta circa 2.000 visite al giorno.

Quel critico è un pagato, quell’artista è raccomandato


I meccanismi nascosti all’interno del sistema dell’arte contemporanea sono vari e spesso poco comprensibili. Quello che però salta all’occhio è un certo comportamento diffuso da parte di pubblico ed addetti al settore che molto spesso si bassa sullo screditamento del lavoro altrui o comunque su di un negativismo imperante. Noi di Globartmag abbiamo raccolto una serie di frasi che avrete sicuramente udito almeno una volta se siete avvezzi all’arte contemporanea ed alla sua scena. Eccovi quindi uno stream of consciousness da far invidia pure al povero Joyce:

Quel critico è un pagato, quell’artista è raccomandato, il direttore di quel museo è un incompetente, i concorsi d’arte sono truccati e la giuria vota solo gli artisti che conosce quindi butterete i vostri soldi se deciderete di partecipare, quell’artista italiano che ha fatto una mostra all’estero non vale nulla, la biennale fa schifo, alla fiera non si è venduto nulla, gli artisti italiani copiano da quelli stranieri, la pittura è morta, i pittori adesso fanno i video artisti, i video artisti adesso fanno i pittori, ho iscritto la mia galleria ad una fiera e mi hanno fatto pagare una cauzione poi non mi hanno selezionato e si sono tenuti i soldi,

Tutte le anticipazioni di Art Basel Miami 2010

Da Miami Beach iniziano ad arrivare le prime notizie per la prossima edizione di Art Basel Miami che si terrà dal 2 dicembre al 5 dicembre 2010 (con una vip preview che si terrà il 1 dicembre). Alla prestigiosa fiera parteciperanno 250 importanti gallerie d’arte contemporanea provenienti dal Nord America, dall’Europa, dall’America Latina, dall’Asia e dall’Africa, le quali metteranno in mostra le opere di più di 2000 artisti internazionali.

Ovviamente Art Basel Miami è una delle piattaforme più importanti del mondo e parteciparvi significa essere nell’olimpo dell’arte contemporanea, ragion per cui un nutrito gruppo di gallerie nostrane ha deciso di non mancare a questo importante appuntamento. Le gallerie italiane che quest’anno parteciperanno alla fiera sono: Galleria Alfonso Artiaco di Napoli, Galleria Continua di San Gimignano, Galleria Raffaella Cortese di Milano, francesca kaufmann di Milano, Magazzino di Roma, Galleria Lia Rumma di Milano, Galleria Franco Soffiantino di Torino, Galleria Christian Stein di Milano, T293 Gallery di Napoli e Zero… di Milano.

Alcuni consigli per gli artisti emergenti

La scrivente riceve spesso nella sua casella postale un gran numero di portfolio inviati da artisti emergenti alla ricerca di un possibile collocamento o di qualche consiglio. Persino la posta elettronica non si salva dall’estremo bacino di proposte dei soliti speranzosi. Sorge quindi l’urgenza di fornire alcune risposte collettive a tutti quelli che in questi mesi hanno sottoposto i loro lavori alla mia attenzione o in genere si preparano a varcare la soglia di una galleria con il proprio compendio di opere stretto nelle mani.

Tenete bene a mente che questa serie di consigli è esente da qualsiasi presupponenza ed ha l’unico scopo di fornire alcuni utili ragguagli per la presentazione del proprio lavoro. Ecco quindi cosa potete fare (o non fare) per presentare il vostro lavoro ad un curatore o un gallerista, il successo non è garantito ma ovviamente questo fa parte del gioco:

-Ricordate che per presentare le vostre opere potreste andare in contro a delle spese.

Visitate più mostre possibili, fatevi un’idea di cosa propongono le gallerie e cominciate ad elaborare una vostra ricerca personale. Cercate di essere originali e freschi, evitate insomma i dipinti con i pierrot, i pagliacci o le vedute di Roma sparita. La vostra creatività è alla base di tutto.

Citarsi addosso ma filosoficamente

Il citazionismo filosofico è l’ultima spiaggia di qualsiasi critico d’arte o meglio di qualsiasi individuo con la velleità di divenir tale. Si arriva al citazionismo proprio come in ascensore si discorre del tempo con una persona che non si conosce, come ad una cena fra amici si inizia a raccontar barzellette mentre si affetta il melone.

La misteriosa pulsione che scatena nella mente del giovane critico o del giovane giornalista il bisogno di ricorrere al citazionismo è qui di seguito illustrata. Mentre ci si trova a redigere un testo, affiora l’urgenza di descrivere le sperimentazioni di un determinato artista e l’essenza di un’opera con parole forbite, con concetti alti che illumino o rendano il tutto vagamente incomprensibile o che magari creino nel lettore il sospetto di aver a che fare con qualcuno che sa il fatto suo.